E poi, ad una certa età si va in
quiescenza.
Con l'aiuto della buona stella si riesce ad arrivare al meritato riposo pensionistico. Si diventa “vecchi” e nonni! Ecco che, i pensionati, secondo un comune senso sociale, avendo esaurito le forze sono messi ai margini del mondo produttivo industriale e pubblico. Sarà per questo che si vedono ai margini dei lavori pubblici intenti ad osservare e criticare la qualunque cosa?
Battute e divagazioni a parte, l'esperienza dei “vecchi” non va in pensione con le regole dell'inps. Tantissimi pensionati si sentono ancora nel piene delle forze fisiche e delle attività mentali. Per questo sovrintendono ai lavori pubblici, quando capita, e chiedono notizie agli addetti ai lavori.
In questi giorni, nel quartiere corvo c'è uno stranissimo movimento: la trasformazione creativa di un marciapiede in pista ciclabile. E, guarda caso, gli arzilli vecchietti chiedono spiegazioni. Qualcuno non riesce a trattenere una fragorosa ristata mentre chiede all'operaio intento a spalare il fango dal marciapiede che metodicamente cala giù dalla collina ogni qualvolta piove. Un marciapiede largo non più di un metro e venti, forse un metro e trenta.
L'anziano chiede: ma una corsia ciclabile non dovrebbe essere almeno un metro e cinquanta? E poi, il senso unico è a salire o scendere?
L'operaio non sa cosa rispondere. È stato comandato a fare quel lavoro: spalare e pulire per poi tingere di rosso una striscia di cemento a bordo strada. Una striscia difficile e pericolosa da percorrere a piedi, figuriamoci su due ruote.
Il gruppo di camminatori giornalieri s'incammina ragionando sulle motivazioni tecniche e sociali di chi ha potuto progettare e far sì che si attuasse tale facezia in un quartiere che necessita di manutenzioni programmate con attenzione e serietà nel pieno rispetto dell'intelligenza altrui.
Politica creativa
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