Dopo 10 minuti abbondanti e una serie
infinita di musichetta caraibica finalmente sento una voce priva
d'inflessione: “Pronto mi dica sono Anna da Tirana in cosa posso
esserle utile?”.
“Considerando che chiamo dal sud
Italia, lei mi risponde da dietro l'angolo!”. “come dice
signore?”
“no, niente non ci faccia caso è una
battuta...”
Tirana! Già in Italia alcuni lavori
rasentano una forma di schiavitù figuriamoci là, in Albania quanto
potranno prendere gli addetti ai call center?
Mentre faccio questa considerazione mi
ritorna in mente quanto ho sentito di sfuggita l'altro giorno. Uno sfogo allucinante sul malessere che serpeggia anche tra noi in Italia e non lascia dubbi sugli effetti della recessione. Un
dialogo, anzi dovrei dire una denuncia liberatoria, tra due donne
giovani ma assai provate dalle difficoltà:
“... che ne sai che devo firmare
la busta paga e devo ritornare oltre la metà dei soldi al
ragioniere!”
“
Come?! Perché?” “Questi sono
gli accordi! Prendere o lasciare! E se lascio sai quanti ce ne sono
in fila... pensa che non mi volevano dare neanche gli ottanta euro di Renzi” “Scusa ma chi te lo fa fare? Stai a casa. Rimani coi
tuoi figli almeno te li godi! A proposito come fai con i figli li
mandi all'asilo?” “No. Ci pensano i suoceri. Meno male che ci
sono loro...”
E quando i nonni non ci sono?