In America il problema sono i grandi elettori.
Il più grande Stato del mondo non può dividersi in guelfi e ghibellini ma deve dare voce al popolo nella delicatissima fase delle elezioni presidenziali.
L'uomo che sarà, a torto o ragione, il più potente del mondo non può essere eletto e quindi schierato in una delle due ale del parlamento USA:
Repubblicani e democratici non sono reparti stagni e neanche stadi viscerali in cui si combatte per la vittoria personale.
Trump, e non è la prima volta che lo fa, ha dato al mondo intero una pessima impressione. E con lui la gestione democratica degli Stati Uniti d'America determinata dalla politica.
Anche se i grandi elettori sono ingabbiati nel vincolo del mandato che a differenza di altri Stati democratici europei garantiscono l'espressione del voto dei cittadini democratici o repubblicani che li hanno eletti a rappresentare i loro sentimenti, per le elezioni del presidente degli Stati questo meccanismo si è dimostrato, e non è la prima volta, un guazzabuglio in cui personaggi privi di scrupoli hanno potuto sguazzare e arringare all'odio elettori e cittadini.
Biden pare abbia guadagnato altro terreno. Ma andrà a governare un'America divisa.
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