Ci vuole una buona dose di coraggio per vivere in una realtà come quella di Corvo.
Per chi non la conoscesse “corvo" è una periferia di Catanzaro nata sul finire degli anni settanta, rimasta immutata e immutabile nel tempo nonostante il proliferare di casermoni condominiali popolari spuntati come funghi grazie ai crediti agevolati erogate dallo Stato per i lavoratori che non possedevano casa e che volevano farsene una per diventare “proprietari “ di una prima casa: sogno di tutti gli italiani.
Nel quartiere popolare si sono avvicendati diverse generazioni mentre la città nel suo insieme cresceva.
E, nonostante l’entusiasmo
tipico di chi vuole imprimere una svolta sociale aiutando i cammini dei singoli attraverso l'impegno politico-culturale, quindi, promovendo il territorio con eventi di varia natura contribuendo con il proprio bagaglio cognitivo e culturale quali mostre d'arte, incontri, convegni politici e festa dell'unità con annessa grigliata della salsiccia, partite di calcetto e pallavolo,
nonostante tutto 'sto lavorìo la
sfiducia lentamente ha sopraffatto tutti, ha fiaccato e mortificato l'impegno messo a disposizione e fatto sì che nulla emancipasse secondo gli intenti dei propri programmi individuali e collettivi.
erano anni caratterizzati dalla passione politica e si guardava al presente e al futuro con occhio critico nel senso positivo del termine.
Il villaggio dell'unità sorgeva attorno al fabbricato della cooperativa cassa edile soprannominata “il cremlino" per via dei numerosi condomini/soci che militavano o simpatizzavano per i partiti dell'area di sx ma c'era anche chi militava in aree diverse ma collocati comunque dell'area istituzionale. Il "casermone", così apostrofato per la geometria spartana del fabbricato costruito secondo i criteri architettonici modulari antisismici dalle linee elementari era un punto di riferimento per molti.
i pannelli in cemento precompresso stampati e lasciati a facciavista colorati di un grigio assoluto tipico dei laterizi cementizi, erano e sono un dato estetico caratterizzante. Grigio, nelle giornate di luce, come il tempo rubato alla speranza e nero, nelle giornate uggiose, come l'assenza stagnante di valore solidale che invade ogni centimetro della città del vento.
Ci vuole coraggio? beh, dopo le ultime ondate di disperati che pur di cambiare la propria esistenza sono disposti a gettarsi in braccio ai trafficanti di carne umana sempreché riescano a superare la furia del mediterraneo per sfuggire alla morte certa e magari accontentarsi di sopravvivere di accattonaggio davanti ai supermercati o chiedendo l'elemosina per strada, è davvero una bestemmia! un'assurdità!!!
il coraggio sta altrove!
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