Il fallo di reazione negli affetti familiari
In parole povere, si definisce fallo di reazione il comportamento volgare e ineducato del giocatore che “giustifica” in maniera scorretta e sconvenevole il richiamo dell’arbitro.
La reazione è punita dal codice calcistico con l’ammonizione e l’espulsione, a seconda, se reiterata o pericolosa per l’incolumità dei giocatori o dell’arbitro.
E nella vita comune? Nel menage familiare e nel rapporto amicale, tra colleghi e conoscenti? Vale a dire in quegli ambienti dove a rimanere mortificati, sono gli affetti, i rapporti interpersonali piuttosto che l’inibizione al gioco di squadra e la conseguente possibilità di schieramenti forti e l’ipotetica posizione in classifica?
Si sa, negli ambiti familiari l’amore supera tutti gli ostacoli: le sgarberie del coniuge, dei figli e dei congiunti acquisiti. Ignora persino quelle sgarberie che a volte dimostrano una durezza di cuore spaventosa e indurrebbero persino i fautori montessoriani a punire con ammonizioni ed espulsioni dal campo protettivo domestico i violenti. Ma i genitori hanno cuori grandi e, superata la delusione iniziale, l’attimo cocente scaturito dall’incredula azione mortificante dei figli, riaprono le braccia e accolgono per l’ennesima volta, fino a quando avranno vita, il cuore dei genitori trasformerà in amore l’errore, anche se a volte la tentazione di lasciarli cozzare con la dura realtà e fare esperienze di vita reale al di fuori del mondo dorato costruito da mamma e papà è forte.
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