Ambiente: Salutismo o lassismo?
Fa notizia il fenomeno del cambiamento climatico? Interessa a qualcuno davvero? Fa paura? riesce a terrorizzare dopo il primo allarmante disastro?
Sembrerebbe di no! Fin quando sono i
soliti megafoni a diffondere la notizia e a fare la conta sulle
conseguenze dei disastri causati dalle perturbazioni climatiche pare
che sia i fatti che la conta dei danni siano minimi.
Eppure è da un bel po' d'anni che si
parla dell'inquinamento ambientale.
Mari invasi dalle plastiche. Terreni
che custodiscono agghiaccianti segreti radioattivi (anche i mari sono
diventati la tomba di navi affondate con carichi tossici): costa di
meno smaltire così i rifiuti e fanno guadagnare di più.
E pensare che i salutisti pensano che
un buon piatto di verdura coltivata in pieno campo sia meglio della
carne allevata intensivamente con antibiotici e tutto quello che
consegue.
Stessa cosa per i pesci freschi. Chissà
quanta porcheria ingeriamo inconsapevolmente.
Gli allevamenti sono sotto assedio. Le
scorie tossiche tombate rilasciano pergolato e altri elementi di
sicuro poco salutari e contaminano la terra in cui si piantano
lattughe, cavoli, grano e quant'altro serve in tavola. Ovviamente la
stessa cosa vale per la frutta, il latte, le uova e ogni derivato.
Senza pensare alla trasformazione
industriale degli alimenti.
Allarmismo? No! Realtà da
riconsiderare. Atteggiamenti da rivedere con un minimo di etica e
rispetto per la natura.
Ben vengano i ragazzi che contestano
l'inquinamento e i movimenti che li appoggiano. Ma, purtroppo,
ricordiamo che non sono loro al potere. E chi decide sembra essere
distratto dopo lo scoop iniziale del polverone sollevato dalla
ragazzina svedese Greta o da quella cinese.
Servirebbe, serve una presa di
posizione razionale e totalizzante dappertutto. Rivedere i metodi
consumistici e le modalità degli approvvigionamenti che la grande distribuzione impone, invertirne la rotta così da
garantire la sopravvivenza del pianeta e dei suoi abitanti anche laddove c'è esclusione.