lunedì 17 maggio 2010

navigando nel web

Strane cose accadono sui social network
Le persone stringono amicizia con negozi, strutture alberghiere, formano fan club di personaggi pubblici noti e meno noti; gruppi del cazzeggio e gruppi seri, culturali; cugini, fratelli genitori e figli di colpo sono stretti nella morsa affettuosa dell’amicizia come se si vedessero per la prima volta. E poi ci sono le strette amicali di massa: hai stretto amicizia con Tonino Fiocchettino e altri 54 persone.
Alcuni, contaminati dalle scorie invisibili che svolazzano nelle polveri sottili della rete, infettati dalle statistiche, fanno incetta di contatti in maniera maniacale. Chiedono l’amicizia anche alle mosche che si poggiano per sbaglio sul PC. L’assioma è: io esisto e valgo solo se raggiungo i 1000 5000 contatti. A questo punto l’ego è gratificato e la personalità del navigatore assume colore e splendore, fa la ruota si pavoneggia e gongola salvo poi cadere nello sconforto appena qualcuno supera di gran lunga il monte premi di vite acquisite.
Gli amici non servono a sollevare il Q.I., il morale e per confrontarsi ma a espandere la propria personalità, avere un peso sociale tanto più grande quanto più numerosi sono gli amici in rete.

Alcuni, secondo notizie diramate anche dai giornali, vendono pacchetti di contatti ad aziende o personaggi pubblici, rubano identità a ignari navigatori, tesserano chiunque per formare la claque.

Dal punto di vista sociologico, il fenomeno è facilmente spiegabile:
Internet è “il giocattolo” che accomuna le solitudini. Fa sentire meno soli gli introversi e importanti gli estroversi. Insomma, il web determina il peso specifico di politici show man cantanti cabarettisti giornalisti e uomini comuni che finalmente hanno la possibilità di esprimersi liberamente…

courtesy, m.iannino, polimaterico 2005, resti d'affiches

contro la guerra, per la vita!

La vita non è un film. Eppure la gente si comporta come se lo fosse. Crede che alla fine possa uscire dal set e tornare alla vita normale ma non è così! Gli errori si pagano. E la guerra è uno degli assurdi errori in cui la stupidità umana ricade spesso. Si ricorre alla guerra per imporre volontà differenti a uomini diversi. Salvo poi, scoprire grazie al lavoro delle persone oneste, che i conflitti sono maturati a causa di episodi e interessi non tanto nobili. Nel gioco al massacro sono morti e continuano a perdere la vita ragazzi, donne e bambini innocenti.

Questo devono rimproverarsi i signori della guerra e non inneggiare agli alti valori di pace e giustizia per ingraziarsi il consenso della popolazione. Giustizia è lasciar vivere i popoli in armonia ai rispettivi valori etici e pace è armarsi di dialogo costruttivo per difendere fermamente, da uomini, le proprie famiglie, il territorio, lo Stato!

Dispiace tantissimo apprendere della morte di ragazzi in “missione”. Ma missione di ché se da diversi anni si trovano a fronteggiare armi in pugno i nativi afghani senza riuscire a trovare la via per la pace? Ma possibile che non si riesca a capire che ogni popolo ha la sua evoluzione? E che i dissidi interni devono essere superati secondo parametri consoni alla propria cultura?

Ecco, il ruolo delle “civiltà più evolute”, e visto che noi ci riteniamo tali, il nostro ruolo sarebbe quello di arbitro. Un arbitro attento che sappia fermare il gioco quando veramente si rischia il collasso democratico e non che dà l’avvio a interminabili, sanguinose, guerre preventive.

sabato 15 maggio 2010

comunicazione visiva e arte

L’arte comunica sempre, a volte anche silenziosamente. Quando si è davanti alla tela bianca allora si incomincia ad ascoltarsi, e qualcosa si esprime sempre; in un colore, una forma, una sfumatura…ogni cosa si appropria di un valore simbolico, ha un suo significato e prende forma quasi inconsapevolmente…e in fieri si trasforma, si impossessa di sempre maggiori dettagli oppure li perde, li fa solo intravedere o si accentua di particolari. Non è mai definito, fino alla fine tutto può succedere e tutto può cambiare quando ci si esprime liberamente, ma non ha importanza, è sempre una catarsi seppure leggera e in punta di piedi che si lascia al gioco delle interpretazioni e soprattutto lascia qualcosa in chi ha saputo donarsi sulla tela.
La libera e pura espressione pittorica, anche dei profani e non artisti, interviene in modo sottile in una dinamica relazionale, con gli altri e con se stessi, quanto più è libera tanto più esprime, non per questo vuol dire che sia sincera, ma spontanea. Tutto quello che viene fuori ci mette in discussione sia in riferimento all’idea intima espressa che all’intento che si vuole suscitare in coloro che si soffermano a guardare, tanto da restare in attesa scrutando nell’altro ogni segno che doni valore alla nostra pur semplice rivelazione artistica.
Lasciarsi coinvolgere in questi sottili processi diviene ancora più semplice e naturale quando una presenza abile e carismatica come quella del maestro Mario Iannino si fa sentire costante e fiduciosa, riuscendo sapientemente a rinvigorire lo spirito creativo e profondo possibile in coloro che si rendono disponibili alla libera espressione.


ALCUNE RIFLESSIONI PEDAGOGICHE
L’espressione artistico-figurativa acquista il suo valore pedagogico nel potere inevitabilmente comunicativo di chi si esprime. E’ un gioco dove tutto è concesso e tutto va bene, non ci sono regole, ogni cosa può essere rivista e reinterpretata liberamente così da diventare il metodo comunicativo più ricco di particolari simbolicamente significativi, un contesto fatto di elementi che altrimenti sarebbero incomunicabili, censurabili. Non serve essere abili o artisti, basta semplicemente essere! E i bambini sanno essere in modo esplosivo e stupendamente ricco. Un’emozione, un evento, una situazione, un desiderio, tutto viene espresso nell’arte figurativa dai bambini, anche quello che diversamente rimarrebbe inconscio o censurato. I colori si uniscono alla loro fantasia e nel gioco rappresentano la loro semplicità e la loro ricchezza.

Luisa Mellace

sulla natura e sugli arbitrii



La natura è forte. Caparbia. Laddove l’uomo ha cementificato e reso vivibile in maniera arbitraria o secondo criteri ineccepibili ed ha costruito opere degne dei luoghi e bonificato, i rigogli naturali degli eventi primaverili hanno, comunque, invaso strade e marciapiedi.
La natura ha colorato di giallo rosso bianco verde e oro valli e dossi, persino i muri sono rivestiti di teneri germogli primaverili.
Fili d’erba bucano l’asfalto. Aghi sottili di tenero verde si fanno beffe della volontà dell’uomo; svettano sopra un mare di terra nera maleodorante. Ai bordi, tra gli interstizi dei marciapiedi, lunghe tavolozze offrono visioni campestri affascinanti: rosso papavero, giallo margherita, viola calendula e, nel tripudio dei fiori, qualche metro più in là nuovi enormi petali rotanti su alti giganteschi steli di cemento sovrastano l’aria e oscurano l’orizzonte. Lunghi petali bianchi agitano l’aria. Pale, pale eoliche per produrre energia. Energia pulita per un’umanità mai sazia. Una comunità governata da piccoli famelici predatori che non si fanno scrupoli; privatizzano a cuor leggero le risorse e anche se son bravi a condire di belle parole le loro azioni, di fatto, il loro intento è lucrare con gli elementi che la provvidenza ha elargito gratuitamente all’umanità intera! E quindi privatizzano con la scusa di ottimizzare i servizi aria territorio e acqua.

Gli imponenti “fiori del vento” non si moltiplicano per impollinazione e non accarezzano l’erba; non si piegano al vento non danzano al soffio leggero della brezza non muoiono al freddo ma si cibano delle correnti ascendentali, mettono in moto i rotori, immagazzinano energia e… impinguano finanze private.
Tutto ciò, ovviamente con l’aiuto economico dei fondi comunitari.
Ecco! Questo piccolo innocuo esempio di mal costume è uno dei tanti, oggi sulle pagine dei giornali, che dimostra com’è stato possibile rovinare la società; un malcostume strutturale nel dna di certuni ha impoverito i cittadini sprovveduti che avevano dato fiducia a uomini inetti non per incapacità professionale o intellettiva, tutt’altro! La sapienza, questi “dirigenti esperti” l’hanno indirizzata ad accrescere le loro personali ricchezze.
Ora siamo al capolinea e chiedono, sempre i famelici “dirigenti”, austerità e sacrifici.
Giusto! Dobbiamo fare sacrifici per uscire dalla crisi ma sarebbe davvero gradito un cenno di umiltà e altruismo: inizino loro, quelli che hanno saccheggiato lo Stato o hanno gestito male la finanza pubblica, a dare l’esempio!
Un esempio evidente di correttezza etica e di rispetto per i ruoli, come preteso dagli amministrati.

Per la poesia e le belle parole c’è sempre tempo! Ora è il tempo dei fatti concreti, perciò si chiede uno scatto d’orgoglio, un cambiamento d’aria, una pulizia generale, un allontanamento di affaristi e arraffoni dagli affari dello Stato. Evitiamo un altro patetico caso spa con ipotetici esperti maghi come quello appena sventato grazie a Dio e ai giornalisti che hanno reso tempestive notizie.

Basta poco per stare tutti bene: basta saper meditare e accettare con tranquillità i doni della natura, non rincorrere ricchezze effimere o luoghi paradisiachi, frutto di artificiosi quanto inutili masturbazioni mentali. ... ti sembra niente il sole la vita l'amore... meraviglioso...

giovedì 13 maggio 2010

forme di vita: l'Anemone


Anemone, da “anemos” “vento, secondo la terminologia greca” per questo sono chiamati anche “fiori del vento”.

L’anenome, è un fiore fragile, delicato, di breve durata, a forma di margherita o di papavero e sboccia dalla primavera all’autunno con foglie di un colore verde chiaro e dalla forma simile al prezzemolo mentre i petali sono caratterizzati da colori vivaci e vanno dal rosso, al rosa, blu, bianco e viola.

Poi, esistono gli anemoni di mare, che non sono fiori ma invertebrati dalle sembianze fantasmagoriche simili a fiori o cespugli dai tentacoli variopinti. S’insedia tra le rocce dei fondali marini o sulle “case” dei molluschi. I molluschi, cosi mimetizzati possono passeggiare tra i fondali e cibarsi senza essere predati o spostarsi da soli mediante strisciamento pedalico,  come le lumache, tanto per intenderci.

Gli anemoni, quindi, vivono e si muovono anche grazie al tacito sodalizio coi molluschi e si dotano di una motilità parassita che, simili a piantine inanimate, insignificanti e inoffensivi nella loro spettacolare bellezza attraggono senza molta fatica ignari, gustosi, nutrienti pesciolini … che all’uopo diventano cibo!

lunedì 10 maggio 2010

terrore e violenza nelle piazze

Il caso Totti Balotelli ha incendiato i cuori degli italiani che, dal primo all’ultimo, indistintamente si sono schierati a favore di Balotelli e condannato l’azione violenta di Totti.
La reazione rabbiosa del giocatore romanista sull’avversario ha indotto persino il Presidente Napolitano a censurare con parole di sdegno l’azione violenta, chiamata anche “fallo tattico” da certi “tecnici”, che è servita per fermare il fuoriclasse dell’inter.
Un dato è certo: la violenza dilaga! Dalle parole ai fatti, gli stadi si trasformano in arene dentro e fuori gli spalti. Anche ignari passanti sono incappati nei pestaggi di tifosi e forze dell’ordine…
Forza dell’ordine? Qualcosa non quadra se i militari preposti alla tutela dei cittadini sbagliano bersaglio e picchiano persone ignare, usano violenza su lavoratori della rai che con le mani alzate tentano di spiegare che sono lì per lavoro per documentare i fatti. Ancora più disdicevole è l’azione violenta su un ragazzo disabile che dopo essere stato malmenato, è condotto in cella e lasciato lì col corpo tumefatto e la mente in subbuglio.
No! Non è possibile! Vorrei non aver visto queste sequenze, anzi avrei voluto che non fossero avvenute ma sono documentate da testimoni oculari e divulgate sul web. Sono sequenze assurde che filmano l’arrivo di uomini protetti da caschi che accerchiano e picchiano violentemente due ragazzi e a nulla valgono le grida dei giovani e delle persone che osservano la scena dai balconi. Gli uomini neri picchiano sodo, forse il casco impedisce loro di sentire ma non è un buon motivo per continuare a picchiare col manganello due ragazzi inermi e colpirli con calci e pugni.
No! Non è questa la scena che avrei voluto vedere.
Piuttosto avrei voluto vedere i militari proteggere passanti lavoratori e ragazzi che non c’entravano nulla con i disordini.
E cosa ancor più traumatica, che fa perdere completamente la fiducia nei confronti di chi attua una gestione maccheronica di eventi sociali, sono gli inseguimenti dei militari alle persone terrorizzate che cercano riparo dietro le macchine.
Purtroppo, come spesso accade, la caccia all’uomo non si ferma davanti a niente e nessuno, neanche davanti a un uomo con le mani alzate, un uomo inerme estraneo ai fatti con l'unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato! e questo non è degno di un paese civile!

euroscudo solidale per la Grecia

Solidarietà alla Grecia

Il caso Grecia ha scoperchiato il malcostume e la scarsa propensione alla gestione sana della finanza pubblica. Bilanci gonfiati e fondi pubblici spesi male per la nazione ma benissimo per i destinatari privati hanno determinato la bancarotta greca. Le nazioni dell’euro, per evitare mali maggiori, hanno deciso di intervenire con prestiti che senz’altro si trasformeranno in donazioni data l’impossibilità reale della Grecia di onorare il debito e restituirli. L’Italia è tra le nazioni aderenti e, dopo molti sbagli, finalmente mostra la parte migliore del popolo italiano. Poco importa se la Grecia rimborserà la somma ricevuta, ciò che conta è la lungimiranza politica di quanti, nel parlamento europeo, hanno evitato l’assalto degli speculatori che stavano per avventarsi come avvoltoi sulla carcassa in decomposizione. Al di là delle posizioni politiche e delle letture economiche che altri faranno, questo è un atto di solidarietà nei confronti di una nazione in difficoltà. Analisi e correttivi saranno valutati in seguito dalle persone preposte dai governi aderenti alla zona dall’euro, da esperti, studiosi economisti, sociologi e politologi.

Di fatto, un pacchetto da 500 miliardi di euro fra prestiti e garanzie di prestiti, più la possibilità di aggiungerne altri 250 da parte dell’Fmi, più gli acquisti sul mercato secondario dei titoli di Stato dei paesi "fragili" dell’eurozona da parte della Banca centrale europea, e ancora gli impegni di questi stessi paesi (per ora Spagna e Portogallo) a fare sforzi aggiuntivi per consolidare i propri bilanci più in fretta e con più rigore: sono, in estrema sintesi, le decisioni che il Consiglio dei ministri finanziari dell’Ue ha preso in una riunione cominciata alle tre di ieri pomeriggio e conclusa alle 3 e un quarto di questa mattina.

L’Ecofin ha approvato la creazione di due diversi dispositivi per rispondere all’attacco dei mercati all’eurozona. Il primo è il meccanismo comunitario di stabilizzazione (prestiti da 60 miliardi di euro), gestito direttamente dalla Commissione europea e garantito dal bilancio Ue, che sarà creato sulla falsariga del dispositivo di sostegno alla bilancia dei pagamenti dei paesi non membri dell’eurozona e il secondo è racchiuso nel regolamento approvato da ministri Ue basato sull’art.122 del Trattato che prevede la possibilità di «concedere un’assistenza finanziaria dell’Unione» a uno Stato membro «che si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato di gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo».

Questi provvedimenti basteranno a stabilizzare l’eurozona e a convincere i mercati a desistere dall’attaccare i paesi i finanziariamente più deboli che oggi sono i paesi iberici dopo la Grecia, domani l’Irlanda e poi forse persino l’Italia? o serve associare anche qualcosa di non "scritto dai parlamenti in tempi di crisi", qualcosa che alimenta le coscienze evolute dalla notte dei tempi e guida il pensiero etico solidale su alte vette?

domenica 9 maggio 2010

cittadinanza attiva per superare la recessione mondiale

Quando l’arroganza assume atteggiamenti coercitivi e terrorizza la società, automaticamente, si passa da uno stato di diritto a uno stato di dittatura del terrore, e poco importa se le condizioni sono determinate da atti fisici come attentati dinamitardi o violenti atteggiamenti censori, di fatto, è la libertà a morire e se muore, la libertà non c’è sviluppo.

Uno dei grandi pensatori del passato (ma questi, i liberi pensatori, fanno paura al potere) diceva che se veramente si vuole raggiungere la democrazia si deve operare affinché vi sia una reale crescita intellettiva nelle masse. Parole sacrosante!

Solo attraverso la conoscenza s’interrompe la demagogia strumentale dei poteri forti. Destra, sinistra, sindacati e tutte le associazioni che dicono di aver lavorato e lavorare per il bene comune hanno fallito! La loro azione è servita a impoverire le masse a far diventare più poveri i poveri e più ricchi i ricchi. E la situazione sociale attuale né è la prova lampante. Questi dirigenti, alti dirigenti della cosa pubblica, sembrano risvegliarsi da un lungo letargo e, come nelle favole, vedono il castello avvolto di rovi, invaso da ratti e zombi.
Bèh, giacché si sono ravveduti, concediamo loro l’onore delle armi. Ora è il momento di un’azione corale, destra sinistra e volontariato sociale devono impegnare le forze verso un unico intento se davvero si vuole far fronte alla più grande recessione umana. Se ciò non avviene e i personaggi pubblici continuano a dare cattivissimi esempi, essere sordi alle esigenze dei cittadini ma attenti a lottizzare e invadere i centri di controllo, a questo punto non c’è da meravigliarsi se la nave affonda e il capitano scappa insieme allo stato maggiore con la scialuppa più sicura verso mete paradisiache…
Per essere sicuri che ciò non accada è necessario che i cittadini siano informati dei fatti così da essere attivamente presenti nelle attività sociali, attivi e determinati nelle decisioni riguardanti leggi e gestioni dello Stato.

venerdì 7 maggio 2010

AAA opinionisti liberi cercasi

La comunicazione corrente porta a semplificare i concetti. Nessuno ha tempo per leggere e la passione per la buona lettura è mortificata dalla irriguardosa merda mediatica sciorinata ovunque, in tv come sui giornali. Con ciò non è mia intenzione bacchettare nessuno e se proprio si deve trovare un capro espiatorio per alleggerire le coscienze, la colpa deve essere attribuita indistintamente a tutti.
Non ci sono falchi e colombe ma è bene ricordare che esistono schieramenti di “guardiani mediatici” al soldo di potenti lobby addestrati ad hoc per cavalcare le fobie del momento così da offuscare verità, depistare e fuorviare le attenzioni collettive dai gravi problemi sociali. Infatti, non si capisce perché le firme note al grande pubblico non si siano espresse in modo chiaro nei confronti dei temi contemporanei che mortificano intere popolazioni. Temi sempre inerenti il corretto funzionamento della gestione sociale, economica e politica delle nazioni, delle aziende, della classe dirigente e dei cittadini comuni. Ricordiamo tutti il dramma dell’Argentina. Il crac della Parmalat, le bolle bancarie. Tutto ciò non è bastato! Oggi i cittadini greci, quelli comuni, quelli che non hanno voce vivono in prima persona un dramma generato dall’ingordigia di quanti avrebbero dovuto gestire le ricchezze dello Stato per migliorare il tenore di vita sociale e che invece hanno provocato la bancarotta nazionale. Ebbene dove sono questi signori! Perché le restrizioni non iniziano da loro, dai protagonisti del disfacimento? Si potrebbe pensare di requisire i beni ai colpevoli. Tanto per dare un segnale di correttezza e un monito chiaro piuttosto che parlare di immunità parlamentare che nei fatti si trasforma in impunità.
Ecco, manca una voce cristallina. Una penna onesta. Manca l’etica intellettuale, pacata, tagliente, chiarificatrice di Enzo Biagi, quella dell’irruente Indro Montanelli; ma se ce ne sono, di voci libere che non scadono nella spettacolare teatralità e nel gossip, non ne abbiano a male: è il segno dei tempi: chi non si assoggetta è oscurato dai mezzi di comunicazione di massa gestiti dalle famiglie editoriali importanti, proprio come è accaduto per Enzo Biagi

mercoledì 5 maggio 2010

lettera di un genitore

Ho ancora davanti a me l’immagine nitida del bambino che a passi incerti corre dietro alla palla.
l’ingombro dei pannolini e la giovanissima esistenza impediscono al pulcino d’uomo di essere spedito nel gioco.
Le corre dietro. Prende la mira.
Svirgola, ride; afferra la palla con le manine e la lancia verso la sommità della discesina antistante il portone della casa di nonna, aspetta che scenda e le corre dietro. La palla è animata dallo stesso entusiasmo che muove il piccolo uomo e come lui imbocca percorsi incerti; un sassolino, un soffio di vento e l’imprevisto sembra prendersi gioco di lui.
La palla è ferma davanti il portone. Il bimbo l’afferra con le manine e la lancia per aria; corre, lancia urla di gioia e quando riesce a mettere a segno un calcio s’illumina in viso.

Ricordi?
Io ero lì a ridere e incitarti. Ero lì
pronto ad afferrarti
quando il ridere ti faceva perdere le forze…
quando inciampavi
ero lì … pronto a sollecitarti

la vita è un soffio leggero
un respiro d’amore che prende consistenza nell’unione esponenziale di più esperienze.

Ti ho sorretto nel bisogno. Ho lasciato che tu sbagliassi affinché capissi la vita e ne hai fatto tesoro.
Ora sei padre, ora sei tu che devi incitare seguire motivare emancipare una nuova vita.
Sii guardingo ma non apprensivo. Offri il tuo sapere con discrezione e lascia che sia lui a decidere. Lasciagli la libertà di sbagliare, innamorarsi, intestardirsi, ma non fargli mai mancare il tuo sostegno specie quando il suo pensiero o le sue scelte contrastano le tue aspettative perché questo fortifica, e tu ne sei cosciente.
Un bacio, papà

domenica 2 maggio 2010

e se dopo la Grecia toccasse all'Italia?

Di sicuro non sarò io a cambiare il mondo: non ho né la forza fisica e nemmeno il carisma del capopopolo per trascinare le folle in deliranti “volete voi…” ma una cosa voglio dirla visto che ho l’opportunità di farlo attraverso le pagine di questo blog: credo fermamente nell’intelligenza umana, nell’opportunismo degli uomini e nel servilismo genuflesso dei succubi. Bèh dove sta la novità? Si chiederà qualcuno. Nessuna novità! Ho voluto ricordare la determinazione intellettuale dei pochi che nonostante le avversità costruite dalle lobby di potere economico e politico e le debolezze umane impegnano le proprie risorse per migliorare la società. La stessa determinazione che caratterizza i santi, i pazzi o gli eroi e oggi ne servirebbero molti. Non necessariamente eroi ma persone comuni dotate di onestà intellettuale e carisma da eleggere nei luoghi istituzionali per fronteggiare la ciurmaglia demagogica che determina i destini di intere nazioni e si crea personalissimi scudi per arginare le avversità.

D'altronde è risaputo che la recessione, vissuta dalla stragrande maggioranza, non tocca i potenti uomini d’affari che posseggono yacht da milioni di euro e redditi stratosferici. Gente che brucia 20 30mila euro per un giretto fino in Sardegna con la “barchetta”… ma non la voglio farla lunga né tantomeno fare i conti in tasca a chi ha soldi e potere, Però chiedo: non sarebbe opportuno che questi signori si mettessero davvero una mano sulla coscienza e attuassero un regime di austerità solidale? quante famiglie potrebbero campare con l’equivalente somma di un pieno? Nella maggior parte delle famiglie italiane 20 30mila euro equivalgono al reddito annuo!

Ma c’è chi sta peggio dell’Italia…
La Grecia sta pagando l’allegra gestione dei governi precedenti e quello attuale è costretto a tagliare le spese. e, secondo le notizie, i tagli non partono dai parlamentari, dagli affaristi, dalle banche cioè da quei soggetti che l'hanno portata alla bancarotta; no! partono dai dipendenti pubblici che si vedono decurtato lo stipendio, la tredicesima, aumentate le aliquote. Insomma nulla di nuovo sotto il cielo della politica cerchiobottista.

Altra anomalia, anzi fantasiosa finanza creativa, che per tutelare il copyright e gli autori non trova nulla di meglio che aumentare i prezzi degli hard disk fissi e mobili giacché in rete si scarica gratis musica e film. Non c’è che dire! Belle bellissime trovate, complimenti allo scienziato o scienziati…

Ma i parlamentari nostrani, imprenditori, banchieri e affaristi in genere come si comporterebbero se messi di fronte a una pesante recessione? oppure costretti a essere cittadini modello? Io un’idea ce l’ho… *“a nu parmu do culu meu duva cogghia cogghia!”

*vecchio adagio calabrese che tradotto grosso modo recita così: basta che non tocchi me… a chi piglia piglia.

Ps. Pare che questo antico detto abbia contaminato un po’ tutti, leghisti pagnottisti e gente dello spettacolo come la simpatica Lucianina Littizzetto che nella trasmissione “chetempochefa” andata in onda dopo la pubblicazione del presente post ha sciorinato un bel po’ (questa volta) di cazzate in merito agli aiuti che l’Italia dovrebbe dare alla Grecia, con buona pace dei concetti europei e della solidarietà umana che dovrebbero annullare le meschinità campanilistiche tanto care alla lega e non solo.
Senza parlare dell’amarezza causata dalla trasmissione successiva: “Report” che ha fatto il punto, questa sì, drammaticamente reale, sulla sanità pirata e arraffona della laboriosa e civilissima Lombardia col suo sistema da esportazione data l’efficienza con cui gonfiano i conti in banca di cliniche private e medici a contratto. Bell’efficienza impiantare valvole cardiache e effettuare operazioni inutili per guadagnare di più! Unico dato disarmante, idilliaco è che qui regna e gestisce l’affare economico il partito dell’amore…

sabato 1 maggio 2010

3, 4 e 5 maggio, porto rhoca, calabria, quinta assemblea nazionale ANBI

Tre giorni di intenso lavoro ricchi di eventi, per i dirigenti a.n.bi. italiani, secondo quanto prospettato nel programma diramato dall’ufficio comunicazione dell’URBI Catanzaro studiato per la quinta conferenza organizzativa dell’A.N.B.I. nazionale.
“Faremo vedere la vera Calabria!” Ha detto il presidente Urbi, Grazioso Manno, presentando il calendario dei lavori associativi di lunedì 3 maggio, p.v.
Dopo i saluti di Grazioso Manno, Presidente dell’URBI Calabria e del sindaco di Squillace, città dove si svolgeranno i lavori, prof. Guido Rhodio, del Presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, il presidente dell'ANBI Massimo Gargano aprirà i lavori della quinta Conferenza Organizzativa Nazionale dell’Associazione Nazionale Bonifiche ed Irrigazioni alla presenza di 400 partecipanti provenienti da tutte le regioni d’Italia.
In serata, il primo grande evento per far conoscere le potenzialità locali agli ospiti presso il Teatro Politeama dove verrà eseguito il Concerto “Bonifica … tra le note” con il Maestro Nello Salza e l’Orchestra “La Grecìa” della Provincia di Catanzaro.
Subito dopo il Concerto, gli ospiti saranno trasferiti per una Cena di gala in un notissimo agriturismo, a conferma di una efficiente classe imprenditrice agricola della Calabria.
Martedì 4 maggio, altra giornata di lavori per i congressisti: si parlerà di “Piani di Classifica”, “Partecipazione Sistema Elettorale e Relativo Regolamento”, “Risorse idriche” ed “Energia”.
E durante l’intervallo, escursione a Pietragrande per una colazione a buffet tra le rocce, la spiaggia ed il mare.
I lavori riprenderanno alle 15,30 e si concluderanno alle 19,30.
In serata: cena a base di prodotti rigorosamente regionali, musiche, gruppi etnici e folkloristici tradizionali calabresi.
Mercoledì 5 maggio mattina, prosecuzione dibattito, elaborazione del documento finale e relativa approvazione.
Alle ore 12,30, il Presidente Gargano, concluderà i lavori della V Conferenza Organizzativa dell’ANBI.

venerdì 30 aprile 2010

il Giornale diretto da Feltri contro Fini e Bocchino

Dopo la rottura politica di Fini il Giornale (editore Paolo Berlusconi) diretto da Feltri pubblica in prima pagina gli introiti della suocera di Fini e della moglie di Bocchino. Entrambi i proventi, secondo quanto pubblica il giornale sono generati da contratti con la Rai, la televisione di stato che impone ai cittadini un canone d’abbonamento annuo. Il messaggio è chiaro! Senza entrare nelle more dei contratti che possono ritenersi giusti a condizione che vi siano le dovute professionalità, e queste credo non manchino, più che le notizie in sé, ciò che sconcerta l’opinione pubblica è il metodo e i tempi del gossip giornalistico nei confronti dei dissenzienti in seno al partito dell’amore, il pdl! Ben lontani dal “se questo è amore, di Prevert” i mezzi usati dagli innamorati della politica italiana, tesserati nel partito delle libertà, gettano sconcerto tra i cittadini e lasciano intendere che nulla è cambiato rispetto alla gestione politica della tanto vituperata prima repubblica. Se questo è amore, c’è da aspettarsi altre “vigliacche verità” perdonate e condivise in tempo d’idillio ma rinfacciate all’atto della separazione.
Ecco un punto saliente dell’articolo:
"I soldi Rai alla moglie di Bocchino. La consorte del finiano di ferro ha ottenuto un appalto da sei milioni di euro per produrre una fiction". L'articolo di Laura Rio fin dall'inizio richiama l'altra accusa lanciata mercoledì dal "Giornale": "Se la suocera di Gianfranco Fini viene pagata dalla Rai un milione e mezzo di euro, la moglie di Italo Bocchino, il vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera che si è dimesso ieri, ne guadagna sei. E ne riceverà anche di più se un altro progetto andrà in porto".

Questa è cattiva informazione (malafede?) che nulla ha a che fare con il dovere di cronaca ma nel caso qualcuno dovesse reclamarlo, dovrebbe spiegare come mai non le ha pubblicate prima le notizie in questione, all’atto della stipula dei contratti, visto che sono atti pubblici.

giovedì 29 aprile 2010

Nicola Gratteri e Giuseppe Scopelliti sulla lotta alla 'ndrangheta

Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nel corso della trasmissione “Radio Anch’io” così ha risposto al ministro della Difesa Ignazio La Russa:

“Gli arresti dei latitanti che si susseguono negli ultimi tempi non rappresentano un merito del governo ma delle forze dell’ordine, che però lavorano con grandi sacrifici perché hanno organici insufficienti”.

Per il procuratore Gratteri, il Governo ha fatto due cose importantissime:
il primo, l’abolizione del patteggiamento in appello, che, sempre secondo Gratteri, era uno scandalo ed un regalo alle mafie
e il secondo, la modifica della normativa sul sequestro e la confisca dei beni, resi più facili e feloci.
Il resto dei provvedimenti adottati dall’esecutivo, però, sembrano palliativi. Per il procuratore, “bisogna attuare un’inversione di tendenza perché è da oltre dieci anni che si fanno concorsi nelle forze dell’ordine in numero insufficiente, tanto che non si riesce a coprire i vuoti che si determinano per i pensionamenti. Altro provvedimento inadeguato, sempre evidenziato nella trasmissione da Gratteri, consiste nell’uso dell’esercito contro la criminalità perché “bisogna stabilire, in questo senso, un rapporto qualità-prezzo. Non è possibile, per esempio, pensare di fare intervenire l'esercito anche in zone periferiche a causa dei costi dell’operazione che sarebbero troppo elevati. Non bisogna, inoltre, abolire le intercettazioni telefoniche ed occorre informatizzare il processo per farlo durare di meno e per fare diminuire il potere discrezionale. Si risparmierebbero milioni di euro e non ci sarebbero più abusi in termini di notifiche e di trasmissione di atti”.

Alla trasmissione Rai ha partecipato anche il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che ha sottolineato la partecipazione giovanile di Reggio e non l’applauso riservato al boss in manette da parte di familiari ed amici. “La vicenda, ha detto il presidente Scopelliti, deve essere letta così come si è presentata. E cioè:
Soltanto pochi familiari del boss erano lì ad applaudire e ad urlare.
È molto facile dare le prime pagine, mettendo in negativo aspetti che, forse, sono molto marginali ma se si considera che la Questura di Reggio è al centro della città, è chiaro che molti erano lì a curiosare, ma ad applaudire e ad urlare erano veramente pochi.
Fa più effetto vedere quella formazione spontanea della sera di circa trecento persone e quella di ieri mattina di giovani con striscioni, studenti universitari che sono andati sotto la Questura a manifestare spontaneamente il loro consenso, il loro plauso alla magistratura reggina che sta facendo uno straordinario lavoro, alle forze dell’ordine, a tutta quella società che è impegnata, ogni giorno, a costruire un percorso nuovo. Queste immagini, a mio avviso, meritano la prima pagina, perché sono il segnale della crescita di una città che vive certo questi momenti di difficoltà, visto la presenza del crimine organizzato, ma che sa reagire ed i segnali di crescita sono evidenti”.

al teatro masciari casting per il film Qualunquemente con A. Albanese

30 aprile e 1 maggio, presso i locali del teatro Masciari di Catanzaro iniziano le operazioni di casting del film “Qualunquemente”, scritto da Piero Guerrera, un calabrese che vive e lavora a Milano. La sceneggiatura del film è di Antonio Albanese che, insieme al regista Giulio Manfredonia riporta “Cetto La Qualunque” nella sua città d’origine: Palmi. Infatti, Piero Guerrera, si è ispirato ai personaggi della sua città d’origine, Palmi, per scrivere i testi interpretati da Albanese nella nota trasmissione di Fabio Fazio “chetempochefa” in onda su rai 3.

I provini, organizzati dalla Fandango allo scopo di trovare due giovani attori (20 anni) per il ruolo di “Melo” il figlio di Cetto e la fidanzata, come già detto si svolgeranno al cinema teatro Masciari di Catanzaro nei giorni 30 aprile e 1 maggio.

Il presidente della fondazione Calabria film commission ha espresso la sua immensa soddisfazione per la scelta di alcune location che la produzione fandango ha individuato in Calabria.

Italia, tra gossip e pensiero politico assente, chi ci guadagna?

“Non sono alla presidenza della Camera perché ho vinto un concorso o per un cadeau del premier. Non ho nessuna intenzione di dimettermi”, queste le parole di Fini a “Porta a Porta” il programma di Bruno Vespa. E, nel dichiarare che intende continuare a difendere il Parlamento, esprime certezza critica per il ricorso eccessivo ai decreti legge e al ricorso eccessivo alla fiducia che creano qualche problema, perché mette il Parlamento davanti a “prendere o lasciare”. E sull'ipotesi che l'assemblea del gruppo Pdl alla Camera possa accettare le dimissioni presentate da Italo Bocchino, ha detto con fermezza “Se il gruppo dovesse accettare le dimissioni di Bocchino o peggio sfiduciarlo... altro che partito liberale di massa. È un modo di far cadere le “teste”. Secondo le notizie giornalistiche pare che le esternazioni politiche di Fini non godano molte simpatie tra i fedelissimi di Berlusconi e che non abbiano gradito l’osservazione del presidente della camera sull’inno scritto a quattro mani da Berlusconi e Apicella. Infatti, dopo le parole di Fini a Ballarò, la trasmissione di Giovanni Floris, Berlusconi avrebbe manifestato a diversi interlocutori la sua forte perplessità. In particolare per il giudizio espresso da Fini sull'inno del Pdl "Meno male che Silvio c'e".
«è evidente che è un inno che non mi piace - aveva detto Fini - non perché non mi piace che ci sia Silvio, ma perché un partito in una fase post-ideologica non ha bisogno di inni».
E mentre tutto ciò accade, in buona pace dei sostenitori di entrambi gli schieramenti, è pronto il “lodo Alfano costituzionale”.
Lodo Alfano bis che bloccherà i magistrati sulla soglia del rinvio a giudizio, costringendoli a chiedere «immediatamente» il via libera di Camera o Senato per processare il capo dello stato, il presidente del consiglio e i ministri, imputati di reati comuni.
Lo scudo processuale dovrebbe essere presentato al senato dal capogruppo e dal vicecapo gruppo Pdl, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello e altri senatori della maggioranza di governo nella forma di «disegno di legge costituzionale» sulla sospensione del processo nei confronti delle alte cariche dello Stato e, salvo qualche ulteriore ritocco, i contenuti confermano le anticipazioni del Sole 24 Ore del 16 aprile scorso.

Dunque, dopo sei mesi dalla bocciatura del primo lodo da parte della Corte costituzionale e dopo quasi un mese dall'approvazione della cosiddetta «legge ponte» sul «legittimo impedimento», il testo è nelle mani di Silvio Berlusconi.
Quanto al presidente della camera, Fini, ha rassicurato Berlusconi ricordando di non aver mai fatto dichiarazioni contro il lodo Alfano. Mentre dall'opposizione si ravvisano le perplessità dell'Udc per l'estensione dello scudo ai ministri; l'ironia del Pd per “la prima riforma che approda in parlamento dopo le dichiarazioni del premier”; la stroncatura dell'Idv, perché costringe le camere a occuparsi di leggi ad personam mentre ci sono cittadini che non riescono ad arrivare a fine mese.

Da cittadino medio, non avvezzo agli intrighi di corte, mi chiedo: Perché questo scudo giuridico? Si sono macchiati o pensano di macchiarsi la coscienza infrangendo le leggi dello Stato per risolvere i bisogni dei cittadini?

Intanto continuano le indagini al Ros dei Carabinieri, alla Polizia e alla Guardia di Finanza sul sistema gelatinoso; sistema corruttivo di favori e scambi merce di ogni tipo, dal sesso alla costruzione della piscina, dal posto di lavoro alla macchina e all’acquisto di case in cambio di appalti agevolati e fatture gonfiate scoperto grazie alle intercettazioni telefoniche.
Sistema investigativo, quello delle intercettazioni ambientali, gradito ai sostenitori della legalità e della riservatezza moralmente etica, sempreché, magistrato, investigatore e giornalista, epura le mere debolezze private che nulla hanno a che fare con le indagini in corso, la libertà di pensiero o di cronaca.
Ma poiché non tutti sono deontologicamente corretti o saggi da arginare le morbosità sbandierate dai giornali che servono solo ad alzare polveroni mediatici, demenziali gossip, è d’obbligo qualche leggera modifica in merito all’utilizzo delle notizie, specie se le indagini sono in corso.

martedì 27 aprile 2010

energie

Che Dio ce la mandi buona! Oggi, più che mai, l’unica vera forza che conferisce energia decisionale alle azioni delle aziende e dei governi è rappresentata dal conto in banca…

Credo fosse l’estate del 1966 o del 67? Di certo erano gli anni in cui si sentiva alla radio “c’era un ragazzo che come me amava i beatles e i rolling stones”.

Gli anni della scuola media al don Bosco di Napoli, tra i salesiani.
Gli anni difficili della contestazione giovanile del 68; gli anni di “mettete dei fiori nei vostri cannoni”! Gli anni della rinascita e dell’emancipazione; della presa di coscienza e delle lotte ideologiche che vedevano schierati i giovani a destra o a sinistra, ma anche al centro e nelle fila di comunione e liberazione; azione cattolica e volontariato, e nei movimenti pacifisti. Comunque, tutti con ideali alti. Sempre pronti allo scontro verbale e, purtroppo, anche fisico specie tra le due fazioni politicizzate dell’estrema destra e sinistra. Erano gli anni del 18 politico come risposta ai baroni e ai poteri universitari, alla borghesia che gestiva la cultura istituzionale e che spesso mortificava le classi deboli, il cosiddetto proletariato.
Insomma il mondo era diviso in buoni e cattivi. C’era chi lottava per i diritti dei lavoratori e la tutela degli emarginati e chi cercava di tamponare la rivolta culturale in atto perché ritenuta destabilizzante per il potere precostituito.
I giovani si schieravano a destra o a sinistra a prescindere dalla loro estrazione sociale; era normale vedere rampolli della buona società partecipare attivamente in entrambi gli schieramenti affianco ai figli dei proletari e della piccola borghesia e viceversa.
Gli ideali delle dottrine politiche e le relative analisi spesso sfociavano in lotte. I confronti sociali, se pur aspri, evidenziavano il candore morale e la passione dei giovani coinvolti nei programmi indirizzati alla formazione di un futuro migliore. Oggi molti di quegli ex si trovano a gestire importanti e strategici pezzi dello stato ma nulla ricordano degli ideali professati.

Oggi l’unico prorompente ideale ha il colore e l’odore dei soldi e poco importa se la ricchezza arriva dalle guerre o dalle strategie economiche immorali; dalle nuove schiavitù occidentali, dalle riforme del mercato del lavoro coi suoi tantissimi e innumerevoli co.co.co.. lavoratori atipici, precari sottopagati, immigrati ridotti in schiavitù a causa di una politica asservita al potere ignobile del profitto.

È vero! Molte cose sfuggono al normale ragionamento dei comuni cittadini, ma non sfugge, per esempio, come mai uno che sbraita sempre contro i suoi nemici chiamandoli spregevolmente comunisti sol perché, politicamente, seguono percorsi ideali più democratici perciò non confacenti al suo pensiero dispotico, va a fare accordi con il vero capo di un sistema istituzionale ancora vicino ai sistemi totalitari dei comunisti tanto odiati da lui.
E si potrebbe continuare ancora con l’elencazione delle contraddittorietà di certi uomini e aggregazioni ma non ne vale la pena, sarebbe tempo sprecato!
La cosa raccapricciante consiste nella mancanza assoluta di un’opposizione socialmente attiva e una classe intellettuale reattiva, che sappiano rispondere fermamente alle tante scempiaggini sociali attuate, alle falsità urlate e alle turpitudini espletate dietro le belle parole mascherate di compassionevole amore per il popolo.

Che Dio ce la mandi buona! Oggi l’unica vera forza decisionale sembra essere rappresentata dal conto in banca degli im/prenditori avidi che schiavizzano, fisicamente e, peggio, mentalmente, la moltitudine bisognevole degli uomini.

domenica 25 aprile 2010

sanità e centri d'eccellenza in Calabria tra inchieste e decisioni politiche

Sulla sanità italiana si è detto e saputo di tutto. Scandali, giri di affari non tanto leciti, clientele, escort e regali a dirigenti manager e politici. Anche la Calabria non è rimasta indenne dal malcostume nazionale e di ciò ha dato puntuale testimonianza Riccardo Jacona con un’inchiesta giornalistica sulla sanità condotta da nord a sud dell’Italia. L’inchiesta ha evidenziato l’anomalia degli investimenti pubblici che, anziché essere impegnati per migliorare il servizio sanitario nazionale, sono stati dirottati per creare false eccellenze e corpose clientele. In Calabria, l’inchiesta di Jacona ha evidenziato, tra l’altro, il caso della “fondazione Tommaso campanella” nata sotto la giunta Chiaravalloti e allocata presso la neonata università catanzarese Magna Graecia. Le notizie divulgate con dovizia di particolari, testimonianze e interviste a politici locali e alti dirigenti della “fondazione”, hanno suscitato indignazione tra i cittadini per il modo distorto, palesemente clientelare e inadeguato, non per niente in linea con le intenzioni statutarie scientifiche pomposamente dichiarate.

Dopo questa tempesta, senza entrare nel merito giudiziario o politico, -chi non conosce i fatti può documentarsi, in internet esiste una letteratura dettagliata- il comune buon senso avrebbe optato per un chiarimento civile dello stato dell’arte e i dirigenti politici si sarebbero dovuti interrogare sull’alta professionalità del direttore, sulle sue titubanze e sulla certezza cognitiva circa la presenza dei “topini” nei laboratori di ricerca che fino a quel momento non erano stati usati come cavie neanche per la cura di un banale raffreddore.
Insomma, ci si aspettava chiarezza! Coraggio civico e epurazione, vista la documentata insipienza sbandierata ai quattro venti, ma nulla! Tutto sotto silenzio fino a qualche giorno addietro, quando una decisone “politica?” accorpa il reparto “Carlo De Lellis” ubicato nella zona nord di Catanzaro nel rione Pontepiccolo, precisamente nella struttura dell’ex ospedale Ciaccio, alla “Tommaso Campanella” presso l’università “Magna Graecia” di Catanzaro nell’agro di Germaneto.

sabato 24 aprile 2010

la magia dei colori, omaggio alle mamme



La magia dei colori: alchimie cromatiche per un futuro migliore.

Le novità inattese ma anche quelle prevedibili se vissute con armonia e gioia, assaporate senza sentirsi addosso il peso oppressivo delle attese personali o altrui, oltre a suscitare stupore, inducono attori e spettatori a osare di più e quest’osare conduce i giocatori, grandi o piccoli che siano, alla ricerca.
Una ricerca ludica fine a se stessa, almeno all’inizio dei “giochi creativi” che contempla sperimentazioni, osservazioni riflessive e studi.
L’azione culturale, condotta negli spazi creativi della parrocchia di Squillace lido, ha dato i suoi frutti e l’esposizione delle “magie cromatiche” aperta al pubblico dall’otto maggio in poi, che i partecipanti hanno voluto dedicare alla mamma terrena Natuzza Evolo, la mistica di Paravati, in rappresentanza di tutte, in quanto umile e compassionevole espressione pro-creativa per antonomasia e da lei risalire alla Madre Celeste, è la testimonianza di un percorso educativo comune.

L’occasione della ricorrenza mariana diventa un pretesto per riflettere su temi spesso ritenuti demodé.
La riflessione corale ha indotto a tradurre, attraverso la magia dei colori e dei segni grafici, i sentimenti che la figura materna sprigiona nelle culture dei popoli. E nell’accezione più ampia del termine, l’atto procreativo, nell’assumere valenze universali conduce l’analisi a logiche conseguenze riscontrabili nei mondi animale e vegetale con i relativi cicli vitali, senza il quale, l’uomo non potrebbe esistere.

Questi semplici concetti hanno dato l'input iniziale per la costruzione espositiva, aperta al pubblico nei locali della parrocchia S. Nicola in Squillace lido, in cui sono visibili i sentimenti espressi poeticamente in occasione della ricorrenza dedicata all’essere Madre, non tanto per favorire la mercificazione feticistica di effimeri prodotti ma, per analizzare assieme una figura dispensatrice di vita; protettiva, a volte iperprotettiva, magari assillante, comunque presente nella formazione e nella crescita armonica dei figli e di conseguenza della società.

Lo studio delle tecniche pittoriche è secondario se paragonato all’atto iniziale. Vale a dire: quella spinta naturale che induce i bambini a gesticolare, segnare con grafie incerte lo spazio davanti a loro e narrare. Il dialogo fantasioso dei bambini è puro, e poiché privo delle sovrastrutture mentali degli adulti, esprime nella totale libertà il pensiero infantile con naturalezza, allo stesso modo di come sugge il latte dal seno materno, gattona, si alza e fa i primi instabili passi per correre non appena acquista sicurezza e fiducia in sé.
Ecco, questo, in sintesi, può essere paragonato al percorso di chi vuole capire e adottare la pittura come linguaggio per esternare concetti e visioni poetiche.

Spesso i bambini, ma ancor più gli adulti, quando sono condizionati da esplicite richieste, se non possiedono la totale padronanza delle tecniche pittoriche, rifiutano di “giocare” col mezzo espressivo della figurazione perché non lo ritengono più un’attività ludica ma l’esplicitazione visiva di concetti altrui.
La prova da superare, perché di questo si tratta per il bambino, lo mette in ansia e la paura di sicuri insuccessi, e di essere deriso perché ha disatteso le intenzioni degli altri piuttosto che appagare il suo bisogno di dialogo giocoso, lo inibisce. Se a questo fattore si associano le fobie trasmesse dalla famiglia e dalla società per quanto concerne i concetti di pulizia e di bello, il quadro della diseducazione nei confronti della più alta attività umana è completo.
Per riavviare i partecipanti alla creatività ludica e renderli parte attiva, nei laboratori creativi, gli spazi e gli oggetti sono messi a completa disposizione dei fruitori. Qui, i partecipanti al gioco, sono tutti attori comprimari; liberi dall’assillo della proprietà in quanto il concetto di mio, tuo, suo è inesistente, giocano e sperimentano nuance a più mani. Interiorizzano il concetto di gioco trasmesso dalla magia dei colori e nella commistione del segno come estrinsecazione esistenziale dell’io allo scopo di fortificare l’autostima e per scrollare dalla mente l’assillo deviante del “bel” prodotto finito. E non solo! Lo spazio è personalizzato da quanti lo frequentano. Piccole impronte decorano le pareti; marchiano e delimitano il territorio, dialogano tra di loro, si sovrappongono, interagiscono negli spazi mentali di adulti e bambini e accolgono in un abbraccio corale quanti osano percorrere i sensibili sentieri poetici dell’anima e ritornare bambini.

(Mario Iannino)

venerdì 23 aprile 2010

Fini smaschera le false libertà del pdl

Fini ha tolto la maschera dell’amore al pdl.

È chiara la dipendenza psicologica dell’intera assemblea pdl nei confronti di Berlusconi. Un Berlusconi furente che non tentenna un attimo nell’invitare Fini a dimettersi da Presidente della Camera dei Deputati perché contrariato dal suo comportamento politico istituzionale. Fini, dal canto suo, ha fatto il punto della situazione; ha ricordato il programma del pdl agli elettori, le cose rimaste in sospeso e le leggi ingarbugliate volute con forza dalla leadership del partito della libertà.
Fatti noti. Divulgati e trasmessi dai mass media con dovizia di particolari che evidenziano l’assenza totale di un interesse comune nazionale. Non c’è che dire: i nodi vengono al pettine, alla fine; e nell’assemblea pdl si è incocciati in nodi grossi: l’assenza della democrazia; la dittatura del capo e la dipendenza psicologica del popolo delle libertà soggiogato dal carisma egocentrico di uno dei cofondatori che non ammette rivali o competitori fuori dalle righe tracciate da lui.
Deludono i personaggi noti che hanno recitato la parte dei “portatori d’amore”. I falsi profeti di pace non hanno colto la lungimiranza politica di Fini e non hanno saputo e voluto intendere i chiari messaggi della gente. Ma il Presidente della Camera Fini col suo scatto ha ridato orgoglio ai cittadini onesti che ancora, nonostante tutto, ripongono la fiducia nelle Istituzioni dello Stato Italiano. Finalmente si torna alla Politica! Quella vera!

giovedì 22 aprile 2010

dipendenze intellettuali e visioni metropolitane


Schiavitù, dipendenze intellettuali e visioni metropolitane.

La ricerca esasperata dell’eterna giovinezza, oggi possibile grazie alla chirurgia plastica, associa, al potere estetico emanato da un corpo ben modellato, la tesaurizzazione di affetti, voluttà e denaro.
La diseducazione intellettuale rende apprezzabile un bel corpo e la maggior parte degli uomini intolleranti verso il “brutto” che, tradotto nella quotidianità, in estrema sintesi significa: uomo e donna dotati di un appeal comune che non vogliono sottostare alle mode estetiche del silicone e che non frequentano necessariamente beauty farm sono emarginati dalla società con estrema leggerezza. La bellezza oggi ha canoni ben definiti quantificabili in centimetri, chilogrammi e silhouette.
L’industria estetica trascina le menti nel vortice della visione patinata e allontana dalla realtà quanto più gente possibile. D'altronde, in tv sono banditi i non belli. Sembra che il modello di uomo e donna comuni siano estinti nei palinsesti. Anche la vecchiaia è un elemento da esorcizzare, lo ha fatto persino uno spot pubblicitario di una ben nota bevanda. E qualche direttore di giornale ha sostituito le ormai attempate giornaliste con delle avvenenti ragazze, qualcun altro ha mandato in pensione le signorine buonasera. Insomma, il culto del corpo è d’obbligo! Anche per essere candidate o candidati in politica si deve possedere un bell’aspetto… il cervello? Bèh quello non si vede subito ...e comunque è secondario se non inutile o dannoso del tutto.

mercoledì 21 aprile 2010

3,4,5 maggio a Catanzaro, quinta conferenza nazionale delle bonifiche


Lunedì 3 maggio, presso il teatro politeama di Catanzaro, il presidente dell’urbi Calabria, Grazioso Manno, aprirà i lavori della quinta conferenza organizzativa dell’associazione nazionale delle bonifiche e delle irrigazioni.

“Celebreremo la giornata con fatti concreti !” Così il presidente Grazioso Manno annuncia i tre giorni di lavori che vedranno impegnati gli oltre 400 dirigenti nazionali dell’Anbi, acronimo di “Associazione nazionale delle bonifiche e delle irrigazioni”; in Calabria, nel villaggio porto roca di Squillace lido nei giorni 3, 4 e 5 maggio, per la Conferenza organizzativa nazionale dei Consorzi di Bonifica per discutere e valutare strategie concrete per mettere in sicurezza il territorio e far decollare le eccellenze produttive legate al territorio regionale, dal turismo all’agricoltura.
“Il 3, 4 e 5 maggio avremo l’onore e l’onere di ospitare 400 dirigenti, provenienti da tutta Italia, che si confronteranno sui modelli organizzativi necessari per affrontare le complicate sfide della difesa del suolo e la gestione delle acque. Tre l’altro, temiamo che la scelta di lanciare, ancora una volta, proposte concrete per la tutela del territorio nazionale dalla Calabria, si giustifichi, anche, dalla oggettiva presa di coscienza che nonostante tutti i 409 Comuni calabresi siano stati classificati a rischio idrogeologico dal Ministero dell’Ambiente e dall’Unione delle Province Italiane già nel 2003, ancora poco sia stato fatto. Crediamo che questa situazione emblematica, e non esclusiva, della nostra regione possa e debba essere interpretata come una opportunità per l’intero Paese; crediamo che l’agricoltura ed il turismo calabresi, eccezionali, se non esclusive infrastrutture produttive, possano e debbano decollare solo attraverso coerenti scelte di politiche attive di tutela del territorio. Sono state queste convinzioni che ci hanno permesso di avviare e concludere una fase di autoriduzione dei costi di gestione dei Consorzi calabresi che abbiamo sempre considerato un “semplice” ed indispensabile presupposto per una legittima proposta dell’attuazione di un serio piano di messa in sicurezza della Calabria e di una gestione oculata delle acque. Crediamo che sia stato particolarmente significativo che questo processo di autoriforma si sia consumato con e grazie alle due ultime giunte regionali guidate dal centrodestra, prima, e dal centrosinistra, poi”. “Siamo certi - ha concluso il presidente dell’Urbi calabrese, Manno - che, con e grazie a questa Giunta appena insediata, si possa e si debba avviare e concludere la conseguente fase operativa di un cambiamento di cultura gestionale che sarebbe, una volta per tutte, veramente emblematico: è questo il migliore degli auguri possibili che sentiamo di rivolgere a tutti i calabresi per tramite del presidente Scopelliti e di tutti i neo-consiglieri ed assessori regionali”.

lunedì 19 aprile 2010

effetti collaterali delle democrazie e delle libertà d'espressione


Il torpore mentale semina apatie che tradotte in atti pratici modificano in peggio la società; dai governanti ai governati, (o forse è più adatto definirli sudditi?) le devianze del pensiero contemporaneo si moltiplicano e conferiscono forme, a dir poco folkloristiche al fare umano. A dare man forte alla pochezza intellettuale è il braccio esecutivo dei poteri oscuri che dominano le scene nazionali e mondiali, vale a dire: notiziari faziosi o quantomeno addomesticati e intrattenimenti demenziali sempre in onda in tv e nelle piazze cittadine. Questi i mezzi preferiti dai suddetti personaggi per indottrinare le masse.
Ma non tutto è perduto! Ancora c’è gente che resiste alla brutalità di certi concetti egocentrici fatti assurgere a filosofia di vita dal malcostume e dall’immoralità di quanti tengono sotto scacco i propri simili, forti della posizione di comando che sono riusciti a ritagliarsi con astuzia nei posti di potere istituzionali e non.
Tra le tante idiosincrasie contemporanee, quella tra i politici è la più invisa dai cittadini perbene. Quei cittadini che si alzano tutte le mattine e, se hanno la fortuna di sapere dove andare, si presentano puntuali al lavoro e producono benessere per la società; in alternativa, se privi di lavoro remunerato, si barcamenano tra moltissime difficoltà e sperano nel secondo miracolo economico o nella trasformazione solidale dello stato sociale dei popoli. Ovvero la suddivisione etica delle risorse tra gli esseri viventi. Ma quest’ultima considerazione è pura utopia se rapportata allo scempio mentale e politico cui si è costretti oggi. Per ultimo, come estremo concetto, concretizzatosi nella realtà, è d’esempio quanto accaduto alle persone dell’organizzazione umanitaria non governativa di Emergency, in merito si riportano alcuni stralci del suo fondatore, il chirurgo Gino Strada:

«Faccio come il ministro Frattini: prego il cielo che il governo italiano non c'entri nulla»

Ringrazia l’Onu «soprattutto»; e poi il governo italiano e persino quello afghano, gli attori in ordine di apparizione e peso secondo il leader di Emergency in questa vicenda. Nonché «tutti gli italiani che ci sono stati vicini e non hanno creduto nemmeno per un secondo alle infamie contro di noi, così come i giornalisti che hanno respinto le bufale». Perché questa in fondo è la partita che andava vinta: quella mediatica. Gino Strada fuma e parla, sorride poco ma si commuove per un istante quando pensa che finalmente Marco Garatti, Matteo Dell’Aria e Matteo Pagani, sono liberi.

«Poi bisognerà vedere... chi c’è dietro questa storia di calunnie e aggressioni. Certo le stranezze non mancano. Ad esempio il fatto che il volo di ritorno da Laskhar-Gah di Marco Garatti, che è il nostro coordinatore per l’Afghanistan e da Kabul si era recato nel nostro ospedale per pochi giorni, sia stato cancellato il giorno prima del suo arresto, cioè il 9 aprile. Alla nostra richiesta di chiarimenti, la risposta è stata: “una richiesta della Coalizione”, e non c’erano nubi di vulcani islandesi quel giorno».
Una dinamica singolare, infatti. «Il giorno dell’arresto, ovvero il 10 aprile, Marco, che era rimasto nell’ospedale circa una settimana, è andato all’aeroporto e gli hanno detto che il suo volo era cancellato. Così è tornato alla base. Lì, poco dopo, li hanno fatti evacuare dicendo che c’era un allarme bomba. E quando li hanno fatti rientrare hanno trovato i militari e le armi che dicevano di aver scoperto. Se questa circostanza del volo cancellato verrà confermata, qualcuno dovrà dare delle risposte.»
Nella "coalizione di pace, composta tra gli altri da americani e inglesi" c’è fin troppa gente che non sopporta il lavoro di Strada e dei suoi, testimoni spesso scomodi della realtà brutale della guerra. «Penso che questa sia stata un’aggressione brutale e violenta e ora con Marco e i due Matteo, continua Strada, dovremo valutare cosa è successo. I punti oscuri non mancano. Prima di riprendere la nostra attività dovremo capire bene chi c’è dietro questa macchinazione, chi sapeva e chi non sapeva. Anche in Italia. Certo, questa è una storia che ha ben poco di lineare: «Non c’è dubbio. Basti pensare che questa ignobile montatura è stata smontata nel giro di 8 giorni e i nostri operatori adesso sono liberi e senza nessuna accusa. Mai nemmeno un reato è stato contestato formalmente e ora ci arriva la notizia che gli stessi servizi di sicurezza afghani li hanno liberati, compresi i 6 operatori locali, scagionandoli completamente e con tante scuse».
Eppure in Italia, all’inizio di questa vicenda, qualcuno è sembrato vacillare.
«Bisognerebbe chiedere a chi in Italia ha formulato ipotesi di accuse o adombrato sospetti che non stavano né in cielo né in terra perché lo ha fatto».

Il governo e il ministro Frattini hanno rivendicato il successo di questa liberazione. Che ne pensa? «La vittoria ha sempre molti padri, la sconfitta è orfana. Noi ci siamo mossi con il segretario dell’Onu che da subito ha considerato le accuse ciarpame. Il governo si è mosso come meglio ha creduto. Comunque, grazie. Ne approfitterò per mandare una maglietta di Emergency a Frattini». Che ne pensa del fatto che la nostra intelligence non abbia saputo prevenire una cosa del genere? «Non lo so. Per dirla con le parole del ministro, prego il cielo che non ne sapessero niente. E non ho motivo di pensare diversamente».

Vi accusano di fare politica. «Perché non mettiamo rossetto e belletto alla guerra e facciamo vedere le sue immagini. E’ questa la nostra colpa. Ma ne siamo orgogliosi. E il fatto che in una valle come quella del Panshir, dove non esistono elettricità e internet, poste o giornali, oltre 10 mila persone si siano messe in viaggio a piedi per arrivare nel nostro ospedale e firmare una petizione di solidarietà è una di quelle cose straordinarie che dicono più di mille parole».

Ecco, per concludere, gli effetti collaterali, quelli non previsti dai poteri oscuri, si sono sviluppati e si sono fatti sentire e vedere affianco di Emergency. Ben tornati a casa!

sabato 17 aprile 2010

giunta calabrese, tra manuale cencelli e indicazioni romane


Nulla di nuovo sotto il cielo della Calabria. La politica locale riflette le strategie del passato: enfasi, proposte d’intenti, spartizioni e… volti “nuovi” che non si sono messi in gioco nelle tornate elettorali ma che si trovano a occupare posti delicatissimi, alla guida di assessorati strategici per lo sviluppo della regione. Anche se molti di questi uomini si sono già cimentati nelle giunte locali precedenti e non hanno risolto nessuno dei problemi sociali e territoriali.
Per Scopelliti la “Giunta è forte e credibile” e sostiene di avere mantenuto il primo impegno con i calabresi.

Giuseppe Scopelliti, dopo il varo dell’esecutivo, avvenuto ieri sera, affiancato dalla vice presidente Antonella Stasi (esterna, presidente di Confindustria Crotone) e di nove assessori (sette del pdl e due dell’Udc) ha incontrato la stampa nella sede della presidenza di palazzo Alemanni, a Catanzaro.

Nel corso dell’incontro ha affermato che:
“le cinque province calabresi sono rappresentati in Giunta. Ora comincia il lavoro per dare risposte serie ai tanti problemi della nostra terra. E, nell’individuazione degli assessori non ci sono stati per nulla problemi, sono state scelte persone che hanno voglia di sudare, passione e amore per la Calabria”. Ecco, qui nasce il dubbio: perché non si sono messi in gioco fattivamente questi “esterni” così da dire anche a chi non li conosce della loro “passione per la Calabria” delle potenzialità represse che metteranno a disposizione della Calabria e dei calabresi per sviluppare pirotecniche strategie occupazionali e di sistema sociale?
Per il momento, la strategia politica non sembra cambiare per niente e non rompe col passato.
Scopelliti tiene la delega alla sanità,(come Loiero, d'altronde) al turismo e ai trasporti, ma dice che, probabilmente, nei prossimi mesi ci potrà essere la nomina di un nuovo assessore. Due sottosegretari e negli incarichi dirigenziali troveranno spazio altre donne.
“La gente ci ha dato un grande consenso - ha affermato ancora Scopelliti, sempre nel corso dell’incontro con i giornalisti - e vede in noi persone capaci di dare risposte alle problematiche che da anni frenano lo sviluppo di questa terra. Abbiamo fatto un gioco di squadra e la composizione dell’esecutivo è stata dettata anche dalla visione globale dei problemi calabresi. Ora la squadra è stata varata e comincia il nostro impegno, concreto, per il rilancio e lo sviluppo”.
Nel corso Dell’incontro la neo vice presidente, Stasi, ha rilevato che “in politica le donne trovano poco spazio, ma quando sono in campo, sanno giocare bene. Io sono impegnata in Confindustria e gestisco con mio marito una piccola impresa. Dico a me stessa, al presidente e ai colleghi di Giunta che ora dobbiamo fare, e in fretta, perché le imprese della nostra regione e i calabresi tutti non possono più aspettare”.
È vero! I calabresi non possono più aspettare! Vogliono serietà e coerenza logica; vorrebbero che la politica, l'Arte di governare le società fosse affidata alle persone che hanno la cultura della “polis”, della società, e degli atti genuinamente solidali, specie nei confronti dei deboli!
I tecnici, validi e irrinunciabili esperti del mondo del lavoro e della cultura, possono e devono essere impegnati nelle strategie concrete che producono saperi, ricchezze, in sintesi, nelle strutture tecnico/scientifiche dei vari assessorati!, e non viceversa.
Da queste analisi sorgono, spero, per il bene dei calabresi, infondate, perplessità sui proclamati cambiamenti epocali sbandierati con enfasi in questi ultimi mesi.

venerdì 16 aprile 2010

3 esterni e 7 consiglieri eletti nella prima giunta Scopelliti


Nel tardo pomeriggio, a Catanzaro, il presidente Giuseppe Scopelliti, nella sede ufficiale della presidenza della giunta della regione Calabria, ha assegnato le deleghe ai membri dell’esecutivo calabrese che dovranno affiancarlo nella gestione politica della regione per i prossimi cinque anni. Come già annunciato da Scopelliti, la giunta calabrese è composta di consiglieri eletti nelle regionali di marzo 2010 e persone esterne vicine agli schieramenti politici di centro destra.
Questi i nomi e le relative deleghe:

1. Giuseppe Scopelliti, Presidente;
2. Antonella Stasi, vice presidente; esterna
3. Giuseppe Gentile. Assessore alle infrastrutture e lavori pubblici
4. Pietro Aiello; assessore all’urbanistica
5. Giacomo Mancini, bilancio e programmazione; esterno
6. Francescantonio Stillitani: lavoro, formazione, famiglia e politiche sociali
7. Francesco Pugliano: ambiente
8. Michele Trematerra: agricoltura e forestazione
9. Domenico Tallini: assessore al personale
10. Mario Caligiuri: cultura e beni culturali; esterno
11. Antonio Stefano Caridi: attività produttive.

Manca, al momento, l'assegnazione della delega al turismo. Sabato 17, alle ore 16.00, sempre a palazzo Alemanni, la giunta sarà presentata con una conferenza stampa e saranno nominati i sottosegretari. tra i papabili Alberto Sarra, Sergio Abramo e Franco Morelli.

degrado culturale e involuzione sociale


Il degrado delle periferie ma anche dei centri abitati è il termometro delle civiltà.
aore12


Lo so, può sembrare deleterio affrontare discorsi futili in momenti difficili come quelli attuali in cui persone appartenenti a Organizzazioni umanitarie non governative che, guidati dal senso civico mettono a repentaglio la loro incolumità, e gettano familiari e conoscenti in apprensione. Ma è proprio questa mancanza di civiltà, di sensibilità civica che diseduca le menti e non aiuta la crescita delle coscienze.

E, a proposito dei sequestri, è assurdo dovere sentire l’opinione di un noto politologo che non cito perché il suo modo di analizzare i fatti è contro ogni logica del vivere civile. Questo signore, in sostanza, forse condizionato dall’impropria conoscenza dei fatti e della lingua italiana ha avuto l’ardire di sentenziare che le O.n.g., in questo caso Emergency, intralciano i processi di pace e quando curano le vittime delle guerre, ridanno braccia e uomini da usare nelle operazioni belliche.

Assurdo! Che dovrebbe fare un medico, in questo caso? Ammazzare i feriti per evitare che la guerra continui? Oppure dovrebbero essere i governi interessati come “forze di pace”, presenti nei territori a dover studiare azioni deterrenti affinché cessino al più presto le bellicosità tra le fazioni?
Invece, pare che la fabbrica della guerra piaccia a qualcuno. Qualcuno che senz’altro trae benefici economici e politici come nelle realtà degradate delle periferie metropolitane, laddove i personaggi del sottobosco politico locale raccolgono voti attraverso la gestione dei bisogni della gente.

Cattiva politica, dunque! Che spaccia per favore personale un diritto. E in ciò, i bisogni e l’ignoranza, effetti della mancata evoluzione culturale, civile e politica dei popoli, giocano ruoli determinanti.

L’assuefazione al degrado è fisiologica specie quando è in atto una guerra tra poveri e ognuno è costretto a pensare per sé.
Ma stamattina, grazie a Dio, ho assistito a una scena che potrebbe essere di lezione, fare riflettere dirigenti politici e politologi come Edward Luttwak:

Durante la passeggiata mattutina, a un certo punto, il mio cane si fa attento: punta le orecchie, si siede e aspetta. Da dietro i cassonetti della spazzatura sbuca una cagnetta. Si avvicina, scodinzola, si annusano. Lei tiene due pezzi di pane in bocca. Si allontana, fa una buca nel terreno, sotterra il pane e ritorna da noi.
Lascio libero il mio cane e corrono a giocare nei giardini infestati dalle erbacce.

Entrambi, nel giocare si sporcano di qualcosa di rosso. Osservo: è sangue! Qualcuno ha frantumato delle bottiglie di vetro nei giardini del quartiere per evitare la presenza dei cani…

dieci più due i componenti della giunta calabrese


Dieci assessori, più il presidente ed il vicepresidente senza delega. Un esecutivo caratterizzato da un assoluto equilibrio territoriale tra le cinque province calabresi. Così Scopelliti si è espresso negli incontri di Roma e Calabria davanti agli esponenti politici e di governo in merito alla formazione della Giunta calabrese da formalizzare, presumibilmente, entro sabato.
Al momento, secondo i molti interrogativi posti dai calabresi, nei quali emerge la preoccupazione della presenza fisica del presidente nel capoluogo, Scopelliti ha voluto tranquillizzare quanti gli hanno chiesto espressamente quale sarà la sua residenza rispondendo così:
“Una casa a Catanzaro? Ce l’avrò, certo, ma sarà piccola ed in affitto. Stiamo valutando, in questo senso, insieme a mia moglie una serie di proposte. Una casa a Catanzaro mi serve per pernottare quando mi fermerò nel capoluogo. Mi basta, però, prenderne una in affitto. Non sto prendendo in considerazione l’ipotesi di acquistarla”.

giovedì 15 aprile 2010

Politichese, proclami populisti


Ogni qual volta ci si trova davanti ad una novità, un bivio che potrebbe cambiare la vita, tutti, indistintamente, si pongono degli interrogativi e i pochi dubbi, immediatamente esorcizzati, sono sotterrati dalle migliori attese personali; come la nascita di un figlio, l’inizio di un nuovo anno, un corso di studi, e perché no: un lavoro se pur precario, un nuovo governo e così via. all’inizio, il cambiamento è nei proclami. Le parole di buon auspicio inebriano chi le pronuncia e chi le ascolta.
Si stappa qualche bottiglia con le bollicine e… cin cin… speriamo bene!

Ieri, in Calabria, si è insediato il nuovo presidente regionale e pare che abbia le idee abbastanza chiare, stando a quanto dichiara:
''Non avrò nessuna tolleranza per i delinquenti; chi ha sottratto risorse alla mia regione è mio nemico. Il Pd e Loiero sono avversari, mentre i nemici sono la borghesia mafiosa e quelli che vogliono arricchirsi; il mio nemico è la 'ndrangheta''.

''Ogni forma d’indebita pressione che può arrivare o alcuni messaggi che non capisco o che forse riesco a comprendere - ha proseguito Scopelliti - non scuotono la mia coscienza né mi creano allarmismo. Sono una spinta in più ad accelerare il cammino. Non ci sono altre questioni che mi possano preoccupare, perché questa classe dirigente che oggi ha vinto è consapevole che bisogna andare avanti su questa strada''.
E ancora:
''Io ho una battaglia da portare avanti ed è la battaglia dei nostri figli che devono vivere in una Calabria diversa. E siccome questa è la battaglia della Calabria e dei cittadini onesti, io metterò in campo ogni sforzo utile per conseguire questo risultato. Sarà difficile, sarà impossibile, ci hanno provato in tanti e ci hanno lasciato le penne perché sono stati sconfitti. Ma questa è la motivazione vera che mi ha spinto ad assumere questo ruolo. Sappiate che tutto ciò che andrò a fare lo farò nell'interesse supremo e non di qualcuno. Non ho paura di fronteggiare quelli che in maniera subdola o in maniera molto chiara o trasparente si metteranno contro il cammino indicato dal popolo calabrese che ha fatto una scelta di vita insegnando una cosa grande alla politica calabrese. Non voglio disperdere questo patrimonio: voglio raccoglierlo e rappresentarlo nel futuro per i nostri figli''.

La riflessione iniziale porta in sé la positività della speranza che tutti noi riponiamo nei cambiamenti epocali, a prescindere da chi e quanti, nonostante i brindisi beneauguranti, non vedono mai nulla di nuovo all’orizzonte ma che comunque continuano a sperare nel cambiamento positivo forse perché nel frattempo, tra mille peripezie economiche, in ossequio alla tradizione, stappano spumante da due soldi con l'occhio proteso alla pila dei conti correnti da pagare a fine mese, accatastata lì, sul comò, in attesa di essere evasa.
Per questa gente, che è la maggioranza dei cittadini italiani, per noi tutti!, speriamo che le parole diventino fatti e non rimangano sterili proclami, si concretizzino in servizi, lavoro, per migliorare la qualità della vita e abbandonare definitivamente una sequela di pagine inutili scritte sulla Calabria e l’Italia intera.

con Gino Strada, Emergency, per la libertà dei volontari in Afghanistan


Man mano che si apprendono nuovi particolari sulla vicenda di Emergency in Afghanistan il quadro si fa più chiaro. Le acque sporche, agitate da qualche forza oscura, lasciano intravedere sprazzi di verità o quantomeno invitano a riflettere su una serie di fatti accaduti e tra questi l’allarme bomba che ha indotto ad evacuare l’ospedale e lasciare la struttura incustodita.

Altra considerazione da fare: come mai il governo italiano, spesso “decisionista” per alcune posizioni, in questa vicenda di Emergency non assume un atteggiamento netto e pretende senza mezzi termini o “missive” la liberazione immediata degli “ostaggi prigionieri” dello stato “amico”?

Facciamo nostre le dichiarazioni di Gino Strada a Tg24 di sky
"E' ora che chi di dovere si dia una mossa. L'Italia ha tutti i mezzi per poter dire semplicemente “consegnateci i nostri tre connazionali subito e in ottime condizioni”.
"Questa è chiaramente una manovra politica per screditare il lavoro di Emergency. Da cittadino italiano e non da membro di Emergency ritengo questa cosa molto offensiva per il nostro Paese. Chi dal nostro paese riceve due milioni di euro al giorno, anche se sotto forma sbagliata, non può permettersi di trattare cittadini italiani in questo modo".

mercoledì 14 aprile 2010

Scopelliti è Presidente della regione Calabria: ecco le linee guida del suo mandato


Giuseppe Scopelliti è di fatto il Governatore della Regione Calabria.

Questa mattina è avvenuto lo scambio di consegne tra il presidente uscente Agazio Loiero e Giuseppe Scopelliti che da oggi inizia a tutti gli effetti a governare la calabria.
Il passaggio delle consegne è avvenuto nella sede della presidenza della Regione Calabria in Catanzaro.
Scopelliti, ha tracciato le linee d’azione del nuovo esecutivo ed ha dichiarato che la giunta sarà pronta nel giro di 3 o 4 giorni e conta di presentare gli assessori in questa settimana; mentre lo staff presidenziale è composto da persone a lui vicino e rivolgendosi alla platea, Scopellliti ha detto: mi avvarrò del contributo di chi è stato al mio fianco in questi anni. So già che si tratta di persone di qualità ed oneste, di cui posso fidarmi. In questi anni ho cercato di costruire intorno a me una classe dirigente. Dobbiamo ora dimostrare di essere all’altezza di un lavoro su scala più ampia di quella comunale. Qualcuno dei miei collaboratori – ha aggiunto – resterà a Reggio per non sguarnire il Comune. Posso anticipare che ci sarà una prevalenza di persone giovani, perché punto sull'ambizione e sulla voglia di fare. Non mi piace chi si sente già appagato dal risultato.

Ancora nessuna anticipazione sui nomi dei collaboratori, di sicuro il portavoce del nuovo presidente sarà un giornalista e non un politico.
Spazio per le donne sia in Giunta che nello staff.
Quanto all'impronta del suo mandato da governatore il Presidente Scopelliti ha le idee molto chiare. «La strada che gli elettori e il popolo ci hanno indicato – ha detto – è chiara e noi la percorreremo. Non accetterò indebite pressioni e tutto ciò che farò sarà per la Calabria. Non ho paura di fronteggiare chi si metterà contro questo nuovo cammino tracciato dal popolo calabrese. Non voglio disperdere questo grande patrimonio che ci è stato dato. Non farò annunci, ho fatto così da sindaco di Reggio Calabria, ma porteremo invece avanti progetti e comunicheremo le cose fatte. Della politica degli annunci la Calabria non ha bisogno. I miei nemici sono i mafiosi, gli affaristi, la borghesia mafiosa. Non tollero i delinquenti che hanno sottratto risorse ingenti alla Calabria. Ho sempre fatto una battaglia contro chi lavora per far vivere solo i propri affari. Ad esempio, attorno alla sanità si muove un mondo enorme. Occorre tagliare e mettere gente onesta e buttare via gli affaristi. Questa è la battaglia per la crescita della Calabria».
Buon lavoro Presidente Scopelliti!

Italia prima Repubblica tra realtà e demagogia,


E mentre il popolo annaspa nei bisogni la demagogia continua a mietere vittime.

Con il termine Prima Repubblica si definisce il periodo temporale politico gestito dai partiti del cosiddetto arco costituzionale italiano che, dal dopoguerra (1946) fino ai primi anni novanta (1994) hanno, appunto, adottato particolari forme gestionali scorrette e ridistribuito le risorse dello stato secondo parametri partitici più che sociali.

La trasformazione politica dei partiti fu avviata dallo scandalo “mani pulite” che vide implicati tutti i partiti della vecchia repubblica in finanziamenti illeciti composti di “lasciti e donazioni volontarie” ai partiti elargiti da imprenditori e faccendieri come segno di gratitudine per i favori ricevuti.

I mass media, con l'espressione mani pulite indicarono l'operazione giudiziaria condotta in Italia negli anni novanta dal pool della Procura della Repubblica di Milano formato da Antonio di Pietro, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo, Ida Bocassini, Francesco Greco, guidati dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli.

Le indagini scoperchiarono il pentolone del malaffare dei dirigenti politici ed economici dell’Italia del dopoguerra, del boom economico ma anche dell’austerità degli anni 70 e 80.

Un’Italia guidata dai partiti storici: democrazia cristiana, partito socialista, PSDI, PRI, PLI e dall’opposizione rappresentata dal PCI che raccoglieva il malcontento popolare rappresentato dalle piccole formazioni dell’estrema sinistra: psiup, lotta continua, pdup, il manifesto, avanguardia operaia. 

L’Italia degli anni di piombo, degli attentati mafiosi, dei brigatisti rossi e neri.

L’Italia di Borsellino, Falcone. L’Italia di Moro!

L’Italia dei sospetti e dei finanzieri d’assalto! Insomma un’Italia al microscopio, sempre sotto indagini che non arrivano mai a buon fine; che non spingono le menti verso vecchi consolidati schemi etici ma che inducono a diventare “furbi” scaltri per non affondare.

D'altronde, le inchieste, condotte e appena accennate, purtroppo lasciano capire chiaramente che lo scossone di mani pulite e tutti gli altri scandali non sono stati sufficienti a risolvere illeciti e rieducare le menti ma hanno reso più guardinghi e scaltri quanti usano il sistema “partitico” nazionale.

martedì 13 aprile 2010

io sto con emergency e contro ogni spargimento di sangue


Emergency non ha notizie dei tre collaboratori accusati di terrorismo e arrestati dagli afghani sabato scorso all'ospedale di Lashkar Gah.
L’ospedale è sotto il pieno controllo della polizia e dei militari afghani.
L'organizzazione umanitaria di Emergency riferisce che gli altri sei operatori, 5 italiani e un indiano, fino a ieri sera bloccati in casa, hanno lasciato oggi Lashkar Gah diretti all'ospedale di Emergency di Kabul per motivi di sicurezza.

Emergency ribadisce di non avere notizie riguardanti l’ospedale in quanto all’interno non c’è più personale dell’organizzazione umanitaria da sabato scorso.

Il ministro degli Esteri Frattini, da Sarajevo, continua a seguire la vicenda con molta attenzione e invia, da Roma l'ambasciatore Attilio Iannucci, col compito di consegnare una lettera al presidente afghano, Karzai.
L'ambasciatore Iannucci è accompagnato dal magistrato italiano, consigliere giuridico al ministero degli Esteri, con l’incarico di assistere l'ambasciata italiana e seguire l'evoluzione dell'inchiesta aperta sui connazionali arrestati: Matteo Dell'Aria, Marco Garatti e Matteo Pagani.

Oggi, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine. Per il momento il procuratore aggiunto Pietro Saviotti non ipotizza alcun reato e nel fascicolo sembra siano inserite le diverse informative da lui già richieste e che riguardano il caso in questione e la posizione dei tre nel presunto coinvolgimento del fantomatico complotto svelato dai servizi segreti afghani e che avrebbe avuto come obiettivo l'eliminazione del governatore della provincia di Helmand. (queste le notizie e le accuse ufficiali). E noi, opinione pubblica, ci chiediamo: non esistono mezzi decisionali più celeri e immediati, vista la posizione dell'Italia in Afghanistan?
Come al solito ci perdiamo in fantasiosi discorsi di lana caprina; difficilissimi da districare ma che depistano e senz'altro aiutano qualche grande burattinaio.

Secondo quanto diramato dai media, al momento in Procura si esclude un collegamento con la vicenda di Daniele Mastrogiacomo, il giornalista di “Repubblica” e il fotografo Gabriele Torsello.

Sul caso dei sanitari di Emergency arrestati in Afghanistan è intervenuta anche Margherita Boniver, parlamentare del Pdl e inviato speciale del ministro degli Esteri per le questioni umanitarie. “Sembra francamente poco credibile che medici e paramedici impegnati in azioni umanitarie da tutta una vita improvvisamente diventino dei bombaroli.”

Emergency e' conosciuta in tutto il mondo e sostenuta non per le idee politiche dei suoi esponenti, ma per il lavoro incredibile e meraviglioso che fa in zone povere, impervie e impossibili dal punto di vista climatico e ambientale quasi sempre teatri di guerre.

È per l’umanità eroicamente espressa dal personale di emergency che io sto con l’associazione umanitaria e per lo stesso motivo, ritengo impensabile, che si mettano a giocare a fare le spie e complottare. Tutto ciò è assurdo!

insediamento Scopelliti, presidenza regione Calabria


È previsto per domani, mercoledì 14, l’insediamento ufficiale del nuovo presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti.

L’insediamento è previsto per le ore 12,00, nel palazzo ''Alemanni'', a Catanzaro, sede della presidenza della giunta regionale della Calabria, dopo lo scambio dei saluti con il presidente uscente Agazio Loiero. E, in settimana, si presume ci sia l’assegnazione delle deleghe agli assessori che dovranno gestire la macchina esecutiva degli organismi politici regionali calabrese.

Emergency, chi ha interesse a eliminare l'ospedale in Afghanistan?


Emergency fa paura a qualcuno:

in Afghanistan non sono presenti giornalisti e quello che sta accadendo nella provincia dell’Helmand è documentato solo nei registri dell’ospedale di Emergency.
"I nostri registri parlano in modo inequivocabile, dichiara Gino Strada: il 34% dei feriti dai bombardamenti sono bambini sotto i 14 anni".
"Noi siamo medici e infermieri, non siamo dalla parte di nessuno".
"Noi siamo tra i più duri contro il terrorismo, contro qualsiasi forma di terrorismo, compreso quella forma di terrorismo di massa che si definisce con altre parole come "guerra". Posso tranquillizzare il ministro Frattini - ha concluso il chirurgo - che i tre non hanno nulla a che fare con questa storia".
"Qualcuno ha infilato le armi nel nostro ospedale di Lashkar-gah, ma certamente non i nostri internazionali" arrestati dalle autorità afghane.
"Nessuna accusa formale è stata ancora formulata" contro i tre cooperanti italiani di Emergency ha ribadito Strada sottolineando che per i tre ancora non è stato nominato un avvocato difensore.
Alla luce dei fatti, Emergency si mobilita per chiedere la liberazione dei tre operatori italiani arrestati sabato in Afghanistan con l'accusa di aver partecipato a un complotto per uccidere il governatore della provincia di Helmand, Goulab Mangal.
questi i fatti finora riscontrati che inducono Maso Notarianni e non solo di affermare che si possa parlare a tutti gli effetti di sequestro, dal momento che i tempi di un fermo legale sono scaduti. Infatti, sono trascorse le 72 ore di fermo senza che vi sia stato un fermo restrittivo o qualsiasi altra comunicazione e non ci risultano notifiche a nessuna procura afgana.
Secondo Notarianni, è lecito esigere la liberazione del personale di Emergency, perciò chiede formalmente al governo italiano disi attivarsi.

Emergency, dal canto suo, si sta preparando per una mobilitazione nazionale per sabato prossimo a Roma.

"Il nostro appello sul sito sta riscuotendo un successo clamoroso, da ieri sera continuiamo a registrare oltre 1.500 accessi contemporanei ogni minuto". annuncia Notarianni.

E, Cecilia Strada, presidente di Emergency ha dichiarato:
"Spero in una svolta rapida delle indagini, noi di Emergency chiediamo il rispetto della legge e della Costituzione da parte delle autorità afghane".

Mentre, per il ministro Frattini, le accuse di Emergency, che parla di sequestro dei suoi volontari, "hanno il sapore di una polemica politica. Sono frasi che non aiutano innanzitutto i nostri connazionali. Se cominciamo a parlare di sequestro trasformiamo in una vicenda politica quella che è una investigazione alle prime battute, che vogliamo seguire garantendo i pieni diritti dei nostri connazionali".

Cauto invece il governo afghano che ha smentito le indiscrezioni apparse sul 'Times' relative a una presunta confessione dei tre operatori. "I tre uomini sono stati arrestati nel corso di un'operazione congiunta" ha detto il portavoce del ministero dell'Interno Zamarai Bashary ad aki adnkronos international, limitandosi a sottolineare che "adesso sono in corso gli interrogatori. Stiamo cercando di capire come queste armi siano arrivate lì''.

Dal canto suo il ministro degli Esteri ha sottolineato: "Mi sembra che ci sia stata una notizia erronea data da un giornale e non una marcia indietro degli afghani. Gli afghani hanno detto di non aver mai collegato gli italiani ai terroristi". "C'è un giornale - ha aggiunto il ministro da Tirana - che lo aveva dato per scontato; si tratta di un caso di cattiva informazione resa all'intero mondo."
Intanto, il portavoce del governatorato di Helmand, Daoud Ahmadi, in un'intervista ad Aki, ribadisce che "pistole, giubotti esplosivi, radio e altro equipaggiamento sono stati trovati in un magazzino dell'ospedale di Emergency supervisionato indirettamente dagli italiani".
Sabato, riferendo dell'arresto dei nove, era stato lo stesso Ahmadi ad accennare a sospetti "contatti" tra il gruppo e "la leadership dei Talebani", da cui i tre italiani e i sei afghani coinvolti, aveva precisato, sono sospettati di aver ricevuto 500mila dollari.

E' stata invece smentita, dai diretti interessati, l'ipotesi che i tre operatori abbiano legami con i talebani. "Perché mai dovremmo pagare 500mila dollari a un 'farangi' (straniero) quando abbiamo centinaia di persone pronte per il 'fidayin' (attacco suicida)?", si è chiesto Abdul Khaliq Akhund, comandante talebano locale, in un'intervista telefonica. Akhund proviene dal distretto di Nawzad, nell'Helmand, ed è stato comandante dei talebani nei distretti di Nawzad e Musa Qala.
"Sull'ospedale di Emergency non abbiamo alcuna opinione, né positiva né negativa - ha affermato - Ci sono molte organizzazioni che lavorano sul posto, a prescindere dall'agenda delle forze di occupazione. La Croce Rossa e l'ospedale di Emergency sono solo alcune di queste", ha sottolineato il comandante Akhund, precisando che "i talebani rispettano il loro lavoro". "Il comandante dei credenti, il mullah Omar, apprezza il lavoro della Croce Rossa. Questo significa forse che i talebani sono in collusione con la Croce Rossa?", ha aggiunto Akhund.

Sulla vicenda al momento nessuna iniziativa è stata presa dalla Procura di Roma . La questione è all'esame del procuratore aggiunto Pietro Saviotti che dirige il pool antiterrorismo della capitale il quale si è incontrato oggi con i carabinieri del Ros per fare un primo punto della situazione.
L'ufficio del pubblico ministero della capitale è pronto ad aprire un fascicolo nel caso che le accuse mosse ai tre fermati risultino fondate o, come afferma Gino Strada, si tratti di una operazione di guerra preventiva.

domenica 11 aprile 2010

Gino Strada: avventuriero di pace in Afghanistan


Quando c’è in gioco la libertà personale di operatori umanitari che spendono le energie per aiutare ammalati e vittime delle guerre, quantomeno ci si aspetta piena solidarietà da parte dei rappresentanti di governo piuttosto che esternazioni politiche dettate dall’appartenenza governativa dei ministri. Gli schieramenti e i colori politici devono annullarsi e annullare partigianità e giudizi faziosi. Turba l’esternazione riportata dai media del sottosegretario agli esteri italiano Alfredo Mantica come risposta all’arresto dei tre medici italiani di Emergency in Afghanistan che testualmente ha detto:

"deve far riflettere Gino Strada e la sua organizzazione, che forse da umanitario fa un po' troppa politica". "Il governo italiano deve accertare la verità'", "mi auguro che la verità dia ragione a Gino Strada, ma ho delle perplessità".

Dal canto suo, Gino Strada, fondatore di Emergency ha detto: è iniziata una guerra preventiva per togliere di mezzo un testimone scomodo. I nostri medici sono stati rapiti dalla polizia del governo Karzai. Governo difeso dalla coalizione internazionale della quale fa parte anche l'Italia. Si tratta di un'aggressione grottesca e ingiustificata che non trova una spiegazione - ha ribadito Strada - Le accuse mosse al nostro personale sono approssimative e grottesche.
E, ancora, ha spiegato Strada durante una conferenza a Milano: è scattata una guerra ad un ospedale. La cosa non mi sorprende perché la logica della guerra è diversa dalla nostra. Nella guerra un ospedale è qualche cosa di strano e di anomalo perché cura e cerca di salvare le vite invece di distruggerle.
Gino Strada ha testimoniato che in Afghanistan sono state eseguite in questi anni 60 mila visite ambulatoriali e ci sono stati 10 mila ricoveri.
''Abbiamo curato feriti grazie al rispetto delle convenzioni internazionali. Fino a poco tempo fa i trattati venivano rispettati. Oggi tutto questo non è possibile. Dopo i bombardamenti non e' stato neppure possibile aprire un corridoio umanitario''.

pedofilia, shock tra i fedeli e nella società laica


Oggi è di scena la pedofilia. Giornalisti della carta stampata, del web e delle televisioni spulciano i casi denunciati dalle vittime e tentano di fare il punto della situazione.
Devianza, esasperazione consapevole o no della sessualità; depravazione da perseguire secondo le leggi, questi i temi cruciali delle analisi e dei servizi fin qui prodotti dai mass media.

Lo scandalo maggiore è scoppiato in seguito alle denunce di alcune persone nei confronti dei loro ex educatori in abiti talari: i preti!

Non c’è alcun dubbio: sono episodi destabilizzanti che generano non poche perplessità nei fedeli praticanti e no.
Gli interrogativi si moltiplicano.

L’opinione pubblica s’interroga e interroga gli alti prelati della Chiesa che avrebbero dovuto vigilare e intervenire con solerzia così come intervengono nei turni elettorali per appoggiare questo o quel rappresentante che a loro modo d’intendere è vicino ai dettami del vangelo o nell’appoggiare una campagna scientifica, insomma, intervenire nelle problematiche dello Stato laico e a volte determinarne i cambiamenti reali della società.

È altresì vero che chiunque osserva altre religioni o possiede formazioni culturali e politiche differenti ha la possibilità di cavalcare l’onda del malumore che simili notizie suscitano.
I detrattori amplificano e precisano i fatti, solleticano morbosità e ottusi estremismi per guidare subdole ribellioni e alimentare il fuoco dissacratorio che accomuna gli arrabbiati; quelli che sono sempre contro tutto e tutti, e teorizzare, nel momento in cui la notizia diventa di dominio pubblico, la sacralità della libera espressione dei fatti.

Detto ciò, rimangono da chiarire alcuni aspetti importanti. Difformità culturali che ci trasciniamo dietro da millenni e che ancora non abbiamo avuto il coraggio di esternare ed epurare dalle false nozioni che anche alcuni “preti” hanno divulgato ma non attuato nella pratica del vivere quotidiano.

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