Cari Matteo Renzi e Dario
Franceschini,
potrei motivare questo mio messaggio
con un'infinità di osservazioni politiche, sociologiche, culturali
circa le emarginazioni cui sono costrette le periferie. Ma non lo
faccio perché lo ritengo un esercizio inutile. Perciò vengo subito
al sodo:
da noi si dice che il sole scalda chi
vede! Ebbene, io personalmente faccio ricerca nel campo delle arti
visive da oltre quaranta anni. Questo non significa che quello che
faccio in arte raccolga consensi popolari eclatanti, si sa i grandi
numeri li fa la decorazione melensa.
La mia è pura e semplice passione. È
confronto dialettico con la materia, il colore e i vari medium.
La mercificazione dell'arte non mi
interessa. Men che meno il successo espositivo mediatico.
La domanda è questa: come fare per
interloquire col mondo della cultura e far sì che il lavoro serio e
onesto possa diventare vicolo per le nuove generazioni ( ma anche per
le vecchie non avvezze a determinate rivisitazioni linguistiche) fin tanto che vige il
monopolio, azzarderei, lobbistico, viste le scelte che si fanno per
le manifestazioni nazionali importanti?
Possibile che una vetrina importante
qual è la Biennale di Venezia non possa accogliere e
confrontare nuove poetiche scaturite in Calabria o nelle altre
regioni italiane sconosciute ai media e a quanti gestiscono l'affare
cultura?
Forse che la biennale di Venezia
scarseggia in “esploratori” coraggiosi (non dico stacanovisti,
basta scorrere le pagine web e ci si imbatte spesso in qualche blog)
che ricercano, moto proprio, per amore dell'arte, autori
indipendenti, solitari e privi di sponsor?
In sintesi, la vita mi ha fatto
svegliare di brutto. Ho capito che la realtà è totalmente diversa
dai sogni giovanili e che il colpo di fortuna non esiste. Non esiste
neanche il cosiddetto mecenate puro.
Credo, però, che esistano, invece, le
segnalazioni poste con onestà intellettuale; accolte e visionate con
lungimiranza da quanti preposti dalla politica per determinate
funzioni.
p.s.
Casualmente ho appreso della presenza
in Catanzaro di Vincenzo Trione, curatore del padiglione
Italia per la 26ma biennale di Venezia, designato da te Dario.
Ecco, secondo le notizie, lo hai
designato in base ad un curriculum, quindi al suo impegno
culturale e al suo lavoro. L'ho visionato anch'io e non fa una
piega … ma chi guarderà il mio lavoro e quello di tantissimi altri
artisti che ben potrebbero rappresentare i fermenti culturali vivi
nelle regioni italiane?