Esempio poetico d’insicurezza e di egoismo...
Questo ho pensato stamane nel leggere la frase di Camus sul cartoncino poggiato sul tavolo. Un cartoncino personalizzato dall’unione di due persone che, tra alti e bassi, come tutte le coppie del mondo, naturalmente, hanno condiviso un quarto di vita in comune.
Perché insicurezza? Perché se il partner, per un motivo qualsiasi accelera o rallenta il passo, sortisce che, l’altro, il postulante sia preda di un attacco di agorafobia, si senta spaesato, perso nel mondo brulicante d’insidie. Preda inerme delle bramosie mondane; pronta a cedere alle debolezze della carne.
E l’autostima? Lo scambio di esperienze, lecite, quelle che fanno crescere intellettualmente. E bla bla bla…
Insomma l’unione tra due persone è una prigione condizionante o un viaggio comune puntellato da esperienze vissute che si alimentano l’un l’altro con le rispettive, mutevoli ricchezze intellettive?
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