Cambia-menti epocali e...
NOSTALGIA.
Non ci sono più le stagioni di una
volta. Si sente spesso questa frase e a volte anche in maniera
inusitata anche in riferimento alla qualità della vita, ai sapori e
agli odori. Alla natura ormai inquinata dall'azione dell'uomo.
È vero! Un tempo non esisteva il
concetto dell'emergenza rifiuti. I bidoni e gli utensili di plastica
non esistevano fino al dopoguerra. La plastica ha invaso l'ambiente
subito dopo. Quando l'industria, con gli scarti del petrolio, iniziò
a invadere i nostri bisogni suggerendo, con pubblicità mirate, le
possibiltà d'impiego degli utensili.
Fù gioco facile. Come non apprezzarne
la leggerezza, la durata di una bacinella di plastica? Delle brocche
e dei boccali? Dei piatti di plastica e delle posate. Dei bicchieri!
Ma questo è niente se paragoniamo i
criteri adottati dai contadini per fare crescere cereali, ortaggi e
frutta, che, condizionati dai mercati e dai vari passaggi della
filiera, si adattano a ciò che offre l'industria chimica. Il concime
organico, lo stallatico, è surclassato dal concime chimico perché
da risultati immediati e rende bello il prodotto.
Beh, forse abbiamo disatteso i tempi
della natura. L'abbiamo forzata. Abbiamo sperimentato l'incesto
transgenico per rendere robuste le colture e gli allevamenti.
Difficile, a questo stadio non essere assaliti dalla nostalgia e dal
ricordo dei sapori di una volta. Dalla discarica vuota perché c'era
ben poco da buttare.
Con la raccolta differenziata, in
alcune zone, dal centro italia in su,
i barbieri non radono la barba col rasoio da taglio, non usano le lamette perché sono considerate materiale
sanitario, quindi caro da smaltire. Come si fa a non essere
nostalgici del vecchio rasoio che il barbiere affilava sulla striscia
di cuoio appesa affianco al lavello e lo puliva lasciando la schiuma sulla schedina del totocalcio?
E' vero. I ricordi, spesso, fungono da anestesia contro il presente, ci aiutano a superarlo e, ad accettare l'ineluttabile progresso ...