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lunedì 27 gennaio 2020

Regionali Calabria il giorno dopo

Vince Jole Santelli


Preferisco pensare che la svolta a destra e, quindi, la vittoria della Santelli sia dipesa dall'astensionismo in Calabria, dalla disaffezione alla cattiva politica e non alla (come dice una testata locale) vittoria della borghesia mafiosa per... mancanza di avversari.

Beh, la mancanza degli avversari pare che se la siano voluta a sinistra.
Inutile pettinare le bambole adesso!

Il pd latita.
Prima durante e dopo la gestione Oliverio che ha visto un uomo ballare da solo il partito dem., algoritmo ininfluente, abbandona tutto e tutti salvo poi andare a traino insieme ai tonni di Callipo e essere inscatolato al naturale senza neanche una goccia di evo.

E se in Emilia Romagna le sardine smuovono le acque torbide dell'antipolitica in Calabria la questione è molto difficile da redimere. Forse Zingaretti ne è pienamente consapevole e forte della consapevolezza lascia i panni galleggiare nel mare calmo dell'indifferenza dei disillusi.

Indifferenza accresciuta dalla sordità dei dirigenti che fin qui si sono avvicendati alla guida della regione nonostante la fame rumoreggiante di quel sessanta per cento che non vota più da tempo.

La destra si organizza.

Nel poco tempo lasciato dalla decisione di Oliverio il centro destra tra battutine e obiettivi mirati riesce a chiamare a raccolta il popolo sostenitore.
Sorridono le piazze all'apprezzamento maschilista del cavaliere nei confronti della Santelli che vince facile.

I cinquestelle calano di brutto!

Tansi ottiene un buon risultato.
Lo scarso 50% che va a votare non può essere esito di analisi soggettivamente esaustive. Il dato non è sufficiente per comprendere appieno gli umori dei calabresi.
Si devono sondare le problematiche reali del popolo. La sua incultura. I bisogni. Lo scacco subito, permanente e pervasivo dei dominanti. L'apatia di quanti faticano a pagare le utenze domestiche che fa dire: “tanto non cambia niente”.

Gratteri. Unica vera novità e speranza di cambiamento in Calabria. Ma lui è un magistrato. Non può fare politica altrimenti farebbe la fine dei vari Di Pietro & C.
Nicola Gratteri deve far fede al suo servizio e indagare.
Indagare affinché i disillusi, gli ultimi, quanti si sentono privi di affinità elettive con la cultura della legalità, delegittimati dalle malelingue e gettati nel calderone qualunquistico della quotidianità effimera che ha sede nell'esposizione mediatica dei social trovino in Lui un punto di riferimento per ripartire. Giacché la politica ha perso il suo ruolo...

domenica 12 gennaio 2020

il pd cambia volto?

«Vinciamo in Emilia-Romagna», dove «il Pd sta facendo la campagna elettorale per Bonaccini in splendida solitudine” senza l'appoggio di Iv e M5s, «e poi cambio tutto: sciolgo il Pd e lancio il nuovo partito». Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un colloquio con Repubblica in cui spiega: «In questi mesi la domanda di politica è cresciuta, non diminuita. E noi dobbiamo aprirci e cambiare per raccoglierla».

Zingaretti “pensa “ ad un partito aperto che fa contare le persone e guarda con occhi attenti in ogni angolo del paese.
Però, c’è un però!
Ho letto attentamente tutto l’articolo e non c’è traccia delle elezioni regionali della Calabria!

Eppure qui ha scommesso su Callipo, l’imprenditore del tonno che dà lavoro a molti calabresi nelle sue molteplici attività.

Sarà un lapsus? Oppure + strategia a buon mercato?

Intanto in Calabria i giochi si fanno duri. Le accuse incrociate si fanno sentire. Il fango è gettato a piene mani sui concorrenti. Il brutto della politica fermenta e tracima nei mezzi di comunicazione di massa e tra la gente comune fa insorgere il dubbio.
Fa schifo!
La corsa al potere che lascia spazio alla delazione fa schifo!
Vincere con l’inganno, con la malafede rafforzata dalle maldicenze per arrivare al potere è merda!
Questo modello di inciviltà è l’espressione brutta e cattiva di chi intende il potere politico come una risorsa personale e non è certamente l’umile servitore della società a cui chiede i suffragi per governare.

Difficile decidere a chi dare la fiducia e quindi il voto.

Le mele marce stanno ovunque! Si tratta di decidere dov’è il male minore… e partecipare alle elezioni del prossimo 26 gennaio 2020 per dimostrare costante attenzione e, essere sentinelle istituzionali, affinché non alligni il malaffare.

domenica 8 dicembre 2019

Calabria, governatorato presente e futuro

Si sente e si legge di tutto sulla vicenda delle prossime elezioni regionali.

 In Calabria tiene banco la questione Zingaretti/Oliverio/Callipo per il centro sinistra mentre nel centro destra a tenere viva la discussione ci sono i veti della lega su Occhiuto e spunta il nome della Santelli e i calabresi chiamati a votare il prossimo 26 gennaio non ne possono più di balletti simili.
Non che tutti i cittadini chiamati al voto siano appassionati di questo modello di fare politica ma loro malgrado sono chiamati in causa. Le assurdità elencate da televisioni e giornali sconcertano anche i più creduloni a destra quanto a sinistra.

Zingaretti nelle vesti di segretario nazionale sembra essersi svegliato dopo un lungo sonno durato ben cinque anni e pone un veto perentorio al governatore uscente. Ad Oliverio, comunista di lungo corso, il pd preferisce un imprenditore che in passato non ha disdegnato approcci differenti e puntato la bussola a destra. A sua discolpa c’è da dire che “resta in Calabria”, ama la Calabria. È un uomo determinato e in imprenditore di successo.
 O forse no? Ha le idee chiare dopo essersi confrontato con la segreteria del pd nazionale che forse conosce storie e fatti a noi ignoti? Perché, sennò, appoggiare un imprenditore e ostacolare il “riformatore” Oliverio nella sua caparbia azione che lo spinge a riproporsi anche a costo di creare uno strappo nel partito?

100 sindaci! Cento, non uno di meno, appoggiano Oliverio!
Intanto inizia a perdere pezzi. L’assessore al lavoro lascia l’esecutivo guadato da Oliverio. Non si trova in linea con le sue decisioni. Lo ringrazia ma non se la sente di remare contro il pd. E i sindaci che lo appoggiano e condividono a spada tratta la sua tracotanza che hanno visto di buono in tutta ‘sta vicenda?
Cos’ha fatto, sempre Oliverio, di storicamente valido in questi cinque anni di assoluto potere decisionale che ha tenuto ben stretto, per la Calabria?
La storia politica lo ricorderà per cosa?
Lavoro; formazione; tutele; Cultura! Azioni concrete per i giovani e gli anziani. O per la sanità. Per quanti sono costretti a pagare le prestazioni sanitarie di primo intervento, per i ticket dovuti già al pronto soccorso ed in seguito nelle farmacie. Per gli esperti, donne e uomini, mortificati nei vari campi lavorativi dall’assenza di normative chiare e precise nelle tutele delle professionalità?
Eppure le occasioni non sono mancate. La Calabria e i calabresi sono opportunità da sapere cogliere. Basta uno sguardo. La prossima squadra sarà più attenta alla storia e i bisogni reali della nostra regione prescindendo dalle casacche politiche e dalle imposizioni delle lobby che ruotano attorno  al potere?

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