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Dalla bocca dei protagonisti. I racconti di nonna Angela. "courtesy ©valentina's photo" La sera si tinge di rosso. Un rosso simile al fuoco che arde dentro il forno del pane quando la legna brucia e le fiamme si alzano allegre danzando. Quell'immagine è viva dentro la mente di nonna per le tante volte che ha assistito la mamma a sfornare pane per la famiglia e per le tantissime volte che l'ha infornato lei da quando si è maritata e ha tirato su una famiglia sua.
Il ragazzo incappucciato guarda fisso in camera. Chiede consiglio ai follower s. Racconta agli ipotetici seguaci una storia. La sua storia. E chiede cosa fare nel caso qualcuno si trovasse nelle sue stesse condizioni esistenziali. Il dilemma del ragazzo consiste se andare a conoscere oppure no i consanguinei che lui non ricorda di conoscere. Eppure uno zio, per quanto mi è stato detto, fratello del padre defunto quando lui, Carletto, era piccolo, questo il nome di fantasia che do al postulante, per i primi anni andò metodicamente a fare loro visita. Ma la situazione che di volta in volta lo zio trovava non era delle più gradite. Non sto a spiegare nei dettagli cosa o chi vedesse. Fatto sta che non l'approvava! Così iniziò a diradare le visite pur mantenendo il legame attraverso le notizie portate dal vento. Ma il vento, si sa, non sempre è lo specchio veritiero dell'animo umano. Anch'io ho vissuto di riflesso storie di vite vissute e anche se accanto ai prota...
L'acquazzone ci colse di sorpresa. Non eravamo equipaggiati e per ripararci dalla pioggia entrammo nel casolare di campagna abbastanza fradici da dover mettere i panni ad asciugare al fuoco del camino. Mia madre, mentre mi tamponava con l'asciugamano, mi raccontò del diluvio universale; di come Dio volle punire Babilonia, capitale del peccato e degli eccessi goduriosi degli abitanti; del patto di Dio, dispiaciuto per l'estrema punizione inflitta agli empi, e dell'arcobaleno che incanta sempre, grandi e piccini, e suggella la promessa tra il Divino Creatore e l'uomo, e cioè che non avrebbe mai più punito i malvagi con cataclismi universali perché avrebbe colpito anche gl'innocenti. ... i bambini sono la salvezza del mondo! mi disse stringendomi a sé.
Racconti di vita in Calabria. 1 Vocazioni territoriali. (prima parte) Ho deciso! Poiché ai grandi strateghi della politica , in realtà, non interessa nulla delle reali condizioni in cui versano i cittadini, forse perché, giustamente intenti a inseguire concetti incomprensibili a noi miseri mortali, non perderò più tempo ed energie a esternare gli umori della gente comune. La gente che vive e si accontenta di poco nonostante le trasmissioni spazzatura che inondano le case e le menti dei deboli proponendo falsi modelli sociali. Anche da noi la società è infettata dalla corrente di pensiero effimero che accomuna il successo con il denaro e la visibilità che i media consentono alle persone. Cosicché, per un certo ceto sociale, l’appariscenza pacchiana che espone presunte ricchezze condiziona l’intera società e mortifica le vocazioni territoriali che se sapute amministrate porterebbero ricchezza reale ai calabresi. Non a caso qualcuno la definisce la California italiana per il cli...
Racconti di vita in Calabria. 1 Bèh, altri tempi gli anni dell’immediato dopoguerra! Tempi in cui ci si accontentava di tirare la giornata, avere di che sfamarsi e per i divertimenti, quelli che davano materiale per discuterne un anno, si aspettava la festa del santo patrono che bastava e avanzava viste le condizioni economiche delle famiglie del tempo. Per il resto, la giornata tipo dei ragazzi, quando non occupati nella bottega del “mastro” a imparare un mestiere o alle prese coi compiti, era impegnata in maniera costruttiva a fabbricare armi per le battaglie epiche tra bande rivali dei rioni, costruire carrocci con tavole e assi incrociate munite di ruote di legno e d’estate i bagni nelle fiumare dopo aver fatto razzie di frutta fresca nelle campagne circostanti il paese. (segue) il ponte del diavolo
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.