Non so se imputare alla strategia
politica del nuovo Presidente della regione Calabria, Mario
Oliverio, oppure se è opera della potenza divina che sta
illuminando le menti ciò che sta accadendo in Calabria.
Di sicuro si sta realizzando la fine di
un sistema.
"i calabresi e il lavoro" |
Certe fondazioni a partecipazione
regionale e gli enti in house sembra stiano per subire una sterzata
decisiva dopo le amministrazioni catastrofiche dei rispettivi
presidenti e consigli d'amministrazione che le hanno guidate.
Che stiano vacillando gli intrighi del
potere?
Di fatto, senza entrare nel merito
delle fondazioni che sono sotto i riflettori, gli enti in house della
regione sembra che non abbiano adempiuto alla mission dei rispettivi
statuti e che hanno, di contro, usato i fondi in maniera
discrezionale.
Stando ai primi riscontri, saltano agli
occhi le molte assunzioni che, se pure fatte con spirito clientelare,
trasformano, dall'oggi al domani, i dipendenti in precariato e nuove
povertà; nuovi problemi sociali ai quali la politica deve
rispondere.
Gli errori, o per meglio dire, la
mancanza di lungimiranza gestionale è equamente suddivisa in tutti
quelli che si sono interessati alle rispettive vicende di Fondazione
Tommaso Campanella; Terina, Arpacal, Whi not;
Field; Calabria etica, Calabresi nel mondo.
Tanto per ricordarne alcune.
Mario Oliverio lo aveva
anticipato che avrebbe messo mano e riordinato enti in house e
macchina regionale in ogni suo aspetto.
Guardando dall'esterno, però, ancora
il cambiamento non si vede. E le altre nomine ancora non ci sono. Che
stia combattendo (Oliverio) una guerra sotterranea contro poteri più
o meno occulti?
Intanto in Calabria la fame di lavoro
cresce minuto per minuto mentre la cultura langue sotto quintali di
espedienti e rasenta il pressapochismo populista che spinge alla
lotta tra poveri.
Con questi presupposti, non vorrei
essere nei panni di Mario Oliverio.
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