courtesy M. Iannino. "CULT" pittura 2012 |
I cittadini italiani che pagano le tasse stanno vivendo
momenti drammatici a causa degli aumenti delle aliquote sulle bollette delle
utenze domestiche o, per le ormai poche, aziendali e della mancanza di entrate
da lavoro dipendente e,o, privato.
In tutto questo gran casino pare che la preoccupazione maggiore
del nostro Presidente del Consiglio Enrico Letta sia l’apparire.
Vuole apparire determinato e quindi si gioca la carta dell’abrogazione,
“abrogazione” questa la dicitura voluta da Lui in materia di norme vigenti sul
finanziamento pubblico ai partiti.
Abrogazione! Espressione decisa, che lascia però uno spazio
d’attuazione di tre anni, una volta che tutti saranno d’accordo e diverrà legge dello
Stato.
Vale a dire che la nuova normativa entrerà in vigore
gradualmente nell'arco di tre anni per dare il tempo ai partiti che
hanno strutture faraoniche in rosso di mettersi in pari, fare proseliti e
cercare sponsor per la macchina burocratica che li sostiene sul territorio
anche attraverso la donazione volontaria dell’uno per mille delle ritenute
irpef.
Si prevede un cambiamento, quindi, anche sul modello della
denuncia dei redditi: tate caselline che associate a quelle delle chiese trasformeranno
in gruviera il modello della “dichiarazione dei debiti” degli italiani già abbastanza
incasinato e incomprensibile di suo.
Che dire? Da cittadini
già frustrati dal potere politico avremmo gradito essere testimoni di manovre
dirette alla persona, agli ultimi che non riescono a campare a causa dei
problemi noti e abbondantemente ribaditi.
È dal rispetto dimostrato concretamente verso i deboli che
inizia la vera democrazia e il vero fare politica.
Come tutti continuano a ribadire: “è un momento difficile”;
sarebbe opportuno e onesto che anche chi assorbe grandi risorse pubbliche iniziasse
a farsi carico del sociale risparmiando e ove necessario rivedendo il concetto
di partito politico e relative strutture.
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