La parte brutta della politica tra pinocchietti, pupi e pupari.
Da tanti anni non si sente parlare del
partito della Margherita, inteso come associazione di uomini e idee
per la politica.
Di certo conosciamo l'anno di nascita, il 2000, e la sua confluenza, nel 2007, nel partito dei DS, che raccoglie ex comunisti, qualche socialista, repubblicano e qualche democristiano.
Di certo conosciamo l'anno di nascita, il 2000, e la sua confluenza, nel 2007, nel partito dei DS, che raccoglie ex comunisti, qualche socialista, repubblicano e qualche democristiano.
Insomma, con l'avvento del nuovo
simbolo che siede tutt'ora in parlamento, di questa fantomatica
Margherita, noi del popolo non ne abbiamo più sentito parlare. E
nonostante la Margherita risultasse morta come partito, non riusciamo
a capire perché la struttura dirigenziale compreso il tesoriere
continuasse ad esistere.
Oggi l'interrogativo è svelato grazie
alle indagini della magistratura!
L'arresto del tesoriere Lusi e le gesta
degli ultimi prosaici nibelunghi dalla chioma fluente adornata con
ghirlande di margherite e euro hanno sancito la definitiva morte
giuridica di un inesistente quanto dannoso partito politico.
Il collegio di liquidatori composto da
tre persone definite 'indipendenti' hanno assunto il compito di
occuparsi del patrimonio, che, a parte un finanziamento di circa 3
miliardi da destinare al quotidiano 'Europa', per quale motivo non è
dato sapere, sarà, sempre secondo le intenzioni sbandierate dai
purini, interamente "restituito allo stato".
"Un golpe", secondo Arturo Parisi, storico esponente dell'Ulivo nel partito fantasma ma non troppo viste le allegre finanze pubbliche risucchiate e spalmate in ogni dove- non ci hanno nemmeno fatto vedere i bilanci". "Nessun golpe - replica Franceso Rutelli - non ricordo una sola assemblea in cui Parisi non sia andato via prima, protestando. Il bilancio c'è nero su bianco, è il resoconto degli ultimi 11 anni, compreso le spese per le fotocopiatrici".
Se è così, come mai si è giunti a
tanto?