manovra economica iniqua: roba da medio evo

L’ultima manovra finanziaria uscita da palazzo Grazioli è la summa delle voci finora sentite e smentite nei vari notiziari. Niente di nuovo quindi. Anche i mercati e la borsa, oltre a lavoratori, sindacati e opposizioni, sembrano non dare molta fiducia ai provvedimenti che dovrebbero pareggiare il debito nazionale come richiesto dall’Europa. E in ciò gioca un ruolo importante l’aumento dell’iva dell’1%, l’innalzamento a 65 anni di età per il raggiungimento pensionistico delle donne e il ritorno del contributo di solidarietà, però innalzato a 300mila euro di reddito annuo.
Nei fatti, il governo pare voglia mettere la fiducia su una manovra che non mette in moto professionalità e professioni, lavoro dipendente, artigianato, scuola, cultura ecc. ma che attua solo tagli e rinnova balzelli che faranno lievitare la spesa delle famiglie.

L'aumento dell'aliquota al 21% farà aumentare i costi di giocattoli, televisori, auto e moto, abbigliamento e calzature, la fattura (per chi la fa) del parrucchiere e di quei lavoratori autonomi che intervengono per riparare i quotidiani danni casalinghi; aumenteranno caffè, vino e cioccolato con molte voci che riguardano la spesa per la casa; anche i detersivi e persino gli stabilimenti balneari e i pacchetti vacanza. L’incremento dell’iva porta l'Italia in testa alla classifica dei regimi delle aliquote ordinarie praticate dai maggiori Paesi europei: la Germania è al 19,6%, la Francia al 19,6%, la Spagna al 18% e la Gran Bretagna al 20%.
di contro, il governo spera in questo modo di incassare 4 miliardi.
mentre l'equiparazione dell'età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne a 65 anni porterà a regime risparmi per quasi 4 miliardi di euro l'anno.
Dal 2014, anno che andrà a regime la misura dovrebbe apportare un risparmio valutato in 3,9 miliardi e 334 mila donne in più al lavoro rispetto alla normativa attuale. La manovra prevedeva un incremento di un mese per accedere alla pensione nel 2016 per poi crescere negli anni successivi: con l'anticipo alla misura deciso oggi l'aumento dell'età necessaria per la pensione di vecchiaia partirà nel 2014 con la stessa velocità. 

Restano in vigore i tagli agli enti pubblici, a cominciare dalle province (con legge costituzionale), il dimezzamento dei parlamentari e l'articolo 8 sui licenziamenti.

il contributo di solidarietà per i deputati che oltre all'indennità percepiscono anche un reddito da lavoro dovrebbe essere il doppio di quello dei loro colleghi che svolgono solo il ruolo di parlamentari.

Il contributo di solidarietà del 3% sui redditi oltre i 300mila euro l'anno, che dovrebbe riguardare 34mila persone, computa il reddito complessivo fondiario (esclusi i redditi da prima casa), da lavoro dipendente, d’impresa, autonomo, da capitale.

Insomma, solo tagli e nessun incentivo al lavoro e all’occupazione per buona pace del Ministro al lavoro che s’impunta nel mantenere fermo l’articolo 8 per dare mano libera ai predatori del mercato globale così da poter terrorizzare i dipendenti e gestire la produttività secondo criteri di archeologia del lavoro superata dagli accordi sociali che hanno portato l’emancipazione della schiavitù nei luoghi di lavoro e dato dignità al lavoro stesso.

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