Spesso, la “cartolina” delude se paragonata all’originale; i paesaggi osservati da persone con bagagli culturali differenziati assumono valenze soggettive. Gli interessi degli uni non necessariamente collimano con quelli degli altri.
Viene da sé che la pluralità analitica aggiunge o toglie qualcosa alle immagini stereotipate. La stessa cosa avviene nell’ambito delle arti visive.
Il professore Giulio Carlo Argan, sosteneva l’inutilità del dispendio di energie da parte dei pittori iperrealisti. Con modi bruschi asseriva che l’uomo aveva inventato la macchina fotografica e, quindi, competere con essa è da cretini.
L’artista deve proporre, con gli strumenti che ritiene idonei, il proprio sentire. Il gesto, l’azione può essere racchiusa in un click; una pennellata; uno strappo; un occultamento o un’accumulazione… dipende dai percorsi linguistici.
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