IL SACRIFICIO DI PAPA BENEDETTO XVI
Avvince ma non convince,
la vicenda che occupa gli spazi della comunicazione di massa. Le
televisioni e i giornali non fanno altro che parlare delle dimissioni
del Papa. Persino Vespa è tornato in prima serata con porta a porta,
rubando lo spazio ad una simpatica soap popolare dalla trama
consolidata tra il bene e il male, l'amore per l'arte, in questo caso
la musica, e i biechi interessi dei mafiosi che gestiscono il potere
nella cittadina dove sorge il conservatorio che è teatro di umane
vicende. Chissà se Vespa ha fatto un plastico della futura residenza
del Papa dimissionario, un monastero di clausura all'interno dei
giardini del Vaticano. Un luogo super sicuro e lontano da occhi e
orecchi indiscreti che ospita suore di clausura, separate, però, da
una robusta inferriata.
È una notizia clamorosa e
occupa gli spazi della comunicazione in televisione, internet, sui
giornali e per le strade . Il Pastore di anime che si dice non adeguato ai tempi per
via dell'età e degli acciacchi dovuti alla vecchiaia e quindi si mette in pensione. Eppure
Ratzinger è un fine teologo e sa bene che per predicare e far
mettere in pratica il vangelo non c'è bisogno di un fisico bestiale.
Qualcosa non torna! La
storia non convince.
E se, invece, fosse
l'amara, estrema, decisione di Papa Benedetto XVI? Una decisione che
lo induce ad andare via?
Va via lui perché
sconfitto da un apparato ritenuto troppo incrostato di potere
autoreferenziale per poter essere riformato?, una Curia avvolta nei
misteri sulla quale pesano fatti conosciuti, scandali, pedofilia e
fughe di notizie diramate dalle correnti di pensiero e dai tradimenti
interni, si ha la sensazione che Benedetto XVI abbia cercato di
emancipare il papato e la Chiesa cattolica da una sorta di vecchiume
ideologico fondato sul potere e invece è rimasto vittima.
È difficile non percepire
la sua scelta come l'esito di una lunga riflessione condizionata
anche dalla stanchezza. Definirlo un gesto istintivo o accettarne la
motivazione “per raggiunti limiti di età” significherebbe fare
torto a una figura destinata e entrare nella storia più per le sue
dimissioni che per come ha tentato di riformare il cattolicesimo,
purtroppo, senza riuscirci.