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lunedì 29 giugno 2020

le dimissioni di Callipo, un grande Uomo

Callipo col suo gesto ha ridato fiducia ai calabresi che speravano nel cambiamento.


Vengono i brividi nel leggere le motivazioni che hanno indotto Pippo Callipo a dimettersi da consigliere regionale.

Ha scoperchiato il vaso di Pandora notoriamente noto e colmo di mediazioni e trattative poco piacevoli per la gente ma assai proficui per la politica, certa politica fatta di clientele.

C'è da ricredersi. E chi fino ad oggi ha visto in Callipo il “solito imprenditore” sceso in campo, prestatosi alla politica per curare affari e lavoro per le aziende ( è ormai consuetudine difendere le aziende, il lavoro delle aziende e non il LAVORO come strumento di emancipazione per le maestranze e quanti credono che: la Repubblica è fondata sul lavoro...) ha avuto una risposta secca, che diventa boomerang per il consiglio calabrese tutto.

Non illudiamoci! Il resto dei consiglieri saprà trovare risposte “convincenti” come ha sempre fatto. Ma nonostante loro il vaso è scoperchiato e se hanno un minimo di dignità e rispetto per la Calabria e i calabresi hanno poco da parlare: devono DIMETTERSI!

venerdì 28 marzo 2014

SCOPELLITI, STOP DEI MAGISTRATI


Giuseppe Scopelliti si dimette da Presidente della regione Calabria

"Con la maglietta bagnata e con la testa alta finisco questa partita."

Così si esprime Giuseppe Scopelliti davanti ai giornalisti dopo la condanna a sei anni di carcere e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici inflitta dal tribunale di Reggio Calabria a conclusione della sentenza sul caso “Fallara”.

Le dimissioni di Scopelliti da Presidente della regione Calabria chiude anzitempo la legislatura e richiamano alle urne gli elettori calabresi che probabilmente esprimeranno il loro voto regionale in concomitanza con le prossime europee 2014 del 25 maggio.

Con le dimissioni Scopelliti ha dimostrato buon senso. Ha reagito da uomo politico serio che rispetta la magistratura e le sentenze sfavorevoli.

Certo è un macigno enorme quello che gli si abbatte addosso sul finire della legislatura.
A parte il dramma personale e familiare, del quale Scopelliti non lascia trapelare nulla, il presidente dimissionario volge le sue attenzioni alla Calabria e ai calabresi. E lancia un monito alla sinistra e a quella parte di politica che usa “altri mezzi” per eliminare gli ostacoli quando non riesce a sconfiggere gli avversari col voto democratico nelle urne e prima ancora con l'esempio della buona pratica politica.

Sembra risentire un vecchio refrain col quale Berlusconi ha stancato ma che Scopelliti ha rivalutato pur denunciandone l'uso.

Certo sarebbe stato gratificante per la parte del mondo politico avverso che si dice di sinistra vederlo defenestrato dai mezzi della politica attiva e da una attenta quanto efficace azione di contrasto sociale immediato in seno all'assise comunale di Reggio Calabria. Laddove, appunto, è nato il famigerato “modello” del quale è stato vittima insieme alla sfortunata collaboratrice e ai collaboratori che a sua detta sono stati infedeli.

Comunque voi la pensiate, per me, l'intera vicenda con relativa sentenza finale, anche se lascia altri gradi di giudizio ai condannati per ricorrere e fare valere le proprie ragioni e scoprire altre verità, è una sconfitta che brucia sulla testa dei calabresi.
In sintesi, nessuno degli eletti e nessuno partito politico ha saputo o voluto fare politica con e per il territorio.
Ancora una volta è stato demandato ad un arbitro terzo la decisione di cosa è giusto e cosa sbagliato in politica e, quindi, nelle azioni di un amministratore pubblico messo a governare un territorio non da un concorso ma dai suffragi dei cittadini. e questa azione si traduce ancora una volta in sconfitta per la politica e quanti credono nei valori insiti dell'azione stessa.



domenica 29 settembre 2013

Ministri pdl dimissionari davvero?

ITALIA, CRISI DI GOVERNO? MA MI FACCIA IL PIACERE!


Sembra parlare di preistoria. Eppure sta accadendo quanto molti di noi abbiamo scritto e detto nei giorni e mesi addietro dopo aver assistito all'ennesima deplorevole macchietta nelle alte istituzioni per l'elezione del Capo dello Stato che, come sappiamo, si è conclusa con la rielezione di Giorgio Napolitano.

Eccezionalità! Si era detto. E anche Giorgio, il compagno Giorgio, si è dovuto adeguare. Ha accettato l'investitura per la seconda volta, questo s', caso eccezionale per una Repubblica come l'Italia, che gli è valso il soprannome di re Giorgio.

Ebbene, Giorgio Napolitano, dopo vari tentativi di formare un nuovo esecutivo a guida Bersani, tira il coniglio dal suo cilindro pieno di strategie e gli dà nome Letta con mandato dalle larghe maggioranze.

A quel punto, chi osava dire, alla luce di quanto è accaduto negli ultimi 20 anni, che la cosa non poteva reggere e che, praticamente, impossibile fintantoché si metteva ancora il “partito azienda” alla guida di uno sgangherato Paese per lo più ad appoggiare riforme che andavano nel verso opposto al loro modello di vita sociale e politica, chi affermava e sosteneva queste elementarissime argomentazioni era tartassato dai media e oscurato.

Oggi, il capo dell'azienda ha deciso di fare un colpo di mano. Proprio come il pifferaio magico, si mette a suonare il flauto e tutti i topini che fin ora hanno infestato le istituzioni gli vanno dietro. Lo seguono in mare aperto e ubriacati dalla musica suadente del potere carismatico(?) del pifferaio affogano... ma questa è una storia a lieto fine. La realtà è ben diversa!

Strategia dopo strategia rivolteranno la frittata e a farne le spese, come sempre, saremo noi, cittadini divenuti sudditi di un sistema affaristico ripugnante e pagarne il conto.

martedì 12 febbraio 2013

Papa Benedetto XVI abdica!

IL SACRIFICIO DI PAPA BENEDETTO XVI


Avvince ma non convince, la vicenda che occupa gli spazi della comunicazione di massa. Le televisioni e i giornali non fanno altro che parlare delle dimissioni del Papa. Persino Vespa è tornato in prima serata con porta a porta, rubando lo spazio ad una simpatica soap popolare dalla trama consolidata tra il bene e il male, l'amore per l'arte, in questo caso la musica, e i biechi interessi dei mafiosi che gestiscono il potere nella cittadina dove sorge il conservatorio che è teatro di umane vicende. Chissà se Vespa ha fatto un plastico della futura residenza del Papa dimissionario, un monastero di clausura all'interno dei giardini del Vaticano. Un luogo super sicuro e lontano da occhi e orecchi indiscreti che ospita suore di clausura, separate, però, da una robusta inferriata.

È una notizia clamorosa e occupa gli spazi della comunicazione in televisione, internet, sui giornali e per le strade . Il Pastore di anime che si dice non adeguato ai tempi per via dell'età e degli acciacchi dovuti alla vecchiaia e quindi si mette in pensione. Eppure Ratzinger è un fine teologo e sa bene che per predicare e far mettere in pratica il vangelo non c'è bisogno di un fisico bestiale.
Qualcosa non torna! La storia non convince.

E se, invece, fosse l'amara, estrema, decisione di Papa Benedetto XVI? Una decisione che lo induce ad andare via?

Va via lui perché sconfitto da un apparato ritenuto troppo incrostato di potere autoreferenziale per poter essere riformato?, una Curia avvolta nei misteri sulla quale pesano fatti conosciuti, scandali, pedofilia e fughe di notizie diramate dalle correnti di pensiero e dai tradimenti interni, si ha la sensazione che Benedetto XVI abbia cercato di emancipare il papato e la Chiesa cattolica da una sorta di vecchiume ideologico fondato sul potere e invece è rimasto vittima.

È difficile non percepire la sua scelta come l'esito di una lunga riflessione condizionata anche dalla stanchezza. Definirlo un gesto istintivo o accettarne la motivazione “per raggiunti limiti di età” significherebbe fare torto a una figura destinata e entrare nella storia più per le sue dimissioni che per come ha tentato di riformare il cattolicesimo, purtroppo, senza riuscirci.

sabato 10 novembre 2012

la biografa e il generale

paula broadwell, biografa e forse amante di petraus
Però, questi americani attaccati all'onore... una cosa del genere in Italia sarebbe assurda e impensabile! Un generale o un alto dirigente qualsiasi che si dimette dalle sue funzioni per avere tradito la moglie? Ma quando mai! Eppure, secondo quanto si legge sui giornali, il direttore della cia si è dimesso per avere tradito la moglie con la giornalista che gli stava accanto per scrivere la biografia del generale. E lui così scrive nella lettera di dimissioni indirizzata al Presidente Barack Obama:
«Un comportamento inaccettabile per un marito e per un leader».

Comunque, questa è la motivazione ufficiale del numero uno dell'Intelligence americana che lascia l'incarico a causa di una storia extraconiugale.
Anche se, c'è un però: sulla vicenda si allungano le ombre delle accuse di inefficienza alla Cia per la gestione della rivolta di Bengasi dell'undici settembre quando fu ucciso l'ambasciatore americano Chris Stevens. Episodio che mise in difficoltà Barack Obama proprio durante la campagna elettorale.
Ma torniamo al fatto:
L' amante è (forse) Paula Broadwell, giovane autrice della biografia sul direttore della Cia intitolata «All In: The Education of General David Petraeus». Una donna di quaranta anni che mostra il meglio di sé. Palestrata. In forma fisicamente e intellettualmente, autrice di un libro. A proposito del libro, visto quello che si sente in giro... per lei, quale maggior veicolo pubblicitario di uno scandalo? E per lui, quale miglior occasione per uscire da un problema ben più grave e togliere dall'imbarazzo una nazione intera? Ma queste sono, probabilmente, illazioni dei cervelli contorti italiani che non lascerebbero mai e poi mai il potere per una scappatella coniugale.

mercoledì 21 dicembre 2011

poteri forti dietro le dimissioni di Traversa

La parlamentare Angela Napoli esterna il suo pensiero e come al solito sembra avere centrato il problema. 
In maniera chiara dice di non credere alle motivazioni date da Michele Traversa, come d'altronde molti cittadini che conoscono l'attaccamento di Traversa alla sua città. 
A prescindere dagli schieramenti politici, è opportuno sfruttare il "sacrificio" di Michele Traversa e lavorare affinché la città capoluogo di regione sia governata dalla parte sana della società che ama davvero la Calabria. E credo che Traversa sia uno di questi perchè non può essere sottaciuto che il suo sia stato un "sacrificio", infatti, quale politico lascerebbe un territorio così fruttuoso in termini di voti a un anno dalla scadenza del mandato elettorale?


da Calabria ora del 21 dicembre 2011

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