Ovvero: nei meandri dell'arte e della cultura
Concettualmente, qualsiasi forma pensiero realizzata dall'artista, è, di per sé, un’azione positiva.
Nella fucina dell’arte il gesto "ricreativo" si fa dialogo; linguaggio universale!, e da operazione culturale propositiva, relegata nella nicchia dei saperi di una sparuta cerchia elitaria, se ben instradata dai media, può assurgere a spinta propulsiva preponderante nella crescita sociale e quindi della conoscenza!
La positività concettuale del gioco creativo è riscontrabile anche nelle provocazioni estreme che, chiunque, addetti ai lavori o profani, esso (gioco creativo) può sviluppare.
È ovvio, le provocazioni culturali, intese come strumento di crescita collettiva, sono lontanissime dalle mere espansioni egocentriche dell’incolto.
Anche se le cronache dell’arte testimoniano, e a volte enfatizzano per necessità di mercato atteggiamenti, pensieri e avvenimenti teatrali estranei al fine culturale dell’azione propositiva che l'operatore si era prefissato a dispetto dei divulgatori di etichette romanzate quali "artista maledetto, geniale bohemien, anarchico, pacifista, mistico".
Chi opera a certi livelli, nel campo della cultura, non necessariamente deve essere condizionato dalla mercificazione surrogata dalla parola dissacrante o eccessivamente ammiccante. Che diamine, siamo o no esseri pensanti!
Insomma, è vero, si creano cliché da commercializzare nell'enorme calderone sociale dell’apparire grazie a critici e giornalisti coscienti che senza uno scossone di gossip non si riesce a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su tematiche alte.
Ma, ciò, ripeto, non ha nulla a che vedere con l’azione culturale che vorrebbe chi opera nel rispetto e per l’emancipazione sociale.
D’altro canto, non va sottaciuta la parte deleteria che ruota attorno al concetto di opera d’arte; vale a dire le quotazioni di mercato, la diffusione e la commercializzazione del fare creativo che assommata alla disinformazione e all'ignoranza collettiva, lasciata fermentare dai mercanti senza scrupoli e dagli arraffoni, pone l’enorme mercanzia artigianale, parificata alle opere d’arte e alle azioni formative sublimi di cui sopra, all'attenzione di quanti confondono la poetica creativa con la tesaurizzazione della materia.
Per questi semplici motivi, a volte, chiunque ha il "vizio" della curiosità intellettiva può essere trasformato in personaggio da una lobby. Ovvero: nella gallina dalle uova d’oro!
La massa si avvicina a lui per morbosità e, poi, il voyeurismo pilotato con destrezza, fa il resto.
Ecco, il mio interesse per gli artisti è differente. Mi avvicino al loro lavoro con curiosità.
Voglio capire le proposte intellettuali insite e contestualizzare il pensiero dell’artista con il territorio, la società! E, divulgare attraverso l’analisi delle opere quello che, secondo le mie modeste conoscenze e il sentire intimo trasmettono, a prescindere dalle tecniche usate per realizzare il gioco creativo della finzione visiva.
Nessun commento:
Posta un commento
LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.