Sono morte con una parte di me
Che non le voleva lasciare.
Svuotata e riempita come un vaso
Che trabocca gocce di troppo
Troppe volte avvelenate e insieme
Benedette troppo tardi.
Sono l’esasperazione di ciò
Che non fu mai e non avrebbe mai
Potuto essere altrimenti.
La costanza di chi sa ostinarsi
E rompere in mille pezzi quel vaso
E volerlo ricomporre cocciutamente.
Il capogiro di chi non sa cosa fare
E quello dell’ubriaco che ci ride su.
La questione è la prospettiva,
la leggerezza,
Come l’aria o il vento incessante,
lasciarsi trasportare o trascinarsi.
È un po’ come dire:
Senza base scordatevi le altezze.
Rischiate le vertigini.
E cadete nella valle sperduta
Del vuoto.