Trovarsi nei luoghi dell'infanzia è
sempre e per chiunque, credo, un turbinio di ricordi legati ai posti
e alle persone che lì sono vissute. Le relazioni personali, spesso
sono saldate e rese forti da semplici avvenimenti: un litigio da
ragazzini per la squadra del cuore o per qualche bella ragazza
compagna di scuola, un giro con la bicicletta presa in affitto per
qualche ora dal calzolaio di “Madonna dei Coeli”, la colletta di
poche lire e poi tutti dal tabaccaio per comprare le sigarette sfuse,
gli immancabili tassativi giochi che anticipavano il Natale già da
ottobre. La sigaretta fumata di nascosto e le mentine di liquirizia
nello scatolino di latta rotondo per rinfrescare la bocca prima di
entrare in casa.
Ecco, trovarsi in centro e al nord
della città i ricordi riemergono con una certa facilità perché
sono i luoghi della mia infanzia e giovinezza.
Oggi piove. Per entrare dal cancello
devo chiudere l'ombrello prima di fare i pochi gradini che mi
separano dal portone. Il pulsante del citofono è instabile. Lo premo
con attenzione. Una finestra scorre lateralmente. E lui. Pino. Mi
saluta allegro come sempre.
Salgo le scale della palazzina fino al
primo piano. Niente è cambiato!
Pino Pingitore |
Pino Pingitore è impegnato al
computer: sta organizzando le immagini per il suo sito web. Come al
solito parliamo di arte. I tuffi nel nostro comune passato sono
frequenti.
Le partite a stoppa da cinquelire, le
risate e le immancabili incursioni della signora Ortensia che
chiedeva se servisse qualcosa con quel suo accento singolare, tipico
di Spezzano della Sila, e la reazione scherzosa di Pino che la imitava
simpaticamente creando un'atmosfera di ilare serenità.
Erano gli anni della scuola media.
Delle sigarette sfuse che ci facevano sentire maggiorenni e della
conta delle lire per investirle tutte nell'acquisto delle bionde,
cosicché nella bustina di carta biancastra coabitavano le
“nazionali, le esportazioni senza filtro, le alfa”.
Adesso Pino fuma il sigaro, anzi no lo
tiene in mano per non fumare e io non fumo più da tantissimi anni.
Ma entrambi coltiviamo lo stesso interesse per la cultura, l'arte e la
creatività.
Ci spostiamo nell'altra stanza, adibita
a studio pittorico: sul cavalletto una tela enorme è per metà
dipinta e sotto s'intravede la quadrettatura del reticolo come si
usava nella costruzione dei dipinti figurativi classici.
Perché il reticolo? Gli chiedo.
Perché li progetto al computer. Queste
sono foto digitalizzate che, dopo trattate, trasferisco sulla tela e
li dipingo come si faceva una volta col reticolo. Quindi, per mantenere le coordinate e la fluidità mi
avvalgo della quadrettatura.
Pino è un bravo pittore. Ha iniziato a
dipingere dalle scuole medie. Ha vagliato molti aspetti della pittura
e del disegno. Si è documentato e innamorato delle avanguardie. Fa
ricerca.
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