Francesco Polizzi, Emanuela Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso . |
“La vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della
giustizia”.
Toghe Rosso Sangue nasce dalla voglia di ricordare, “fare memoria” e fare
teatro su una parte della storia italiana che spesso viene messa da parte per
verità scomode sulla storia della mafia italiana. La scena ricalca gli ultimi
25 anni di storia,dal 1969 al 1994.
Storia che vede protagonisti 27 magistrati tutti colpevoli di servire lo
stato, vittime volutamente cancellate dalla memoria collettiva.
Per molti magistrati, l’esercizio delle loro funzioni ha significato lo
scippo sia del loro impegno quanto la loro cancellazione dal processo di
“rivoluzione” della Repubblica Italiana.
Così, la morte della giustizia e la giustizia nella morte tracciano una
linea rossa, rosso sangue, che crea un blocco nella storia dell’Italia.
Dagli errori giudiziari verso il singolo cittadino ai processi sommari dei
Nuclei Armati Rivoluzionari, dal Padrino di Coppola e Brando alla Magliana di
Placido e Scamarcio, dalle micce corte di Prima Linea a Via D’Amelio,dalla
terra di Calabria alle vendette delle ‘ndrine, dalle stragi di Stato allo stato
di scomparso di Adinolfi.
Da qui il progetto Toghe Rosso Sangue: la storia che si fa teatro.
Quattro voci che senza alcuna valutazione politica nonché senza condanne,
fermamente inviano un omaggio a uomini morti nell’espletamento del proprio
dovere.
Uno spettacolo di Francesco Marino
scritto da Giacomo Carbone
ispirato da Paride Leporace
con Francesco Polizzi, Emanuela
Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso
con il patrocinio dell’ANM –
Associazione Nazionale Magistrati.
Senza ombra di dubbio è stato uno spettacolo che ho avuto
il piacere e la passione di guardare.
Attori di spiccato prestigio e talento di cui mi sono
totalmente assuefatta nell’interpretazione autentica.
Forse, noi giovani siamo troppo poco coinvolti nel teatro
oggi, ma stimo fortemente che recandosi si possa comprenderne a pieno il valore, accrescendo la
voglia nel prenderne parte.
Un testo teatrale che, per le tematiche trattate e per il
mio innegabile interesse, mi ha appassionato molto e, aggiungerei ancor più
avvalorato dalla presenza e coinvolgente azione degli attori.
E’ stato in tutto e per tutto uno Spettacolo che mi
sarebbe dispiaciuto farmi raccontare.
Credo altresì che i quattro attori in scena non avrebbero
potuto rapire l’attenzione meglio di come abbiano fatto.
Il mio ringraziamento particolare va ai “fantastici
quattro” attori e a chi ha voluto portare qui cotanta bellezza.