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domenica 16 agosto 2009

social forum e gradimento popolare: share e supremazia condivisa


Attraverso i social forum c’è l’opportunità di far conoscere le proprie opinioni agli utenti del web. La pubblicazione dei post o degli articoli delle testate giornalistiche presuppongono l’avvio di un confronto tra chi pubblica, suggerisce o sostiene una certa notizia.
Il confronto dialettico serve ad entrambi ma anche al terzo che legge per capire, analizzare e correggere eventuali incomprensioni. A maggior ragione, se chi opta per il no, in caso di voto, si nasconde dietro l’anonimato, il lettore anonimo dovrebbe motivare il disappunto scaturito dalla lettura per fugare eventuali strumentalizzazioni partigiane da parte di quanti hanno mire poco edificanti.
Internet dà l’opportunità a chiunque di esprimere le proprie opinioni e la prerogativa democratica del mezzo di comunicazione di massa non è quella di scimmiottare il mercato delle notizie con le regole del gradimento popolare ruffiano, bensì quella di poter esternare in maniera genuina sane opinioni, se pur contrastanti, comunque, atte a dichiarare differenti concetti culturali, politiche, religiose.

venerdì 3 maggio 2013

l'idiota sul web e la spazzatura in tv

50cent. per togliersi pruriti di nera

Cos'è più dannoso dell'idiota sul web e la spazzatura in tv?

Il moralismo di pancia!

Mi sembra strano che una donna coraggiosa e intelligente come la Presidente della Camera Laura Boldrini, che non si lascia intimorire da nessuno tant'è vero che rifiuta la scorta prevista dal regolamento a tutela delle alte cariche dello Stato, apra una bagarre sulla libertà d'espressione in internet.

Le sue parole si prestano bene per riaprire la questione “censura” sul web. Problema che sta a cuore a molti ma con finalità differenti.

Il web, si sa, è uno spazio indefinito, irreale, che qualcuno definisce democrazia liquida per la possibilità effimera di poter esserci e esprimere le proprie opinioni.

È, tutto sommato, lo specchio dell'educazione che i grandi hanno impartito nel mondo reale ai piccoli.
Quindi, perché tanto scandalo? Anche noi cittadini ci siamo scandalizzati davanti alle porcate di certa gente.
Gente che si è insediata indegnamente nelle Istituzioni. Gente sotto inchiesta per fatti resi noti dalla libertà di espressione di giornalisti e blogger seri.

Eppure, nonostante i post incriminati siano stati rimossi e condannati, messaggi e fotomontaggi indirizzati alla Presidente Boldrini.

Nonostante la Procura di Roma abbia aperto un fascicolo d'inchiesta per la spazzatura mediatica lasciata su alcuni siti internet, in riferimento alla signora Boldrini.

mercoledì 17 ottobre 2012

la disinformazione ai tempi del web

Navigando nel web mi sono imbattuto in un articolo di Carlo Formenti pubblicato sul Corriere della sera il 28 febbraio del 2011 dal titolo:
La “Disinformazia” ai tempi del Web
sottotitolo:
Identità Multiple per Depistare.
Articolo interessante! Ed è per questo motivo che lo ripropongo ai lettori del blog e all'attenzione di quanti credano che la delazione sia un'arma da usare con disinvoltura nei confronti dei concorrenti più “bravi”.
Internet, si dice, è un medium più democratico di quelli tradizionali perché non può essere usato come strumento di manipolazione dall'alto  le opinioni si formano liberamente attraverso un dibattito in cui tutti possono prendere la parola per confrontarsi «alla pari».


Ma le cose non vanno sempre così. Lo sa bene George Monbiot, blogger e firma del Guardian, impegnato in una crociata personale contro le pratiche di disinformazione messe in atto da governi e corporation per inquinare i dibattiti che si svolgono su forum, mailing list e social network fra cittadini, consumatori e utenti.

La tecnica più in voga usata, fra gli altri, dal governo cinese per attaccare i blogger dissidenti e dall'industria del tabacco per screditare le campagne contro i danni del fumo passivo, consiste nell'arruolare squadre di agenti provocatori per far degenerare in rissa le discussioni, spargere false informazioni, diffamare le persone e le istituzioni che si vogliono screditare, ecc.
Sembra tuttavia che queste strategie stiano per compiere un salto di qualità:

Un noto e prestigioso blog politico americano, il DaiIy Kos, scrive infatti di avere ottenuto da una «gola profonda» alcune mail (delle quali pubblica stralci) sottratte alla società HB Gary, che fornisce servizi a varie agenzie governative Usa, come la Cia e il ministero della Difesa, dalle quali si scopre che l’azienda in questione sarebbe dotata di software di «persona management», cioè di programmi che consentirebbero a un soggetto impegnato in una campagna di disinformazione di assumere contemporaneamente fino a 70 identità (profili di social network, account in forum, ecc.) gestendole in parallelo;
il tutto senza che si possa scoprire chi tira i fili di queste marionette virtuali. E’ normale, si dirà, la «disinformazia» è antica come il potere.
Ma la rapidità con cui il potere ha saputo reinventarla nell'epoca di Internet suscita una certa rabbia: «bombardare» le masse dall'alto con false informazioni non è bello, ma infiltrarsi in un ambiente dove la gente credeva di poter finalmente mettere liberamente a confronto le proprie opinioni è molto più vile e disgustoso.


lunedì 18 dicembre 2023

Siamo seri!

 


Non mi va di perorare cause anche perché, non essendo a conoscenza della verità, quindi della bontà dei soggetti incriminati, si corre il rischio di dire cavolate.

Però una cosa è certa! Ad ascoltare le notizie dei giornalisti in televisione o leggerle sulla carta stampata la repulsione sale e come un conato di vomito inarrestabile straripa!!!

E con disgusto mi avvalgo quindi della facoltà di esprimere opinioni legittime:

venerdì 19 maggio 2017

Aria nuova? Stop alle poltrone

Non è necessario prendere l'aereo o fare molti km per capire che esiste la civiltà; basta poco per entrare nel mondo ordinato dai criteri che determinano le giuste attenzioni civiche, cioè, quelle azioni che rientrano nell'ordinaria amministrazione di sindaco e consiglieri per garantire decoro agli spazi urbani, salute pubblica e vivibilità ai cittadini.

Basta solamente percorrere 2km per sentirsi parte integrante della civiltà organizzata.

La storia si ripete immutabile.
Immutabile come le stagioni, Catanzaro sfoggia i suoi look. Vestiti nuovi. Eleganti per il centro e per il quartiere marinaro. E qualche rattoppo nelle periferie dimenticate.

Il quartiere marinaro, bello, lindo e vivibile, è all'attenzione degli amministratori e nelle logiche commerciali che guardano al sistema turistico come possibile fonte di ricchezza. Ed è giusto!

Il centro, va be', è quello che è. E il corvo? L'aranceto? Pistoia?
Fare due passi a piedi è bello, sì! Ma devi avere una certa agilità e propensione alla gimcana. Saltare cespugli. Stare attenti alle bisce. Ai topi e ai gatti. E anche alla cacca dei cani, specialmente a quella microscopica.

E poi, la segnaletica, orizzontale e verticale...

In questo clima si svolge la corsa ai posti che per cinque anni garantiscono un sussidio economico.
E ancora qualcuno ha il coraggio di parlare di populismo o peggio, si riempie la bocca con la parola cultura.

Eppure, tornando ai quartieri dimenticati, Corvo, Aranceto e anche Pistoia, hanno ospitato, negli anni, a partire dai rispettivi insediamenti urbani, diversi esponenti politici con differenti colori e cariche. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Serve ancora esprimere gratuite e disinteressate opinioni se queste creano solo inimicizie piuttosto che leali confronti?

sabato 9 febbraio 2013

come cosa e perché scrivere sul blog

courtesy  "intervento dgt" M. Iannino
Per alcuni il blog è una sorta di diario on line sul quale scrivere opinioni o parlare delle esperienze vissute, dire la propria visione su quanto accade in politica e nella società. C'è chi lo fa in maniera pungente, magari ricorrendo a una stira più o meno velata e chi urla rancori, lancia slogan, cerca accoliti (che sul 2.0 si chiamano followers = seguaci). Per me il blog è un giocattolo duttile che posso modificare in ogni momento. Cambiare il titolo del post, rivedere strafalcioni dovuti all'instabilità della connessione internet, ai virus che bloccano o rallentano il mouse, o molto più semplicemente perché dopo pubblicato, il post, che deve essere sintetico ma efficacemente dialogante, non lo è!, o per lo meno lo è in parte. A volte mi rendo conto che il titolo non è molto accattivante. E siccome sul web vige la regola dei 3 secondi, anche se è scritto discretamente, quando non acchiappa la curiosità dei naviganti casuali ogni buona scrittura diventa inutile.
D'altronde, perché cristallizzare la scrittura, mummificarla come se fosse parte inalterabile di un blocco litoide sigillato e protetto da uno scrigno quando sulla terra ogni azione è in divenire? E poi chi non ha ripensamenti? Il mondo dell'arte e della creatività sono pieni!

domenica 11 ottobre 2009

democrazia e uguaglianza

Libera analisi di una democrazia
Sono lontani i tempi in cui tutte le rappresentanze delle correnti di pensiero presenti nel territorio nazionale si schieravano tra gli scranni istituzionali del parlamento italiano e proponevano liberamente idee supportate dalla cultura ideologica d’appartenenza. Da qualche anno alcuni soggetti hanno deciso di abolire le diversità culturali raggruppando in soli due schieramenti le molteplici filosofie di vita. Al cittadino comune, quello che ha come pensiero costante il problema di come sbarcare il lunario, sembrerà banale e deleterio dal punto di vista culturale, ma, non gliene frega nulla! Non sta a vedere se è bianco o rosso il vessillo di chi governa; il genitore, ma anche il singolo, vuole vedere tutelati i diritti fondamentali della famiglia, della salute, della scuola! In una parola vuole vedere riconosciuta la dignità della persona! E non vedersi tirare in ballo, strumentalmente, al momento opportuno, per rafforzare azioni di governo, e non, che lasciano dubbi per la mancanza di chiarezza e visione reale dei problemi comuni.
Non c’è il minimo dubbio che si stia attraversando un momento difficile per la mancanza di lavoro, serenità individuale e sociale. In questo clima, alcuni imbonitori non trovano di meglio che sviare le tensioni reali, prodotti dalla disoccupazione e dai nuovi assetti sociali, urlando e litigando con la controparte politica per futili motivi. Sarebbe invece auspicabile che ragionassero coralmente su cose concrete e magari riprendere vecchie questioni irrisolte:
Nel 1980, il Presidente della Camera Nilde Jotti propose di ridurre del 50% il numero dei parlamentari, (attualmente, se non sbaglio, le camere sono costituite da 630 deputati e 315 senatori più quelli a vita). Se si pensa che il Senato americano è composto da 100 rappresentanti, il nostro è certamente il più affollato. Senza contare le onorevoli assenze, lo zelo dei pianisti, le risse e la mancanza di rispetto verso le Istituzioni dello Stato e il popolo tutto; con tutto il rispetto da parte mia per le due Camere; l’Italia e gli Italiani non stanno facendo una bella figura.

Senza aggiungere altro, rammentiamo tre semplici punti:
  1. È in vigore la CARTA COSTITUZIONALE della Repubblica Italiana!
  2. L’immunità parlamentare è stata abolita dai parlamentari coraggiosi.
  3. Se non modificata da uomini lungimiranti, la Costituzione, deve essere rispettata nella sua interezza!
E, infine, rileggiamo insieme due articoli della Costituzione Italiana:
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

lunedì 16 marzo 2015

La Catanzaro civile è con Franco Caruso

Catanzaro dà il benvenuto a Franco Caruso


La libertà è un bene da proteggere.
È singolare, per non attribuire aggettivi più pesanti e diretti a quanti indossano e si nascondono dietro le maschere istituzionali, la mobilità di una città dormiente come Catanzaro tirata in ballo strumentalmente da alcune frange politicizzate ma culturalmente retrograde.

L'elenco delle disfunzioni sociali e strutturali sarebbe lungo per una città come Catanzaro e altri dovrebbero essere i problemi da risolvere nell'immediatezza ma pare che, per il coisp e qualcun altro che ha fatto della politica un lavoro come tanti, il caso eclatante sia la docenza conferita a Franco Caruso nella facoltà di sociologia all'Università cittadina Magna Grecia dagli organismi universitari preposti al reclutamento degli insegnanti.

lunedì 11 maggio 2020

ciao Grazioso

La vita e la morte camminano insieme. Entrambi gli eventi fanno parte di ciò che siamo. Eppure davanti alla morte rimaniamo sempre esterrefatti, addolorati, sorpresi. E nonostante sia, la morte, l'unico dato ineluttabile dal quale non ci si può esimere, ci sentiamo forti mentre percorriamo le strade terrene e affrontiamo gli ostacoli della quotidianità a muso duro come se non dovessimo mai lasciare questo mondo.

D'improvviso ci sentiamo traditi. Soli. L'assenza pesa! E il vuoto lasciato dalle improvvise partenze delle persone care deve essere perentoriamente riempito coi ricordi.

Da qualche mese mi trovo nella scomoda posizione, col cuore colmo di amarezza, mio malgrado, di dovere ricordare qualcuno. Coetanei e non. Parenti. Amici. Persone con le quali ho fatto un pezzo di strada. E nel ben e nel male siamo cresciuti. A volte scontrandoci ma sempre nel rispetto della sacra amicizia che ci ha resi uomini.

I necrologi non mi sono mai piaciuti. Sento comunque il dovere di scrivere non per testimoniare l'affetto, che è insito, ma per esorcizzare gli aspetti bui dell'esistenza stessa e ricordare, ancora, i traguardi che essa pone e le fatiche imposte per raggiungerli con dignità.

Con te, Grazioso, era difficile litigare. Non ce ne era motivo.

La notizia della tua dipartenza, caro Grazioso, arriva come un fulmine a ciel sereno. È prematura! Decisamente inaspettata e prematura!

È una botta improvvisa che lascia sgomenti tutti. La tua nobiltà d'animo rimane a perenne ricordo dell'uomo pronto al dialogo.

L'uomo che sapeva spendere energie e condurre battaglie politiche e sociali ritenute valide e importanti per la comunità.
Opinioni condivisibili, a volte meno, ma sempre portate avanti con veemenza. A volte ingenuamente. Come fa chi è innamorato della politica. Forte, caparbiamente forte nel volere un mondo migliore.

I tuoi whatsapp ne erano colmi. Pensieri scritti con sentimento, propaggini cresciuti dai libri. Quei libri tanto amati sparsi per casa. Ordinati. Posti uno sull'altro. Anche per terra. Torri di carta, custodi di sapienza antica e contemporanea nei quali ti isolavi e traevi sollievo.

I tuoi messaggi mancheranno caro amico. Riposa in pace Grazioso. E che la terra ti sia lieve.




lunedì 23 maggio 2011

Pisapia meglio della Moratti

il volantino distribuito a Milano pro Moratti
Il bello della rete è che ti fa sentire davvero cittadino del mondo! Dà la possibilità d’essere parte attiva e di esporre il proprio pensiero in merito a vicende sociali e finalmente esprimere opinioni nei confronti dei cosiddetti leader. In rete si trova di tutto, dalle cazzate alle cose serie e, vista la piega che hanno preso, anzi che ha voluto imprimere il cavaliere disarcionato dalle sue stesse stronzate, le elezioni fanno parte della scelta “confronto democratico” anche a chi non è di Milano, Napoli ecc.
Il web consente di analizzare i fatti e, se la situazione lo esige, schierarsi!

Milano e Napoli rappresentano le opportunità immediate per dire basta a forme di governo assurde e a politiche settoriali personalizzate che arricchiscono pochi e impoveriscono molti cittadini.
La politica dell’attuale destra di governo è chiara! Vuole ingrassare chi sta già bene e mandare al macero i poveri. Lo confermano le liti di Berlusconi e della Moratti. Le volgarità della Santanchè. Gl’imbrogli mentali dei leghisti con a capo Bossi.

Basta con le volgarità. Basta con le bugie. Basta curare gli interessi di pochi!
L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro!

E poichè si è perso il senso della misura e del decoro, se fossi a Milano voterei senza dubbio per Pisapia, almeno lui ha i piedi per terra e guarda ai problemi sociali, ai più deboli, e non promette ministeri, evasioni fiscali (multe), condoni e oscenità sociali che minano il pensiero altruistico delle collettività evolute.
E, di conseguenza, De Magistris alla guida di Napoli contro la cattiva gestione della cosa  pubblica.

mercoledì 12 ottobre 2022

Un biglietto d'auguri per te, mamma

 

Il tempo, così come lo intendiamo e lo viviamo, nonostante le rispettive opinioni e i riti celebrati per esorcizzarlo, è limitato.

Ricorrenze comuni e individuali s'inanellano e noi li sgraniamo metodicamente tutti i giorni come se sgranassimo il s. rosario. Devotamente oppure no seguiamo i rituali.

Possiamo crescere in altezza nel tempo. Accumulare. Acquisire conoscenze. Diventare genitori oppure no. Progredire. Subire iati. E al calar della sera, se si ha la possibilità, meditare.

Meditare su quanto è stato proficuo il tempo. Se è stato consumato nel migliore dei modi, se abbiamo saputo offrire serenità. Sorrisi!

Oggi sarebbe stato un giorno da festeggiare se tu saresti ancora in vita mamma. Cosa impossibile ma non troppo vista la possibilità raggiunta grazie al benessere e ai traguardi scientifici raggiunti.

Avremmo festeggiato i tuoi 108 anni! E ci avresti raccontato della tua esperienza, di come il mondi sia cambiato da quel lontano 1914.

Sì sei stata una guida e un faro per quanti ti hanno conosciuta, apprezzata per la bontà e l'abnegazione che ponevi in ogni tua azione, attenta e prodiga nei rapporti umani.

I tempi sono mutati nei costumi da quando sei andata oltre, ma questo lo sapevi già perché stavano cambiando allora.

Che vuoi che ti dica? Qui, viviamo di riflesso ma non troppo, una guerra assurda. La televisione ci mostra distruzioni e morti. Aridità di cuori. Prepotenze legalizzate da stati di diritto malati. Capi di stato contaminati dal feto putrido delle proprie carni marcescenti. Oligarchi matti. E sudditi zombi. Ma, d'altro canto, non ti dico niente di nuovo. Anche tu hai vissuto situazioni analoghe. Comunque non tutto è perduto! In molti stanno levando scudi. E, specialmente i giovani contestano queste assurdità contro natura. Purtroppo si registrano morti e vittime innocenti tra i contestatori. È il prezzo da pagare? Purtroppo sì. Non c'è altra soluzione! La pace paradisiaca non è prevista in terra. Almeno per il momento.

Ma non voglio angustiarti, mamma oggi avresti compiuto gli anni e mi piace ricordarti con quel tuo sorriso. Auguri mamma. Buon compleanno tra le anime belle dell'amore.




lunedì 7 marzo 2011

mediterraneo, rotta di migranti

storie di vita in Calabria©

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Ci vediamo al Blanca! Ssi va bbe’ sciao… Risponde la ragazza mentre sale sul motorino e parte nella direzione opposta a quella imboccata dal ragazzo. La stradina è stretta e le macchine parcheggiate ai bordi la rendono ancora più angusta. Le case arroccate sul pendio sembrano dover cadere da un momento all’altro; invece sono saldamente ancorate nella roccia della costa e dominano in tutta sicurezza il mare. Quel mare limpido che fu teatro di innumerevoli storie, vere e fantasiose, in cui giacciono chissà quanti tesori. Ma ai ragazzi non importa nulla dei ritrovamenti archeologici, dei percorsi culturali e dei bronzi di Riace, dei Greci e delle loro colonie erette nella terra brutia. La scuola è finita e loro sono in vacanza! Sospendono Virgilio, Omero e Seneca. Cassiodoro e Ovidio, per vivere all’insegna della spensieratezza assoluta, privilegiando, quantomeno all’inizio della stagione, percorsi affrancati da obblighi intellettuali.
Il sole picchia sulla spiaggia deserta e gli ombrelloni sonnecchiano scossi da leggeri aliti di vento. Anche l’uomo seduto sotto l’unico ombrellone aperto sonnecchia. Il bagnino chiude le sdraio vuote e le poggia di fianco l’un l’altra, le allinea diligentemente seguendo uno schema predefinito che non si scosta minimamente dagli altri insediamenti balneari limitrofi. Se non fosse per la varietà di colore, che distingue gli insediamenti l’uno dall’altro, sembrerebbe di essere in un unico stabilimento balneare chilometrico.
Ma, quanto prima anche qui sarà la stessa cosa –dice la signora all’amica- pare che una società del nord abbia messo gli occhi su questo posto e poi, addio spiaggia libera! Neanche questo metro quadrato di spiaggia ci lasceranno! – E accende l’ennesima sigaretta con stizza- Ha lineamenti ben disegnati la signora petulante: naso piccolo, occhi leggermente a mandorla, capelli curati… Il reggiseno copre appena i capezzoli irti, anzi sembra che siano loro a puntellare la stoffa sottile memori di un antico pudore.
Il corpo, color ambra, vive attimi propri: con estrema delicatezza, le dita delle mani ben curate tirano giù le spalline del reggiseno, infilano tra i glutei il microscopico slip e ungono con un intruglio arancione quella parte di territorio intimo appena scoperto. Più in là, poco discosti, due fanciulli giocano sulla battigia. Il maschietto lancia pietre nell’acqua, la ragazzina impasta della sabbia fine, l’appallottola e tenta d’infilargliela nel costume. Tra urla e risate cadono in acqua. Gli schizzi infastidiscono le due bagnanti che atterrite irrigidiscono i muscoli.
Noo i capelli nooo ho fatto cinque ore di fila dal parrucchiere nooo basta! Samantha! Thomas! Smettetela!, basta ho detto basta!, non schizzateeee! Se v’acchiappo… Buon giorno Cavaliere! Ragazzi!, smettetela che bagnate il Cavaliere…
Ma il Cavaliere, per tutta risposta, alza la mano e prosegue. È taciturno oggi il Cavaliere! Solitamente scambia convenevoli, racconta qualche aneddoto; invece, oggi, cammina lentamente sulla battigia con la testa bassa. Immerso nei suoi pensieri osserva i suoi piedi comparire e scomparire nei giochi d’acqua e sabbia. L’orma dura un attimo. L’abbraccio molle dell’acqua avvolge i piedi, cancella i segni e rilassa i nervi. Il moto è simile alle nenie tribali propiziatorie, quando, in cerchio, le tribù danzano seguendo lo sciacquio del bastone della pioggia agitato dagli sciamani sulla terra arida dell’Africa. Sì, lui è stato anche in Africa. L’odore acre dei carri impregnati del sudore di uomini e animali è una sensazione ricorrente. Gli ritorna alla mente spesso, specie quando vede alcune scene in tv; ma ora, quell’odore acre e pungente gli penetra davvero nelle narici.


La carretta del mare si è spiaggiata all’alba. Oltre la piccola duna, alla foce del Beltrame, pochi stracci abbandonati testimoniano il passaggio furtivo dei profughi. E, tra le povere cose disseminate sulla spiaggia un pezzo di legno, grossolanamente sbozzato, attira la sua attenzione. Lo raccatta. Lo rigira tra le mani mentre ne valuta la consistenza: è pesante! Le linee degli occhi e della faccia sono incavate ad eccezione del naso e delle grossa labbra che sbalzano di poco. Uno scudo a forma di uovo istoriato protegge il corpo.
Gli alti tigli sfiorati dal vento agitano lievemente i rami; le foglie vibrano; i tronchi flessibili ma fermi sembrano cullare pensieri antichi nell’azzurro del cielo. La scenografia avvolgente dello spettacolare teatro naturale accoglie creature libere, chiassose. Il coro degli uccelli, delle cicale e dei grilli è infastidito da un miagolio sommesso. Non segue il ritmo naturale del coro: è un linguaggio a sé, estraneo e lontanissimo dalle spensierate melodie agresti. Il cavaliere tende l’orecchio; s’avvicina alla fonte e, oltre il cespuglio, un fagottino di stracci bagnati sussulta affianco al corpo inanimato di un adulto.

Il cucciolo d’uomo piange! Accasciato, il piccolo, stringe la testa dell’anziano naufrago. Gli accarezza il volto mentre ricompone i capelli stopposi che lo ricoprivano. Non può fare altro! È impotente davanti allo scempio di vite disseminate tra le misere cose che possedevano. Rivolge lo sguardo verso il nuovo arrivato: rivoli di lacrime solcano le sue gote paffute. Ha occhi celesti; riccioli neri e pelle d’alabastro il piccolo naufrago.
Il cavaliere urla verso la spiaggia il suo grido d’aiuto. In pochi attimi, i bagnanti diventano spettatori attoniti di quel che resta di un esodo della speranza.
Povero piccolo chissà chi sono i genitori. Vieni vieni …andiamo… no no …portate un po’ d’acqua… chiamate l’ambulanza… il 113.
Nel parapiglia generale, il bambino passa di braccio in braccio. Le signore lo coccolano nel tentativo di calmarlo. Lui si dimena. È terrorizzato! Non vuole abbandonare la sua gente, i suoi cari lì su una terra sconosciuta.
La figlia di un venditore ambulante, uno dei tanti che percorrono le spiagge per qualche centesimo, anche lei con la cassettina di ninnoli, dice qualcosa e sorride al piccolo naufrago. Il bimbo si calma. La signora, sollevata, allenta la presa, lo lascia con la bimba e va a curiosare altrove.
Gli ululati delle sirene si fanno sempre più distinte. Il suono diventa pungente e,in una nuvola di polvere, appare una macchina del pronto intervento.
Gli uomini della polizia si danno subito da fare: allontanano i curiosi e transennano con del nastro bianco e rosso la zona.
Il cavaliere è il primo ad essere sentito dalle forze dell’ordine. Arriva anche l’ambulanza. I sanitari constatano amaramente che non c’è più nulla da fare e lo trasmettono alla sala operativa. No no aspettate, interviene una ragazza, c’è un bambino… Dov’è il bambino? Il bambino dagli occhi celesti color cielo con quei riccioli neri, la pelle d’alabastro… dov’è?

Spiaggia di Caminia, ore 18,30
La ragazza col motorino, quella dell’inizio, ricordate?, è puntuale: parcheggia e s’incammina verso la piazzetta.
Al bar del Blanca, seduti sotto un gazebo, alcuni ragazzi cazzeggiano. Il mega schermo trasmette musica life.
Ei ragà come ve bbutta oggi stò a pezzi non ho chiuso occhi mi madre che rompe che devo dormì de giorno a solita piattola che ppalle ‘ste mamme. Baci baci smack smack… lo avete saputo che hanno riaperto il Tempio di Atlantide? Nooo daveru Allora tutti al Tempio stanotte…
Però, quanto so’ affettuosi ‘sti ragazzi èh? –commenta un’anziana signora che osserva la scena dal suo terrazzino- e poi dicono che non hanno valori che i ragazzi hanno perso ogni voglia di vivere e pensano solo a divertirsi nelle discoteche. Guarda con quanto affetto si salutano, si abbracciano con trasporto… Nonna nun stà a dì fregniaccee tu manco li conosci…
Sul mega schermo del Blanca un’edizione straordinaria del telegiornale interrompe l’esibizione del cantante: coppie di anziani salvati in extremis dalla morte… …proiettili all’uranio impoverito e l’uso di utensili contaminati la causa delle morti sospette nella missione di pace… Le immagini del disastro sono più eloquenti delle parole del bravo cronista: ammassi di mattoni, ferri contorti, mobili maciullati in bilico sui solai dimezzati e, tra le macerie, ragazzi sporchi che raccattano qualcosa di utile.
Ragazzi di ogni età, se ancora si possono definire ragazzi quando sono costretti a guadagnarsi la vita come delle persone adulte, scavano tra le macerie in cerca di cibo e che non esitano ad arraffare generi di qualsiasi tipo da barattare.
La macchina da presa circoscrive l’inquadratura; zumma su un esserino piccolo, scalzo, che saltella tra le macerie: si ferma e scava. L’operatore indugia con la telecamera su di lui: fa un primo piano. L’esserino, si volta, si passa il dorso della mano sugli occhi e spalanca due spicchi di cielo color celeste. Sorride all’operatore e continua a scavare in cerca di qualcosa, per lui importante.

Baastaaaa!!! Basta con queste stronzate vogliamo musicaaa cambiate canale buuuuu –urlano i ragazzi-


Inizia ad imbrunire ed il cielo si carica di nuvole. Qualche goccia cade violenta sul coro di voci. – niente paura ragà è il solito acquazzone estivo mò passa.
Gli ultimi bagnanti raccattano gli asciugamani e corrono verso la tettoia del lido. La pioggia cade violenta. Qualcuno corre a rifugiarsi in macchina.
Povera gente! Pensa se piove anche da loro: danni su danni. Il tempo a volte è inclemente. Quando la butta non risparmia nessuno; se c’è un riparo a disposizione ti copri altrimenti…
D'altronde, non è la natura a provocare le guerre, al massimo ti provoca un terremoto, ma anche le scosse sismiche si possono prevenire: basta un po’ di buon senso e onestà nel programmare e costruire gli insediamenti urbani…
Ricordo il terremoto di Reggio Calabria del 1908, più che un ricordo vero e proprio è un sogno. –dice un signore avanti negli anni- mio padre me ne parlava spesso. Reggio e Messina sono zone a rischio e lì devono stare molto attenti! Mio padre era un giovanotto a quei tempi e aiutò i suoi paesani, qualcuno lo ospitò anche. Quello che lo angustiava, e me lo ripeteva spesso, era di non essere riuscito a salvare un ragazzino piccolo. Lui, papà, sentì una vocina leggera leggera provenire da sotto un cumulo di macerie; si diedero da fare in molti ma quando lo liberarono…: era maciullato!, solo la faccia aveva intatta, neanche un graffio: gli occhi aperti, sereni, di un colore celeste brillante con dei riccioli neri che gli incorniciavano un viso bianco e roseo, sembrava di porcellana tanto era bello…
Il cielo è cupo. Le nuvole hanno rovesciato il fardello d’acqua ma ancora stanno lì, stazionano sulle colline del golfo di Squillace. Ai ragazzi poco importa!, hanno deciso di trascorrere la notte al people; la discoteca è a pochi minuti da Caminia; 10 km, direzione Catanzaro. Oppure al cafè solaire sul lungomare di Soverato.
non piove più da qualche ora: le famiglie sono rientrate nelle rispettive case e i ragazzi continuano a valutare come e dove trascorrere la notte. Organizzano le macchine, l’ora e il luogo dell’incontro. Mezzanotte: ci sono tutti tranne Sabry. Jenny le manda un sms. Passano i minuti. Sabry arriva con un ritardo di un’ora abbondante. ‘Si cazzi dovrebbero ‘ncomare per legge tutti i genitori che rompono i coglioni!, perché non stai a casa dove vai con chi sei? uffa che rottura. Allora!, si và? tutti in macchina viaaa…
Il falò illumina la spiaggia. Le pigne raccolte nella vicina pineta scoppiettano. Frizzanti palline di fuoco brillano per pochi attimi, danzano nel buio e poi si spengono cadendo.
Cori stonati imbrogliano le parole originali del testo.
Risate, miste ad acuti urli in falsetto coprono le corde della chitarra. Qualcuno fuma. Aspira e passa la sigaretta. L'odore dolciastro si spande nell'aria. Qualcuno tossisce, qualcun'altro ride. Alcuni si rincorrono. Sbocciano alcuni amori. Baci appassionati, scambiati senza remore davanti agli amici inclementi che esternano ilarità giocosa e chiassosi fischi d'incitazione.
La luna piena si riflette nelle acque calme dello jonio. La sua luce pallida rischiara qualcosa. Lentamente la macchia si fa più nitida: sembra una barca! No è un gommone grande. No è una zattera, sì una zattera alla deriva. Ma c'è qualcuno là sopra. Guardate si buttano in acqua. Improvviso, un faro illumina la zona. Nessuno può sfuggire. I mezzi della capitaneria di porto controllano i clandestini. Uomini e donne, bambini e qualche anziano vengono issati a bordo delle motovedette mentre un elicottero perlustra dall'alto. I naufraghi sono spossati. Ringraziano e chiedono aiuto in un italiano stentato. Il capitano chiede notizie. Nessuno capisce o sa dare risposte. Non si conoscono gli scafisti; forse sono nascosti tra i naufraghi oppure sono scappati dopo averli trainati fin sotto la costa. Trasmette il tenente per radio. La solita storia!
Sguardi carichi di paura invocano aiuto; si rivolgono speranzosi ai salvatori. Le madri stringono a sé i bambini e le poche cose di proprietà. Gli uomini sono dall'altra parte, con gli anziani e osservano. Osservano guardinghi ma fiduciosi.
Il capitano ha l'ordine di non farli sbarcare fino a nuovo ordine. Ma loro non lo sanno. Sperano che le loro sofferenze siano alla fine. Hanno bisogno di cure fisiche e morali. Ma nella loro estrema dignità, aspettano silenziosi.
Passano le ore. Le fiamme del falò sono basse. I ragazzi guardano in direzione dei naufraghi. Anche loro aspettano di vederli da vicino; aiutarli a scendere. Parte della comitiva organizza l'accoglienza procurando beni di prima necessità: acqua, pane, biscotti, latte, chiesti e donati dai commercianti in attività vicini allo sbarco. Hanno raccolto un bel po' di roba e aspettano.
L'aurora li trova tutti lì, naufraghi e soccorritori. Fermi nello stesso punto. I ragazzi sulla spiaggia attizzano il falò: il freddo della notte si è fatto sentire; sono stanchi ma non vanno a casa. Parlano, si scambiano opinioni:
Chissà poverini quanto avranno sofferto... ma quale sofferto!, quelli vengono qua a rompere le palle a noi, mio padre dice che da quando ci sono loro non funziona più nulla: il commercio non tira perché loro offrono roba che fa cagare a pochi centesimi e la gente pur di risparmiare se la compra; li trovi dappertutto nei cantieri edili, nei campi a raccogliere pomodori... Sì è vero!, ma sai quanto sono pagati? Lavorano 10, 12 ore per neanche venti euro al giorno! Sono impiegati nei lavori più umili e faticosi. I nostri imprenditori li trattano come trattavano noi Italiani all'estero. Ho sentito storie di emigranti che hanno sofferto ogni tipo di vessazioni in Svizzera, Germania, America, Argentina e persino in Brasile. Il dopoguerra è stato un periodo triste per i nostri padri, come lo è oggi per questi poveri cristi che non hanno di che sfamarsi.
Il sole inizia a scaldare l'aria. Qualcuno desiste:
Sciiao ragà vado a casa che sennò chi li sente i miei fatemi sapere, ci sentiamo... ssì vabbè sciaoo.
Intorno alle 9, la spiaggia si anima: famiglie che scendono a mare e ambulanze pronte per eventuali emergenze.
Il battello si muove. Il comandante ha ricevuto l'ordine di accompagnare i clandestini nel centro di accoglienza di S. Anna, nei pressi di Crotone. La notizia si sparge a macchia d'olio. I profughi confabulano. Il più anziano chiede chiarimenti. Qualche giovane si butta in mare; molti lo seguono. L'acqua ribolle sotto gli occhi attoniti delle donne e dei bambini rimasti sul battello.
Il comandate parla al megafono: tranquilli! State tranquilli! Vi accompagniamo in un centro di prima accoglienza. Non sarete rimandati indietro. State tranquilli. Salite sulle scialuppe! I più forti riescono ad arrivare a terra; e lì, in braccio alle forze dell'ordine che, prestate le prime cure, sono radunati sui pullman diretti a Crotone.

giovedì 25 agosto 2016

Lotta di classe.


Si diceva proprio così: lotta di classe! Che significava rivendicare e difendere la parità dei diritti dei cittadini. Per questo motivo non si accettavano compromessi sfavorevoli o dannosi per le classi povere. Emancipazione significava rivendicare il concetto di uguaglianza, impossessarsi del diritto allo studio, la cultura vera e rivisitare la storia mondata dalla faziosità delle classi dominanti.
Per questi motivi i rappresentanti delle classi sociali tenevano alto il tono dei rispettivi temi ideologici.
Lotta di classe, si definiva!
Non necessariamente cruenta. Ma Determinata, sì!
Poi venne il caos.  furono manipolati idee e concetti. Le lobby penetrarono scientificamente le strutture dei partiti dei lavoratori. Nelle fabbriche s'infiltrarono cellule eversive composte di persone convinte di dovere forzare la mano con la violenza.
Il psi si disgrego'. Il PCI si imborghesì a tal punto da mutare pelle e essere visto come il nemico delle classi povere che accettava fondi e sovvenzioni dagli industriali non accontentandosi più dell'autotassazione degli iscritti e dei simpatizzanti. Nonché dei rubli mandati dall'ex URSS.
L'apparato costava troppo.
L'epilogo è storia recente.

Tag: politica, opinioni, società

Catanzaro. Dirigenti del PCI sul palco durante un comizio in piazza prefettura negli anni '80
Da sinistra: Natta e Politano in primo piano

giovedì 27 marzo 2025

Ai miei tempi

 "Jiemu a la scola puru si cadianu petri e mulinu".

Ai miei tempi andavamo a scuola anche se dal cielo cadevano pietre grandi quanto le ruote dei mulini.



Non è bello esprimere opinioni in merito ai costumi odierni ed esordire con un nostalgico: ai miei tempi! Specialmente quando il pensiero è rivolto ai ragazzi.

sabato 15 marzo 2025

Chiariamo:

REPETITA IUVANT.


"Catanzaro Marina, lungomare" 


 Buongiorno, molti si sono soffermati e letto i post . Qualcuno ha creduto che fosse un giornale online e qualcun'altro un espediente per pubblicità occulte.

martedì 5 marzo 2013

cosa risponde il "signor" Grillo a Monti e all'UE?

aore12
tutela dei gruppi di potere ad oltranza
o tutela dei cittadini che li hanno fatti
crescere?
Monti è ancora per pochi giorni presidente del Governo italiano e in occasione del prossimo consiglio europeo invita con una lettera gli onorevoli Pierluigi Bersani, Silvio Berlusconi e il “signor” Grillo a palazzo Chigi per discutere e fare il punto
in modo di trovare “elementi di consenso, accanto a possibili divergenze, sulle tematiche all'ordine del giorno del vertice”.

La riunione del Consiglio Europeo è fissata per il prossimo 14 marzo e verterà sulle priorità per la politica economica europea per l'anno 2013.

considerando i malumori provocati dalla politica economica recessiva portata avanti dall'Europa e viste le manifestazioni di dissenso che assediano i paesi membri nonché i “populismi” sbandierati dai partiti di potere arroccati sulle loro posizioni disattendendo il volere dei cittadini, che valore darà a una lettera del genere il “signor” Grillo?

Il 14 marzo prossimo - si legge nella lettera - avrà luogo a Bruxelles la riunione del Consiglio Europeo di primavera, dedicata alla discussione delle priorità per la politica economica dell'Unione Europea e degli Stati membri nel 2013.
Il Consiglio farà inoltre il punto sui progressi compiuti nel percorso di completamento dell'Unione economica e monetaria e affronterà il tema delle relazioni strategiche tra l'Unione e la Russia. Compete al presidente del Consiglio in carica, ancorché limitatamente agli affari correnti, di rappresentare l'Italia a tale riunione. Poiché, data la particolare situazione attuale, non è possibile svolgere il preventivo scambio di opinioni con il Parlamento - prassi introdotta dal governo che ho l'onore di presiedere - riterrei opportuno supplirvi mediante incontri con ciascun leader delle coalizioni o forze politiche che sono rappresentate nel nuovo Parlamento.

SUPPLIRVI!” Supplire per mantenere fede alla sua famigerata agenda? O per farsi carico, finalmente, dei problemi reali dei cittadini messi nella più nera miseria economica e morale dallo spread dei banchieri asserviti al potere economico?

Nel frattempo, però, il professore e il "miglior perdente" Casini si sono incontrati a pranzo.

Mario Monti e Pier Ferdinando Casini si sono incontrati. Tema del pranzo di lavoro: la costituzione dei gruppi parlamentari. E ipotesi di strategie future. Che tradotto significa: nell'eventualità che si vada al voto a giugno o al massimo a ottobre prossimi è importante attrezzarsi e aprire una discussione preventiva sulle alleanze.


giovedì 8 febbraio 2024

Tra Sanremo la Palestina e l'Ucraina

 

"garanzie di qualità" courtesy arc. iannino

Ci sono miriadi di opinioni e punti di vista personali e ognuno si differenzia dall'altro per cultura geografica generale e individuale. E in merito mi domando cosa penserà la gente vittima delle guerre in Palestina e Ucraina, tanto per rimanere in uno specchio geografico vicino al nostro, del luccichio mediatico sanremese e della presunta euforia di quanti ruotano attorno alla giostra della canzone italiana.

venerdì 12 novembre 2010

la solitudine del web

La solitudine degli internauti.

Voglia di esserci, stare nella piazza del web per avere la certezza di non essere soli, per scherzare con gli amici dopo l’impegno scolastico, confrontare i compiti, fare ricerche e approfondire lo studio o rilassarsi dopo una giornata stressante, oppure guardare dal buco della serratura cosa accade tra conoscenti e amici? Interrogativi legittimi visto il crescente numero di utenti connessi a internet.

Il web è visto dagli utenti come un giocattolo duttile. Un luogo senza tempo, un paese popolato da personaggi della vita reale che stanno lì, nella casella con la fotina, a rispondere o comunicare qualcosa d’interessante per loro. Alcuni, con un pizzico di piaggeria, gongolano se citati o affiancati a personaggi pubblici noti, siano essi politici, artisti o gente comune. Ognuno dice la sua versione in merito a qualche notizia o fatto riportato dai media, cerca spazi, tenta opinioni ma spesso è ignorato dai cosiddetti “amici”. Altri si affannano a rispondere a ogni cazzata scritta dal leader e magari ignorano pensieri profondi accennati da “semplici” amici privi d’importanza sociale.
Ciononostante si chiama social network… anche qui l’apparire conta! O no?

giovedì 24 giugno 2010

omaggio a Enzo Toraldo, pittore catanzarese

Enzo Toraldo l’ho conosciuto negli anni settanta ma abbiamo preso a frequentarci e scambiare opinioni

artistiche verso la fine degli anni settanta, primissimi anni ottanta.

Lui era schivo taciturno con chi non conosceva, ma una volta presa confidenza dimostrava un sarcasmo non indifferente. Era simpatico, nonostante le battutacce sfottenti nei confronti degli altri amici pittori. E la sua simpatia metteva in ombra volgarità e invidie.

Il suo studio era situato dietro il vescovado in una costruzione vecchiotta ma in buono stato. Due stanze un corridoio e bagno si aprivano agli amici e ai visitatori. Lo stereo, perennemente acceso, diffondeva esclusivamente canzoni di Julio Iglesias: cantante pop romantico ed ex calciatore spagnolo, dall’aria triste come Enzo, d'altronde!

Un giorno io e mia moglie capitammo dalle sue parti e, approfittando della opportunità, salimmo a fargli visita. Enzo aprì dopo qualche minuto e lo trovammo intento a sorseggiare un whisky; aveva poco da fare e poiché da qualche tempo le aveva promesso un ritratto, la fece mettere in posa e iniziò a dare pennellate su una tela 50x70.

Bastarono poche pennellate per cogliere la sensazione voluta ma per come aveva combinate le mani e la faccia sembrava che avesse dipinto da giorni: sigaretta, straccio e whisky a portata di mano, e di tanto in tanto si tirava l’orecchio (era un suo modo per esorcizzare il malocchio). Enzo non amava dipingere con persone che gli stavano affianco o dietro il cavalletto. Piccole manie!

All’inizio dell’86, io aprii lo studio ai ragazzi in un quartiere a sud di Catanzaro e lui mi fece gli auguri a modo suo, per telefono mi disse con voce nasale: se professò auguri ma ricordati che a Catanzaro c’è un solo primario e quello sono io!
Detta così, per chi non l’ha conosciuto, può sembrare offensiva ma io mi sono messo a ridere di cuore.
Ci siamo incrociati velocemente anni fa sul corso cittadino, lui, più schivo del solito, mi salutò pacatamente e andò via subito. Aveva perso il solito umorismo, malato da tempo, dopo qualche mese si spense.

mario iannino

martedì 19 febbraio 2013

Roma, spesa pubblica tra batman e conclave

Da quando esiste internet c'è una possibilità in più per dire e pubblicare le proprie opinioni.
aore12
Roma, manifesti elettorali con l'aggiunta di mortadella
e didascalia: "mangiatevi pure questa"
Non è raro incappare e leggere post che parlano di attualità, politica, cultura, amore, sesso, seriamente. C'è chi lo fa per passione e chi per guadagnarci qualcosa. C'è il fine intellettuale che continua a espandere i suoi concetti e fa proseliti nei social net fregiandosi di più contatti. C'è chi divulga intenzionalmente notizie false allo scopo di non far capire niente a chi è fuori da un determinato gruppo o sistema sociale.

Insomma, come in tutte le cose della vita c'è il bene, il male e quello di mezzo: il burlone che contesta creativamente il malaffare.
Ed è opera di un burlone la fetta tonda di mortadella apparsa sui manifesti politici di Roma questa mattina con su scritto “mangiatevi pure questa”.
Certo, dopo lo scandalo che ha fatto dimettere tutti i politici della regione Lazio per aver fatto man bassa dei soldi destinati (per legge regionale) ai partiti presenti e non, c'era da aspettarsela un'azione goliardica tipicamente romana che riassumesse il magna magna fatto con leggerezza sulle spalle dei contribuenti.
Ma Roma non ha finito di spendere i contributi nazionali.
Questa volta, però, non sono da imputare alla cattiva politica dei voraci batman ma al coraggio di un uomo che mai nessuno avrebbe pensato che si sarebbe dimesso dal suo incarico Divino. Eppure, Lui, ha capito che per risollevare il soglio di Pietro dal declino, è necessario un terremoto istituzionale, un'azione che scuota dalle fondamenta l'impero temporale, far entrare nuova luce nei cagli di un sistema imbruttito dal potere. E cosa c'è di meglio se non l'abdicazione!, un'azione nobile, degna di un grande imperatore che vuole ed esige il bene del popolo che rappresenta: Papa Benedetto XVI.

Poesia a parte, il conclave per eleggere il nuovo Papa costa agli italiani in termini di sicurezza sociale, all'incirca otto milioni di euro. Questo il prezzo che, in base ai patti lateranensi firmati dalle autorità italiane e vaticane nel 1929 e poi rivisti nel 1984 dal governo di Bettino Craxi, abbiamo pagato per l'ultimo conclave che elesse Ratzinger alla guida dei cristiani.
È tutto scritto, anzi, specificato nell'articolo 21 dei Patti Lateranensi, terzo comma: “Cura, inoltre, l'Italia che nel suo territorio all'intorno della Città del Vaticano non vengano commessi atti, che comunque possano turbare le adunanze del Conclave”. Quindi, è chiaro che tutta l'organizzazione della sicurezza e i relativi costi è demandata alla Stato Italiano.
È così dal 1929 ad oggi.
Ma, non guasta, semmai, fare i conti in tasca all'amministrazione comunale romana. La giunta Alemanno all'indomani delle dimissioni di Benedetto XVI ha chiesto al Governo di stanziare 4,5 milioni di Euro per organizzare la sicurezza nella città eterna, richiesta in linea con i costi del precedente Conclave.

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