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venerdì 11 ottobre 2024

Opere faraoniche e partigiani sostenitori

 È pericoloso innamorarsi delle proprie idee.



C’è il rischio di cadere nell'imparzialità di giudizio. Ed è quanto avviene nell'agone della politica. L'errore si riscontra  spesso  e si fa scontro antagonista  nell'ambito della dialettica  ideologica.  Accade che pur di raggiungere gli obiettivi enfatizzati, i proponenti, trasformino il dialogo in acceso dibattito partigiano prescindendo dai reali benefici per la comunità.

mercoledì 7 dicembre 2022

Opere pubbliche, strategie politiche e bisogni

 

Aspettando la buona sorte.



Sempreché esistesse davvero, la buona sorte è la panacea dei deboli. Quanti nascondono la testa sotto la sabbia, imitando gli struzzi quando avvertono pericoli e nell'attesa che passi, sono di fatto sostenitori del tiriamo a campare!

Attendisti e attendiste non sono categorie coniate adesso e neppure possibilità certe di promesse fatte in campagne elettorali. Anche se l'attendibilità si basa su motivi suffragati dalle circostanze possibiliste suffragate da possibilità quasi sicure di potere attuare un progetto, attendere onestà intellettuale in certi ambiti è mera illusione.

mercoledì 9 novembre 2022

Calabria e Sicilia divise da appena 3 km di mare

 

50,45 km di cui 39 sotto il mare, misure che lo rendono il tunnel con la parte sottomarina più lunga al mondo e il terzo per lunghezza complessiva. Questa opera faraonica di alta ingegneria unisce due nazioni: Francia e Inghilterra.

Le gallerie all'interno del tunnel sotto il canale della Manica, progettate per il trasporto merci e passeggeri, hanno abolito l'ostacolo frapposto tra le coste francesi e inglesi ovviando all'utilizzo delle navi senza erigere ponti.

La distanza tra le due coste è di circa 40 km.

A pensarci mette quasi paura un viaggio del genere. Forse sarebbe molto più suggestivo, se riuscissimo a bandire la frenesia del tempo perso nell'attesa di arrivare all'agognata meta, un viaggio in mare con tanto di calda accoglienza nelle navi. Ma gli affari non amano le vacanze leziose; spingono impellenti. Le merci devono raggiungere prima possibile i mercati e gli acquirenti!

martedì 1 novembre 2022

Ponte sullo stretto, tra Reggio Calabria e Messina

 


Correva l'anno 1969.

l'anno delle rivolte politiche e sociali. Gli studenti e gli operai lottavano per ideali egualitari. La lotta politica e di classe divideva negli ideali. Destra e sinistra si contrapponevano non solo dialetticamente nelle piazze, nelle scuole e nei luoghi di lavoro.

L'Italia viveva fermenti mai visti prima.

I democristiani erano al potere insieme ai moderati repubblicani e socialisti.

La politica decideva le linee guida del Paese.

Secondo quanto testimoniato dai documenti ufficiali rintracciabili negli archivi storici della Repubblica Italiana, in quegli anni, precisamente nel maggio del 1969, il ministero dei llpp indice un concorso nazionale di idee per collegare stabilmente la Sicilia al continente.

La concorso parteciparono circa 140 progettisti italiani e stranieri.

Uno studio di progettazione romano composto da tecnici vinse il concorso di fattibilità e soddisfò le necessità richieste dalla politica di allora che proponeva, appunto, di creare “il ponte sullo stretto” e collegare Sicilia e Calabria per una spedita mobilità ferroviarie e gomma.

venerdì 21 ottobre 2022

Il ponte si farà! parola di Salvini

 

IL PONTE SULLO STRETTO SI FARA'!

Lo assicura Salvini appena nominato ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili nel nascente governo Meloni.

Per Calabria e Sicilia ricomincia l'ennesima telenovela. Ponte sì. Ponte no!

L'infrastruttura, che non sarebbe la prima e neanche l'ultima opera di alta ingegneria civile studiata per unire terre divise da dirupi impervi, in questo caso il ponte dovrebbe rendere più agevole la viabilità tra due regioni contigue divise dal mare servite da traghetti ogni 30 minuti circa, esclusa fila dei periodi critici. Certo, il ponte taglierebbe il grosso della mobilità auto sui traghetti e, probabilmente, anche le attese agli imbarcaderi. Ci sarebbe, come accade nelle transazioni tecnologiche, un taglio deciso della mobilità marinara così come la conosciamo. Guadagneremmo qualche frazione di tempo e le merci viaggerebbero spedite.

Il ponte sullo stretto potrebbe diventare un'attrazione! Se costruito con le dovute accortezze antisismiche nel rispetto dell'ambiente: flora e fauna terrestre e marina.

giovedì 29 settembre 2016

Ponte sullo stretto?

Il progresso è inarrestabile non per definizione e neanche per voleri personali o politici ma in certi casi, come in quello che vede l'annosa diatriba tra i promotori del ponte sullo stretto di Messina e quanti sono contrari per differenti e rispettabili motivi, la realizzazione di quello che dovrebbe essere, nei fatti, il prodotto infrastrutturale del progresso civile e tecnologico sembra diventare un'impresa impossibile. Quasi una chimera irrealizzabile a prescindere dalle volontà dei cittadini.

Eppure infrastrutture analoghe, per imponenza strutturale, impatto ambientale e benefici alla collettività, in altre parti del mondo sono attivi da decenni.


In Giappone, terra altamente sismica e sferzata dai venti oceanici, abbiamo un esempio:

Alto 282,8 metri e lungo 3.911. La sua campata principale è lunga ben 1.991 metri. Inaugurato il 5 aprile 1998, unisce la città di Kōbe sull'isola di Honshū all'isola Awaji.

Se consideriamo che la distanza tra la costa calabrese e quella siciliana non si discosta di molto dal progetto attuato in Giappone, 3.200 metri nel tratto più corto tra le due coste italiane, dobbiamo porci una semplice domanda: perché, visto che se ne parla dal 1850, ancora non è stato possibile costruirlo?

mercoledì 28 settembre 2016

Novità assoluta, Renzi e il ponte Rc-Me

Non ho pregiudizi! Per questo ho aspettato prima di fare analisi. Ho atteso che il tanto osannato Monti facesse vedere in pratica a noi miseri ignoranti le sue manovre e attuasse la sua mirabolante agenda. Adesso come in passato posso affermare, considerati i fatti, che ha fatto pura macelleria sociale. Lui e la sua ministra. Entrambi hanno saputo tagliare i “privilegi” dei poveri ma non hanno saputo opporre resistenza ai forti detentori dei veri privilegi dalle parcelle e dai sussidi dorati.

I governi che si sono succeduti, specie quello attuale a guida Renzi/Napolitano, mantengono gli assetti consolidati dai potentati industriali e dai lobbisti.

venerdì 22 marzo 2013

Sgarbi, la cultura urlata in tv


Servizio Pubblico.

Puntata scoppiettante quella di ieri sera. Tra gli ospiti il signor “so tutto io e sono il più bravo e acculturato d'Italia”, Vittorio Sgarbi, che tra un epiteto e tante svolazzanti capre ignoranti ha fatto mostra della sua cultura parlando delle nuove conoscenze acquisite dislocate tra il centro e il nord Italia con qualche puntatina in Sicilia. E della Calabria, nella quale, tra i tanti impegni è anche presidente del comitato scientifico per i festeggiamenti del pittore MattiaPreti, come mai nemmeno un accenno?
Sgarbi è imprevedibile. Forse ha programmato qualche intervento più in là, nel corso della puntata di Santoro. Invece no. Non parla della Calabria neanche quando cita i luoghi deturpati dalle pale eoliche, delle rotatorie o dai ponti. Eppure, in Calabria, abbiamo a che fare con uno dei ponti più assurdi della storia. Come altro definirlo se non assurdo quanto ruota attorno al progetto ponte, considerando l'enorme dispendio di denaro pubblico sperperato:
Il ponte sullo stretto che avrebbe dovuto unificare la Calabria con la Sicilia tra Reggio Calabria e Messina.

No, per Sgarbi la Calabria non esiste! Se ne faccia una ragione il prof. Mario Caligiuri, assessore regionale alla cultura.

La cultura è importante! E questo nessuno lo mette in dubbio. Anzi, da calabrese rivendico il ruolo che la Calabria deve occupare nel sistema Italia. Un ruolo importante, di primo piano vista la storia. Ma la cultura è sensibilità cognitiva, per intenderci, è considerazione dell'atto creativo in ogni sua accezione.
Fare espressivo da contestualizzare, non nel momento storico testimone tra committente e artigiano-artista, né tanto meno dalla riuscita formale dell'atto espressivo scaturito da una commissione ma, nell'attimo temporale in cui il lavoro è citato. Ovviamente, i Maestri che hanno fatto la storia dell'arte e che troviamo nei musei rimangono pietre miliari, testimoni del loro tempo tramandato ma manipolato (come dice qualcuno: la storia la scrive chi vince).
E i titoli, le lauree, beh, quelle mettiamole da parte, perché, citando Sgarbi e chiedendo scusa a un animale che fa di necessità virtù, di capre, titolate, il mondo è pieno.

domenica 30 settembre 2012

Ciucci riparla del ponte sullo stretto di Messina

tra Reggio Calabria e Messina
Il Ponte sullo stretto di Messina che dovrebbe collegare la Calabria alla Sicilia torna alla ribalta. Fin dall'estate scorsa Pietro Ciucci, amministratore dell'Anas (società del Tesoro) e della Società Stretto di Messina, fondata negli anni Ottanta con il compito di progettare e realizzare l'opera, è andato all'attacco e ha annunciato un ricorso straordinario al Capo dello Stato, che ha inviato nei giorni scorsi, dove considera illegittimo il definanziamento del progetto operato dal Cipe nel gennaio scorso motivandolo, sostanzialmente, che la società, ancora in piedi, rimasta senza soldi per le decisioni prese dal governo Monti di definanziare l'opera, non può rispettare la convenzione originaria firmata con Stato, che ancora nessuno ha abrogato. In sintesi: l'opera è stata depennata dai finanziamenti ma di fatto è ancora legittimata a fare le cose per la quale era stata istituita.

Aperta la falla, l'iter del Ponte è ricominciato. Il ministero dell'Ambiente ha riattivato, il 16 luglio scorso, la commissione per fornire il Ponte della Via, cioè la valutazione di impatto ambientale. E, senza attendere, come la prassi impone, l'ok della Via, nei giorni scorsi, precisamente il 27 settembre, il ministero per le Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, ha aperto la conferenza dei servizi, cioè l'organismo in grado di dare tutte le autorizzazioni necessarie sul progetto definitivo e far partire l'opera.
Insomma, la macchina del Ponte sullo Stretto rischia dirimettersi in moto nonostante i numerosi studi esistenti pubblicatisulla pericolosità sismica dei luoghi interessati.

mercoledì 5 settembre 2012

Hollande e Monti, la tav s'ha da fa'

Si torna a parlare di TAV.


Passata l'ubriacatura elettorale dei francesi e confermato l'assestamento del governo dei prof. (non c'era altra scelta per i politici incartapecoriti italiani), Hollande e Monti riprendono il discorso della tratta Lione-Torino-Kiev. Secondo i due premier la tratta sa da fa'! Tant'è che il prossimo incontro tra i due premier è fissato proprio a Lione.

Misteri dell'alta finanza! Che pare mettano d'accordo tutti, prima o poi. Destra sinistra centro e tecnici sono tutti dell'avviso che la grande opera è qualcosa d'ineluttabile. Un progetto divino che non si può evitare. Da Prodi a Monti e ancor prima ad Amato & C., che hanno fatto proseliti per un'Europa unita ma priva di idee di libertà e convivenza civile, tutti si dichiarano convinti muratori e carpentieri di questa (forse inutile ma di certo devastante) lingua d'asfalto. Dimenticando le rovine prodotte da quanti hanno deciso di eliminare i treni verso la Calabria e la Sicilia. Rovine che tradotte in soldoni significano perdite di posti di lavoro, turismo e agricoltura imbrigliate e assoggettate al traffico gommato.
Già, dimenticavo, al sud c'è la mafia, la 'ndrangheta, aziende a responsabilità illimitata che non lasciano lavorare in tranquillità gli imprenditori onesti. Già... ma la politica e chi dovrebbe rappresentare la legalità, lo Stato, che ci stanno a fare?

Oppss sono davvero senza memoria, anche al sud c'è una bella commessa voluta fortemente dall'ufficio grandi opere: il ponte sullo stretto!

Riusciranno queste due grandi opere ad abbattere la disoccupazione e far ripartire l'eurozona?

lunedì 14 marzo 2011

poesia del tempo lento tra Reggio e Messina



Non so chi ma qualcuno nascosto ai nostri occhi fisici di certo ci vuole bene davvero e per capirlo, per esserne certi, basta fermarsi un attimo e osservare il paesaggio circostante, le persone, la natura, il mare e la linea lieve che lo congiunge al cielo.

Soffermarsi a meditare sulle piccole cose ormai dimenticate. Chiederci come mai il mondo animale e vegetale continua a vivere giorno dopo giorno, stagione dopo stagione nonostante l'ingerenza pazzoide dell'uomo. mondi paralleli che si adattano alle circostanze imposte dall'umana follia e a volte ne subiscono le conseguenze.
Animali di terra e di mare sopravvivono alle forze della natura ma nulla possono contro la diabolica intelligenza dell'animale supremo: l'uomo! Quest'essere singolare che vuole penetrare i misteri dell'universo ma dimentica se stesso, intento com'è a progettare imprese epocali, accumulare ricchezze e andare più veloce della luce.
Noi tutti abbiamo dimenticato il piacere della scoperta. Non ci meravigliamo più davanti alla caparbietà delle formiche, alla loro tenacia nel trasportare pezzi di cibo più grandi di loro; non ci chiediamo come mai nelle comunità animali vige il mutuo soccorso, la solidarietà.
Elementi, questi, piegati ai voleri d'onnipotenza di alcuni grandi uomini e, in quanto tali, pieni di grandi condizionamenti costruiti dalla megalomania che li governa immolano affetti e concetti al sodalizio del potere.
Non sono e né mi posso definire un “buono”. questi pensieri sono emersi durante una traversata da Reggio a Messina, e man mano che il traghetto scivolava silenzioso sull'acqua diventavano sempre più chiari e distinti. Ho gioito. Dopo non so quanto tempo ho riassaporato la leggerezza di quando ero ragazzo. Ho ripercorso buona parte della fanciullezza; il sapore, l'odore dei primi viaggi. L'entusiasmo della scoperta, anzi, riscoperta è stato possibile perché ho dovuto smettere di guidare, lasciare la macchina nella stiva per attraversare il tratto di mare che separa la Calabria dalla Sicilia e salire sul ponte. Sul ponte della nave!, l'altro, quello di cemento e ferro che alcuni vorrebbero imporre con la forza, non serve a nessuno se non a loro stessi per macinare affari e nient'altro.
Anzi, deturperebbe l'anima dello stretto. Uno stretto già martoriato da eventi sismici e maremoti raccapriccianti, ma questo fa parte della natura e l'uomo dovrebbe tenerne conto quando decide di mettere mano a opere imponenti.

©by arteesocieta riproduzione vietata

lunedì 28 giugno 2010

da Villa San Giovanni a Messina

Racconti di vita in Calabria 1
©archivio M.Iannino
stretto di messina

Calabria Sicilia andata e ritorno, da villa san giovanni a messina.

All’estrema punta dello Stivale, quasi accostata alla Calabria, un fazzoletto di terra in mezzo al mare, un’isola dalla forma triangolare che gli abitanti chiamano Trinacria, aspetta da tempo che si realizzi quel cordone ombelicale con la terraferma promesso da quasi cent’anni dagli uomini politici di turno: il ponte sullo stretto!

Nell’attesa che ciò si realizzi, i pendolari s’imbarcano a Messina per Reggio Calabria o Villa San Giovanni e viceversa. L’autostrada del mare è frequentata da traghetti e aliscafi privati; anche lo stato ha il suo parco nautico ed entrambe le compagnie, pubblica e privata, fanno la spola tra le due sponde; insomma, il sistema marinaro dei traghetti, consolidato,  recupera egregiamente il gap con la terraferma e tanto basta. Non è così, purtroppo per l’entroterra siciliano; infatti, superate Catania e Palermo, direzione Agrigento, poco manca, a chi non è abituato a paesaggi brulli e stradine anguste, dichiarate pomposamente “strada a scorrimento veloce”, di cadere nell’angoscia, specie se decide di viaggiare con i mezzi pubblici. Va un po’ meglio a chi conosce il tragitto e fa incetta di libri e letture varie, carica l’iPod e ascolta musica sonnecchiando per impegnare le lunghe ore di viaggio. Girgenti e il suo territorio ricco di storia, enfatizza la valle dei templi, la festa del mandorlo, il teatro greco e, grazie a Camilleri e il suo Montalbano, le spiagge da favola ma soffre per la carenza di una rete viaria degna del nome e la siccità perenne.

Ciononostante i nativi amano l’isola e sono ancorati alle tradizioni ma riescono a destabilizzare quanti arrivano al loro cospetto con la testa piena di pregiudizi. I siculi sono tradizionalisti emancipati dai pregiudizi sciocchi, inutili e dannosi.
Forse, perché isolani visitati da popoli e culture differenti, hanno saputo assorbire quanto di buono i greci, i turchi e i nord africani in genere hanno sbarcato e contaminato insieme alle mercanzie. Culture propagate nel vicino territorio calabrese anch'esso contaminato dagli stessi popoli.
Le due città gemellate Messina e Reggio, oggi con sedi universitarie e importanti corsi di studi, facoltà frequentate da studenti di entrambe le regioni, conservano i segni delle continue scorrerie ottomane, nelle fortificazioni e nelle architetture di palazzi storici.

Insomma, tra Calabria e Sicilia c’è un interscambio continuo di menti, mezzi e risorse; la movimentazione attiva in quei pochi nodi di mare che dividono le due regioni non necessitano di pericolose quanto inutili strutture che deturperebbero la terra ferma e il fondale marino. È, invece, necessario implementare cantieri per adeguare la mobilità interna di Calabria e Sicilia alle esigenze vocazionali delle due terre ricche di storia.

(segue: miseria e nobiltà)

sabato 13 febbraio 2010

quel ponte "di pilu" sullo stretto


Antonio Albanese è geniale! La sua imitazione satirica della cattiva politica, quella arraffona e personalistica veste completamente i panni del personaggio “Cetto La Qualunque” in maniera esaustiva. Personaggio volgare e ignorante, l’onorevole arrogante non pensa al benessere degli altri; pensa a curare il proprio ego, le proprie necessità. E poco importa se per realizzare progetti, per lui importanti, deve calpestare la comune morale o le idee altrui.
Mirabilmente, Albanese, nei panni di Cetto La Qualunque personifica il potere costituito, che assomma forza fisica, economica, politica! Forza autoritaria; sorda; e non ammette se o ma, per cui, gli avversari, ritenuti nemici, sono da abbattere.
Una satira intelligente, pungente e attuale.
La satira ha centrato un tema importante per il territorio calabrese e siciliano, che vede coinvolti liberi cittadini e intellettuali nel dibattito pro e contro: il ponte sullo stretto.
Ci abbiamo riso sopra. Abbiamo riso di cuore sulle verità trattate con piglio da giullare.
Purtroppo, non ci sono i governatori d’un tempo; statisti lungimiranti, intelligenti e umili che sapevano ascoltare il sacro matto.
Oggi abbiamo riso su verità scientifiche, reali e non ipotetiche, per i territori che dovrebbero sopportare l’ennesimo scempio ambientale per decreto.
È ancora vivo nella memoria di calabresi e siciliani il tremendo terremoto che devastò le città di Reggio Calabria e Messina. Siamo consapevoli delle forti correnti marine che agitano le acque dello stretto. Conosciamo la forza del mare e come si è abbattuta sulle coste, risucchiando i superstiti del sisma che si erano riversati per cercare riparo sulle spiagge nel 1905.
L'editoriale del Corriere a firma di Luigi Barzini cosi titolava il 20 settembre 1905: COLPO DI GRAZIA; Questa gente non crede più ai suoi capi, ai suoi signori, ai suoi padroni e si getta, piena di speranza verso gli estranei (...) I drammi del terremoto sono immensi, ma sono le vecchie piaghe della Calabria che li hanno fatti tali e che adesso rendono difficile ripararvi. Non s'immagina che cosa avveniva in questa bella terra di oppressioni, di sfruttamenti, di angherie, di violenze impunite sulla misera pelle degli umili, sulla gran massa del popolo, che ora piange nei campi.
Sempre il Corriere, il 9 settembre così titolava: "Lutto italiano"; mentre il giornale d'Italia romano "Gravissimo terremoto in Calabria e in Sicilia" ... e i giornali di martedì 12 "Maestà... quà i signori del municipio si mangiano tutto..." Ma, le parole più indignate le troviamo sul reportage di Luigi Barzini sul Corriere della Sera: "Ho qualcosa da dirvi".

Nonostante che Calabria, Sicilia, Campania, Basilicata siano le zone più a rischio sismico del pianeta, ancora oggi non si è voluto attuare una difesa seria dei territori e della gente che li popola.

Anche per gli episodi già vissuti, ci auguriamo di non dover piangere un domani le scelte di certa politica. Speriamo che la classe dirigente pro ponte espleti tutte le necessarie esplorazioni ambientali e si convincano a soprassedere e investire in progetti che sposano la vocazione territoriale delle regioni interessate: cultura, turismo, agricoltura; argomenti certi per creare sbocchi occupazionali e dare serenità ai giovani.

martedì 20 ottobre 2009

Ponte sullo stretto tra Villa S.Giovanni e Messina

Infrastrutture, le oculate priorità di Loiero


Dal sito ufficiale della regione Calabria
Dichiarazione del Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, in risposta alla lettera aperta inviatagli dal presidente del WWF Fulco Pratesi sulla questione del Ponte sullo Stretto

“Quello che è certo che la Calabria ha bisogno di ben altre infrastrutture e di mettere in sicurezza il proprio territorio, già piagato dalle piogge alluvionali dell’inverno passato, per evitare tragedie come quelle recenti in provincia di Messina.

Non so se il governo accetterà le richieste della Regione, ma sono certo che i lavori per il Ponte sullo Stretto, nonostante gli annunci con squilli di trombe, non partiranno e per diversi motivi. Primo perché non ci sono i soldi e i fondi Fas non possono essere utilizzati per opere di regime ma devono invece essere spesi per i bisogni dei territori interessati, poi perché non ci sono i progetti. L’unico cantiere che, questo ce lo auguriamo, sarà aperto è quello della cosiddetta variante di Cannitello della linea ferroviaria, perché solo per essa la Regione ha dato la sua approvazione condizionandola al fatto che tale opera non abbia nulla a che vedere con la realizzazione del Ponte sullo Stretto ma serva solo a migliorare la rete ferroviaria che in quel tratto è soggetta a frane e smottamenti. Anche noi riteniamo che, a ridosso delle elezioni regionali, rientri nella pura propaganda politica l’annuncio del governo dell’avvio dei lavori per il Ponte. Non ci sono le condizioni minime ed essenziali, infatti. E non è stata coinvolta in alcun modo la Regione che non vede nella faraonica struttura una priorità e che finirebbe per sottrarre risorse importanti da destinare ad altre opere di cui il territorio, anche nella viabilità, ha urgente bisogno. In sede Cipe la Regione Calabria si è sempre dissociata da qualsiasi iniziativa che in qualche modo evocasse i lavori del Ponte. Abbiamo detto sì alla variante di Cannitello perché riteniamo importante che Rfi migliori finalmente il tracciato in uno dei tratti ferroviari più delicati sul Tirreno. Diremo di sì ad altre opere similari. Per il resto la nostra posizione non è mutata. E’ necessario prima completare i lavori dell’autostrada A3 i cui tempi si sono allungati a dismisura, penalizzando sia la Calabria sia la Sicilia, e poi provvedere all’ammodernamento della strada statale 106 jonica per evitare altri lutti. Il resto si vedrà quando sarà il momento. E il momento del Ponte non è ancora arrivato”.

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