L'impoverimento economico, la miseri,
la precarietà ci imbruttiscono.
Nello stato di povertà, la sfiducia
avvelena il clima sociale ed è facile incriminare chi, secondo un
proprio modello di vita condizionato da precarietà e fame o da
semplice innata vena polemica, vede nel benessere altrui il male,
anche dove non c'è.
Oggi nel web, un post ha raccolto le
curiosità e l'indignazione dei navigatori che lo hanno letto.
Anch'io, l'ho letto.
Il post in questione evidenzia la
proposta 02-606/2012 e il relativo decreto della regione Calabria
n°6649 del 14 maggio 2012 inerente le spese di rappresentanza e la
liquidazione delle fatture per un ammontare totale di € 5.555,50.
Le fatture, intestate a organi di
governo regionale, assessori, ufficio di gabinetto, presidente e
vice, tutte provenienti da ristoranti, alberghi e bar, hanno
suscitato facile sarcasmo e indignazione specie in chi deve saper
inventare pranzo e cena con i pochi spiccioli disponibili.
Com'era prevedibile, d'altronde!
Ora, dando per scontato che un pochino
di morigeratezza e di parsimonia non guastano mai, specie per
rispetto a chi sta messo male, viene spontaneo chiedere: a chi
servono questi rumori mediatici?
Non si vedono illeciti nelle spese
approvate e liquidate nel decreto.
D'altronde, le istituzioni in
questione, (non dimentichiamo che stiamo parlando degli organi di
governo regionale) utilizzano un istituto contrattuale previsto dalla
legge che si chiama “rimborso spese di rappresentanza effettuate
dai componenti della giunta regionale, dal presidente e dagli uffici
preposti alla cura degli incontri istituzionali”; istituto
pubblicato, appunto, nel gazzettino degli atti e delle leggi
regionali espletate dagli organismi politici in carica.
Il resto, ove si riscontrassero
anomalie, è compito della magistratura. A noi il compito di
suggerire saggezza e rispetto delle regole nell'espletare il servizio
pubblico per antonomasia: la politica.
Certo, se vedessimo i dipendenti
regionali o qualsiasi altro impiegato abbuffarsi al bar con i soldi
nostri diventa nostro compito denunciarli ma per il resto le parole
gratuite non servono. Anzi sono dannose per l'immagine dell'intera
collettività.