bruno vespa e consorte augusta iannini |
Non si riesce a capire se i dirigenti
nazionali, politici e non, stiano costruendo o distruggendo un nuovo
corso della storia d'Italia. Ma a primo acchito sembra di no vista
l'ultima spartizione fatta in barba, per non dire “fottendosene”
dei novanta curriculum spediti in Parlamento per le nomine in
oggetto, votati in Aula, senza sorpresa e tra mille polemiche.
Ancora una volta le nomine sono il
risultato spartitorio tra i partiti.
A far discutere non è solo il metodo
col quale la maggioranza (che sostiene Monti) ha nominato i
componenti delle Authority in scadenza, ma principalmente i nomi dei
nuovi commissari.
La Camera dei deputati ha eletto all'Agcom Maurizio Decina, ordinario al Politecnico di Milano e Antonio Martusciello, ex sottosegretario con Berlusconi. Alla Privacy vanno invece Giovanna Bianchi Clerici in quota Lega-Pdl e Antonello Soro, ex presidente dei deputati del Pd molto vicino al capogruppo Dario Franceschini. Il nuovo componente del Consiglio superiore della giustizia amministrativa è Giuseppe Lauricella, eletto da Montecitorio con 322 voti.
Anche al senato non si scherza! E con
una votazione analoga con estrema tranquillità entrano all'Agcom
Francesco Posteraro, vicesegretario alla Camera e Antonio Preto, già
capo di Gabinetto di Antonio Tajani in Europa.
Per la Privacy, sono stati nominati
Augusta Iannini, capo dell'ufficio legislativo del ministero della
Giustizia (moglie di Bruno Vespa) e Licia Califano, docente di
Diritto costituzionale a Urbino.
L'accordo tra Pd, Pdl e Terzo polo ha spazzat via giuristi come Gustavo Zagrebelsky, Valerio Onida e Stefano Rodotà - proposti dall'associazione Articolo 21 per l'Agcom - e professori meno noti ma molto titolati, sponsorizzati dal web. Stefano Quintarelli, che aveva lanciato sulla Rete la sua candidatura, si è fermato a 15 voti.
E poi parlano dell'ondata “atipolitica” che sta inondando
l'Italia!L'accordo tra Pd, Pdl e Terzo polo ha spazzat via giuristi come Gustavo Zagrebelsky, Valerio Onida e Stefano Rodotà - proposti dall'associazione Articolo 21 per l'Agcom - e professori meno noti ma molto titolati, sponsorizzati dal web. Stefano Quintarelli, che aveva lanciato sulla Rete la sua candidatura, si è fermato a 15 voti.