Credevo fosse una bufala costruita da
qualche buontempone per scherzare sulla falsa morale che fa da
corazza a tutti noi. Impossibile, mi dicevo: non siamo più nel 1500
quando fu decisa la censura del “Giudizio Universale”, l'affresco
che Michelangelo fece per abbellire la Cappella Sistina. E invece si
è dimostrata una assurda quanto stupida verità. Il braghettone è
risorto! E per non urtare la “sensibilità” del presidente
iraniano in visita a Roma, uno o più?, zelanti ignorantoni, han fatto
inscatolare le statue nude dei Musei capitolini.
"Bronzi di Riace" guerrieri, bronzi del IV-V sec. a.c. |
Eppure nasciamo nudi! D'altronde, le
antiche scuole artigiane greche davano il meglio del bello artistico
nella raffigurazione plastica di magnifici corpi, maschili e
femminili. Policleto il vecchio impresse il bello e lo diffuse
assommando parti scultoree nella sua fucina e pare che i bronzi di
Riace, i guerrieri custoditi nel museo di Reggio Calabria, siano
usciti da lì.
Noi siamo il risultato storico della
cultura magno-greca, latina, etrusca e autoctona. Va bene dimostrare
ospitalità e rispetto per gli ospiti ma nascondere e annullare la
propria cultura anziché sorreggerla convintamente dimostra
tutt'altro!
Dimostra che ci vergogniamo dei nostri risultati estetici e culturali se, davanti alla rappresentazione plastica della sensualità
erotica o meno dei soggetti scolpiti dagli artigiani o dagli artisti
scevri da tabù e dogmi religiosi, poniamo schermi per occultare la storia e non offendere chi ha radici diverse.
Consideriamo, piuttosto, che se un ipotetico quanto improbabile
“Creatore” avesse, nel suo pensiero onnisciente, ritenuto oscena
la nudità, con la sua onnipotenza ci avrebbe dotato di braghe e
camicie fin dalla nascita e non avrebbe permesso che fossimo il frutto di qualche copula amorosa (anche queste azioni, per alcuni, sono ritenute peccaminose e punibili).
Stando alle cronache, sappiamo
indignarci più per un nudo che per i genocidi, le guerre politiche o
di religione, gli omicidi di Stato; le impiccagioni e le pene di
morte contemplate e inflitte in alcuni Stati, compreso quello retto
dall'illustre ospite in questione.