È vero, non siamo più negli anni '70!
quelli sono morti e sepolti insieme ai sogni e alle ideologie che
hanno mosso le intenzioni giovanili, ma che hanno contribuito alla
crescita economica e sociale del paese. In quegli anni cresceva
l'industria, la produzione, il lavoro e con esso la coscienza
sociale, si coniavano slogan sentiti, come “lavorare meno per
lavorare tutti”. C'era fermento culturale e politico. C'era un
voler esserci, collaborare nel sociale per il benessere civile; c'era
la volontà di cambiare in meglio e si guardava oltre i confini
geografici per prendere il meglio della politica estera e portare,
laddove era necessario a causa dei governi totalitari, solidarietà.
C'era la lotta di classe coi suoi errori, deviante per alcune menti,
che ha portato lutti e drammi inutili nelle famiglie e nella società.
C'era una classe politica tutto sommato più attenta, che nonostante
le ruberie per i partiti o le persone aiutava il paese a crescere.
Erano gli anni dello statuto dei lavoratori, delle cinquecento, della
Fiat, dei metalmeccanici e dei tessili, degli intellettuali impegnati
nel sociale. Erano anni in fermento!
Purtroppo, oggi, nel 2011, è rimasto
ben poco del bagaglio storico e culturale di quegli anni. La morale o
l'etica della politica contemporanea forma caste sociali diseducate e
diseducanti, emargina i deboli ai quali si chiede il voto, a loro è
consentito solo fare parte del numero elettorale, formare il popolo
che, a seconda degli schieramenti, diventa delle libertà o
antagonista a esse.
Oggi si è avvezzi alla litigiosità
tattica utile per depistare le menti e per tutelare interessi privati
davanti ai quali si rimane inermi e sbigottiti perchè blindati dai
privilegi delle caste e asserviti al sottobosco politico che gestisce
il nostro bel paese.
Ecco, caro Giorgio, cosa viene fuori
dagli atteggiamenti della politica e degli affari palesati dai fatti,
divulgati dai mass media e dall'enorme deficit di bilancio nazionale
al cui risanamento sono chiamati ad intervenire sempre i soliti noti.
Eppure i mari italiani sono congestionati da natanti di lusso che
guarda caso sono intestati a società di comodo ma utilizzati sempre
dagli stessi utenti. Anche l'industria automobilistica di prestigio
pare che abbia commesse da gente che per il fisco è quasi sulla
soglia dell'indigenza. Ma queste non sono notizie nuove.
Nessun commento:
Posta un commento
LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.