L’ennesimo intervento strutturale, voluto fortemente dal governo italiano, si trasforma in scontro sociale.
La destra politica appoggia il progetto del governo che include nella finanziaria lo stanziamento di 460 milioni di euro per l'avvio dei lavori il prossimo 23 dicembre, negando, di fatto, quanto il portavoce del governo aveva detto negli anni della polemica progettuale, vale a dire: l’intera opera è finanziata esclusivamente dai privati e non dallo stato.
Della costruzione del ponte sullo stretto di Messina se ne parla da sempre, specie in Sicilia.
A ben pensarci, l’opera in sé potrebbe anche essere una cosa bella dal punto di vista architettonico e, perché no, diventare un’attrazione mondiale da immolare sull'altare dei traguardi scientifici e tecnici al pari della
torre Eiffel, in Francia, o del
ponte di Brooklyn che unisce Manhattan a New York e chissà, magari, anche noi faremo una gomma da masticare nostrana al sapore di bergamotto che aiuta a mandare giù saliva e parole inascoltate, salvo ripensarci nei momenti drammatici e sciorinare inutili mea culpa negli istanti in cui la natura perde la pazienza e non sopporta le continue angherie dell’uomo e della sua ingordigia.
D'altronde non è una novità: la zona in questione è altamente sismica!, ecco perché ci s’interroga, da semplici cittadini utenti, a chi serve realmente un’opera faraonica quanto inutile economicamente.
L’economia reale del paese Italia ma anche Siciliana e Calabrese non richiedono opere faraoniche, esistono già perenni cantieri impegnati a rattoppare l’autostrada del sole, risanare territori martoriati dall’incuria dell’uomo e dalla forza livellatrice della natura.
È storia: la zona in questione è altamente sismica e
i terremoti del 1908 lo testimoniano.
Il Terremoto di Messina e Reggio del 1908, avvenne alle 5 e 21 del mattino e durò per ben 37 secondi con una magnitudo di 7,1 della scala Richter, i danni furono immensi e la maggior parte dei quartieri di entrambe le città crollarono. L’evento sismico del 28 dicembre del 1908 è considerato uno degli eventi catastrofici più dolorosi del XX secolo.
I morti furono più di 100.000 e non solo a causa del terremoto ma anche dalle onde marine che risucchiarono la popolazione spaventata dalla forte scossa che si riversò sulle spiagge e lì arrivò un maremoto, uno tsunami ancora più spaventoso della scossa.
Nonostante i
pareri contrari dei geologi, degli economisti e dei cittadini contrari o dubbiosi, ancora si ha l’ardire di perseverare nel portare avanti il progetto e si stimano: 4.732 milioni di Euro per la realizzazione totale dell’opera così suddivisi, 3.410 per il corpo del ponte e 1.322 per i raccordi stradali e ferroviari.
Un’ultima curiosità: dove sarà trasportato e scaricato il materiale di risulta degli scavi e quanto impiegherà l’ecosistema a ricreare gli anticorpi necessari a ristabilire la vita nei siti devastati dall’assurda volontà di chi detiene il potere decisionale?