UN GIORNO MI FARAI UNA GRANDE CHIESA
Così disse la Madonna, durante una visione, a mamma Natuzza.
Costruire una chiesa o una casa
religiosa, una visione di Natuzza Evolo suggeritale dalla Madonna e
impiegare persone del luogo che secondo alcune indiscrezioni sono
stati indicati da qualcuno in odore di 'ndrangheta è una cosa
brutta? È peccato?
Oppure è una semplice notizia
giornalistica da prendere così, senza tante preoccupazioni e
lasciare che la costruzione dell'opera faccia il suo corso?
La notizia ha fatto clamore. Ha avuto
il suo bell'effetto. Ma se si valuta benevolmente nel suo insieme si
arriva a concludere che non c'è lo zampino del diavolo.
La sintesi dei fatti, (a disposizione
in ogni momento nel web, sugli organi di stampa e altre fonti
istituzionali giacché l'indagine non ha più i vincoli della
segretezza) è questa:
Dopo che la Regione Calabria diede il
via libera ai cantieri di ampliamento della struttura e assicurando
un finanziamento erogato in base al progressivo avanzamento dei
lavori ci fu una regolare gara d’appalto a cui parteciparono cinque
imprese. Si aggiudicò l’appalto, per un importo di 780mila euro,
l’impresa Mirarchi Antonio e fratelli di Davoli, un paese nella
provincia di Catanzaro.
I lavori iniziarono in agosto e nel
mese di giugno il direttore della “fondazione cuore immacolato di
maria rifugio delle anime”, sacerdote Michele Cordiano, ebbe la
visita di un signore che gli suggerì di concedere un appalto,
qualora ci fosse stata necessità di calcestruzzo, ad una ditta di
Limbadi.
“Effettivamente la ditta Mirarchi
Antonio e fratelli una volta vinto l’appalto, su mia indicazione –
affermò il sacerdote – si è rivolta alla ditta indicata da
Pantaleone Mancuso la quale ha fornito tutto il calcestruzzo
impiegato nella costruzione dell’opera. Dopo il primo incontro con
Mancuso non ho ricevuto più sue visite. Nella scelta di assecondare
il suggerimento di Pantaleone Mancuso ho inteso anche garantire
quella che io consideravo una ‘tutela ambientale’ al fine del
raggiungimento dello scopo finale nella realizzazione dell’opera.
Pertanto appariva superfluo un confronto con altre proposte di
fornitura di calcestruzzo”.
E qui casca l'asino, caro don Michele!
Quando i mass media parlano di cosche
mafiose, di malaffare, di 'ndrangheta, nella mente s'innesca
automaticamente il dualismo tra cos'è bene e cos'è male.
Certo, se ci fosse stato un riscontro
con altri fornitori ed eventualmente giustificare con preventivi alla
mano che la ditta di Limbadi ha fatto l'offerta migliore i fedeli
che inviano le offerte per realizzare il sogno di Mamma Natuzza
avrebbero appreso la notizia con un altro stato d'animo.
Magari avrebbero messo tra i “peccati
veniali” questa sua decisione, presa, senz'altro, a fin di bene.