Nei
pensieri degli uomini la figura femminile è una presenza costante
fin dai primi attimi di vita. Probabilmente, l'uomo non ha mai reciso
davvero il cordone ombelicale che lo ha nutrito nel grembo e da feto
lo ha portato passo passo ad affacciarsi nel mondo. E anche lì, lo
accompagna nelle prime esplorazioni sensoriali fino a farlo diventare
adulto.
Tra
la donna e l'uomo s'instaura un legame forte, inscindibile;
rigenerante sotto ogni aspetto, non perché condizionati dalle
funzioni vitali o umorali ma perché essendo yin e yang, l'inizio e
la fine di ogni orizzonte; in sintesi, microcosmi che non possono
vivere a sé stanti, essi si compendiano fino a diventare una cosa
sola nella trasformazione ultima del macrocosmo.
Per
questo è insensato parlare in termini manichei di pari opportunità,
progetto donna, quote rosa e altre sciocchezze dettate dalle
masturbazioni mentali di chi ha già tutto in casa perché vive in
una società evoluta.
Piuttosto
sembra una scorciatoia per arrivare a traguardi interdetti ad altri.
Stessa
analisi per l'orgoglio gay. Ovvero quella cerchia di arrivisti che
vuole trarre vantaggi personali e sedere a capo di una confraternita
che ha accoliti in tutte le lobby di potere economico e commerciale
percorrendo la corsia preferenziale del disagio psicologico sofferto
da uomini e donne, etero o gay non fa differenza, per colpa di quanti
non conoscono la forza dell'amore universale.
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