Andrea Gallo. Il prete di strada.
Ogni volta che lo vedo e ascolto le sue parole è come fare il pieno di speranza, il web è pieno!, le sue parole rimangono vive come la sua
figura di prete di strada che parla alle persone e si fa comprendere.
Non parla del paradiso in termini astratti ma, con parole semplici, invita i giovani ad alzare la testa e difendere la democrazia. La libertà! Che lui difese e conquistò insieme ai partigiani quando aveva appena 17 anni e mezzo.
Non parla del paradiso in termini astratti ma, con parole semplici, invita i giovani ad alzare la testa e difendere la democrazia. La libertà! Che lui difese e conquistò insieme ai partigiani quando aveva appena 17 anni e mezzo.
Era un prete sui generis. Un uomo come
pochi! Che sapeva parlare e si faceva amare dagli ultimi. Quelli che
solitamente sono messi ai margini proprio dalle persone che
dovrebbero tutelare la dignità delle donne e degli uomini.
Con l'esempio e la parola, don
Gallo, ricucì in parte lo strappo tra gli abbandonati e la
società. Ed è guardando alla sua azione e a quanto era forte il
fermento sociale negli anni '60, 70 e 80, che quanto accade oggi
sembra avere vanificato ogni conquista sociale e culturale.
Secondo don Gallo, il prete di strada,
siamo in una crisi di sistema, ed
io concordo.
Viviamo nell'era delle A.
A come apparire. A come avere. A
come accumulare...
diceva di essere figlio spirituale di don Bosco, dopo avere incontrato Dio
a vent'anni attraverso un altro salesiano. Diventato presbitero è venuto per servire... “io propongo, non impongo” diceva.
Uno può anche porsi l’impegno della
bontà, ma se non ha l’obiettivo del bene comune sarà buono solo
con se stesso o al massimo con i propri familiari e vicini. Bisogna
far crescere e maturare il senso civile della collettività e
dell’utilità comune. Non basta la bontà. Diceva il don.
E “Il potere sa che se tiene
l’oppresso e il povero nell’ignoranza avrà gioco facile”.