La teoria dei bisogni secondo alcuni
Se davvero per un attimo si mettessero da parte le masturbazioni mentali che alcuni definiscono concetti filosofici basilari per la nascita di ideologie politiche, religiose o atee e si pensasse alla realtà quotidiana fatta di piccole gioie ma anche di contrarietà contingenti, forse si potrebbe davvero trovare una soluzione degna di essere chiamata “operazione politica” mitrata a debellare i mali e le storture prodotti dall’egoismo umano, specie di quanti sono chiamati a governare gli eventi nazionali.
Non servono proclami, promozioni, supereroi con superpoteri. Serve un pochino di buona volontà e onestà intellettuale per debellare faziosità servili e dare agli altri la possibilità di vivere una vita degna di questo nome.
Molti, troppi soffrono per la perdita del lavoro, della dignità connessa all’appartenenza produttiva, per non essere più un’entità concreta di forza lavoro e le menti eccelse italiane a che pensano? Pensano a cose futili come difendere l’indifendibile e chiamare “bisogno” le esigenze individuali antistress di chi non conosce la parola solidarietà se non associata al proprio ego.
Persino l’eminente Sgarbi giustifica certe uscite folkloristiche del premier dicendo che "è come affermare che uno preferisce andare a pesca piuttosto che a caccia". Vero! Se solo si trattasse di una semplice scelta per passare il tempo nel pieno rispetto degli altri, per giunta cittadini rappresentati dal governo in carica. Se poi vogliamo buttarla in cazzate allora possiamo associarci a Sgarbi quando paragona Berlusconi alla grotta azzurra e andare tutti a fargli visita per esprimergli i nostri di bisogni, semprechè qualcuno abbia in agenda il suo numero di telefono.
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