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mercoledì 21 giugno 2017

l'ha detto la televisione

Capitani coraggiosi.

Sono capitani coraggiosi quelli che lavano il vasetto dello yogurt prima di buttarlo nella spazzatura!

Ha detto la Littizzetto in tv.

Quanti vorranno essere capitani coraggiosi?

Stando alle baggianate ben pagate dagli abbonati rai continuando su questa strada quanti vorranno diventare generali coraggiosi?
Basta trovare un testimonial influente e ogni sciocchezza lasciata svolazzare nell'etere diventa virale.

La littizzetto ha molti seguagi. Come si suol dire è molto likkata. E se lei dice che si devono lavare i vasetti di yogurt consumati prima di gettarli nel raccoglitore della plastica, in molti lo faranno.
Adesso non le rimane che spingere a favore dei commercianti in rifiuti in modo che arrivino nei centri di raccolta e smistamento tirati a lucido e, perché no, infiocchettati!
È semplice indirizzare i cittadini a grattare l'etichetta dal vetro prima di buttare bottiglie e vasetti nei bidoni. Basta farli sentire importanti. Lusingare la loro solerzia. … e non importa se rasenteranno le psicosi dell'era moderna. Se rimarranno inchiodati al servilismo perché guidati dal mandriano/a di turno anziché evolvere e decidere autonomamente cosa è giusto e cosa è sbagliato.

Per la classe dirigente, parola desueta in quanto le classi sociali, in teoria, abolite dalla democrazia, l'importante è centrare l'obbiettivo. Indottrinare, punire o osannare quanti nella realtà occupano i vari gradini sociali e controllare da vicino quanti intendono la partecipazione attiva dei cittadini nella cosa pubblica un bene per la crescita intellettuale della collettività.
D'altronde l'ha detto la televisione...

mercoledì 20 maggio 2015

La via dell'Amore non passa in tv

Cercare di far capire il flusso delle energie invisibili ai miscredenti è quasi impossibile.
Guarigioni del corpo e dello spirito, per i credenti hanno una origine ben definita e certa: l'Amore Universale del Divino.
Ai credenti non servono prove materiali e scientifiche. Loro hanno la fede. Qualcuno la confonde con l'assuefazione alla cultura magica contadina e la collega alle sue radici secolari ma non è così.

"installazione votiva"

lunedì 27 aprile 2015

Deludente Perfidia

La frase di Gianfranco Fini “che fai mi cacci?” rivolta a Berlusconi è diventata il tormentone della trasmissione televisiva “Perfidia” condotta da Antonella Grippo.
È stato un po' come assistere alla sagra dei “trombati”. Tra questi M.C. Lanzetta che ancora non ha convinto con le sue motivazioni politiche. Wandiceddha Ferro, così l'ha introdotta apostrofandola affettuosamente la Grippo e poi gli altri, chiamati a reggere il talk che, a mio modestissimo parere è risultato oggettivamente un tantino scarso come format e deprimente dal punto di vista politico.

La telefonata introduttiva con Gianfranco Fini è bastata per comprendere il verso della puntata.
Ho resistito mezz'ora. Nulla di nuovo.
Unica mia personalissima considerazione, diventata certezza nei circa trenta minuti persi ascoltando le analisi della conduttrice e dei suoi collaboratori:
trasmissione partigiana schierata a destra nel gioco delle parti. (e pensare che Lei dice di essere stata in passato una militante di lotta continua).

E non è di queste cose che la società calabrese ha necessità e bisogno.

venerdì 9 maggio 2014

Dalla parte dei brutti

Don Memè prete mafioso?



Carmelo Ascone, parroco di Rosarno da trent'anni, dopo l'incursione delle jene è stato bollato come il “prete della 'ndrangheta”. Perlomeno questo è il sentimento che circola tra i curiosi e quanti inzuppano il pane nella brodaglia mediatica.

Ora, prendendo per buono il taglio televisivo delle iene, che non si sono viste in altre occasioni meritorie nella piana di Gioia Tauro e Rosarno come quando la provincia ha donato degli attrezzi agricoli alla scuola di Rosarno ed anche lì don Memè è intervenuto nella funzione della sua missione sacerdotale, è necessario ragionare sulle parole estrapolate dal servizio per comprendere davvero la realtà del reggino, della Calabria e la spettacolarizzazione dei media. Per questo rimando al servizio televisivo e chi vuole intendere intenda.

Su questa pagina buttiamo il seme del dubbio, prescindendo, se vogliamo, laicamente, dalle parole del Vangelo di Gesù che preferiva fermarsi e mangiare nelle case dei peccatori, a noi sembra che le parole che hanno fatto scandalizzare i benpensanti, e alcuni si sono persino indignati fino a pretendere la rimozione e la spretatura del parroco, le parole incriminate, dicevamo, sono quelle di “vicinanza e amicizia” nei confronti degli ultimi; la denuncia nei confronti di uno Stato assente che non produce e dà lavoro e l'accusa alla magistratura schierata ed ha osato toccare l'icona dell'antimafia don Ciotti.

Dico subito che non è compito mio vestire i panni dell'avvocato difensore. Basterebbe che tutti quelli che si sono sentiti offesi leggessero, se Cristiani, il Vangelo e s'interessassero davvero di socialità e politica allo stato puro e guardassero più in là del loro naso.!
Forse, così facendo sarebbero più inclini alla comprensione e non mi si venga a dire che la 'ndrangheta è brutta sporca e cattiva. Lo so! Ma è anche vero che la 'ndrangheta e la fame non si combattono solo a parole nei seminari, con slogan e marce, e neanche con le targhe attaccate sulle porte dei comuni. Tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica è importante ma non determinante.

Per sconfiggere le piaghe sociali serve cultura, tanta cultura! Cultura verso gli ultimi, comprensione e vicinanza a chi soffre. Solidarietà!
L'indignazione è un sentimento riprovevole quanto inutile!

martedì 4 marzo 2014

Calabria tra fiction, media e realtà

Energie, storie di uomini e cultura in Calabria

Dal caso Gentile alla storia romanzata di 'ndrangheta del "Giudice Meschino"
Come sempre siamo propensi a guardare il dito che indica e non l'obiettivo indicato.

Oggi voglio parlare di due fatti che occupano buona parte degli spazi mediatici. Il primo riguarda il caso “Gentile” e il secondo la fiction “il giudice meschino” in onda su rai uno.

Stiamo ai fatti:
  1. il giornale “l'ora della calabria” non esce a causa di una mancata “revisione” suggerita dallo stampatore cosentino De Rose, che, mirava, secondo la sua goffa intrusione, a tutelare il buon nome dei Gentile.
  2. Nella vicenda,ormai di dominio pubblico, i maggiori direttori dei mass media, gli utenti dei social net work, insomma, politici, addetti ai lavori e semplici cittadini si sono schierati dalla parte della libertà di cronaca. Ed è giusto!
  3. Il dato certo, secondo quanto trapelato e strombazzato dagli addetti specializzati in comunicazione, consiste nel ruolo che ha avuto lo stampatore nell'intera vicenda e non la famiglia Gentile, che, da attenti osservatori, dobbiamo dire ne è rimasta vittima sacrificale.
  4. In queste ore si è letto di tutto. Dalla transumanza del bronx cosentino alla villa con piscina. Senza, ovviamente, tralasciare i tanti incarichi di figli e fratelli targati Gentile.
  5. Mettendo da parte le simpatie politiche e lungi dal volere dare consigli o giudizi sull'intera vicenda o peggio sull'intero impegno dei Gentile in politica locale e nazionale, è opportuno meditare sui fatti concreti e non sulle illazioni o sui risvolti che i fatti assumono dopo essere urlati e che vanno a stuzzicare la pancia molle del popolino allorché toccano da vicino un potere che si nasconde dietro la libertà di cronaca,come se la “notizia” o le notizie sull'operato dei politici in questione non fossero già di dominio pubblico. Ma, guarda caso, le “malefatte” sbucano all'improvviso proprio quando servono come arma di difesa e offesa.

domenica 23 febbraio 2014

Crozza, ultimo giullare?

Ci sono dei format televisivi che a lungo andare diventano noiosi. E anche se Ballarò è uno di questi faccio zapping per non perdermi la copertina di Crozza.


Crozza è stato, fino all'ultimo Ballarò, il giullare moderno che, analogamente a quello storico e datato che abitava le corti, tra il serio e il faceto, diceva ai potenti le cose che non andavano nella società e cantavano tra salti e sberleffi le sofferenze del popolo.

Anche ieri ho aspettato per vederlo sul palco di Sanremo. L'apertura è stata simpatica me per il resto, nonostante gli autori gli abbiano saputo scrivere una buona trama storica, ha deluso le aspettative. (ovviamente le mie!)

Capisco che rai1 è il canale popolare per eccellenza!, e che oltre alle inutili e scontate parolacce sceme della Littizzetto non conceda altro, ma nell'assioma tra Napoleone e Grillo avrebbe potuto parlare di libertà e rottura degli schemi precostituiti. Avrebbe potuto parlare di Europa come ha fatto alla fine cantando. D'altronde che dice Grillo?

Chiariamo: non sono un grillino ma lui, Grillo, è il vero erede dei giullari che dice in faccia al re quando è nudo. A noi sapere discernere.

sabato 15 febbraio 2014

Ci pensa Mamma Rai

A volte si sentono delle notizie nei tg che lasciano interdetti. Non sai se ridere, piangere o incazzarti.


Oggi, per esempio, sia nel tg regionale che in quello nazionale sembra abbiano fatto a gara a chi la sparasse più colorita.

Quello con i ragazzini che si trasformano in figure aliene e si avventano contro i genitori.

E, poi, quasi il colmo, come se fossimo davanti alla macchietta dell'avanspettacolo, il giornalista legge una notizia da paura. Una di quelle che lascia interdetti. Che lascia attoniti e senza parole:

Un giovane quarantenne uccide i genitori! Li uccide perché stressato per la perdita del lavoro. Un giovane che sta ancora nella casa di papà e mamma, che lo assistono come solo i genitori sanno fare e che, con sommo amore, gli regalano persino una mercedes che però lui vende e si gioca il ricavato in sala giochi.

Dopo il dramma non può certo mancare la notizia barlocca:

il sindaco di Cosenza invita i cittadini a tenersi la spazzatura in casa per evitare che gli accumuli in strada si trasformino in emergenza sanitaria.

... E pensare che in altre realtà dai rifiuti si fanno i soldi, si limitano le spese dei contribuenti perché sono trasformati in gas, energia e quant'altro, si trasforma in altro senza inquinare... !

E non è finita qui! Questa è la più simpatica:


I bronzi di Riace volano!

Volano con la nuova Alitalia! Sulle fiancate degli aerei c'è tanto di fotografia dei bronzi e tanto di scritta “Calabria” da far vedere agli uccelli e ai pochi fortunati che s'imbarcano per terre lontane e vicine sempre se l'imbarco avviene a piedi oppure sono accompagnati da vetture che prima di farli scendere davanti alle scalette li fanno girare attorno all'aereo.

I Bronzi di Riace saranno per un anno gli ambasciatori della Calabria e del suo territorio in tutto il mondo. Le due statue bronzee, conservate nel museo archeologico di Reggio Calabria, sono state scelte da Alitalia, attraverso un accordo con la Regione Calabria, per comparire sull'intera fusoliera di due aerei della flotta.

Cioè, neanche negli aeroporti ma sulla fusoliera di due aerei...almeno, avranno pensato di mettergli la maglia di lana? ... a certe altitudini anche i supereroi devono indossare tute adatte... anche superman ne ha una

lunedì 13 gennaio 2014

Rai, anche il nonno s'incazza

Trilogia di violenza familiare pro canone

Ma se il canone è una legge dello Stato perché buttare altri soldi per spot che suggeriscono violenze in famiglia?

Figli contro genitori. Mogli contro mariti e dulcis in fundo: Nonno shaolin contro nipoti!

Non sarebbe più educativo programmare dei palinsesti culturali degni di una società evoluta? Palinsesti che attraggono per i contenuti chiunque si trovi a guardarli e fruirne e non maledire la rai e quanti hanno monopolizzato e invaso l’azienda di spazzatura politica e mediatica?

Insomma, fare una televisione degna di  una società civile protesa al rispetto dell’altro, del diverso, piuttosto che inondare con una scarica di adrenalina un vecchio corpo stanco, fargli fare piroette acrobatiche, spaccare tutto e puntare con occhi minacciosi i giovani diseducati?

sabato 11 gennaio 2014

Rai, violenza da spot

La violenza non passa mai di moda,evidentemente neppure nel 2014.


“Il canone si DEVE->VEDE”. E’ questo lo spot del canone rai 2014; nulla di così tanto anomalo se non fosse per la violenza delle immagini nei due spot sin’ora visti in tv.

Il primo spot vede come protagonisti 3 bambini assuefatti dalla tv, la madre e il padre intenti a scartare le bollette di casa. 

D’un tratto i genitori scorgono la bolletta del canone rai e decidono di stracciarla; risultato: la tv si accartoccia facendo una scintilla, i genitori si pietrificano e i bambini si alzano in piedi minacciosi: la femminuccia con le mani ai fianchi e con il viso imbronciato e minaccioso e i maschietti con i pugni chiusi in segno quasi di scontro rivale con i genitori. 
Analoga filosofia nel secondo spot: una donna è intenta a guardare una fiction e il suo volto è colmo di pathos, nel frattempo torna a casa il marito: “ciao amore!” –“ciao” ammiccante. L’uomo guarda le bollette e elimina quella concernente il canone senza pensarci due volte.

Stesso gioco di prima: televisore che si appallottola con successiva scintilla; nonché potremmo dire stesso gioco di violenza più acuta di quella del precedente spot. La donna scatena un uragano e mentre nell’ira funesta della donna in casa vola tutto e si rompono oggetti il marito apre la bolletta accartocciata  tutto intimorito e pone fine al cataclisma.

Ora ci chiediamo: in una società in cui sono già incombenti molte violenze, c’era bisogno di fare uno spot simile? (a spese degli abbonati rai, come se di spazzatura mediatica non ce ne fosse già abbastanza).

Reazioni da guerre stellari laddove c’è da fare scelte serie e decidere quali bollette pagare  se luce, telefono ,iuc, gas piuttosto che il canone rai  e temere per la propria incolumità affettiva?!  Nel senso: o paghi il canone o te la dovrai vedere con i tuoi figli e/o con tua moglie!

sabato 5 ottobre 2013

Papa Francesco, un faro nel buio della ragione

http://aore12.blogspot.it
Da alcune sere non va in onda la trasmissione trash dei paccari, quella in cui i giocatori selezionati per la puntata chiamano i numeri del pacco da aprire sperando di portarsi a casa il contenuto del pacco più pingue che a volte, se si è abbastanza fortunati, col raddoppio, la vincita sale a un milione di euro.

Con l'esattezza non va in onda dal giorno della tragedia nel mare davanti Lampedusa.

Il Papa davanti all'ennesima tragedia della povertà ha parlato di VERGOGNA e ieri durante la visita nei luoghi che Francesco, il Poverello di Assisi si spogliò di ogni avere terreno e lo mise a disposizione dei bisognosi, ha rincarato la dose: per la prima volta, finalmente, un Papa parla al mondo secondo il Vangelo.

Esorta a rifuggire la mondanità, la ricerca del potere economico, l'essere presenti laddove si alimentano i bagordi, le feste pagate coi sacrifici umani. E, prima ancora, nei giorni passati puntò il dito contro i signori della guerra, i venditori di armi.

Finalmente un uomo di chiesa che parla indistintamente a tutti e denuncia le storture volute dall'uomo per magnificare la sua materia e espanderne l'ingordigia, l'avidità lussuriosa dispensatrice di morte.

Dopo le sue denunce, alcuni politici nostrani che si dichiaravano cattolici e militanti della fede (CL) noti alle cronache per i motivi resi noti dalle varie inchieste sembra stiano rivedendo i loro pensieri. Questi signori, almeno nella forma lessicale, sembrano più attenti, volutamente in sintonia con il pensiero di Papa Bergoglio.

Adesso è il momento di imporre alla troica e all'Europa tutta il valore della SOLIDARIETÀ. Evitare esodi biblici dovuti a fame, carestie e guerre. Non con leggi coercitive quali la Bossi-Fini che sono l'emanazione dei poteri tracotanti. Ma attraverso interventi diretti nei territori di appartenenza atti a prevenire i devastanti effetti tristemente noti della globalizzazione.

domenica 14 aprile 2013

Vendola, custode della pace e garante del lavoro al Colle

È sufficiente una leggera pressione per entrare in mondi e culture differenti. Per fare questo non bisogna
aore12
Nichi allo specchio
conoscere i misteri della prestidigitazione, essere maghi o capitani nella stanza dei bottoni.

Basta possedere una scatolina magica conosciuta come tv, televisione o pc, personal computer, tablet o android, quindi, uno stipendio per poter pagare un canone e avere accesso alle notizie che i mass media diramano.

E per quanto concerne la qualità delle notizie?
Beh, per quanto concerne la qualità devi affidarti alle tue conoscenze, alla tua sensibilità, alla tua cultura e a come intendi il rapporto con gli altri.

Oggi, dopo aver assistito a un discreto giornalismo e apprezzato il pensiero politico schietto di Nichi Vendola, ospite in “mezz'ora” di Lucia Annunziata, e al suo parlare forbito, nonostante l'insistenza della conduttrice sulla metafora di Enea che fugge da Troia portandosi il padre Anchise sulle spalle, adottata dal leader di SEL per spiegare il cambiamento politico-sociale, la distruzione degli steccati ideologici e la volontà culturale che deve sorreggere il nuovo corso della politica e i dirigenti dei gruppi parlamentari nell'andare incontro alle nuove esigenze che tutti noi abbiamo, ma intesa dall'Annunziata come un'alleanza viscerale tra Vendola/Enea che lascia sel per ritornare in casa PD e traghettare e il segretario, Bersani/Anchise, verso nuove sponde così da formare un governo nuovo ma non di larghe intese, non certo con Berlusconi e il PDL che hanno saputo dividere parlando alla pancia del popolo e fregandolo.

Per Vendola, quindi, niente larghe intese con chi ha portato l'Italia alla rovina e nessun accordo per designare la massima carica della Repubblica! E dopo aver ricordato le urgenze e i conflitti, così risponde a Lucia Annunziata che lo incalza per farsi dire un nome per il Colle:

“Serve un custode della pace che ridia dignità al tema del lavoro Specie in questo momento dove torna il rischio di "una guerra nucleare", serve una figura in grado di far tornare in campo la vocazione pacifista del nostro Paese sancita dall'articolo 11 della Costituzione. Altra caratteristica del nuovo inquilino del Colle deve essere quella di ridare dignità al tema del lavoro togliendolo dalla condizione di vassallaggio nel quale è precipitato in questi anni.”

mercoledì 27 marzo 2013

Franco Battiato: la cruda verità

IL VERME E LO SPREAD.

Nell'ascoltare le motivazioni dei rappresentanti di sé stessi, politici e ospiti dei talk show, inerenti le congetture economiche attuali, viene in mente la barzelletta del verme solitario che non voleva lasciare il suo posticino nel corpo ammalato. Dopo aver consigliato tutte le cure conosciute, il dottore, suggerisce al paziente di accompagnare tutte le mattine un biscotto al miele al solito caffè. Dopo qualche tempo, il paziente, spossato dall'insano ospite, torna più stremato che mai dal dottore lamentando di non avere risolto nulla.
Tranquillo! Esclama il dottore. Da domani mattina elimina il biscotto e quando lui tira fuori la testa per chiederti come mai non lo mangi più, tu, zack, un colpo in testa e lo fulmini.

In effetti un'assonanza c'è tra noi, la finanza, i consumi, le abitudini e le strategie dei mercati.

Ieri sera, durante la trasmissione di FlorisBallarò”, gli ospiti recitavano le litanie con convinzione. Il rappresentante del governo tecnico, Martone, accusava quarant'anni di cattiva gestione. La destra parlava di esuberi nella pubblica amministrazione da tagliare e la sinistra di un debito pubblico da sanare e di impegni presi con l'Europa da rispettare. Ma se si continua a tagliare lavoro senza dare sussistenza alle persone, che è la prima preoccupazione della Politica, mi sa tanto che “il verme solitario” uscirà dal corpo dello Stato e non si limiterà a chiedere spiegazioni.

Michel Martone, ha anche detto in faccia a Lupi (pdl) e Zanda (pd) che, sì, è vero che sono stati fiancheggiatori del governo tecnico ma che hanno ostacolato, chi in un modo e chi nell'altro a seconda degli interessi dei partiti, alcune riforme che il governo dei prof avrebbero voluto realizzare.

Dialettiche a parte, assistiamo alla solita immutabile lite che precede tutte le elezioni. La destra che accusa la sinistra e viceversa. E le altre formazioni minori non sono tenute in considerazione dai media preoccupati ad inseguire il fenomeno Grillo.

Nel frattempo giungono voci indignate a seguito delle esternazioni del noto cantautore siciliano Franco Battiato, ora assessore alla cultura della sua regione d'origine, con le quali ha fotografato la fauna che fin ora ha popolato la politica.
aore12
franco battiato


"La gente che ha lavorato tutta la vita e' rimasta in qualche modo genuina, invece in Parlamento ci sono delle troie che farebbero di tutto. E' inaccettabile.
Si dovrebbe aprire un casino e farlo pubblico", ha detto Franco Battiato durante il suo intervento in una conferenza stampa al Parlamento Europeo dedicata al turismo in Sicilia. "Questa Italia fa schifo. Sono servi dei servi dei servi".

Bon ton a parte che impone di esprimere con parole meno colorite e volgari certi stati di fatto, cambia qualcosa nella sostanza tra chi vende il proprio voto o appoggia incondizionatamente progetti ignobili ideati per fini personali che favoriscono pochi a discapito di molti e chi il corpo?

Il nostro limete? ci soffermiamo sulla superficie delle parole ma non penetriamo la sostanza!

sabato 23 marzo 2013

Travaglio, il grillo s parlante, con chi la prossima?

Travail, travaille (fr.): lavoro, fabbrica (it.).

Anche “travaglio”, in italiano, è una parola correlata al lavoro, oltre che al parto.
Parlando di lavoro, come in tutte le attività in cui si impegna una certa forza e consuma una certa energia, ottenuto il risultato prefissato non lo si vanifica.

Normale no? Come può un pescatore, che ha passato la vita a gettare esche in mare aperto, lasciarsi sfuggire la preda grossa?, quella che potrebbe trasformare definitivamente la sua vita; la preda che lo eleverebbe, nel suo campo, a guru?

Non esiste proprio! E la letteratura ce lo insegna. Chi non ricorda il romanzo di Herman Malville “la balena bianca, moby dick” e i principali personaggi?
Achab, che pur di vincere non esita un attimo a saltare sulla schiena di Moby Dick.
Achab, il marinaio, l'eterno nemico della balena bianca, a tu per tu con lei non ci pensa neanche un attimo; impugna l'arpione e salta! Anche se consapevole che sarebbe stata l'ultima sua azione.

E anche se Marco Travaglio non è Achab e Pietro Grasso non è Moby Dick!, il duello annunciato dai due in tv sembra profilarsi epico.

Il neo presidente del Senato Grasso non vuole perdere tempo: è una questione d'immagine! E come dargli torto. Una persona che ricopre una così importante carica non può permettere ombre o aloni attorno alla sua persona. Quindi, accetta l'invito di Formigli per smacchiare al più presto le “dicerie”, o meglio, fugare i sospetti che il giornalista ha, abilmente, profuso nell'etere durante la trasmissione di Santoro.

Ma qui si tratta di “lavoro” e anche un bel po' di “pubblicità” palese (se si pensa alle possibili pubblicità correlate alla bagarre innescato su “servizio pubblico”). Quindi, la banda Santoro e Travaglio, dopo tanta fatica, cerca di riportare le pecore all'ovile. Come?

Marco Travaglio lo scrive su facebook:

Pare che finalmente potrò confrontarmi con Piero Grasso. Sono anni che aspetto, da quando raccontai le sue gesta palermitane nel libro "Intoccabili" scritto con Saverio Lodato. Gesta che ieri sera da Santoro ho potuto soltanto accennare per assaggi.
Appena lo saprò, vi comunicherò data e ora del "duello". Che naturalmente non potrà essere in un altro talk diverso da Servizio Pubblico (tipo Piazza Pulita che si è subito proposta). Sarebbe come se un giornale scrivesse una cosa e la rettifica uscisse da un'altra parte.
L'ideale sarebbe un format con un vero faccia a faccia, come ha chiesto Grasso, senza inutili disturbi né pollai. Oppure un duello allargato a qualche testimone dei fatti. Alla Procura di Palermo c'è la fila dei pm che non vedono l'ora di raccontare le imprese del loro ex capo... mt  

venerdì 22 marzo 2013

Grasso non ci sta e sfida Travaglio carte alla mano in tv

Grillo capra, Bersani capra, Maroni capra ignorante, tutti ignoranti privi di laurea fanno i ministri o governano le regioni. Mentre lui, Vittorio Sgarbi, laureato critico d'arte, occupato a visitar musei, si trova da solo immerso nelle bellezze, a differenza dagli altri italiani che sono capre ignoranti in attesa di Grillo fuori dal Quirinale.
Il critico d'arte ne ha pure per Civati ma è subito bloccato dal conduttore della trasmissione “servizio pubblico” Michele Santoro. 


Il punto più alto, la trasmissione lo vive dopo le parole di Marco Travaglio:

aore12
Santoro mentre "riprende" Sgarbi
“È chiaro a tutti che Grasso non è Schifani e Schifani non è Grasso. Il problema è che Grasso non è quello che molti grillini credono.
Prima di essere magistrato, è un italiano, è molto furbo, è un uomo di mondo, ha saputo gestirsi molto bene, non ha mai pagato le conseguenze di un'indagine. Si è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini sulla mafia e la politica, si è addirittura liberato quando era procuratore di Palermo di tutti i magistrati che facevano indagini su mafia e politica, si è reso protagonista di alcuni gesti poco nobili, come rifiutarsi di firmare l'atto di appello contro l'assoluzione in primo grado di Andreotti, lasciando soli i sostituti procuratori che avevano presentato questo appello”.
Marco Travaglio ha fatto anche alcuni esempi:
 “Grasso ha fatto dichiarazioni in cui prendeva le distanze da Caselli, ha ottenuto applausi dal centrodestra. Ancora l'altro giorno Berlusconi ha detto che Grasso è tutt'altro che un brutto candidato alla presidenza del Senato, ha ottenuto addirittura dal centrodestra tre leggi per fare fuori Caselli e far passare Grasso alla procura nazionale antimafia. Leggi anticostituzionali che però Grasso ha utilizzato per diventare procuratore nazionale antimafia, mentre il governo faceva fuori il suo unico rivale. Quindi io mi sono semplicemente ribellato a questa baggianata oleografica, a questa rappresentazione teatrale dei buoni contro i cattivi”.
Inoltre, dice Travaglio, ho dimenticato di dire che “Grasso ha proposto Berlusconi per la medaglia antimafia” poco prima di essere eletto”.

Apriti cielo!
Immediata la telefonata del neo presidente del senato Pietro Grasso.

“Voglio al più presto un confronto televisivo carte alla mano con Travaglio - ha detto l'ex procuratore nazionale antimafia - perché è brutto sentirsi accusare senza poter rispondere".

Santoro ha colto l'occasione per invitare Grasso a “Servizio pubblico”, ma Grasso ha replicato:
“Non posso aspettare una settimana per replicare, soprattutto per quanto riguarda la mia nomina a Procuratore Antimafia: inviterò io Travaglio in un luogo televisivo prima che passino sette giorni, certe cose vanno fatte subito. Il contraddittorio è una regola di civiltà: Travaglio si abitui al confronto”.

Nel primo pomeriggio via twitter Corrado Formigli conduttore di “Piazza Pulita” ed ex collaboratore di Michele Santoro annuncia: “il presidente del Senato @Grasso_P accetta il nostro invito lunedì a #Piazzapulita La7 per un confronto aperto e leale con @marcotravaglio».  

Sgarbi, la cultura urlata in tv


Servizio Pubblico.

Puntata scoppiettante quella di ieri sera. Tra gli ospiti il signor “so tutto io e sono il più bravo e acculturato d'Italia”, Vittorio Sgarbi, che tra un epiteto e tante svolazzanti capre ignoranti ha fatto mostra della sua cultura parlando delle nuove conoscenze acquisite dislocate tra il centro e il nord Italia con qualche puntatina in Sicilia. E della Calabria, nella quale, tra i tanti impegni è anche presidente del comitato scientifico per i festeggiamenti del pittore MattiaPreti, come mai nemmeno un accenno?
Sgarbi è imprevedibile. Forse ha programmato qualche intervento più in là, nel corso della puntata di Santoro. Invece no. Non parla della Calabria neanche quando cita i luoghi deturpati dalle pale eoliche, delle rotatorie o dai ponti. Eppure, in Calabria, abbiamo a che fare con uno dei ponti più assurdi della storia. Come altro definirlo se non assurdo quanto ruota attorno al progetto ponte, considerando l'enorme dispendio di denaro pubblico sperperato:
Il ponte sullo stretto che avrebbe dovuto unificare la Calabria con la Sicilia tra Reggio Calabria e Messina.

No, per Sgarbi la Calabria non esiste! Se ne faccia una ragione il prof. Mario Caligiuri, assessore regionale alla cultura.

La cultura è importante! E questo nessuno lo mette in dubbio. Anzi, da calabrese rivendico il ruolo che la Calabria deve occupare nel sistema Italia. Un ruolo importante, di primo piano vista la storia. Ma la cultura è sensibilità cognitiva, per intenderci, è considerazione dell'atto creativo in ogni sua accezione.
Fare espressivo da contestualizzare, non nel momento storico testimone tra committente e artigiano-artista, né tanto meno dalla riuscita formale dell'atto espressivo scaturito da una commissione ma, nell'attimo temporale in cui il lavoro è citato. Ovviamente, i Maestri che hanno fatto la storia dell'arte e che troviamo nei musei rimangono pietre miliari, testimoni del loro tempo tramandato ma manipolato (come dice qualcuno: la storia la scrive chi vince).
E i titoli, le lauree, beh, quelle mettiamole da parte, perché, citando Sgarbi e chiedendo scusa a un animale che fa di necessità virtù, di capre, titolate, il mondo è pieno.

lunedì 18 febbraio 2013

Grillo ha fatto pluff

aore12
il bluff di grillo
Anche quella di farsi desiderare è una tattica che paga abbondantemente chi vuole vendere bene la propria mercanzia. Questo non vale, solo in amore!, i guru della comunicazione come Casaleggio lo sanno benissimo e lo applicano anche nel mondo dello spettacolo che fa politica.
In effetti quale miglior scoop del bluff fatto da Grillo a SKY, ma più che a sky e ai giornalisti, agli elettori che avrebbero gradito sentire un suo pensiero serio, mondato dalle battute efficaci che si prestano agli addomesticatori di popolo perché esaspera e dice quello che la massa vuole sentirsi dire.
Sì, Grillo ha fatto il botto! Sta gridando come il Bossi prima maniera. Accarezza e liscia le ferite fatte, ma anche e forse di più che dalla cattiva politica, dai tantissimi cittadini furbi. Quei signori in giacca e cravatta che si sono prestati, inchinati e servito i poteri forti. Che hanno pietito incarichi, fatto la cresta ai conti, distratto soldi pubblici e pagato i loro padroni. Ma anche quei popolani furbastri che piangono miserie ma camminano sfoggiando rolex e capi firmati, senza dimenticare i più subdoli, gli avari, che si presentano in pubblico con le pezze al culo e il gruzzolo sotto il materasso.

Sì, qualcuno avrebbe gradito vedere Grillo in tv non a fare uno show, per quello c'è tempo, ma per sentirlo parlare di cose serie. Come, visti i tanti lupi famelici che assediano i centri di potere e dell'alta finanza che condiziona ogni respiro nel mondo, intende traghettare l'Italia oltre la burrasca economica che ha creato gli esodati i disoccupati e i nuovi poveri sulle sponde di una politica sana che lavora per una nuova società improntata sul risveglio civico delle coscienze.

Sanremo 2013 e il nulla


Luciana provoca! come si può stare ad ascoltare in silenzio una frase insulsa quanto irrispettosa nei confronti dei teleutenti che avrebbero, semmai, voluto assistere a qualcosa di più qualificante? "ci siamo divertiti" ecco, lei esordisce così alla fine del Sanremo targato Fazio.
Insulta l'intelligenza di chi guarda  e si aspetta, non il lampo di genio, ma almeno di assistere ad uno spettacolo degno di essere prodotto per la rai e a spese degli abbonati.
Ma, cara Lucianina, forse Fabio si è dimenticato di dirti e dirsi che non siete stati pagati per divertirvi ma per prestare la vostra "professionalità" in favore della canzone italiana, dei cantanti e dello spettacolo.

giovedì 14 febbraio 2013

Sanremo 2013 seconda serata peggio della prima

meglio Carosello!
OPINIONI SUL FESTIVAL DELLA MUSICA ITALIANA 2013.
Avviso ai naviganti: se vi piace Sanremo di Fazio & C. non leggete questo post! se continuate a leggerlo è a vostro rischio!

Al buio anche una lucciola può sentirsi un faro luminoso. Guardarsi allo specchio e gongolare per il fulgore vivido che pensa o vuol fare credere di emanare.
È ciò che succede in RAI. Creano il buio attorno o la massimo programmano spettacoli poco seguiti, come tribune politiche, documentari, vecchi film, soap e lasciano invariato “chi l'ha visto” nei palinsesti.
È così che un flop come il festival di Sanremo di quest'anno si auto esalta e mostra numeri entusiasmanti di ascolti.
Eppure, altri bravi conduttori sono stati irremovibili quando si sono accorti che il prodotto non andava bene e con serena umiltà hanno passato il testimone ad altri. Ora è chiaro che dopo aver fatto le scelte “discografiche” il direttore artistico del festival nonché conduttore non può dimettersi. Ma sarebbe apprezzabile se riconoscesse che il palco sanremese non è lo stesso di “chetempochefa”, che ha ritmi diversi e che servono maestri di cerimonia validi. Che abbiano delicatezza e cultura, principalmente, umana e poi, musicale. E non trattare ogni cosa che si muove sul palco con rozzezza accompagnata da frasi a doppio senso.
Ma di una cosa devo ringraziare i vertici RAI poiché non ho altri abbonamenti, dopo avere resistito e fatto zapping, ho dovuto desistere. Ho spento la tv. Ho preso un libro e buona notte ai suonatori!

Comunque, ciò non toglie che, da persona civile, dopo ogni opinione che si rispetta e forte del fatto di avere pagato l'abbonamento entro i termini di legge, mi corre l'obbligo di ringraziare quanti si sono adoperati per realizzare questo insulso carrozzone.
Grazie Fabio, Grazie Lucianina (sei simpatica, ti voglio pure bene ma qui ti vedo fuori posto, quasi come una caccola che penzola, che va su e giù e non si decide mai di cadere). Un grazie particolare agli autori che stanno a guardare dietro le quinte.

martedì 12 febbraio 2013

Sanremo prima, trionfa la pubblicità

crozza imita silvio bu
Opinione spassionata su Sanremo di chi ha già pagato il canone Rai. (come azionista di minoranza penso di poter esprimere il mio personale parere sulla trasmissione in onda sul primo canale della rai radio televisione italiana).

300.000 € per dire scurrilità e fare il gesto dell'ombrello mi sembrano troppi. Se fossi amica di Fazio e avessi la possibilità di fare squadra con lui, giuro che per la metà, per 150mila euro, visto che si è simpatici sparando cazzate e parole forti, potrei anche esibirmi in sonori rutti. Potrei anche tenere il tempo a scorreggini profumati. Tra una canzone e l'altra, pardon, tra una pubblicità e l'altra. Perché fino a mò sono stati più i passaggi pubblicitari che le canzoni a far da padroni sul palco di Sanremo.

Lucianina ha la grazia di una allegra campagnola. È sconcertante! Sembra di essere davanti a Zeling.

Comunque, una nota positiva c'è! Sono i cantanti e le canzoni. anche se sommersi da spot pubblicitari. Se Fabio e Lucianina si concentrassero di più sul festival canoro e la smettessero con i siparietti da cabaret.

Crozza delude con l'imitazione di Silvio Berlusconi. La platea lo contesta. Fabio entra in suo aiuto, è un autogol! Peccato. Maurizio Crozza è un bravo cabarettista, fa della buona satira ma non ha saputo prevenire la claque in attesa tra il pubblico.
per la par condico, Crozza imita anche Bersani ed è più simpatico và. con Ingroia raggiunge il massimo.

giovedì 7 febbraio 2013

Sanremo, l'Italia dalle tante marce risorse e compensi

luciana & fabio

Meno male che c'è Sanremo


Anche se, rispetto alle edizioni passate, i cachet di quest'anno sono inferiori, se paragonati a quelli dati a Bonolis, Michelle Hunziker e persino a Gianni Morandi, per la stragrande maggioranza di italiani rimangono pur sempre un gruzzolo da sogno.

Inutile che qualcuno tenti di giustificare la spesa parlando di pubblicità indotta dovuta alla bravura di Fabio e Luciana per giustificare ascolti e guadagni extra.

Non è per amore di polemica sulle indiscrezioni del momento, ma per ricordare che Sanremo rappresenta l'italianità del pensiero popolare, vale a dire, la kermesse è un impasto di italianità dagli ingredienti più disparati tra musica, gossip,folklore, industrie e mercanzie varie che, nel bene e nel male, rappresenta la girandola psichedelica dello spettacolo effimero in un contesto sociale impoverito. Ed è proprio il lasso temporale brevissimo che fa sembrare mostruoso e non giustifica l'enorme quantità di denaro impiegato per imbastire questa sorta di circo mediatico.
Il conduttore e direttore artistico del Festival 2013, Fabio Fazio, infatti, dovrebbe percepire un cachet di circa 600mila euro, mentre la sua Lucianina dovrebbe guadagnarne attorno ai 350mila.
Il conduttore, dunque, si porterà a casa il compenso più basso degli ultimi anni, come già detto. D'altronde anche in casa Rai c’è aria di crisi ma, non quanto nelle case degli italiani, specialmente quelli del sud il cui reddito, è grasso che cola se si aggira attorno ai 16/20mila euro l'anno. Sigh! Neanche una mezza serata della Lucianina o del buon Fabio nazionali.

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