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MA CHE PACE É SE MUOIONO ANCORA I BAMBINI?

 Di Franco Cimino  Undici morti su un pulmino che portava una famiglia a Gaza, preso in pieno dal fuoco israeliano. Ieri. Nel tempo della tregua, che chiamano fragile proprio per giustificare questi crimini peggiori di quelli che sono stati consumati prima. In due anni che sembrano non essere finiti. E forse non finiranno ancora, se finiranno mai. In quel pullman e tra quegli undici morti, sette erano bambini. Bambini, che si aggiungono ai circa ventimila trucidati già. Ehi, dico bambini, la stessa parola con cui se ne scrive! In quel pulmino sgangherato, c’era una famiglia. Non un commando di Hamas! Ehi, dico famiglia e la scrivo con il nome che ha in tutte le lingue. E con il significato universale, che la correda. Bambini, capite? Avranno in progressione le molte età dei bambini: due, tre, quattro, cinque, sette, otto, nove, anni. Il più grande ne potrebbe avere avuto dodici! Bambini! Guardiamoli, i nostri, mentre in queste ore dopo un pranzo, comunque assicurato anche n...

Celebrazione del culto della potenza

 DELLA CELEBRAZIONE DI UN SOLO VINCITORE, IL CULTO DELLA POTENZA E DEL SUPER-IO CHE LO IMPERSONA (di Franco Cimino) Oggi, da stamattina presto e fino all’ora in cui scrivo — quella in cui, in Egitto, non è stato ancora firmato a più mani il cosiddetto accordo americano-israeliano per la pace — sul medesimo teatro, quello mediorientale, e in particolare lungo la linea di confine che separa Israele dalla Striscia di Gaza, sono andate in scena due opere: il dramma e la commedia. Entrambe scritte e dirette dagli stessi autori: cultori dell’odio e della potenza, costruttori di guerre per ricostruire ricchezze sulla guerra stessa. Le due rappresentazioni sono legate da un unico motivo: la speranza. Ambedue si muovono secondo lo schema proprio del teatro: il dolore e il suo superamento, la lotta, il combattimento, e infine la quiete che segue. L’odio e l’amore, la sconfitta e la vittoria, i vinti e i vincitori. La fatica del vivere, la fame e l’opulenza. Due opere rappresentate sotto un’u...

Onori e appalti: chi festeggia davvero la fine della guerra

Medio Oriente La pace degli armati: fine delle ostilità, inizio delle spartizioni La guerra tace. Le bombe non cadono più. I titoli dei giornali celebrano la “pace ritrovata”, mentre le telecamere si soffermano sui sorrisi diplomatici, sulle strette di mano, sulle cerimonie. Ma sotto la superficie, il silenzio delle armi non è sinonimo di giustizia. È solo il preludio a una nuova fase: quella della spartizione. Le stesse mani che hanno firmato contratti per la produzione di armamenti ora si tendono per accaparrarsi appalti di ricostruzione. Le stesse voci che hanno alimentato la retorica bellica ora si presentano come garanti della stabilità. E il mondo civile, quello che dovrebbe indignarsi, si accontenta di una tregua che sa di compromesso, non di riparazione. La ricostruzione di Gaza è diventata un affare. Un business da miliardi, dove le imprese nazionali si contendono il diritto di “ricostruire” ciò che è stato distrutto con le armi che esse stesse hanno prodotto. È il parado...

Gaza: La Tregua dei Cinici

  Trump, Netanyahu e il Silenzio della Comunità Internazionale  Gaza, tregua o tregua d’interessi? Il volto cinico della geopolitica Dopo mesi di devastazione, finalmente si parla di tregua a Gaza . Il cessate il fuoco , mediato da Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia , segna un punto di svolta nel conflitto tra Israele e Hamas . Ma dietro la facciata diplomatica, si intravede un retroscena torbido, fatto di calcoli politici, interessi economici e ambizioni personali.  Il piano Trump: pace o palcoscenico? Il presidente Donald Trump , regista del piano di pace , è già celebrato da alcuni come “ San Donald ”, con voci che lo vorrebbero candidato al Nobel . Ma per molti osservatori, il suo intervento non è frutto di idealismo, bensì di opportunismo. La ricostruzione di Gaza , stimata in miliardi di dollari, potrebbe trasformarsi in un gigantesco affare per imprese americane e israeliane, con il benestare di Netanyahu e dei suoi alleati. Trump, noto per le sue gira...

Gaza, geo-avidità. Gas, sangue e diplomazia

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   Flotilla fermata, pace tradita Come previsto, la Flotilla è stata fermata. Non da un ostacolo naturale, ma da un atto di pirateria. Non da onde o tempeste, ma da chi ha fatto della forza il proprio linguaggio. E cosa aspettarsi da Netanyahu? Da chi ha trasformato la caccia in sterminio, da chi usa il bazooka per acchiappare un canarino? Questa non è difesa. È dominio. È la negazione di ogni proporzione, di ogni umanità.

Dissento

 di Franco Cimino  SPERO CHE SI REALIZZI LO SPIRITO CHE MANCA NEL DOCUMENTO “ ISRAELO-AMERICANO, CHE POCO MI PIACE  Dissento. Sulla questione palestinese e sul teatro di morte in cui essa è stata relegata, dissento ancora. E questa volta sull'accordo di pace considerato storico che è stato firmato ieri alla Casa Bianca.

Gaza, anche a nuoto approderei ...

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 FLOTILLA, LA SUA NAVIGAZIONE PER LA PACE E LE MIE SOFFERTI APPARENTI CONTRADDIZIONI

Non in mio nome!

  ❝Non in mio nome❞: quando la solidarietà diventa bersaglio  La Flotilla e il rovesciamento morale  Il paragone di Franco Cimino: una denuncia che scuote  Diplomazia o complicità?  Il grido civile: “Non in mio nome” La recente reazione del governo Meloni nei confronti dei volontari della Flotilla ha sollevato un’ondata di indignazione tra cittadini, attivisti e osservatori internazionali. Invece di riconoscere il valore umanitario dell’iniziativa, i rappresentanti istituzionali hanno scelto di stigmatizzare l’azione, accusando i partecipanti di irresponsabilità e di mettere a rischio la sicurezza nazionale. Ma cosa rappresenta davvero la Flotilla? È un gesto di pace, un atto di testimonianza civile che mira a portare aiuto concreto e simbolico alle popolazioni martoriate da un conflitto che ha già mietuto migliaia di vittime innocenti. I volontari non portano provocazioni, ma medicine, cibo, parole di conforto. Eppure, vengono trattati come potenziali comp...

Missione flotilla, avanti tutta!

  DI FRANCO CIMINO MISSIONE FLOTILLA quando i portatori di pace sono accusati dai guerrafondai di fare la guerra Come per i drammatici fatti dello stupro, quando di fatto si accusa la vittima di essersela cercata. La formula è quasi sempre la stessa: se lei non fosse andata lì, se non fosse rimasta troppo a lungo in discoteca, se non fosse uscita di casa la sera, se non avesse indossato l’abito stretto o la minigonna o la camicia scollata, se non avesse rivolto la parola a uno sconosciuto, se non avesse bevuto un po’, magari anche solo due cocktail, se e se e se… Insomma, il dolore e il delitto si riducono dinanzi alla provocazione. È già tanto che vi sia una legge che negli anni è diventata più rigorosa, cosa utile e giusta, purché ad applicarla vi sia un giudice giusto e onesto, senza neppure doversi preoccupare che, se uomo, possa avere un residuo di cultura maschilista. Come per lo stupro, quindi, così si giudica la missione di Flotila: quelle cinque fragili imbarcazioni batten...

Flotilla, avanti tutta!

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 Riflettere e agire! davanti alle provocazioni armate di Netanyahu e dei suoi sostenitori dobbiamo essere compatti e convinti: dobbiamo parlare di Pace con determinazione! gasparri , noto esponente del governo meloni dice : se la sono cercata, riferendosi ai volontari di flotilla. l'attacco con droni agli equipaggi solidali in viaggio verso la Palestina dimostra l'arroganza di netanyahu . siamo in guerra anche noi! questo ci dice l'azione. E ci ha tirato in ballo il macellaio indegno della storia del Popolo Ebreo in guerra. Che fare? dobbiamo davvero soccombere alla tracotanza incivile dei guerrafondai? La riflessione è intensa e carica di indignazione, e comprensibilmente si può sintetizzare così: gli attacchi con droni contro le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla — civili e pacifiche — hanno sollevato forti reazioni internazionali. Secondo un dossier pubblicato recentemente, questi attacchi sarebbero stati condotti da droni israeliani con ordigni incendiari, e avreb...

In fuga, costretti dagli eventi

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Una favola tratta da una storia vera. Non inizia, perciò, con : "c'era una volta" ma è parte degli avvenimenti della drammatica cronaca di Gaza. Quindi: c'è! "Il suo è un pianto silenzioso e dignitoso, adesso che deve accudire al fratellino. I genitori sono rimasti sepolti dalle macerie a gaza. Ora è lui il fulcro della famiglia residuale, è lui che deve prendersi cura del piccoletto e s'incammina, insieme alla interminabile fiumana, verso l'ignoto.".

FERMIAMOLI! Basta sangue a GAZA!

" il furto a mano armata è un atto bieco. assalire un Paese, assediarlo, affamarlo, raderlo al suolo è qualcosa che va ben oltre. Nessuna motivazione può supportare una simile barbarie. Il governo di "estrema destra" che poi non si comprende perchè si deve dare una etichetta a una simile atrocità, di Israele ha compiuto l'inimmaginabile in Gaza e nelle zone limitrofe interessate, malauguratamente, ai suoi piani economici. Sì piani economici immobiliari! viste le esternazioni di notissimi esponenti ebrei e non solo. Trump , stando alle notizie, sembra esserne l'ispiratore. L'arroganza del potere ha messo in azione tutte le forze a suo favore mentre il resto del mondo cosiddetto civile sta a guardare"

FURTO A MANO ARMATA NELL'INFERNO DI GAZA

 HANNO ANCORA PAURA E INTERESSE A PRONUNCIARE QUELLA PAROLA, MENTRE UN POPOLO MUORE. Di Franco Cimino Tommaso Montanari ed io la pensiamo allo stesso modo. Tommaso Montanari, Corrado Formigli e io la pensiamo allo stesso modo. Tommaso Montanari, Corrado Formigli, Don Mimmo Battaglia ed io la pensiamo allo stesso modo. Montanari, Formigli, Don Mimmo, Sergio Mattarella e io la pensiamo allo stesso modo. Montanari, Formigli, Don Mimmo, Mattarella e Jorge Bergoglio (prima di tutti e in contemporanea al sottoscritto) e io la pensiamo allo stesso modo.

Il silenzio brucia

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 "l'attenzione generale è catalizzata per la maggior parte dei viventi in possesso di strutture mentali empatici su Gaza, a quanto sta accadendo per colpa di rancorosi assassini e perosne scaltre dedite agli affari. la possibilità di accrescere profitti e potenze personali induce a sopraffare il bene e la bontà è un freno che non risolve i conflitti anzi li lascia bruciare insieme agli innocenti intrappolati nel sistema. Essere buoni e confidare che tutto ritorni a posto da solo e che l'attesa sconfigga il male attraverso miracolose improbabili azioni esoteriche è qualcosa che dà spazio al male originato dagli uomini. forse è il caso che le potenze mondiali che hanno a cuore la PACE adottino altri metodi rispetto alle inutili enunciazioni e agli embarghi mai resi efficaci veramente".

SI È ROTTO PURE IL CIELO DI GAZA

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 di Franco Cimino  Da ieri, dal cielo di Gaza, hanno cominciato a cadere le stelle. Cadono da uno spicchio blu scuro su un lungo corridoio di terra risplendente al sole e brillante alla luna. Cadono per fare luce sul cammino dei duecentomila palestinesi che hanno voluto resistere su quella terra, la loro, soffrendo e morendo. Resistere per non doverla abbandonare. Ricevuta dai padri per consegnarla ai figli.

Se mai dovesse accadere

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  Un'analisi che non si limita a commentare, ma prende posizione. Un testo che denuncia, interroga e non concede sconti.  Gaza, il Potere e la Profanazione della Memoria Se mai accadesse che i progetti di Trump e dei suoi alleati si realizzassero, e Gaza venisse trasformata in un laboratorio di ricostruzione economica, in una vetrina geopolitica per il potere che ha contribuito alla sua distruzione, allora il mondo dovrà fare i conti con una verità scomoda: la memoria non si compra, la giustizia non si edifica sopra le macerie sporche e insanguinate da vite d'innocenti e ignorate.

Israele, la pelle del potere

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   Un post che non si limita a raccontare, ma accusa. Un grido civile che non cerca consolazione, ma verità. La pelle del potere: Gaza e l’arroganza che uccide Contro l’arroganza del potere, le parole sembrano sterili. I concetti si svuotano. I proclami si dissolvono. Eppure, non possiamo tacere.

Gaza ecco la verità

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   Sembra proprio che alcuni lapsus – o meglio, dichiarazioni esplicite – stiano rivelando una visione sorprendentemente cinica del futuro di Gaza. Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha definito la Striscia di Gaza una vera e propria “miniera d’oro immobiliare” , parlando apertamente di piani di ricostruzione post-bellica che la trasformerebbero in un Eldorado per investimenti edilizi.

La coscienza di Israele

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  La voce lucida e inquieta di chi osserva il mondo senza voltarsi dall’altra parte. Israele, Gaza e la coscienza smarrita: il grido che viene da dentro Dopo la Shoah, il mondo ha giurato che mai più si sarebbe piegato all’ideologia della razza e allo sterminio sistematico. Il popolo ebraico, sopravvissuto all’abisso, ha ricostruito la propria identità con forza, intelligenza e dignità. Israele è diventato un simbolo di rinascita: potente, moderno, scientificamente avanzato. Ma oggi, qualcosa si è incrinato. E non è solo la pace a mancare: è la coscienza.

Ben-Gvir, La coscienza smarrita

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  Un punto che sta facendo discutere molto: la presenza nel governo israeliano di figure più radicali e aggressive persino di Benjamin Netanyahu. Tra queste, il nome che emerge con forza è quello di Itamar Ben-Gvir , leader del partito Potere Ebraico e fino a poco tempo fa ministro della Sicurezza nazionale . 🔥 Chi è Itamar Ben-Gvir? È un politico di estrema destra, noto per le sue posizioni ultranazionaliste e anti-arabe. Ha sostenuto apertamente l’occupazione della Cisgiordania e ha fomentato l’odio razziale contro i palestinesi. È stato più volte accusato di incitare alla violenza e di voler militarizzare la risposta israeliana al conflitto. 🩸 È davvero più “sanguinario” di Netanyahu? Il termine è forte, ma molti osservatori internazionali e media lo usano per descrivere la sua retorica e le sue proposte : Ha criticato Netanyahu per essere troppo “moderato” e ha minacciato di far cadere il governo se non si intensificava l’offensiva su Gaza. Ha proposto l’ occupaz...

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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