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venerdì 11 agosto 2017

Un milanese del sud che ha fatto strada

È soddisfatto di sé l'uomo: 80 anni; magro, fisico ancora atletico parla delle sue giornate presenti e passate e non nasconde un pizzico di orgoglio nella voce squillante ma non, alta, da infastidire gli astanti.

Ho visto la pubblicità sul corsera e mi è piaciuta subito. Però prima di comprare e investire i venti milioni della liquidazione che mi ero preso appena da pochi giorni ho chiesto in giro. Ho chiamato parenti e amici che mi hanno rassicurato.

Poi, un giorno, siccome facevo la consulenza con una azienda che aveva dei lavori qui al sud, visitai il cantiere: fango, fango ovunque! E come fanno a consegnarmela per giugno? Vuoi vedere che è la solita storia? E mentre pensavo questo e mi rabbuiavo vedo in lontananza un ometto basso. Mi avvicino e gli chiedo; “sapete se … “ non finisco la frase che il piccoletto mi fa: “Uhè Fra' e tu che ci fai qua?”. Era un mio vecchio compagno di scuola che lavorava al cantiere.

Ho comprato sulla carta a Milano e mi hanno assicurato che per questa estate avrei fatto le ferie qui. E le farai! Mi rispose convinto. Vedi quel materiale accatastato? La tua casetta è là. Sono moduli abitativi prefabbricati e in un baleno si montano. Tranquillo. Avrai la tua casa nei tempi stabiliti.
Infatti, le ferie dell'81 li feci qui e da allora non mi sono spostato. Ogni anno inizio da giugno-luglio e finisco a settembre.
Qua c'è tutto quello che serve. Abbiamo il centro commerciale. La rosticceria che cucina i piatti tipici calabresi: melanzane ripiene, peperoni ripieni, polpette, arancini con la 'ndujia. E poi ci sono i campi da tennis e quelli di bocce. L'anfiteatro. E quattro ingressi sulla spiaggia coi punti doccia e le rastrelliere per lasciare le biciclette. Io arrivo in bici. La lego per evitare sorprese e vado al mio solito ombrellone. Siamo otto amici e ogni anno facciamo quadrato.
Insomma; inizio la stagione col costume, pantaloncini corti e maglietta e finisco allo stesso modo.. indosso i pantaloni lunghi e la camicia il giorno che devo prendere l'aereo per ritornare a Milano.

È soddisfatto della propria vita, dei figli, ormai grandi, che vivono in giro per l'Europa con incarichi di prestigio. Se non ho capito male sono dei manager. Gente del sud che si è fatta una posizione su al nord ma che non taglia col passato. Le radici sono conficcate saldamente nella propria terra anche se aspra.
Storie comuni. Storie di persone che hanno tentato la fortuna altrove e che sono riuscite a coronare i propri sogni durante il boom economico degli anni 60 e 70 quando il nord cercava mano d'opera qualificata e da qualificare; giovani diplomati e laureati disposti a sacrificare qualcosa pur di arrivare all'apice delle carriere. E anche se adesso è qui a raccontare con piglio spavaldo la sua ascesa sociale, il tono della voce tradisce un attimo di incertezza, subito motivata da impossibilità naturali o da scelte private, di uno dei figli ancora senza prole. Però, aggiunge, col sole negli occhi e un sorriso smagliante, quando arriva il mio piccolo Niccolò ci facciamo delle interminabili passeggiate in bici e delle partite a tennis memorabili. Ha cinque anni, il figlio di Fabio. Mio figlio. Gli ho fatto fare una racchetta su misura apposta per lui. E quando grida: “Nonno nonno” mi sento felice come non mai.
Credo che questa sia la vera gioia. Senza gli entusiasmi ingenui dei bambini la vita non ha senso! Solo questi ripagano dei sacrifici fatti.

sabato 8 luglio 2017

Passi di velluto

Quando la violenza prende il sopravvento e il male si accanisce sui deboli le. Etichette per definirne il genere sono inutili e a volte anche morbosamente dannose.
Il vouyerismo vince sempre. E, passato il primo attimo d'indignazione la curiosità lascia spazio all'indifferenza.
In pochi si chiedono come mai arrivano quotidianamente barconi sulle coste della Calabria. Tutti carichi di minorenni senza scarpe.
Camminano leggeri. Uno dopo l'altro. Passi di velluto che non lasciano tracce. Silenziosi. Gli infradito diventano un bene prezioso per alcuni, mentre altre, costrette sulla strada, indossano scarpe col tacco dodici e sembrano di volare leggere. eteree come farfalle verso un mondo sconosciuto governato e abitato da uomini lussuriosi. (esigenze di mercato) loro malgrado, obbligate...

I piedi sono costretti in posizioni inusuali, imprigionati, toccano terra con le dita. Adesso. Ma prima?

Forse non li possedevano? Sono così poveri e reietti che non hanno visto scarpe in vita loro? oppure glieli fanno togliere i mercanti di carne umana?
Quanto peserà un paio di scarpe anche consumato? che peso specifico vuoi che abbiano un paio di pantofole di corda?
Quel tanto che basta per imbarcare ancora qualche chilo di carne e ossa da scaricare oltre confine!

E poi, gli sturpi e le violenze. Abusi che non hanno nulla di umano tolta la follia che rimane una prerogativa dell'essere che sta in cima alla catena animale.
ph digit, courtesy archivio Iannino©

La violenza non ha confini, colore e neanche genere.
Uomo contro uomo. Donna. Bambini. Che non sempre scaturiscono per motivi ideologici.
La violenza sta sottocenere. Cova lentamente. E quando diventa una fiamma incontenibile brucia ogni cosa. Tutto ciò che rientra nel raggio del proprio stato vitale è potenzialmente in pericolo.

Femminicidio. È stato coniato questo termine per additare con disprezzo l'uomo, il compagno, che ha infierito fino ad ammazzare la donna amata prima e odiata dopo.
Le cronache narrano di amori finiti per uno dei due ma che l'altro non vuole accettare.
Una persona con la testa sulle spalle se ne farebbe una ragione ma … il cervello è come un velo di cipolla. E allora avanti con le manifestazioni di solidarietà e denuncia. Giù con i talk show.
Nell'era dell'apparire, non sorge il dubbio che queste operazioni, anzicché emancipare, mortifichino l'intelligenza di chi osserva dalla finestra, con occhi e orecchi condizionati dal racconto enfatizzato o no dai media, vittime e aguzzini?


mercoledì 26 ottobre 2016

Disuguaglianze sociali, ricchezza e povertà

Le uniche risposte serie ai problemi attuali che affliggono l'umanità non li dà la politica ma la chiesa!

"luci riflesse"


La politica è asservita ai mercati, alle borse, agli industriali e ai banchieri.

Niente di nuovo, dunque.
L'informazione è piena di personaggi corrucciati che spiegano come cambiare verso alle storture e alle disuguaglianze sociali scaturite dalle povertà imposte.

Nel duello americano, tra i due mali si spera nel meno peggio. Almeno lì si vota. E chiunque sarà presidente sarà espressione degli americani.

In Italia, le lobby, dopo averlo costruito e indottrinato, hanno cimposto un cavallo politico di razza alla guida del Paese. Uno stallone da esposizione. Eloquente. Persuasivo. In grado di vendere il ghiaccio agli esquimesi.

martedì 20 settembre 2016

Migranti, gli unici a sperare

Quattro conti in casa Italia:

Economia domestica.

Dopo il salasso dell'aci sono arrivate le bollette della luce.
Nella bolletta della fornitura per residenti la voce “abbonamento canone rai” di 20,00€ fa lievitare la spesa e sommando le varie voci si arriva ad un totale di 134€.

E' cara! Considerando di non avere vissuto la casa perché altrove. (Ancora posso permettermi di spostarmi sulla “seconda casa” almeno per un mese!). Contrariamente agli anni passati, in questo mese di agosto ho prestato moltissima attenzione al consumo elettrico: ho staccato lo scaldabagno durante il giorno nella fascia oraria più costosa ed ho sostituito tutte le lampade a incandescenza con quelle a risparmio energetico. I risultati ci sono stati. ho risparmiato, rispetto all'anno scorso, sempre nel mese di agosto, circa 100€. e nonostante nella bolletta della “seconda casa” non ci sia il canone rai e nonostante tutte le attenzioni prestate la bolletta equivale a € 141.
Cosicché nel bilancio familiare pesa una cifra da versare, in questo mese, esclusivamente all'enel di 275€. che, sommate alle altre spese, giornaliere e mensili, lentamente stanno scavando voragini incolmabili nel baget delle famiglie italiane.

giovedì 15 settembre 2016

GLI INVISIBILI

Siamo tutti invisibili!


Anche se abbiamo un corpo coperto con vestiti griffati o presi nei centri di raccolta per proteggerci dal freddo. Anche se possediamo pigmenti razziali diversi. Anche se qualcuno ne ha fatto una ideologia. E pensa di essere migliore, superiore all'altro. Anche se... veniamo da altre terre, culture e religioni differenti, davanti al potere, al cieco potere affaristico, siamo fantasmi da derubare. Immolare. Migranti erranti da vendere

venerdì 9 settembre 2016

Mors tua vita mea


La tua morte è la mia vita!

Sembra essere il pensiero imperante contemporaneo che domina tutti. Politici. Imprenditori. E gente comune. Il sociale non esiste. E quello che è mio non si tocca!

I confini territoriali sono ritenuti in assoluto off limits. Siano essi geografici o commerciali. Non possono sfuggire al controllo autoctono dei capi branco. Il territorio deve essere protetto da chiunque possa comprometterne la stabilità e la supremazia del capo.

È davvero misero colui o colei che alza scudi, muri fisici e barriere ideologiche all'imprevisto. Al nuovo. Alle nuove esigenze delle singole persone e dei popoli oppressi da fame e miseria.

Ho incontrato uomini e donne di diverse razze. Alcuni di questi, nobili nell'animo, portano con loro la propria cultura con estrema dignità. Propongono mercanzie o servigi accompagnandole col sorriso. E anche davanti ai ripetuti dinieghi continuano a mostrare solarità positiva.

Altri mendicano. Altri ancora infrangono le leggi. E c'è persino chi, i motivi li lasciamo dibattere agli studiosi scientifici che si interessano di comportamento e ai politici che dovrebbero evitarne i fenomeni, dissacra l'altro, violenta le donne e non accetta la cultura occidentale e i relativi progressi fatti nel porre la donna al centro della vita sociale. E festeggiarne opportunamente i ruoli di mamme e di lavoratrici instancabili.

sabato 27 agosto 2016

Mi chiamo Stella


Anzi in Marocco significa "stelle" il mio nome significa stelle, plurale.
Dove abiti qui in Italia?
A Lamezia. Abito a Lamezia Terme!
Vai a scuola?
Sì.
Che classe fai?
Quest'anno devo fare la 5° elementare.
Chi c'è con te, sei sola?
No. C'è mio fratello. È là vedi? Sotto quell'ombrellone.
E tuo padre? Dov'è?
Anche lui è qui. Gira sulla spiaggia con biancheria x corredi e asciugamani.
Quanto hai guadagnato oggi?
50 centesimi.
E tuo fratello?
1 euro.
Tag: venditori ambulanti, migranti, spiaggia, estate 2016,

lunedì 25 luglio 2016

Terrorismo nasce dalle disuguaglianze sociali

Invertiamo la rotta, dividiamo le ricchezze equamente.
Prima che sia troppo tardi.


La disperazione dei paesi poveri si traduce in morte e violenza!
Non ha nessun valore la pelle dei poveri. Le popolazioni in difficoltà nella migliore delle ipotesi sono oggetto di scambio. Gli scafisti caricano la carne umana sulle carrette senza scarpe perché così pesano di meno e ne possono stivare qualcuna in più. Preferiscono i bambini perché loro suscitano pietà e pesano poco, malnutriti come sono.
Le foto dei bambini ossuti coperti dalle mosche spopolano sui social. Tutti si sentono in dovere di pubblicare un commento accorato, una faccina triste o allucinata, senza, purtroppo, che alla reazione segua qualcosa di più concreto. È la nostra cristianità pelosa che guarda dalla finestra le disgrazie degli altri e si commuove .


lunedì 6 giugno 2016

Africa, affari guerre e mass media

Quando si parla di guerra in Siria e nelle zone occupate e possedute dall'ISIS si pensa a scenari devastati che puzzano di morte. Si pensa alle macerie provocate dalle bombe nemiche. Ai disastri degli invasori ma viene difficile immaginare una sfilata di macchine nuove, fiammanti, come se fossero appena uscite dalle fabbriche che le hanno costruite, tra le rovine e le strade deserte. Come è difficile pensare alle vittime civili uccise dal fuoco amico.

domenica 5 giugno 2016

Solidarietà ai migranti

Anche oggi il mediterraneo è stato teatro di morte.
Carrette e gommoni non hanno retto al peso dei disperati che li affollavano. 
Carne umana caricata a forza, spinta con spranghe di ferro e legno dai diavoli della morte, è divenuta macabro mangime per pesci. 

"relitti"


A testimoniare l'ultimo, in ordine di tempo, degli efferati delitti contro l'umanità rimangono i relitti e le poche cose possedute in vita dai migranti e dei sopravvissuti. Bambini e ragazzi, diventati orfani e adulti d'un colpo, perché i genitori sono periti tra le onde o imprigionati nelle stive, o, e questo dà la cifra di come si vive nei Paesi oppressi e affamati dell'Africa e spiega le motivazioni della diaspora forzata, inviati soli a percorrere il viaggio della speranza da chi non poteva permettersi di pagare la traversata e ha deciso di dare una possibilità ai figli.

Giubbetti salvagente. Tavole. Vestiti. Scarpe. Corpi senza vita. E molti disperati che non lasciano la presa dei relitti che ancora galleggiano in attesa dei soccorsi.

lunedì 3 agosto 2015

Appunti di viaggio

primo giorno:

L'orientale col raccoglitore dei tatuaggi aperto e il fatidico aquilone che svolazza sinistro sopra di noi agganciato in chissà quale parte del suo corpo. I nordafricani, una volta detti genericamente “cugini” marocchini ma oggi non più visti i tratti somatici e il colore della pelle, offrono di tutto, dai tappeti alle asciugamano, dai giochini e ninnoli di plastica agli orologi, occhiali da sole autenticamente contraffatti, libri presi probabilmente al macero, vestiti tribali e occidentali che le bagnanti non indugiano a misurare sui costumi umidi e i corpi resi lucidi dalle creme. Gli immancabili indiani con le loro valigette colme di ninnoli e pietre colorate. Il venditore di cocco fresco e le zingare con prole al seguito che sperano nella pietà dei bagnanti stesi al sole e nel loro ipotetico inquantificabile senso di colpa verso qui poveri bambini ammaestrati a elemosinare qualche centesimo.

"maternità" intaglio nigeriano

Lui è diverso! Alto. Nero e la barba con qualche filo bianco curata da qualche giorno. Il vestito, blu a strisce ma non chiassoso, ha qualche macchia. Contrariamente agli altri non emana nessun cattivo odore.
Ciao buon giorno vuoi vedere? Vedere non costa niente! … elefante giraffa gufi … mamma con bambino... Gufi contro la cattiva sorte...

Visto che non costa niente vediamo pure ma non possiamo spendere granché siamo poveri la crisi ha colpito tutti.

Poveri? Anche noi in Nigeria siamo poveri, manca soldi il resto tutto bene famiglia figli però tu hai fammiglia vicino, affetto che io ho lasciato là. Prendi compra qualcosa almeno per benzina vado a Sibari.

Sibari? Và meglio là?
Non so. Provo.

Il mercante nigeriano ha una sua dignità. Raccolgo tutte le monete che ho e glieli porgo. Tieni non ho altro. Tende la mano, osserva le monete e mi da la sculturina della maternità. Sorride, mi augura la buona sorte e va via col suo carico di manufatti tribali intagliati nel legno leggero.

venerdì 6 marzo 2015

Calabria, tra alti e bassi

Come eravamo.


LA FAMIGLIA TIPO.

Diventa quasi un obbligo, per i calabresi, ricordare il nome del padre attraverso il figlio. Rinnovare il nonno paterno chiamando il primo figlio maschio col suo nome e il secondo con quello materno, è una tradizione che ancora oggi qualcuno rispetta.

Nonno Carlo ebbe quattro figli. Tre donne e un maschio. Inutile dire che il maschio era il centro delle sue attenzioni e quando morì in guerra soffrì moltissimo. Ma non lo fece vedere. Non era dignitoso per un uomo maturo piangere o dimostrarsi tenero.
Fiore, questo il nome del maschio, rinnovava la memoria del padre. Rosina si portava dietro il ricordo della mamma e poi c'era Angiola Peppina e Gesa che rinnovavano, in ordine di tempo, la nonna materna e la zia paterna.

giovedì 5 marzo 2015

Nonno Carlo

Sul comò, in camera da letto, mia madre aveva raggruppato le foto dei nonni e degli zii. Il centrino ricamato li raccoglieva in una sorta di spazio dedicato alla preghiera e al ricordo.
Il fratello di mamma, in divisa, morì non so dove in guerra, lasciando la giovane moglie e il figlioletto soli.

Quando la guerra finì, il governo italiano promosse accordi politici con gli Stati ricchi di materie prime ma povere di maestranze. Ebbe inizio il primo grande esodo. Francia, Germania, Svizzera, Americhe, Argentina, Brasile e anche il nord Italia furono mete dei nostri padri e nonni.

Nonno Carlo, mi raccontò mia madre, partì per le Americhe in cerca di fortuna ancor prima. Lui, come si diceva una volta, era un benestante prima che maestro di musica e in paese lo rispettavano tutti.
Anche le figlie erano rispettate e, raccontava mia madre, che anche lei, se pur ancora ragazzina, a quel tempo era ossequiata e siccome era d'uso tra i paesani togliersi il cappello in segno di saluto anche in assenza degli ospiti, lei sorrideva all'inutilità degli inchini fatti all'aria e al niente dagli uomini rimasti in paese. Ma questi erano gli usi e i costumi dell'epoca di mio nonno.

Purtroppo oltre al rispetto, generato dalla cultura ossequiosa e sacrale legata alla terra, non c'era nient'altro in quel paesino di quattro case e una chiesa. La crisi toccò proprietari terrieri, latifondisti e artigiani.

La terra non dava più i frutti necessari per il sostentamento delle famiglie numerose e gli artigiani non avevano committenze. Cosicché, gli uomini in forze raccolsero nelle valigie di cartone gli effetti personali e partirono verso nuovi mondi, certi di alleviare la fame e la miseria dei congiunti suffragati dagli accordi politici post-bellici tra il governo italiano e gli Stati in via di sviluppo; così ebbe inizio il primo grande esodo.

(Segue)
(ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale)

giovedì 19 febbraio 2015

Orrori. Dal Califfato, Egitto e Libia approdano in Europa.

Inutile soffermarsi sui sentimenti suscitati dai macellai che hanno sgozzato uomini e violentato donne nel nord Africa. È una barbarie! Non ci sono scusanti!

È irrilevante ai fini del rispetto reciproco delle relative culture dissertare sulle politiche economiche e sul peso che queste hanno sulla crescita armonica dei popoli e di quanti mascherano i loro efferati crimini con la religione e il coltello in mano.

Inutile parlare di derive sociali.
courtesy M.Iannino 2015 "Odio e sangue"
estratto dall'album web


Asserire che Gheddafi teneva ben saldo il tappo africano è da idioti.

La nostra balordaggine mentale preferisce ignorare i drammi di chi sta male piuttosto che penetrarli e tentare di alleviare gli ostacoli.
E poco importa se prima, all'epoca del dittatore Gheddafi, non c'erano migranti e il mediterraneo non era sporco di sangue umano ma lo erano i territori e il deserto prima della linea di confine con la Libia.
L'importante è ignorare. Non sapere degli stenti e delle malattie che consumavano donne e bambini africani. Non conoscere drammi umani perché qualcuno li occultava. I Paesi del NordAfrica, per lo più, sono anni luce lontani dal benessere economico europeo.

Adesso il tappo è saltato. E và bene alla criminalità spicciola e a quella complessa che si camuffa bene nel tessuto sociale evoluto l'esodo di massa.
Di fatto è un grande comodo business! Vuoi perché mancano le sentinelle di Tripoli. Vuoi perché c'è in atto la tratta degli esseri umani. Vuoi perché dietro a tutte queste mostruosità ci sono i signori delle guerre e delle armi.
Vuoi perché noi siamo indolenti fino a quando non ci toccano da vicino e vediamo vacillare le nostre comodità.
E intanto la demenza ammanta i nostri pensieri, protesi, come siamo, ad apparire, urlare, condividere sui social network i drammi e le atrocità testimoniate dai media con “mi piace”corredate da faccine piangenti come se fossero roba lontana da noi.

giovedì 23 ottobre 2014

FUORI DAL CORO

Mediterraneo.


Dal nero al bianco e dal rosso all'oro. colori forti, gesti decisi, ponderati, sussurrati, a volte velati come a voler coprire in un sudario collettivo sogni e speranze di gente privata del futuro. strappi, lacerazioni, occultamenti che evidenziano drammi interiori, fisici e psicologici di fuggitivi visti come invasori da qualcuno e fratelli da accogliere da altri. gente altra, nemici da ricacciare fuori i confini della propria terra, uomini, donne e bambini da respingere in mare aperto, contro ogni logica della marineria lasciata morire nel mediterraneo, in acque internazionali, per nascondere, in quei pochi nodi, l'ultimo, estremo atto di civiltà di chi ancora ha una coscienza.

Dalla crudeltà degli uomini, altri immortalano e presentano in pochi centimetri quadrati quel che rimane del mercato di carne umana e consegnano alla comunità le nefandezze sotto forma di opere d'arte. Attimi di storia immortalati levano scudi di denuncia al cielo. Preghiere. Invocazioni. Bestemmie. Maledizioni ...
Come definire il dolore che si leva dalla tela di Picasso dopo il bombardamento nazista su Guernica o il dramma descritto da T. Géricault nella “zattera della medusa”?

venerdì 29 agosto 2014

Mediterraneo, porta d'Europa e via di speranze

Caraibi? No, Calabria: Squillace!


mar jonio, golfo di squillace

L'estate sta finendo.
Tormentone di ogni fine agosto musicato dai Righeira che riporta ognuno di noi alla quotidiana routine. E, per dirla ancora in musica, durante le vacanze estive, chissà quanti hanno vissuto la spensierata “estate al mare” di Giuni Russo.
Mille e più canzoni, allegre o struggenti, rendono vivi i ricordi.
Nostalgiche visioni, mosse da soggettivi afflati rendono unici i giorni trascorsi insieme a vecchi e nuovi amici.

Nell'estate delle polemiche sui Bronzi di Riace, sulle esternazioni demenziali di certa politica o sulle teorizzazioni artistiche più o meno pilotate di questo o quell'artista si resta annichiliti davanti al quotidiano spettacolo della natura che si rinnova gratuitamente nonostante noi e le nostre tattiche utilitaristiche improntate sul guadagno economico condizionato dallo spread.

Il mare, i monti, l'entroterra e le coste dovrebbero essere lo spread delle stagioni umane che si beano e nutrono di odori, suoni, sapori, voci, speranze.

Gesti atavici si mescolano nello sciabordio ritmato e a volte irruento delle acque che si infrangono sulla battigia e formano strani disegni.
Lo Jonio, il Tirreno. Il Mediterraneo riporta alla luce la storia. Passato e presente sono lì, sotto gli sguardi dei bagnanti.
Nelle acque cristalline i tempi terreni si lasciano penetrare da quanti vogliono sondare, ricercare e proporre poetiche visioni sulle tracce degli storici invasori greci ma anche dai nuovi migranti carichi di ninnoli e mercanzie a basso costo che tingono coi colori della speranza persino i bagnanti insofferenti costretti a subire la miseria sbarcata sulle coste europee per mera sopravvivenza.

Guerre. Fame. Miseria mentale. Questi sono i sud. Le calabrie!
Le Calabrie non hanno confini geografiche. Le Calabrie siamo noi tutti. Vittime dei sentito dire, delle mafie mentali che riescono a muovere i pennivendoli in cerca di scoop. Capri espiatori, escamotage usati per offuscare le eccellenze vive e propositive che operano sul territorio.

Chi vive la Calabria e l'Italia nell'insieme globalizzante del mondo nell'armonia dei popoli non ha bisogno di spegnere alcuna sete voyueristica, personale o di gruppo. Chi ha mente e corpo,indipendentemente dalle apparenze, sa guardare oltre, penetrare l'ovvio, sminuzzare e ricomporre le apparenze, non per cercare paradisi artificiali ma per offrire visioni più consone alle esigenze corporee e intellettive.

Questa è la Calabria creativa.

venerdì 18 luglio 2014

La semplicità rende felici

LA SEMPLICITÀ DEI BAMBINI E DEGLI ULTIMI RENDE L'ANIMO SERENO

Quanto costa pranzare in questo locale?
Niente. Non ho lo scontrino. È tutto gratis.
Bene allora faccio un abbonamento. Dove mi posso mettere?

Per i grandi c'è un tavolo vicino alla cucina. Là state tranquilli. Potete parlare e sentire musica … a me piace la frittura di gamberi. E' molto buona! Ma sai come si sgusciano? sì. Si toglie la plastica. Si strappa la testa poi le gambe e si mangiano. Vuoi una pizza alle ciliegie? Questa è una pizza alle ciliegie. Però so anche fare il caffè le patatine fritte i gamberi...

Ha tre anni la piccola Beatrice. Costumino due pezzi blu e tanta sabbia nelle tazzine del caffè e nel vassoio della pizza.
L'ambulante nero offre la sua mercanzia. Non compro niente. Lui sorride e: posso permettermi? In amicizia: vedi tu sei qui con la famiglia e altri più ricchi di te no. Non godono delle piccole cose della vita. Pensano a fare i soldi. Vedi, io ho mangiato un panino e pomodoro e sono felice più di chi va al ristorante e mangia l'aragosta. Io sono vivo. Cammino e sto bene. Sono felice più di quello che ha un orologio da 25mila euro. E sai perché? Anch'io guardo il mio orologio da otto euro e l'ora è la stessa.

Due lezioni di vita nella stessa mattinata non accade sempre.

Condivido le perle di saggezza regalate da una bambina di tre anni e un anziano signore di colore sulla spiaggia di Squillace. Chissà, forse potranno servire a qualcuno  

Mediterraneo, dove s'infrangono i sogni

Rimanere vittime delle strategie politiche europee e nazionali. Soffrire per la povertà imposta dalle logiche bancarie e fiscali. Diventare cibo per avvoltoi nel deserto o i pesci del Mediterraneo che differenza fa?

Di storie di mercenari e macellai sono piene le cronache. E tutte le storie dei conflitti violenti o falsamente democratiche che dicono di perseguire fini socialmente belli e utili finiscono sempre col nascondere il male. La parte più oscura e indemoniata dell'animo umano.

Finire di vivere sotto i bombardamenti israelo-palestinesi.
Distruggere i sogni dei piccini e dei grandi all'ombra delle religioni e delle persecuzioni storiche che la maggior parte dei popoli hanno subito nei millenni passati e recenti è semplicemente demenziale!

Com'è demenziale accusare le industri d'armi ogni volta che scoppia una guerra … o forse qualcuno pensa che siano le holding belliche a foraggiare i capi di Stato come è avvenuto in alcuni casi denunciati nella sanità?

Comunque sia, mentre l'odore del sangue e della polvere si alza nel cielo di Gaza tra l'acre dei corpi straziati dai bombardamenti e il crepitio dei fuochi amici e nemici, altri profughi giungono stipati sulle carrette con la speranza di migliorare la propria vita e quella dei figli in Calabria e Sicilia.

Certo, avranno pensato, meglio continuare a non mangiare, saltare qualche pasto, camminare sotto il sole con la vana speranza di vendere qualcosa ai pochi bagnanti che occupano le spiagge piuttosto che rimanere in Africa essere sfruttati, schiavizzati fin dalla tenera età, rapiti e arruolati, segregati nelle miniere, nelle piantagioni, attività che fanno la ricchezza di narcotrafficanti e rispettabili, all'apparenza, uomini d'affari. Dunque, facendo due conti, piuttosto che rimanere a morire di morte certa nella loro terra, i migranti, hanno comprato o barattato il prezzo del biglietto di sola andata verso un futuro incerto ma colmo di speranza.

Niente di nuovo dunque sotto il cielo. Guerre e conflitti falsamente ideologici serpeggiano in terra e contaminano le intelligenze allo scopo di raggiungere il potere su solide fondamenta all'insegna del potente dio denaro.

Anche in Italia è la stessa menata. Un parlamento guidato da un segretario di partito che vuole imporre le sue visioni della politica ad una Nazione e ai cittadini. Un'assise che non ha i requisiti democratici per governare ma che vuole dettare le leggi (discutibili e migliorabili in una democrazia vera) in merito a elezioni, politiche sociali, lavoro. Insomma, l'impianto politico che dovrebbe tenere in piedi una Nazione e dare impulso alla ripresa europea.

sabato 5 ottobre 2013

Papa Francesco, un faro nel buio della ragione

http://aore12.blogspot.it
Da alcune sere non va in onda la trasmissione trash dei paccari, quella in cui i giocatori selezionati per la puntata chiamano i numeri del pacco da aprire sperando di portarsi a casa il contenuto del pacco più pingue che a volte, se si è abbastanza fortunati, col raddoppio, la vincita sale a un milione di euro.

Con l'esattezza non va in onda dal giorno della tragedia nel mare davanti Lampedusa.

Il Papa davanti all'ennesima tragedia della povertà ha parlato di VERGOGNA e ieri durante la visita nei luoghi che Francesco, il Poverello di Assisi si spogliò di ogni avere terreno e lo mise a disposizione dei bisognosi, ha rincarato la dose: per la prima volta, finalmente, un Papa parla al mondo secondo il Vangelo.

Esorta a rifuggire la mondanità, la ricerca del potere economico, l'essere presenti laddove si alimentano i bagordi, le feste pagate coi sacrifici umani. E, prima ancora, nei giorni passati puntò il dito contro i signori della guerra, i venditori di armi.

Finalmente un uomo di chiesa che parla indistintamente a tutti e denuncia le storture volute dall'uomo per magnificare la sua materia e espanderne l'ingordigia, l'avidità lussuriosa dispensatrice di morte.

Dopo le sue denunce, alcuni politici nostrani che si dichiaravano cattolici e militanti della fede (CL) noti alle cronache per i motivi resi noti dalle varie inchieste sembra stiano rivedendo i loro pensieri. Questi signori, almeno nella forma lessicale, sembrano più attenti, volutamente in sintonia con il pensiero di Papa Bergoglio.

Adesso è il momento di imporre alla troica e all'Europa tutta il valore della SOLIDARIETÀ. Evitare esodi biblici dovuti a fame, carestie e guerre. Non con leggi coercitive quali la Bossi-Fini che sono l'emanazione dei poteri tracotanti. Ma attraverso interventi diretti nei territori di appartenenza atti a prevenire i devastanti effetti tristemente noti della globalizzazione.

giovedì 3 ottobre 2013

Fuori dalle Istituzioni Lega Nord, razzisti e delinquenti indegni

morte dei migranti sulle coste della sicilia
salme di migranti sulla spiaggia di Scicli
La tragedia in mare nei pressi di Lampedusa è, ancora una vota, il sintomo lampante della pochezza di pensiero che governa chi guida, nostro malgrado, il Paese.

Eritrei o tunisini, gente proveniente dai paesi in perenne lotta. Popoli sfruttati dalle lobby e per questo motivo in fuga dalla morte certa per fame, maltrattamenti o guerre, tentano l'ultima carta per sopravvivere. S'imbarcano, stivati peggio degli animali da macello, verso il Paese a loro più vicino in termini di distanza fisica. La loro speranza si chiama Italia, Germania, Francia, Europa!

Loro, i profughi, non sono al corrente della cattiveria dei politici nostrani, quelli, per intenderci, che hanno elaborato e messo in pratica la Bossi-Fini.
Non sono a conoscenza della malvagità che anima i covi della lega nord. E, forse, passato il tempo dei respingimenti plateali in mare, credono di poter approdare sulle coste amiche. E poi basta una scintilla, un buco nello scafo sovraccarico per mandare in fumo i loro sogni di libertà.

Non è più tempo di ascoltare chi assedia la Repubblica Italia. Non è più ammissibile lasciare che i ladroni governino il Paese.

È un insulto alla vita, alla storia e al buon senso consentire alla gentaglia che siede indegnamente in Parlamento di lanciare accuse alla Presidente della Camera Laura Boldrini, al Ministro Cécile Kyenge e di conseguenza a tutti i cittadini che la pensano diversamente da loro.

Inutile citare i regolamenti della Camera o la Carta Costituzionale. Per loro, servirebbe uno specchio. Uno specchio grande quanto la loro miseria morale e politica posto in uno stanzino piccolo, costretti a stare in piedi per osservare la loro tracotanza sfumare attimo dopo attimo, accompagnati solo dalla certezza che nessuno andrà ad aprire quella porta.

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