Liberalizzare!, o privatizzare? L’Acqua...
E mentre si discute sulla terminologia adottata, si consuma l’ennesimo atto di cattiva gestione della cosa pubblica!
Non sono serviti a nulla gli sbagli del passato quando i governi di destra, centro e sinistra hanno varato le leggi sulla privatizzazione delle aziende statali e parastatali come Enel, Sip ora Telecom, Gas, Eni…
Si era detto, per tranquillizzare i “soliti catastrofisti” che dal libero mercato avrebbe trovato giovamento l’utente finale perché le aziende avrebbero adottato prezzi concorrenziali ma, come si sa, la realtà è diversa dalle intenzioni. Di fatto le tariffe sono in continuo movimento, sembrano poste su un tapis roulant che nessuno ha interesse a fermare.
Va bèh, si può obiettare che quei governi erano composti da burocrati, persone cresciute senza una cultura reale dei mercati, e ci può anche stare come scusa ma ora, alla guida del governo, c’è un Imprenditore di lunga esperienza, un uomo che si è fatto dal nulla e conosce tutti i meccanismi economici. Berlusconi sa bene che chi imprende, investe soldi e impegna il suo prezioso tempo deve per forza ricavare un congruo guadagno e poco importa se il prodotto gestito è di prima necessità: acqua, petrolio, gas, non fa differenza! E non fa nessuna differenza se l’elemento libero per antonomasia esistente in natura ha generato la vita e continua a preservarla! Per l’imprenditore è solo un mezzo per fare soldi. D’altronde si è visto anche nella gestione delle ferrovie che, da servizio alla società, quando era in mano allo Stato, una volta trasformato in azienda privata, l'ex servizio sociale della mobilità taglia le corse improduttive e nessuno degli amministratori si pone il benché minimo scrupolo se isola una parte del territorio nazionale col consequenziale, ineluttabile impoverimento dei residenti come avvenuto in Calabria e in altre parti d’Italia.
Ora è chiaro, se i comuni lasciano gestire le risorse naturali che il buon Dio ha elargito a società private, la storia insegna: tariffe maggiorate e servizi inaffidabili, come già sperimentato in Francia che dopo vent’anni di monopolio privato e lobbistico i comuni si sono ripresi la gestione degli acquedotti.
A questo punto, l’appello è rivolto al Cavaliere Silvio Berlusconi!
Se ama davvero il popolo e vuole rendergli un servizio reale non deve liberalizzare l’acqua ma studiare un piano strategico per migliorare le strutture esistenti e lasciare che sia ancora lo Stato, i comuni a gestire il bene sociale!