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venerdì 12 luglio 2019

Cenacolo in riva al mare

Deriva della ragione pura e nuove barbarie.

Alcune considerazioni a margine della presentazione del libro di Filippo Veltri dal titolo “Calabria silente”. Edito da Rubbettino.


Mentre i relatori parlano mi tornano alla mente gli anni giovanili della passione politica. Incontri, assemblee... analisi.
 Sì, era passione pura la nostra!, che spingeva al superamento delle diversità e al livellamento dei problemi sociali per quanto più possibile lo fosse, non solo per me ma per una miriade di ragazzi che credevano nel cambiamento epocale dell'alienazione dei privilegi dei pochi a favore della moltitudine che viveva ai margini della sottocultura dei potenti. Poveri e ignoranti che ringraziavano i “padroni” pure per le briciole ricevute come se fosse un dono inaspettato e immeritato, che lui, magnanimamente, donava ai meritevoli.

La storia si ripete.
Ci s'interrogava, ieri come oggi, sul perché di certi atteggiamenti sociali e sulle distrazioni di massa studiate scientificamente dagli strateghi della politica per dare in pasto alle masse un nemico e iniziare una di quelle battaglie fratricide tra poveri.

Il fermento sociale di ieri non esiste più. Non esistono i grandi movimenti di massa. I movimenti studenteschi e dei lavoratori. Non esistono i maestri di vita che fungevano da faro dei partiti che si ritenevano vicini al popolo. Non esiste più il salario garantito nelle grandi industrie. Non c'è più il turnover perché non ci sono le grandi aziende pubbliche o private bisognose di forza lavoro.

Esistono nuove povertà: intellettuali e materiali. Cercare i colpevoli è superfluo.
Il depistaggio mediatico ha nuovi maestri e nuovi allievi da scolarizzare.
La massa ha bisogni impellenti da soddisfare; la gente non ha la testa e neanche la voglia di stare ad ascoltare e intervenire su questioni ritenute di lana caprina, inconcludenti e ripetitivi.

L'apatia o la distanza dai centri di potere politico e decisionale diventano vanto degli stolti che fanno il paio con l'arrogante grido: “fuori i migranti! Affondiamoli a mare.”
Con molte probabilità la delusione si è accumulata nel tempo. La rabbia fa pronunciare qualsiasi nefandezza.

Che ne è stato del lavoro dei Padri costituzionalisti, che ne è stato dello statuto dei lavoratori? Del diritto allo studio, al lavoro? E all'accoglienza?...
Gli uomini e le donne, quelli che un tempo erano i riferimenti sociali non hanno saputo mantenere il legame fiduciario col popolo?

La cultura, quella dai principi sani, quella che induce alla ragione, alla meditazione pacate dei fenomeni sociali sembra seppellita, annullata nella vita di tutti i giorni.

Per queste cose c'è la piazza mediatica. Sui social, nell'area virtuale, forse trincerati dietro l'anonimato e nascosti dal nik name, i freni inibitori cadono, ci si lascia andare. Lo sfogo liberatorio è terapeutico per le frustrazioni subite dall'assurdo ordine imposto dai poteri economici e sociali.

Sulle piattaforme l'individuo esiste se ha dei seguaci; è potente quanto più like collezione. E se per raggiungere ciò deve urlare cazzate lo fa. Poco importa chi ferisce o ammazza. Dietro al computer, l'influencer, si sente potente, invincibile. È un divo! Il nuovo cesare, declinato anche al femminile, esalta o abbatte i suoi cortigiani.
I rumori mediatici si amplificano e alimentano like dopo like i post. Rimbalzano con le condivisioni degli ignoranti. E dopo tanto parlare le energie calano. E sì, è una fatica enorme stare dietro ai numerosi follower s, dare loro soddisfazione, condividerne gli umori... alimentare le fobie...

Ecco, forse è questo il motivo del silenzio nella vita reale di tutti i giorni, caro Filippo.
Io auguro, per i nostri figli e per i giovani, che la storia non finisca come tu concludi citando i titoli dei tuoi libri: dopo la Calabria dolente la Calabria silente: poi resta poco.

Quel poco suona sinistro.
Spero, invece, che a vincere sia ancora una volta la ragione pura. E che la volontà di quanti credono nella bontà culturale sappia rompere i muri di silenzio che fanno bene solo a chi li ha eretti narcotizzando le menti coi selfie e i proclami d'altri tempi.

lunedì 6 novembre 2017

Like e bon ton

Mi è stato sempre detto e insegnato che quando si fa una cosa buona e si è altruisti non necessariamente si deve sbandierare quanto fatto perché il bene non ha bisogno di pubblicità.

Sei in pace per quello che hai fatto? ok. Tanto basta!
Il seme è stato gettato. Ma ...

Pare che ormai questi insegnamenti non siano più di moda. La rete cattura le menti. Imprigiona e uniforma i concetti in un semplice click. E se i like sono numerosi significa, sempre secondo l'attuale concetto webiano, che si è di tendenza, che hai raggiunto l'obbiettivo.
Ritieniti soddisfatto/a almeno per 5' fino a quando un tuo contatto non ti supera.

Sui social media si fa presto a indignarsi, stupirsi, strapparsi le vesti, essere buonisti e una volta off line ringhiare sonori vaffanculo a chi taglia la strada e non da la precedenza. Chissà, forse è la stessa persona che un attimo prima ci ha fatto commuovere e messo un like con tanti cuoricini.

I collezionisti di like ci sanno fare. Succhiano i sogni altrui e li vendono come propri incuranti dei diritti d'autore ©.

La rete in/gabbia. La vita reale è diversa. Forse un tantino amara ma vera. Coi suoi lumaconi. I leccaculo. Gli intrallazzisti. I politicanti. I mestieranti. E le persone perbene! Che rispettano i propri simili. Non parlano male. Non seminano zizzania. E incitano al miglioramento.

Buona vita a tutti.

sabato 20 maggio 2017

Proiezioni

Davanti alle nascite, qualsiasi tipo di nascita, si sogna e si spera sempre in positivo.


Quando nasce una nuova vita si proietta su di essa anche parte del riscatto dei propri sogni.

La nascita è, per alcuni, una rivincita nei confronti delle sconfitte subite.
Mentre, per altri,
Davanti ai primi vagiti, ma anche nella fase embrionale, il pensiero augurale comune, il più sentito, rimanda alla salute fisica e mentale del nascituro, futura entità, prolungamento ed espressione dell'essere supremo.
Che nasca e cresca sano!, è in un secondo tempo che i congiunti auspicano la realizzazione materiale dei sogni.
È così che, i desideri, di chi genera la vita e di chi la riceve, si fondono.
Il pensiero positivo cresce fino a quando non si avvera nei successi individuali e si fortificano in società o si frantuma sul muro indolente eretto dalla cattiveria dei nemici.

Si veste l'ovulo di carisma e materia già prima della fecondazione, la formazione è importante.
L'abito non fa il monaco ma aiuta nel palesare una identità. Ed è per questo che tu, amico mio, devi sapere fronteggiare i nemici.
È bene quindi addobbarsi con corazza e scudi se vuoi arginare il fango deleterio delle malelingue. Degli invidiosi che non avendo altro materiale di confronto se non il fango, lo buttano su di te per annientarti.
I serpenti si annidano ovunque. Vestiti di bontà carpiscono la buonafede dei puri d'animo e girano a proprio favore il vento infido della delazione.

Lo scopo?, mi chiedi? Il ventaglio è ampio.
Può essere per interesse. Per eliminare un geniale concorrente o diabolica, sadica, ignorante cattiveria amplificata dall'invidia. Uno status comune nella gente che misura l'altrui status coi paraocchi e secondo una misera considerazione della bellezza che s'inebria nelle altitudini mentali dei puri di spirito.
 

domenica 8 maggio 2016

Dedicato alle mamme

Oggi si ricorda la figura materna. Festeggiamenti consumistici a parte, regali e propositi sentiti alla propria mamma o a quella Celeste:

Mi piace pensare di poter vivere in una realtà multietnica composta da cromie infinite in cui ogni colore possa essere l'essenza rappresentativa dell'identità singola fattasi plurale di persone, idee, pensieri e, perché no, di interi popoli non più afflitti dai bisogni primari. Anziani, donne, bambini, uomini emancipati dalla sudditanza dei signori della guerra e dall'egoismo dell'alta finanza che pone i profitti economici e di mercato al primo posto nella scala dei valori:
chimere realizzabili!
Per non osservare mai più inermi alla vittoria dei falsi profeti che opprimono e tengono sotto il giogo dell'ignoranza collettiva i deboli.

Mai più ali spezzate dall'indifferenza collettiva, dalla paura e dall'odio, dagli affari. Dall'invidia!

Pace. Prosperità e fiducia nella creatività degli esseri nelle molteplici forme della natura e dell'ingegno umano. Serenità alle mamme procreatrici d'amore.

2°step "con le ali spezzate" ©mario iannino

domenica 20 settembre 2015

L'uomo e la natura

catanzaro, periferia,


Sembrava fosse arrivata la fine del mondo. Il vento ha soffiato forte. Nuvoloni neri carichi di poggia si sono addensati sopra gli alti palazzoni della eternamente degradata periferia catanzarese. Gli alberi hanno ceduto alla forza del vento nei punti in cui l’uomo non è intervenuto per tempo con le dovute e necessarie potature.

Ancora una volta laddove non ci ha pensato l’uomo ha provveduto la natura!

Ma l’uomo è scaltro. Se ne è lavato le mani: ha dichiarato lo stato d’allerta.
Che dire? Se piove o c’è il sole l’ unico colpevole dell’incuria provocata dal passaggio barbaro dell’uomo scellerato è da trovarsi altrove e non in chi avrebbe dovuto intervenire in tempo. Un altrove impalpabile ma concreto: il destino.
È questa forza sconosciuta ma potente che decide chi  deve rimanere sotto una slavina scivolata su una strada priva di protezioni o sotto i rami falciati dalla bufera.

Questa volta il destino è stato buono. Non ci sono stati morti o feriti e il vento si è placato dopo avere spazzato via le nuvole nere che si erano accumulate sopra i palazzoni della periferia.

Buona giornata a tutti e che la buona sorte e il bene accompagni quanti hanno necessità di trovare la serenità.

domenica 8 febbraio 2015

Tra pubblico e privato

La donna è mobile ma i politici italiani lo sono di più!


courtesy Mario Iannino "segrete stanze e pubbliche piazze"

A giudicare dagli spostamenti più o meno trasversali tra gli scranni della Camera, ad occhio e croce, circa 200 parlamentari hanno rivisto i concetti iniziali per i quali sono stati eletti dai cittadini nell'ultimo mandato.
FI. Ncd. Sc. M5s.Pd. Gruppo/i misto/i incomprensibili ai cittadini che, poveretti, i cittadini, sono tirati in ballo all'occorrenza dai tantissimi voltagabbana senza vergogna.

Unico dato certo è la direzione palese imposta dall'alta finanza ai Paesi ed ai cittadini del mondo.
Per ordine del profitto economico si scatenano guerre ben mascherate dai dogmi religiosi. Allevano bambini, addestrano uomini e donne pronti a farsi saltare in aria in nome di un fantomatico Dio che nulla ha a che fare con la violenza che anzi abiura. Le sigle, anche qui, nascono e muoiono a seconda delle opportunità territoriali.

Africa. Americhe. Nuovo o vecchio continente non c'è differenza. I gruppi di potere lottano ad armi impari per mantenere il predominio sulle fonti di ricchezze. Schiavizzano donne, uomini e bambini per estrarre minerali pregiati. Uccidono per gas, petrolio e diamanti non solo nel terzo mondo.
Nel civilissimo occidente c'è la tratta delle schiave del sesso ma c'è anche chi lo gestisce da sé e vanta con convinzione e arroganza lo status di escort o gigolò.
Alcuni parlano di civiltà e propongono assunti incredibili, tentano di scimmiottare le vecchie case di tolleranza chiuse dalla legge Merlin disconoscendo i principi evolutivi e culturali conquistati. Almeno lì sono controllate e pagano le tasse! Dicono rozzamente.

L'Europa, che avrebbe dovuto promuovere la pace e il benessere tra i Paesi Membri, non ha una politica sociale. Ha, invece una moneta unica che ha portato diseguaglianze e provocato macellerie sociali. Le attenzioni dei Capi di Governo sono concentrate sul profitto, sul PIL, unità di misura materialista ideata per quantificare la ricchezza presunta di una nazione, differentemente delle menti più evolute che guardano e prestano moltissima attenzione al benessere psicofisico degli esseri viventi anche al di là dei confini geografici nazionali.

E poi ci sono i rumors mediatici che, nell'amplificare i messaggi negativi, gettano sconforto tra la gente.
Il caos regna sovrano nei luoghi di potere e i cambiamenti di casacca associati agli scandali della classe politica destabilizzano il già precario senso di appartenenza ad un ideale di bellezza e amore.
C'è, di fatto, uno scollamento incolmabile tra classe dirigente e gente comune.

Il tradimento ideologico induce i cittadini per bene a sfiduciare quanti lo praticano.
Purtroppo certi brutti individui fanno i giocolieri sociali di professione e sembrano essere nati col bollino doc del camaleontismo politico. Per questi soggetti non ci sono leggi o codicilli umani da applicare. L'unico antidoto è racchiuso nella cultura. Ma questa, si sa, è una medicina che non si compra. Difficile da cercare e farne cibo per certe menti.
La cultura, la sensibilità, la bellezza si conquista sulla scia dei grandi Maestri di Vita attraverso l'introspezione e l'analisi pacata degli eventi che sembrano ammantare di morte anche la ragione dei cosiddetti illuminati posti alla guida dei popoli.

giovedì 21 agosto 2014

Visibilità e protagonismo in rete

Web, sinonimo di libertà o nuova Babilonia?
basta un pc.

Ormai la maggior parte degli internauti si sente in dovere di dire la propria opinione su tutto. Argomenta sui social; vede complotti, vuole chiarezza e trasparenza sulla gestione pubblica della politica. Sindaca e giudica persino l'ignoto. Parteggia per questo o quel leader e fa sue le fantasiose parole dei venditori di fumo.
Insomma, nel mare della comunicazione e della cosiddetta democrazia liquida si fa presto a sconfinare. Innamorarsi. Odiare. Schierarsi.

La tentazione di assurgere a leader di un qualche gruppetto è forte. E la citrullaggine fa il paio con la piacioneria.

Vecchi e nuovi comunicatori fanno a gara per raggiunge il maggior numero di follow.
E, contemporaneamente, nel mondo della comunicazione tradizionale si coniano definizioni ad effetto per vedere rimbalzare sui social network le notizie.
Parlano di bomba d'acqua piuttosto che di un temporale o un acquazzone. Fiume killer.
Catastrofi ambientali che sono sempre accaduti e che adesso diventano più pericolosi per la mascalzonaggine umana visto che si fa a costruire sugli argini dei corsi fluviali e si erode spazio alla natura.

Insomma, ne più ne meno che come nel calcio. Il web! Siamo tutti direttori tecnici e strateghi infallibili, ma solo a fine partita.

Oh! sia chiaro. Questa non è una reprimenda a quanti analizzano seriamente e pacatamente gli effetti prodotti dalla cattiva gestione di certa classe politica. È un richiamo a chi fa la ruota attorno al pavone di turno. A chi si riempie la bocca di inutili e dannose frasi roboanti perché consapevole che solo così riesce ad avere un nutrito seguito.

E quella che una volta si definiva “maggioranza silenziosa” che fa? Sta affacciata alla finestra per vedere crollare la Babilonia tecnologica piuttosto che schierarsi e sminuirne gli effetti devastanti della disinformazione?

martedì 27 maggio 2014

Uno sguardo al passato: Dario Scorza e Fedhan Omar, artisti

Se mi volto indietro, il ricordo torna vivo. E le persone che hanno avuto un peso continuano ad essere positivamente presenti:

1978, Catanzaro. Galleria d'arte “il pozzo”.

Gli interrogativi dei visitatori si differenziano di poco: Dove vive? Lei non ha studiato a Catanzaro.

Anche Dario Scorza mi pose le stesse domande. Eppure non era niente di ché. Figure stilizzate affini al mio modo di sentire d'allora che si discostavano dalla solita pittura vista fino a quel momento nei luoghi espositivi catanzaresi.

Ancora non ci conoscevamo e lui, Dario, si presentò dicendo di essere un sociologo amante dell'arte. In seguito, dopo numerose frequentazioni, appresi della sua passione politica (socialista) e dell'impegno assiduo che dirottava coinvolgendo tutti, amici e conoscenti, in operazioni a favore dell'associazionismo senza scopi di lucro.

Dario era un'anima sensibile. Osservatore attento della poetica visiva, non si poneva limiti o recinzioni mentali. Lui andava oltre e nella mostra dell'88 allestita nei locali dell'amministrazione provinciale di Catanzaro insieme al pittore Fedhan Omar lo dimostrò egregiamente.
Non si lasciava andare o catturare dagli sterili quanto inutili contrasti formali che ingabbiavano molti manieristi. Spaziava dalla pittura al decollage. Prendeva spunti da Fedhan Omar in pittura e Mimmo Rotella per i linguaggi metropolitani e andava oltre
La sua libertà intellettuale in arte gli concedeva ampiezze di vedute a 360°. analizzava, per come l'ho conosciuto, dapprima da spettatore e in seguito praticava la comunicazione poetica in pittura avvalendosi di medium poveri ma che gli consentivano piena libertà d'espressione.

Fedhan Omar lo ricordo perennemente pacato. Catanzarese d'adozione. La sua tranquilla meditazione ammantava le superfici delle sue tele, persino le più apparentemente caotiche. Costruiva dialoganti pannelli informali anche laddove spuntava la figura. E poi mi parlò della pittura frattale e del movimento che avrebbe voluto sviluppare. Poi le strade si sono divise. È la vita!

Parlare di loro oggi, ricordarli a quanti li hanno conosciuti e non, non so quanto sia rilevante viste le piaghe quotidiane che abbiamo creato nella società.
Consola, comunque, sapere che le loro opere pittoriche, simili a guardiani sulla soglia del tempo, rimangono a ricordare la loro sobrietà e l'onestà mentale che li ha contraddistinti.

lunedì 10 marzo 2014

Sorrentino, un genio! la Grande Bellezza, un'opera d'arte!

Mi è stato detto che sono stato sintetico, quasi criptico nel post sulla grande bellezza. Ecco allora qualche considerazione più articolata ma sempre sintetica perché, come si suol dire, chi ha sensibilità e cultura non ha bisogno di stimoli ulteriori, eppoi, per gli altri, inutile perdere tempo, è risaputo: non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire!



I trailer della “Grande Bellezza” mandati sui media hanno fatto vedere un mezzo esercito di personaggi mondani impegnati a stordirsi sullo sfondo di una città ch'è scrigno di storia e cultura dei popoli.

Il popolo del web. I giornalisti professionisti, i critici e gli opinionisti free, voglio dare loro un alibi, si sono lasciati deviare dal decadentismo mondano filmato nei diversi quadri del film e, appunto, mandato sui media a mo' di spot, e lì sono rimasti incollati mentalmente.

Sorrentino è stato geniale! Ha condensato flora e fauna romana. Vitelloni contemporanei. Borghesia annoiata. Intellettuali e Attricette d'assalto. Cardinali che sembra abbiano dimenticato il vangelo e intendono cogliere l'apogeo scenico mondano dettando ricette. Imbucati. Nobili decaduti. Politici e donne nevrotiche, falsamente autolesioniste, convinte di fare arte mistificando la sacralità della vita. Personaggi che evocano tempi ideologicamente andati. E su tutti il disincantato Jep Gambardella, scrittore in stand-by, giornalista mondano che tiene il filo della matassa artistica sorrentiniana.

Nichilisti e parvenu si alternano.
Quanti hanno sensibilità e cultura adeguata, non si sono lasciati catturare dalle frivolezze che pur fanno parte del vissuto umano. Non tutti, grazia a Dio, abbiamo paraocchi o necessità dell'esistenza di maestri, eroi o guru per comprendere il bello.
Molti, troppi basano le loro certezze sulle fattezze esteriori e siccome l'animo, la cultura come pure la sensibilità non si manifesta agli stolti, per questi, è inutile insistere o lasciarsi andare ad interminabili argomentazioni per far comprendere loro che:

Trasformare poeticamente episodi di decadentismo sociale e proporli coi linguaggi consoni è Arte.

È arte!, la falce e martello ritagliata sul pube rosso della performer piuttosto che la sua corsa contro il muro di gommapiuma e i retroscena posticci di una infanzia violata. È arte sublime l'immagine della nana che si staglia sui bicchieri vuoti e semivuoti della notte appena trascorsa. Il suo sarcasmo. E la verità che svolazza sullo schermo dietro ogni singola scena.

giovedì 4 aprile 2013

A proposito di crisi, politica sociale, povertà e emigrazioni

A testa in giù.


Quando c'era la democraziacristana mangiavamo tutti. “Mangiavi 'nu pocu tu nu pocu eju e nu pocu iddhi...”. È facile sentire frasi analoghe al sud come al nord d'Italia. Ma non possiamo disattendere che la litania, se pur scontata, è il risultato della precarietà sociale che da qualche tempo subiamo.

Tutto sommato, affermazioni simili possono essere intese come il riconoscimento sanguigno e benevolo del proletariato nei confronti della politica della cosiddetta prima repubblica in quanto, tra innumerevoli contraddizioni, diede opportunità anche ai ceti meno abbienti d'impossessarsi della cultura.

La gente comune, quella che ha vissuto i tempi magri sulla propria pelle, quella che non aveva i soldi per comprare scarpe e vestiti ai figli e men che meno giocattoli. In poche parole:
I poveri che gonfiavano le fila del ceto sociale analfabeta composto da contadini, operai e artigiani delle periferie che usciti dall'ultima guerra, gioco forza, si rimboccarono le maniche e lavorarono sodo per se stessi e i loro figli, di sicuro, sorriderebbero davanti alla “nostra” crisi economica.
Non sorriderebbero, invece, davanti alla crisi dei valori che “l'ingegneria economica mondiale” e, nel nostro caso, europea, mette continuamente in discussione, subordinandoli ai profitti.

Le cronache raccontano storie di emigrazioni. Analfabeti catapultati in America, Germania, Svizzera, Argentina, Brasile, Canada e persino in Africa.
Italiani che hanno dovuto legare i sogni con lo spago. Lo stesso spago che legava, sigillando le
"bambole di pezza" pigotte, ph, op. digt
misere cose che avrebbero dovuto lenire i primi sacrifici in terre sconosciute, valigie di cartone e enormi balle di pezza, bagagli portati sulla testa dalle instancabili donne che abbandonavano il duro lavoro nelle campagne calabresi al seguito di mariti o padri costretti a tentar fortuna oltre i confini familiari dei rispettivi paesi.

Papa Francesco è uno dei tanti figli di queste storie, un simbolo che rappresenta la cultura sana delle persone costrette ad emigrare.
Non è per orgoglio nazionalista che cito Papa Bergoglio, non saprei che farmene, e come Lui, altri si sono distinti nei vari campi del fare. Volendo citarli tutti diverrebbe cosa assai ardua. E qui, su questa pagina web voglio ricordare, invece, i molti rimasti sconosciuti alle cronache dei media.

Mi piace pensare agli emigrati che, sì, si sono inseriti a pieno titolo nelle comunità d'oltre frontiere ma che hanno mantenuto, volutamente, vive le tradizioni dei padri che parlavano di onestà, famiglia, lavoro e cultura. Gente che per far studiare i figli, probabilmente, si “costringeva”, cioè, evitava di spendere per sé i pochi risparmi messi da parte con fatica e lungimiranza pur di dare un “futuro” ai giovani.

Mamme e padri che andavano in giro con le pezze ai vestiti rivoltati all'inverosimile. Genitori che passavano indumenti e scarpe dai figli grandi ai piccoli. Mamme che costruivano bambole di pezza per far giocare le femminucce e Padri che insegnavano ai figli come costruire un carro, una spada o un trenino con i rocchetti del filo per rammendi. E figli che sapevano trasformare con la fantasia lo scatolone di cartone in castello o che stando a testa in giù, appesi ad un ramo d'albero, pensavano fosse il massimo della trasgressione.

Adesso, a testa in giù, ci sono i valori della pensiero laico e religioso. E mentre il mondo Cristiano, ad opera del nuovo Papa venuto dalla lontana terra d'Argentina, sta risalendo la china, certa politica sembra non sappia fare altro che crogiolarsi nel litigioso brodo delle accuse reciproche disattendendo  e mortificando le aspettative dei cittadini. 

lunedì 11 marzo 2013

Milano, onorevoli PDL contro i Giudici

Opera dgt: "vergogna"
Può un importante partito che è, comunque, espressione di una porzione di popolo e che ha governato l'Italia negli ultimi vent'anni dispiegare le sue truppe per proteggere il leader carismatico nei termini che vediamo oggi e conosciamo da sempre?

A sentire i notiziari, in Europa, che non è una forma geografica astratta, se pensiamo ai mali che certa politica ha prodotto ci sarebbe da mandarli tutti a zappare sotto la pioggia.

Invece piuttosto che farsi in quattro per risolvere i problemi della povertà che assedia le nazioni e butta nella disperazione più nera le famiglie, la squadriglia berlusconiana che fa? Si preoccupa di salvare dalle grinfie del lupo cattivo il nonno, che comunque, data la venerabile età non andrebbe neanche in carcere se tutto gli remasse contro.

La giustizia è una cosa seria e và rispettata anche quando sbaglia! È doloroso ma si deve accettare il verdetto dei giudici. Fare ricorso. E a lui non mancano i mezzi per difendersi.

Il problema impellente che tocca da vicino e ossessiona i cittadini è un altro!

Non è una questione di egoismo personale. Ma quando di colpo non si ha più la possibilità di campare con le proprie forze e non si vede una via d'uscita anzi, si sente parlare i leader di rigore senza prestare attenzione all'occupazione e al reddito dei cittadini, beh, il problema “Ruby” non è cosa politica. Si è già speso troppo tempo e inchiostro per le vicende private di Silvio.

venerdì 8 febbraio 2013

Germania, prostituzione è risorsa lavoro

courtesy archivio M. Iannino
"studio x fiera preda",
matita su carta, bozzetto giovanile
Ho finalmente capito perché la Germania non soffre delle stesse questioni degli italiani. L'ho capito leggendo una notizia che ha del grottesco:

"Le abbiamo trovato un posto". Le comunicano dall'ufficio del lavoro interinale.
Lei, una diciannovenne tedesca, ricevuta la comunicazione dall'agenzia alla quale si era rivolta appena finita la scuola, ha fatto salti di gioia. Ma, appena ha saputo dell'occupazione proposta ha creduto di essere su una candid camera.
"Ero completamente disgustata, mia madre ha urlato quando ha letto la lettera".
La giovane disoccupata avrebbe dovuto servire al bancone del bar del Colosseo di Augusta, club rinomato che offre, recita uno degli slogan “sex & relax su oltre 2500 metri quadrati“. Sempre che, specificava la lettera, la condizione di una ‘‘presenza gradevole’‘ fosse rispettata.
In Germania, la prostituzione è legale dal 2002, l’indotto a luci rosse offre differenti tipi di lavoro, dalla contabilità, alle pulizie, alle bariste. Un caso simile era emerso nel 2009, con l'annuncio di una selezione per 12 prostitute.
Forse che la Merkel intende esportare questa tipologia di mercato del lavoro anche nel resto d'Europa, specialmente nelle nazioni con un alto tasso di disoccupazione giovanile per uscire dalla crisi? E Monti, il riformatore progressista, che dice?
ma sì dai abbattiamo i tabù. andiamo oltre, tanto, in questo mondo di mer@vigliose follie, chi non ha venduto l'anima a qualcuno?

sabato 1 dicembre 2012

perché preferisco Renzi

Primarie: Potenza della “politica dove ogni dramma è farsa”.

Ci sono riusciti infine a tirare addosso alle false primarie l'attenzione della gente.
Polemiche, denunce, accuse. Insomma il solito copione della cattivissima politica.
Da elettore e simpatizzante, pur non avendo mai aderito con iscrizioni o elargizioni ai partiti (di queste ne servirebbero a me e a tantissimi che, come me, fanno salti mortali per campare) avrei gradito uno spettacolo differente da quello regalatoci da tutto lo staff PD a iniziare da Berlinguer. E visto che ci troviamo sull'argomento dei finanziamenti e finanziatori, chiedo a Bersani & C. TRASPARENZA! Perché accettare soldi dalle imprese, per un partito che dovrebbe difendere le istanze proletarie è un controsenso bello e buono! È come se il mio avvocato di fiducia andasse a cena col nemico e accettasse anche regalie.

Devo pensare che la trasparenza di Renzi faccia più paura del programma stesso, regole comprese, che, stando ai fatti, lo sfidante rottamatore pare non abbia violato.
Cos'è? Paura? Paura di vedere crollare un impero costruito sulla pelle degli operai e dei lavoratori che fino ad ora si sono fidati ciecamente di una politica marcia?
Non saprei. So solo che la nausea è forte. Che ben vengano i Grillo e i Renzi. E se gridate, voi politici corrotti, al populismo come se fosse un'offesa, allora guardate nei vostri teschi. Chiedetevi se davvero avete agito secondo gli interessi degli ultimi e del Paese.

giovedì 8 novembre 2012

Obama, il sogno continua

Perché dovrei dare fiducia a qualcuno o qualcosa che non ne ha in me?

È un interrogativo che si sente spesso! Come dare torto a chi lo pone fintantoché i meccanismi sociali rimangono invariati?

Barack Obama è stato rieletto presidente della prima potenza mondiale: l'America! Mentre in Italia continua il gioco delle tre carte tra i parlamentari intenti a rivedere la legge elettorale, (gli sbarramenti dal sapore coercitivo per le minoranze democratiche espresse dagli elettori ne danno la conferma) e anche nel Governo attento esclusivamente a contenere il debito pubblico ma che non affianca alle manovre finanziarie una politica di garanzia solidale coi ceti deboli.
All'inizio, dell'insediamento montiano, il rigore ci poteva stare, anzi è stato un punto obbligato nell'agenda strategica dei professori, ma non si può vivere solo guardando allo spread, altrimenti dà la sensazione che sia priva di anima. E l'uomo è anima, oltre che corpo.

Obama, dicevamo, ha incassato la sua seconda e ultima presidenza. Guiderà le sorti degli americani e anche degli europei, italiani in primo luogo, date le tracce storiche presenti nei due Paesi. Le borse lo hanno accolto con un rialzo significativo. L'alta finanza gli ha dato fiducia. Ma Lui ha detto: “il meglio deve ancora venire”. Vogliamo sperare fortemente che questo “meglio che deve venire” sia un progetto concreto nei riguardi dell'uomo, dei suoi bisogni materiali e intellettuali. Un “meglio” per chi non ha lavoro o l'ha perso; per gli sfruttati e gli ignoranti “violentati dalla cultura” del bene.


sabato 3 novembre 2012

Di Pietro Presidente, parola di Grillo


Dopo le polemiche, le accuse mosse a Di Pietro, dai suoi ex amici di partito ai quali si sono associati altri giacché in politica tutto è ammesso pur di mantenere il potere, ho voluto capirne di più. Ho girato e navigato nel web con l'intento di trovare voci fuori dal coro in modo da poter confrontarle con quelle apprese dai giornali dopo la bufera causata dall'inchiesta della nota trasmissione televisiva “Report”.

Ho letto in primis le giustificazioni dello stesso Di Pietro sul suo blog personale e quelle del figlio Toto che ha seguito le orme del padre e che si trova nell'occhio del ciclone.

Ho letto i giornali di destra e sinistra; nessuno mai ha scritto e reso noto con maggiore veemenza parole di stima e solidarietà verso “l'accusato Di Pietro”, anzi, tutt'altro! Ma, si sa, la rete ha radici anarchiche e tra la spazzatura mediatica si trova sempre qualche bel fiore cresciuto spontaneo sul letame:

Nel blog di Beppe Grillo c'è un post col titolo “Antonio di Pietro Presidente”

“... se abbiamo potuto votare contro il nucleare di Casini, Bossi, Fini e Berlusconi lo dobbiamo a lui che ha raccolto e validato le firme necessarie. Solo per questo dovremmo dirgli grazie.

Il Lodo Alfano, che anche un bambino avrebbe dichiarato incostituzionale, ma non il presidente della Repubblica, fu criticato e osteggiato in solitudine da Di Pietro nel silenzio dei Bersani, dei D'Alema e con il plauso dei Cicchitto e dei Gasparri.

L'uomo ha un caratteraccio, non ascolta nessuno, ma è onesto. Quando ha dovuto affrontare il giudizio di un tribunale lo ha fatto senza esitazioni e ne è sempre uscito prosciolto.

Quanti in Parlamento possono dire altrettanto? Chi può scagliare la prima pietra? Nessuno. Nel 2013 Napolitano decadrà, per ora è l'unica buona notizia certa. Il mio auspicio è che il prossimo presidente della Repubblica sia Antonio Di Pietro, l'unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei. Chapeau!”

Chapeau!, a quanti non si fermano davanti alle apparenze iniziali.

sabato 6 ottobre 2012

100% inabile al lavoro nominato sottosegretario alla presidenza

Calabria, terra dei miracoli!


C’è una terra in cui tutto è il contrario di ciò che appare. E se qualcuno crede nei miracoli, bene, può venire qui, nella terra di Bengodi, perché qui la realtà supera i sogni. Basta avere un amico influente! Un amico che preso da compassione coopti un invalido al 100% che la commissione medicolegale sentenzia sia impossibilitato al lavoro attivo e che per stare a casa, sempre gli organismi preposti, gli elargiscano una pensione mensile di 7mila e cinquecento euro, centesimo più cents meno.
Peccato che la pensione non la paghino quelli che gli e l’hanno assegnata. Forse, se la pagassero di tasca loro, appena saputo dell’incarico e del superlavoro cui è sottoposto l’ammalato, per passione, forse, lo avrebbero richiamato a visita di controllo. Ma forse no! Vista la mole di lavoro che la commissione, poverina, deve smaltire per valutare se il sussidio, previsto per l’accompagnatore o la pensione di 300 o 400€ a quanti non possono bere e mangiare da soli, debba essere confermato o depennato.

Super Mario, pensaci tu!

lunedì 1 ottobre 2012

Carmine Abate e la rivincita dei nuovi migranti

Se Carmine Abate non avesse vinto il Campiello, oggi, sarebbe gradito ospite del presidente della giunta regionale calabrese?

Risposta scontata: NO!

Questo è il modello adottato dai dirigenti politici che amano navigare nei mari calmi dell’orgoglio campanilistico facile e perciò puntano sui cavalli affermati che si sono fatte le ossa e guadagnata la fama fuori dalla terra d’origine.

Vincitori di niente se fossero rimasti in loco non per demeriti ma per l’assenza di una classe dirigente lungimirante al servizio dei cittadini e della cultura.

In Calabria l’ostracismo nasce con la vita stessa e si mitiga solo affiliandosi a qualcuno o qualcosa. Qui non conta la sensibilità, l’onestà intellettuale, la cultura del bene comune.
Forse per la durezza della vita stessa che porta a lottare fin dai primi giorni di vita sociale. L’arma più usata è la delazione, a seguire, la supponente derisione nei confronti dei rivali. Insomma una guerra continua per la sopravvivenza.

Per questi motivi, a volte, andare via è sinonimo di opportunità.
Lo è stato per il maestro Mimmo Rotella e molti altri contemporanei costretti a portare la loro persona altrove per vari motivi, esplicitati poeticamente ne “Il canto dei nuovi emigranti” di Franco Costabile, anche lui calabrese di Sambiase trapiantato a Roma.

sabato 29 settembre 2012

notte delle lanterne a Catanzaro ideata dal comune

Catanzaro, immagine del quartiere Corvo
Avia raggiuna l'anticu. Nci vò pocu ma si pigghjianu lucciuli ppè lanterni! E a li catanzarisi chissu nci sta succedendu!
On ci su sordi on c'è lavoru on ci su strati puliti insomma on c'è nenta e u sindacu chi fa? Mobilita menzu mundu ma fa a notta de lanterni! E guai ma v'azzardati ma diciti ca è a notta piccanta!
Iddu dicia ca è a costu zeru ppo comuna ca i sordi i mintanu latri... latri cu su i latri? E ppoi pecchì sti latri mintanu sordi accussì. Hannu sordi ma perdanu? Mi para stranu! E ammenzu tutti sti stranezzi stamatina mi'nda capitau una: stava pigghiandu u sottopassaggiu da hferrovia da marina quandu arretu e mia dui cu a brigichetta s'azziccaru 'nto scivulu ppe i disabili. U vì! Dissi 'nta menta mia. Accussì evitannu l'incrociu. Ma arrivati all'uscita do sottopassu eppuru e scindira e ma si pigghianu a brigichetta subra i spaddhi ma ponnu nescira ca a la fina nceranu i scali. Vi l'immagginati unu subba a carrozzella chi s'azzicca nto suttapassu ma pigghia u trenu o ma va e latra parta? Nzomma nc'è nu scivulu ma trasi e nessunu chi ti fa jira ali binari o all'uscita e latra parta.
E tornandu a li latri. Comumai non pensaru ma fannu na raccolta pe' i scivuli da ferrovia? Oppuru ma si pulizzanu i strati do corvu ca su chjini e ervazzi?

No i latri sannu duva ma mintanu u cerveddhu e comu ma nci fannu vidira luccioli ppe' lanterni a li cristiani.

giovedì 28 giugno 2012

è in arrivo un nuovo gioiellino da google

Occhiali a realtà aumentata.


Così si chiamano gli occhiali del futuro progettati da google che, secondo alcuni, dovrebbero rivoluzionare e soppiantare la comunicazione così come la conosciamo. Soppianteranno tablet, telefoni e pc.
Inforcati gli occhialini del futuro potremo registrare video, effettuare videochiamate (grazie a un altoparlante integrato) e proiettarci le informazioni che c'interessano direttamente sulla lente.

Gli occhiali, presentati da Brin, possono essere utilizzati con una connessione Wi-Fi ma con l'occhio rivolto al futuro ed essere sviluppati per integrare anche la connettività 3G o 4G.
Immaginiamo per un attimo quello che fino a qualche decennio addietro sembrava fantascienza e che oggi è alla portata di tutti: un mondo virtuale che viaggia nello spazio per rendere perfettibile la realtà assecondando gli stati d'animo di ognuno.

Che dire? Saremo in contatto col mondo intero ma soli ci aggireremo per le strade con lo sguardo fisso davanti a noi gesticolando e parlando con chi sa chi mentre non ascoltiamo chi ci sta affianco perché le nuove meraviglie della ricerca si controllano con la voce, toccando il pad presente su una delle asticelle, muovendo la testa o anche attraverso lo smartphone collegato wifi.
Ma tranquillli! Abbiamo ancora qualche anno di tempo prima di sembrare dei pazzi che parlano da soli con l'amico immaginario visto che la disponibilità è prevista per il 2013 al prezzo di 1500 dollari, ma solo per uno gruppo selezionato di sviluppatori che vorranno mettersi all'opera sul nuovo gioiello di Mountain View.
"Questa è una nuova tecnologia e vogliamo che voi gli diate una forma", ha detto ai ricercatori convenuti che hanno potuto apprezzare in anteprima il gioiellino altamente tecnologico, il cofondatore di Google Sergey Brin: "Se tutto va bene, una versione meno costosa degli occhiali sarà messa in vendita all'inizio del 2014".
E allora sì che ne vedremo delle belle.

Battute a parte, è un nuovo passo avanti nel campo della comunicazione. Che sia cattivo o buono dipenderà dall'uso che singolarmente faremo.

sabato 26 maggio 2012

Pino Masciari é tornato a casa

Ieri sera, prima di andare a letto, ho controllato le news. Ho cercato nel blog di Pino Masciari e spulciato nel web. Stamane,di buon mattino, datata 25 maggio, dal blog degli amici di Pino, ecco finalmente la bella notizia:
“Pino è tornato, finalmente!
Ci teniamo a dare la notizia così da tranquillizzare tutti coloro, e sono tantissimi, che hanno chiesto notizie in questi due terribili giorni.
Ringraziamo tutti coloro che sono stati vicini a Pino ed alla sua famiglia, e rimandiamo alla giornata di domani il comunicato stampa attraverso il quale Pino spiegherà l’accaduto.
Gli Amici di Pino Masciari”.
Nel leggere il breve messaggio, l'oppressione si è dissolta in un sospiro liberatorio.
Poco importa se è stata una trovata per catalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica e fare ancora una volta il punto sul modello di vita dei testimoni di giustizia o, come qualche malalingua sussurra, per scopi meno nobili. L'importante è che un padre di famiglia continua ad essere guida per i suoi figli e compagno di viaggio di Marisa e di tutti noi.
Ben tornato a casa Pino!

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