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venerdì 11 novembre 2022

I bronzi di Riace ambasciatori della classicità greca

 


È risaputo: la pubblicità è l'anima del commercio!

Se si vuole veicolare un messaggio qualsiasi oltre i confini geografici e mentali è necessario stimolare la curiosità dei potenziali fruitori. Partendo da questo presupposto nasce l'idea di potenziare il messaggio inerente i Bronzi di Riace venuto alla ribalta dalle esternazioni del sottosegretario Sgarbi.

Anzitutto è obbligo una domanda: perché Vittorio Sgarbi riprende una annosa questione quale quella di mandare in giro per il mondo i rarissimi manufatti risalenti alla scuola dell'arte statuaria dell'antica Grecia?

Bronzi di Riace, eterna questione

 


Bronzi di Riace.

Clonazione. Esportazione. Divulgazione. Attrazione. Conservazione. Esposizione itinerante.

La bellezza classica dei manufatti di scuola greca ancora orfani di certificata primigenia ha catalizzato gli interessi mondiali di studiosi e appassionati dell'arte.

La Calabria, Sgarbi e i bronzi

 

"animali fantstici!" ph dgt courtesy mario iannino.

Che questo attuale sia un governo cazzuto lo dimostrano i fatti concretizzatasi nei primissimi provvedimenti. Le donne e gli uomini al governo non intendono ragioni! Portano avanti i loro intendimenti con determinazione.

Sono persone muscolari!

E adesso è il momento di Sgarbi in veste di sottosegretario alla cultura e ai beni storici nazionali.

In visita al museo di Reggio Calabria alla presenza degli eroi greci ha detto la sua in merito ai viaggi dei bronzi rinvenuti 50anni fa nei fondali di Riace.

Sgarbi è convinto che i guerrieri debbano intraprendere una tournee mondiale come si addice alle rock star e ai personaggi pop.

Perché no? Ci può stare!

E visto che le azioni dell'uomo sono quasi sempre mosse da interessi e interscambi, la domanda nasce spontanea: qual è il ritorno per la storicamente depredata Calabria e i calabresi?

Ovviamente ci si aspetta una ricognizione tecnico-scientifica sulla possibilità dei bronzi di poter intraprendere lunghi e estenuanti viaggi, una sorta di minuzioso check up a garanzia della loro resistenza molecolare visto che nel museo reggino per mantenerli in buona salute si sono adottate tecniche sofisticate anche per l'areazione dei locali oltre che avere regimentato gli ingressi dei visitatori. Ma questo il sottosegretario Sgarbi l'avrà messo in agenda senz'altro!

Chissà, forse si prenderà in considerazione quanto suggerito all'epoca della presidenza Nisticò. E cioè di clonare i bronzi...

mercoledì 8 giugno 2016

Sgarbi e i bronzi di Riace

Quante cazzate galleggiano allegramente nella fanghiglia del web? Troppi, e troppissimi (non si dice) sono i cretini che fomentano le provocazioni sterili e infruttuose. Andiamo al punto:
sgarbi e occhiuto

Vittorio Sgarbi già si sente con le chiappe sulla poltrona di assessore nel comune di Cosenza (legittimamente, dopo la mano data) Sgarbi, nei progetti di Occhiuto, si occuperà della valorizzazione del centro storico cosentino.

Ma quanti sventolano le parole provocatorie del critico d'arte si sono chiesti come può trasferire d'impeto degli oggetti storici dichiarati inamovibili?
Sgarbi aveva tentato con l'expo di Milano. Nella sua intenzione c'era di esporre là le due statue bronzee di fattura greca custodite con ogni cautela nel museo di Reggio Calabria.
Si parla dei bronzi di Riace con eccessiva superficialità!

venerdì 29 agosto 2014

Mediterraneo, porta d'Europa e via di speranze

Caraibi? No, Calabria: Squillace!


mar jonio, golfo di squillace

L'estate sta finendo.
Tormentone di ogni fine agosto musicato dai Righeira che riporta ognuno di noi alla quotidiana routine. E, per dirla ancora in musica, durante le vacanze estive, chissà quanti hanno vissuto la spensierata “estate al mare” di Giuni Russo.
Mille e più canzoni, allegre o struggenti, rendono vivi i ricordi.
Nostalgiche visioni, mosse da soggettivi afflati rendono unici i giorni trascorsi insieme a vecchi e nuovi amici.

Nell'estate delle polemiche sui Bronzi di Riace, sulle esternazioni demenziali di certa politica o sulle teorizzazioni artistiche più o meno pilotate di questo o quell'artista si resta annichiliti davanti al quotidiano spettacolo della natura che si rinnova gratuitamente nonostante noi e le nostre tattiche utilitaristiche improntate sul guadagno economico condizionato dallo spread.

Il mare, i monti, l'entroterra e le coste dovrebbero essere lo spread delle stagioni umane che si beano e nutrono di odori, suoni, sapori, voci, speranze.

Gesti atavici si mescolano nello sciabordio ritmato e a volte irruento delle acque che si infrangono sulla battigia e formano strani disegni.
Lo Jonio, il Tirreno. Il Mediterraneo riporta alla luce la storia. Passato e presente sono lì, sotto gli sguardi dei bagnanti.
Nelle acque cristalline i tempi terreni si lasciano penetrare da quanti vogliono sondare, ricercare e proporre poetiche visioni sulle tracce degli storici invasori greci ma anche dai nuovi migranti carichi di ninnoli e mercanzie a basso costo che tingono coi colori della speranza persino i bagnanti insofferenti costretti a subire la miseria sbarcata sulle coste europee per mera sopravvivenza.

Guerre. Fame. Miseria mentale. Questi sono i sud. Le calabrie!
Le Calabrie non hanno confini geografiche. Le Calabrie siamo noi tutti. Vittime dei sentito dire, delle mafie mentali che riescono a muovere i pennivendoli in cerca di scoop. Capri espiatori, escamotage usati per offuscare le eccellenze vive e propositive che operano sul territorio.

Chi vive la Calabria e l'Italia nell'insieme globalizzante del mondo nell'armonia dei popoli non ha bisogno di spegnere alcuna sete voyueristica, personale o di gruppo. Chi ha mente e corpo,indipendentemente dalle apparenze, sa guardare oltre, penetrare l'ovvio, sminuzzare e ricomporre le apparenze, non per cercare paradisi artificiali ma per offrire visioni più consone alle esigenze corporee e intellettive.

Questa è la Calabria creativa.

lunedì 25 agosto 2014

Bronzi di Riace, poverini

Ancora polemiche sullo spostamento dei Bronzi di Riace, dopo gli scatti osé, adesso, è il turno della loro ipotetica ubicazione temporanea all'expo di Milano 2015!


E noi, calabresi e meridionali forgiati da tenaci campanilismi, associamo il nostro dissenso a quello dei tecnici che argomentano scientificamente il pericolo "spostamento" e diciamo sdegnati no al loro viaggio verso le terre nordiche. 
Alcuni, stizziti, si dicono profondamente offesi e oltraggiati dalle proposte di Maroni e compagnia, come se tutte le bellezze storiche e paesaggistiche della Calabria fossero racchiuse nei manufatti bronzei del V/IV secolo a.c. (tra l'altro, capitati e trovati casualmente nel mare Jonio da un sub dilettante nei fondali adiacenti Riace Marina) e che la loro dipartita sminuisse il valore e la bellezza della Calabria.

Bene farebbe Franceschini se mettesse in calendario l'itinerario per raggiungere i tanto citati “guerrieri” tenuti e protetti nel museo di Reggio Calabria magari con l'aggiunta di qualche itinerario turistico e culturale per dare degna visibilità ad una terra depredata da invasori esterni e interni alla Calabria.

Delle statue si conosce ben poco. Si presume siano di manifattura greca della scuola di

Tornando alle innumerevoli parole buttate al vento da giornalisti, politici e “tecnici”

La cosa mi puzza! Sembra il fatidico specchietto per le allodole che se da una parte dà modo ai media di trattare e divulgare l'argomento Bronzi e terre connesse dall'altra suona come una forzatura logorroica che nasconde ben altro.

venerdì 8 agosto 2014

Bronzi di Riace rivisitati e oltraggiati

Dopo la pubblicazione delle foto dei Bronzi di Riace mascherati dalla verve visionaria del fotografo che, secondo quanto riferito dalla dottoressa Simonetta Bonomi, pare abbia fatto scatti non autorizzati nella sala super tecnologica che li ospita la polemica è scoppiata furente.

Bruneau, il fotografo, in azione
                                                               

C'è chi minimizza e chi dice che la Calabria non li merita questi capolavori dell'antichità.
C'è chi parla di arte e chi di schifezza mascherata da contaminazioni pop alla maniera di Warhol giacché pare che il fotografo sia stato allievo del re delle icone moderne serigrafate della pop art americana.

Comunque la si mette, la questione apre spazi a dubbi di ogni genere sia dal punto di vista culturale che commerciale e di immagine per l'intero settore della conservazione museale.

D'altronde le passate edizioni denominate “Intersezioni” al Parco archeologico di Borgia hanno lo stesso sapore blasfemo. E non mi riferisco alle imponenti installazioni dei maestri contemporanei eretti nel sito archeologico ma alla prevaricazione del nuovo linguaggio artistico realizzato con cementi, ferri, plastiche che, innestati tra i resti archeologici greco-ramani, hanno violentato e non dialogato con la storia secondo quanto era nelle intenzioni degli organizzatori.

Non intendo girare il coltello nelle ferite della conservazione storica e della cultura che in calabria, stando ai fatti, ha il sapore della gestione privata e anche un po' clientelare “dell'affaire arte”, perciò condivido e sostengo con fermezza quanto detto dalla sovraintendente ai beni culturali della Calabria la dott.ssa Bonomi. E cioè “...il compito del museo non è quello di fare cassa ma di fare cultura” ed in questo caso specifico, aggiungo io, di cultura, non se ne è vista affatto!

E non per i tulle, i tanga leopardati o i pitoni fucsia, semmai, questa operazione dissacratoria ha dato qualche attimo di pubblicità all'autore degli scatti e ai bronzi.

L'oltraggio sta nella gestione univoca e personalistica degli spazi pubblici calabresi che contengono tesori inestimabili per la storia delle arti e segnano indiscutibilmente il percorso umano dei saperi.

lunedì 27 agosto 2012

Calabria, per Corsera sinonimo di negatività ambientale

La prima reazione, e non credo solo mia, all'articolo apparso oggi sul Corriere della Sera a firma Ernesto Galli Della Loggia sui “mali della Calabria” vissuti in prima persona dal giornalista, è stata d'insofferenza, seguita da una naturale considerazione, tipo: “ma dove è andato a soggiornare? In qualche bidonville del terzo mondo?”, nel punto in cui dice che “i centri urbani, di un'essenzialità scabra in mirabile consonanza con l'ambiente, sebbene qua e là impreziositi da autentici gioielli storico-artistici, sono oggi stravolti da una crescita cancerosa: chiusi entro mura di lamiere d'auto, per metà non finiti, luridi di polvere, di rifiuti abbandonati, di un arredo urbano in disfacimento.”
Per evitare campanilismi, ho lasciato passare l'intera giornata prima di rispondere alle lagnanze del noto giornalista. E mentre il tempo scorre ricordo di aver visto anch'io nell'entroterra i paesi fantasma dalle periferie, forse prive di un piano regolatore, con le case incomplete e le strade sterrate. Paesi che si popolano solo d'estate per la festa del Santo Patrono, occasione calendarizzata dagli emigrati per far ritorno alle origini e spendere i pochi risparmi col compare muratore per alzare un muro, completare l'impianto idrico o elettrico nella casa in perenne costruzione dove passare i giorni della vecchiaia.
Ovvio che la vista di un nordico come E. Galli della Loggia è disturbata da uno scenario simile!

venerdì 13 aprile 2012

Evan Penny scultore iperrealista geniale?

Camminando per la città un manifesto pubblicitario cattura la mia attenzione, e questo, dal punto di vista del marketing è importante!, mi avvicino per osservare meglio e capire di che si tratta.
Altri manifesti attaccati sopra lasciano trasparire qualche lettera, mezzo viso schiacciato e deformato dalla lente degli effetti speciali.
È senza dubbio un ritratto, penso.

Più tardi sul giornale un articolo mi svela l'arcano: “al marca di Catanzaro il genio di Evan Penny”.

40 sculture lavorate in digitale e poi terminati con la minuzia del particolare, forse sintomo di una psicosi latente nell'uomo che cercava il perfetto nell'imperfetto o forse la sindrome feticista di certa cultura che evince nei particolari, in questo caso i capelli e i peli del corpo, il passaggio del tempo sulle teste.

aore12Iperrealismo distorto quello di Evan Penny, artista sudafricano residente in Canada che fa parte della scuderia Sperone Westwater di New York insieme ad altri artisti delle ultime tendenze come Andy Warhola, Moore, Accardi, Boetti, Fontana, Manzoni, tanto per ricordarne alcuni, ed è opportuno ricordare anche l'operato di questi ultimi, condensabile in contestazione e sovversione delle poetiche del '900. Hanno dissacrato e sovvertito il concetto che l'opinione pubblica e alcuni addetti ai lavori avevano dell'arte e dell'operazione artistica. Erano andati oltre all'oggetto in sé e alle sue forme; oltre l'impatto emotivo.

Evan Penny realizza figure umane; in alcuni casi sono assimilabili ai prodotti cari agli iperrealisti, maniacalmente più reali della realtà; in altri sembrano frutto della memoria e della percezione soggettivizzata come se li vedesse da dietro lenti ottiche deformanti.

Penny adopera le tecniche digitali per realizzare i suoi lavori e in seguito aggiunge i particolari con precisione maniacale.
creta, gomma e silicone dipinti e trattati con gli stessi effetti speciali dello spettacolo quali borse sotto gli occhi per evidenziare le occhiaie, rughe, capelli, persino gli abiti fa realizzare su misura. Un lavoro che richiede molto tempo e pazienza.
Penny lavora anche per il cinema e si occupa degli effetti speciali visto l’uso che fa di creta e silicone.
aore12

Ecco un modo semplice per diffondere la cultura della disinformazione e contrabbandare i linguaggi kitsch della cultura americana contemporanea in linguaggi alti pregnanti di poetica visionaria.
Cosa dovrebbe trasmettere la mania ossessiva di Penny ai visitatori?
Se per un attimo paragoniamo il suo lavoro alla statuaria greca (vedi bronzi di Riace, IV, Vsec.a.c.)  questa, sì, priva delle tecniche digitali di ultima generazione ma ricca di fascino e artigianalità creativa storica in grado di sbalordire i visitatori del museo reggino, verrebbe da rispondere che non ci cambia o amplia nessun orizzonte. Lavori banali, intellettivamente poco apprezzabili, anche se faranno nascere negli ingenui qualche esclamazione di meraviglia. Ma non è la sensazione epidermica, l'imprevisto che trasforma in linguaggio alto la mediocrità dozzinale di una presunta arte definita pop.

aore12
bronzi di Riace, guerriero A e B

sabato 14 gennaio 2012

Calabria, dove tutto è cultura


©by mario iannino


Pochi fotogrammi per significare le bellezze naturalistiche della Calabria ed evidenziare alcuni aspetti salienti delle sue origini storiche. Il resto è da vedere in prima persona. Ovviamente le proverbiali peculiarità calabresi, quali l'ospitalità e la cucina tipica mediterranea, tanto per ricordarne qualcuna, non possono essere presenti nel video... sembrerebbe un atto di piaggeria e noi non lo vogliamo! vogliamo essere concreti.

giovedì 9 giugno 2011

perché lo spot dei bronzi è inefficace

Da attento osservatore qual è, Beppe Scopelliti, si dice divertito per le polemiche scaturite dallo spot che vede i bronzi nell’insolita veste animata e cita altre pubblicità che hanno interessato la Gioconda liscia gassata o …, oppure, sempre l’immagine della gioconda riveduta e corretta, inserita da Oliviero Toscani nella campagna dei bagni chimici; e continua nell’elencazione con la statua della libertà in jeans, il David ciccione diffuso in occasione dei giochi olimpici; il David della Mc Donald’s, ecc ecc.

Nella dichiarazione difensiva, il presidente della regione chiarisce anche il costo dello spot: appena 50mila euro e senza altri aggravi per commissioni ad agenzie intermediarie.
Quello che forse sfugge è che la contestazione non nasce dall’animazione dei bronzi ma dal contenuto, dall’azione cui sono chiamati a fare i bronzi, secondo le idee dei giovani creativi ideatori dello spot.

Certo, la Gioconda non invita a ingerire roba adulterata e neanche il David suggerisce di ridursi a sedentari mangioni con le relative conseguenze. Mentre il “nostro” spot sembra indurre a disertare i luoghi della cultura quasi fossero siti ovattati di noia mortale. Eppure, specie i reggini, hanno alzato barricate e divieti contro chi voleva portare altrove le sculture greche o clonarle. Come mai, non si è pensato di valorizzare i siti archeologici e il territorio calabrese attraverso le eccellenze esistenti sottovalutate anche dai calabresi stessi? Corre l’obbligo segnalare che nello spot s’intravedono per pochissimi attimi due scorci paesaggistici non tanto belli, che, a differenza degli spot citati dal presidente Scopelliti, non suscitano curiosità, sarcasmo o tenerezza nell’utente finale, tali da catturalo o, quantomeno a riflettere su un'ipotetica vacanza in Calabria.

Ecco, Presidente, non è una critica a oltranza fatta con spirito nichilista, ma un’analisi scevra da condizionamenti partigiane per probabili futuri spot incentrati sulle bellezze della nostra terra. Perché non sempre è valido il motto: "in bene o in male, l'importante è che se ne parli!".

Altra reazione avrebbero suscitato i guerrieri se coinvolti in azioni connaturate alle loro origini... anche se non necessariamente nella veste di eroi, super machi o gay.

venerdì 3 giugno 2011

mortificata la bellezza classica dei bronzi di Riace

Da attento osservatore qual è, Beppe Scopelliti, si dice divertito per le polemiche scaturite dallo spot che vede i bronzi nell’insolita veste animata e cita altre pubblicità che hanno interessato la Gioconda liscia gassata o …, oppure, sempre l’immagine della gioconda riveduta e corretta, inserita da Oliviero Toscani nella campagna dei bagni chimici; e continua nell’elencazione con la statua della libertà in jeans, il David ciccione diffuso in occasione dei giochi olimpici; il David della Mc Donald’s, ecc ecc.

sabato 26 marzo 2011

le teorie destabilizzanti di Galan ministro della cultura




Di male in peggio! Dopo Bondi, Galan. Possibile che questo è il meglio che il governo Berlusconi possa propinare all'Italia? E, si badi bene, non c'è polemica quando uso il termine “propinare” viste le uscite del neoministro della cultura Galan!

I Bronzi - dice Galan - sono stati trovati nei mari della Calabria ma solo per questo devono rimanere in quella zona.”

giusto! Ha ragione! Ma per gli altri beni culturali sparsi per l'Italia che facciamo? Li facciamo smontare tutti e li rimontiamo in Veneto o sotto casa di Galan? Visto che ora è lui a comandare?

Ma l'intellettuale neoministro non si ferma solo ai bronzi di Riace, mette in dubbio anche la “festa del cinema di Roma”, la definisce stravagante se paragonata al più antico festival di Venezia.

Insomma, non c'è che dire! Le ricchezze devono stare solo in Veneto o nelle regioni governate dalla lega e chi ha qualcosa o tenta di istituire qualche intuizione culturale non lo può fare.

Si rasenta l'assurdo. La mediocrità è al potere e lo gestisce secondo parametri iniqui e di bassa lega. Azioni, queste dei ministri attuali, che non possono passare inosservate perché intellettualmente inaccettabili ed espongono gli italiani al pubblico ludibrio.

Galan farebbe bene a incentivare la cultura nell'accezione più ampia del termine; proporre interscambi; creare aree d'interesse nazionali connesse tra di loro, valorizzare siti e realtà geografiche differenti perché dalle differenze nasce la creatività propositiva che emancipa l'umanità.

martedì 13 ottobre 2009

bronzi di Riace: clonazione si o no?



Agosto del 1972, un appassionato sub s’immerge nelle acque del mar jonio a 300 metri dalla costa di Riace. La sua immersione diventa storia.
Stefano Mariottini, questo il nome del sub, nell’esplorare i fondali nota qualcosa di strano spuntare dalla sabbia; si avvicina e intuisce di essere di fronte a qualcosa d’interessate: una mano ferrosa ricoperta di licheni. Prontamente, segnala la scoperta alla Sovrintendenza che fa intervenire una squadra di subacquei professionisti e con l’ausilio di sofisticate attrezzature riportano alla luce una prima statua. Gli archeologi intuendo l’importanza del sito fanno continuare le ricerche nella zona interessata fino a trovarne una seconda, denominate statua A e B, entrambe catalogabili tra il IV e V secolo a.c.
Ripulite e restaurate nell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sono esposte al pubblico per la prima volta nel 1980 e infine trasportate nel museo archeologico di Reggio Calabria.
E qui iniziano studi e diatribe.
Di sicuro sono attribuite alla fucina statuaria greca per la tecnica usata e per le misure che conducono il pensiero al concetto di bello assoluto enunciato da Policleto il Vecchio nel canone per laperfetta costruzione corporea.
Al di là di quanto detto da studiosi e politici, è chiaro che: ritrovamento e luogo sono dati variabili occasionali. Non è occasionale, invece, il dato tangibile strettamente connesso alle statue e cioè: i manufatti sono patrimonio culturale mondiale! A prescindere dal luogo di ritrovamento e conservazione.
Detto ciò, c’è da capire, in merito alle più recenti notizie riguardanti la clonazione dei bronzi di Riace, quali sono gli accordi politici tra i vari soggetti che fino ad ora hanno gestito l’operazione.
È ovvio che, come già detto, essendo patrimonio culturale dell'umanità, è consequenziale la divulgazione delle opere, relative scuole di pensiero e statuarie. D'altronde tutti i capolavori dell’arte sono oggetto d’innumerevoli copie; ma per i guerrieri rinvenuti a Riace si tratta di cloni fedelissimi, difficili da distinguere dagli originali, sempreché non si scriva “clone” e si lasci di proposito qualche lieve imperfezione! Perciò, chiedo: a che pro? E perché devono essere trasportati altrove, non sarebbe un’ottima occasione per istituire laboratori pubblici nelle stanze del museo di Reggio Calabria e far assistere all'evento appassionati e studenti? Quantomeno nella prima fase; è ovvio che l’operazione finale debba essere eseguita in una fonderia con i calchi fatti sugli originali.

(mario iannino)

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