Le parole del papa:
No ai trionfalismi; Sì al silenzio;
all'umiltà, al servizio, alla pazienza e alla mitezza.
Questi i temi toccati da Papa Francesco
oggi durante la cerimonia della benedizione delle palme per ricordare
il martirio di Gesù sulla croce.
Una morte indegna per un Messia se la
confrontiamo con quanto succede oggi nella società dell'apparire e
dell'essere protagonisti a tutti i costi.
I mezzi di comunicazione di massa
testimoniano e amplificano atteggiamenti effimeri dei vip che noi
imitiamo senza ritegno mentale pur di apparire e sentirci al passo
coi tempi.
Essere mite, alla luce dei criteri
pubblicizzati e che fanno da padroni sulle piattaforme che usiamo per
“socializzare” ma non per familiarizzare come si usava un tempo
tra vicini e parenti, non è trendy. Non per forza si deve essere di
tendenza e influenzare i seguaci sconosciuti nella realtà.
Papa Francesco ci invita ad abbandonare
questa forma stupida e servile di comunicare tra noi e ci esorta,
invece, di farne tesoro e usare il telefono e i computer in maniera
creativa per portare bellezza, pace e armonia. Non vessare e
bullizzare i deboli come spesso accade nella vita reale e virtuale.
Esseri forti davvero è sapere perdonare, abbandonare i sentimenti di
vendetta e di rivalsa su chi ci fa torto.
Il suo pensiero è rivolto ai giovani e
ai santi della “porta accanto”, persone sconosciute ai più ma
che osservano e praticano gli insegnamenti cristiani.
Francesco invita alla preghiera del
Santo Rosario per la pace nei paesi in guerra. L'esortazione di
sempre rivolta a tutti è: no ai trionfalismi, no alla moda
dell'apparire sui social-media e alla dipendenza dei telefonini.
Pregare il santo rosario è un invito
che Papa Francesco non si stanca mai di ripetere, tant'è che ne fa
omaggio ai convenuti in piazza S. Pietro per la ss. Messa delle
Palme. È una coroncina assemblata con legno d'ulivo proveniente dalla Terra Santa, paese martoriato dalle guerre.
Egli sa che per giungere al vero trionfo deve fare spazio a Dio; e per fare spazio a Dio c’è un solo modo: la spogliazione, lo svuotamento di sé. Tacere, pregare, umiliarsi. Con la croce, fratelli e sorelle, non si può negoziare, o la si abbraccia o la si rifiuta. E con la sua umiliazione Gesù ha voluto aprire a noi la via della fede e precederci in essa."
"...ai giovani e a tutti il mio appello a pregare il Rosario per la
pace, in modo particolare per la pace in Terra Santa e in Medio
Oriente." E ancora: "Il trionfalismo cerca di avvicinare la meta per mezzo di
scorciatoie, di falsi compromessi. Punta a salire sul carro del
vincitore. Il trionfalismo vive di gesti e di parole che però non
sono passati attraverso il crogiolo della croce; si alimenta del
confronto con gli altri giudicandoli sempre peggiori, difettosi,
falliti… Una forma sottile di trionfalismo è la mondanità
spirituale, che è il maggior pericolo, la tentazione più perfida
che minaccia la Chiesa. Gesù ha distrutto il trionfalismo con la sua
Passione."
Con la croce non si può negoziare
"Il cuore del Signore", dice ancora il Papa, “godeva nel vedere l’entusiasmo e la festa dei poveri d’Israele”, dei giovani “che gridavano il suo nome acclamandolo Re e Messia. Umiltà non vuol dire “negare la realtà”: Gesù è “realmente” il Messia, il Re. Al contempo il Suo cuore “è su un’altra via”, sulla “via santa” che va dalla ‘condizione di Dio’ alla ‘condizione di servo’, quella “dell’umiliazione nell’obbedienza ‘fino alla morte e a una morte di croce’.Egli sa che per giungere al vero trionfo deve fare spazio a Dio; e per fare spazio a Dio c’è un solo modo: la spogliazione, lo svuotamento di sé. Tacere, pregare, umiliarsi. Con la croce, fratelli e sorelle, non si può negoziare, o la si abbraccia o la si rifiuta. E con la sua umiliazione Gesù ha voluto aprire a noi la via della fede e precederci in essa."