La cicoria delle larghe intese
C'è un'espressione popolana da dire a
chi sta perdendo del tempo senza cavare il fatidico ragno dal buco e
mai come adesso sta tornando sulla bocca dei calabresi: “và
cogghjia cicori!” che vuol dire: vai a raccogliere cicoria.
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cicoria fresca |
È il caso di dirlo a quelli del pd che
stanno consumando l'ennesima beffa nei confronti di quanti ancora
credevano nei valori della sinistra. Caso emblematico: il
tesseramento!
La politica è una cosa sporca! Fatta
in questi termini è la prova lampante che un'accozzaglia di
senzascrupoli muove le pedine per arrivare al potere. Ma la guerra
delle tessere non è un fatto esclusivo del PD. Si combatte in tutti
i partiti politici. E, miracolo, rivivono anche i defunti!
Allora, non è meglio se questi signori
si facessero delle lunghe passeggiate tra i prati per raccogliere
verdura selvatica che si presta a disparate ricette?
Le qualità della cicoria sono note
nella civiltà contadina.
Le sue foglie mangiate crude ad insalata o appena sbollentate sono
ottime come stimolante dell'intestino, del fegato e dei reni quindi è
depurativa, disintossicante, diuretica, ipoglicemizzante e blando
lassativo.
Il decotto della pianta intera è ottimo nel caso d'inappetenza e
costipazione dovuta a problemi di fegato svolgendo quindi un'azione
di protezione nei confronti del fegato.
Le radici sono usate nei casi di anoressia, insufficienza biliare
ed iperglicemia. Ha inoltre una spiccata azione contro il diabetica
in quanto diminuisce il tasso di glicemia. È accertato che bere un
infuso di cicoria placa la sete dei diabetici e ne regolarizza la
funzione urinaria.
Ma le buone massaie conoscono ben
altre ricette per migliorare la gradevolezza:
Soffritta con aglio olio e peperoncino
lega benissimo con i fagioli o la salsiccia.
Meglio delle le larghe intese