I soldi evaporano ma il capitale umano
resta! Così anticipa la presentazione del suo ultimo libro Philippe Daverio. Un testo
costruito attorno ad una raccolta di opere d'arte di ogni tempo e
luogo inserite in una costruzione immaginaria che, a differenza dei
musei fisici, è il massimo dell'immaginato da chi ama l'arte.
Seguendo il percorso atemporale tracciato da Daverio si passa dalla
biblioteca/pensatoio con la sedia per il padrone di casa comodissima
e quelle per gli ospiti scomodissime, il reparto cucina, le camere da
letto e il salone tutte arredate con mobili affini alla personalità
del critico e quadri privi di cronologia temporale, quindi quadri del
600 affianco a quelli dell'ottocento. In sintesi s'incontra tutta l'arte e la creatività che ha
fatto progredire l'uomo nelle varie epoche.
Leggendo tra le righe s'intuisce quale
sarà il taglio del suo prossimo format televisivo, che non sarà più
“Passapartout” perché costava molto alla RAI ma “il capitale”.
Titolo che si rifà al noto saggio di Karl Marx ma con sfumature
totalmente diversi. Daverio indaga il vissuto umano, perché il vero
capitale è l'intelligenza la storia che abbiamo alle spalle, quindi,
le motivazioni che spingono a reagire e creare la differenza tra
positività e negazione e ce li offre in chiave ironica, com'è nel
suo stile, dissacratoriamente propositivo.