''Mio caro, carissimo Franco, desidero innanzitutto ringraziarti ed
esprimerti i miei più vivi sentimenti di gratitudine per la
testimonianza di stima e affetto che hai inteso riservare alla mia
persona oltre che per la vicinanza attestata alla mia famiglia.
Grazie veramente dal profondo del cuore, Grazie.
Mai e
poi mai avrei potuto immaginare che un giorno la mia esistenza si
sarebbe potuta connotare di una vicenda così dolorosa, che però per
alcuni versi diventa anche drammaticamente comica. Mi trovo, mio
malgrado, ad essere protagonista inconsapevole di un film che non mi
appartiene né per forma, né per contenuto (mafia, servizi segreti
ecc.. ecc.. simili romanzesche storie sono lontane dalla infinitesima
parte di cervello e di anima in modo siderale)''.
Così
scrive Franco Morelli, il consigliere regionale del Pdl arrestato il
30 novembre dalla Dda di Milano nell'operazione 'Infinito', in una
lettera indirizzata al leader del movimento Diritti civili Franco
Corbelli. A renderlo noto è lo stesso Corbelli che esprime la ferma
convinzione dell'innocenza del politico calabrese all'indomani del
suo arresto.
Nella
lettera, Franco Morelli, da cristiano fervente descrive la sofferenza, causata dalla vicenda che lo vede coinvolto, come una prova a cui Dio ha voluto
sottoporlo e ribadisce la sua innocenza con una difesa puntuale e
precisa che, in alcuni passaggi, è ''un vero attacco -spiega
Corbelli- a chi ha, nel caso, approfittato della sua buona fede e
cristiana disponibilità nell'accogliere tutti indistintamente''.
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