“Dall'acqua, la vita…”.
Lessi queste parole su un muro tantissimi anni fa. Non ricordo con precisione dove. Convenni, però , che nell’ordine naturale degli eventi climatici sia una verità inconfutabile.
Lessi queste parole su un muro tantissimi anni fa. Non ricordo con precisione dove. Convenni, però , che nell’ordine naturale degli eventi climatici sia una verità inconfutabile.
Alcuni lembi del territorio cittadino catanzarese sembrano essere terra di nessuno. Vaste aree recintate indicano proprietà private (abusivamente?) che dovrebbero essere pulite per una semplice questione di decoro e igiene pubblica e rispetto nei confronti dei residenti dai detentori del bene.
Curiosamente le reti di recinzione delimitano e inglobano anche spazi che avrebbero dovuto essere adibiti per camminamenti pedonali o carreggiate ciclabili a servizio e per il benessere comune di quanti soggiornano nel quartiere corvo. Invece sono ricettacolo sicuro per bisce, topi etc. ma cosa vuoi che siano questi innocui animali che come unica colpa hanno quella di essere nati in un gradino inferiore?
Maltempo, danni in città.
È risaputo: Catanzaro è la città del vento, e in questi giorni è soffiato forte. Da nord a sud ha soffiato forte ed ha provocato danni. Nel quartiere Corvo ha divelto alberi e rotto vetrate di infissi. Il palazzetto dello sport è stato interdetto alle società sportive fino a data da destinarsi. Stamane una squadra di operai è intervenuta per riparare il tetto, rimuovere le lamiere, tappare i buchi con l apposita guaina e riparare gli infissi divelti.
Sempreché esistesse davvero, la buona sorte è la panacea dei deboli. Quanti nascondono la testa sotto la sabbia, imitando gli struzzi quando avvertono pericoli e nell'attesa che passi, sono di fatto sostenitori del tiriamo a campare!
Attendisti e attendiste non sono categorie coniate adesso e neppure possibilità certe di promesse fatte in campagne elettorali. Anche se l'attendibilità si basa su motivi suffragati dalle circostanze possibiliste suffragate da possibilità quasi sicure di potere attuare un progetto, attendere onestà intellettuale in certi ambiti è mera illusione.
Inizia il tempo delle piogge.
Le temperature anomale che abbiamo sopportato durante questi mesi estivi hanno dato la possibilità a chiunque e per qualunque scopo e motivo di dire la propria opinione in merito al disagio meteorologico.
Solitamente le bombe, quelle che fanno male volontariamente, sigh, le lancia qualche manina guerrafondaia volutamente! Allo scopo di mietere vittime innocenti che hanno una visione buona, nonostante tutto, della vita e vogliono vivere in pace.
La natura non è cattiva!
La natura è creativa. Aiuta gli esseri viventi. Li nutre! E li fa progredire.
Il problema vero sorge nel momento in cui la manina dell'uomo e la sua ingordigia deturpa e violenta l'ambiente.
È quando l'uomo non si limita a irreggimentare intelligentemente nel rispetto delle leggi fisiche la natura che avvengono le catastrofi.
"Natura nel tombino" |
Solitamente si dice: “ Catanzaro è la mia città, Corvo è il mio quartiere... amo catanzaro...”; molti personaggi della politica nonché partiti politici, nuovi e vecchi, durante la campagna elettorale da poco conclusa hanno promesso la luna. Sono stati nelle periferie. Hanno constatato le realtà; hanno elargito ricette e soluzioni. Stessa minestra delle attuali promesse pre elettorali nazionali che vede emeriti forestieri imposti per un posto sicuro in parlamento dalle segreterie nazionali. Tutti a promettere e giurare in nome del popolo.
Catanzaro non è la mia città: non me l'ha regalata o data in gestione nessuno, anche perché è da sempre governata da eminenze grigie da dietro le quinte, ciononostante le teste d'ariete in lizza si sono cimentati nella singolare tenzone e quindi non posso dire: Catanzaro o il quartiere tal dei tali è la stessa cosa per due ordini di motivi: 1° i miei natali demografici sono altrove; 2° nel quartiere in cui ho casa si bivacca, è un enorme dormitorio privo di attrattori sociali e centri di socializzazione pubblici.
A parte il palazzetto dello sport, che magari non è un luogo d'attrazione per tutti e il parco giochi dei bambini, di fatto non esiste altro.
Chi ha detto che la socialità deve essere organizzata e sponsorizzata in centro e nei salotti buoni cittadini come Marina?
Spiace elencare le negatività di una città e di un luogo che dovrebbe ritenersi del cuore. Un luogo in cui si vive, si cresce e si fa famiglia: comunità!
Qui regna l'individualismo. Uno stato di cose dettato dalla diffidenza mai superata dai singoli residenti nei confronti delle istituzioni, quasi sempre assenti.
La periferia non è solamente geografica.
La lontananza dal centro cittadino è un dato tangibile. E mentre in città si discute sul posizionamento di arredi urbani, strisce blu, parcheggi per i consiglieri comunali e quant'altro, nelle periferie si convive con la selva e la fauna nascosta.
In altri luoghi d'Italia il maltempo ha causato danni inimmaginabili.
Tempeste, bufere, trombe d'aria, slavine, inondazioni si sono abbattute sui centri abitati. Condizioni atmosferiche che possono abbattersi anche qui da noi. Se ciò avviene siamo fottuti! A causa dell'abbandono dei canali di raccolta delle acque reflue ostruiti dagli arbusti e dei tombini intasati dal fango.
Esiste un comitato di quartiere, si dice. Esiste un assessorato alla gestione urbana? Un urbanistica che non si cura solo di imporre divieti e multe ma di un ufficio tecnico che sappia impiegare le maestranze per tempo affinché le naturali precipitazioni invernali e quelle improvvise estive siano adeguatamente manutenute?
Volendo essere polemici dovremmo iniziare col dire che i quartieri periferici catanzaresi sono sorti molti decenni addietro con l'intenzione di espandere la città oltre gli storici trecolli.
Corvo è sorto nei primissimi anni ottanta tra la terra argillosa espropriata alla bisogna per costruire e erigere insediamenti del tipo economico-popolari. Quindi cooperative e case popolari iacp.
All'inizio, molti ricordano ancora, le strade infangate prive d'asfalto, ci facevano sentire dei pionieri. Ma eravamo giovani, perlopiù giovani coppie che realizzavamo il sogno della prima casa e tanto bastava a farci superare le difficoltà urbanistiche e l'assenza di ogni servizio. Mancava e manca ancora l'ufficio postale, uno sportello di banca, una libreria o biblioteca, un punto di ritrovo sociale, un centro per gli scambi commerciali, insomma mancava e manca tutt'ora ciò che influisce sulla corretta e adeguata socializzazione di chi vive in questi luoghi. Persino la chiesa! Non c'era. E il parroco diceva messa nei locali condominiali delle cooperative in cui si erano insediati i pionieri delle nuove frontiere.
Molte cose sono mutate, in peggio? Dipende... dipende dall'angolazione da cui si osservano i vecchi e nuovi problemi.
In questi quarant'anni passati le strade sono state asfaltate. La chiesa costruita, alcuni asili allestiti e messi a disposizione. È sorto pure un parco giochi! E negli ultimi due anni è arrivata pure la farmacia!
Ma il dato immutabile temporale è l'assoluta approssimazione della gestione del verde pubblico!
La pulizia delle strade, dei marciapiedi e delle cunette e l'immancabile intasamento dei tombini causato dalla terra argillosa che scende dalle colline alle prime piogge. La ridicola falciatura dei cespugli che invadono marciapiedi e strade, per la superficialità dell'intervento, dura giusto il tempo di un attimo se non si rimuovono i cumuli di terra che negli anni si sono formati e dove ramificano saldamente gli sterpi!
A parte ciò, il Corvo è, a mio modo di vedere, un quartiere anomalo. Strade deserte a tutte le ore, forse perché mancano i poli d'attrazione sociale? Eppure c'è il palazzetto dello sport! Che però non è concesso per i grandi eventi.
La ricchezza di Corvo è la natura! Il verde. Peccato che sia lasciato all'incuria o alla sporadica cura di qualche solitario di buone intenzioni che prima o poi si stanca.
Complessivamente gli abitanti corviani sembrano assuefatti a questo stato di cose. Mugugnano qualcosa davanti alle recinzioni che di fatto delimita terreni “comunali” destinati a un non uso d'interesse collettivo come invece vorrebbe la norma sui terreni espropriati ma la cosa si ferma lì. D'altronde se non vigilano i vigilantes eletti dal popolo … dicono o cazziddhusi. Ma non è per polemica sterile o strumentale che scrivo questo post! questo, vuole essere un suggerimento per il neo sindaco Fiorita.
(Caraffa di Catanzaro, periferia degradata) |
Persino in una città come Milano, a volte, basta girare l'angolo per sentirsi catapultati d'improvviso in una realtà totalmente diversa rispetto alle aree urbane blasonate.
L'incuria del verde, i detriti e la sporcizia degli incivili diventano ostacoli per l'elementare deflusso delle acque piovane. Le conseguenze dell'incuria, gli scollamenti del territorio le esondazioni sono sotto gli occhi di tutti a Milano come a Catanzaro. Genova, Agrigento...
è una questione di soldi? Beh, molti sindaci dicono di avere le casse comunali a secco!
Anche se alcuni piccoli comuni risultano essere tenuti meglio e riescono a non patire la violenza della natura, sono, purtroppo, come le classiche mosche bianche; delle unicità difficili da eguagliare. Sarà forse la buona prassi gestionale dei comuni virtuosi a spingere molte persone a “fuggire” le città e trovare rifugio nei piccoli paesini gestiti con rispetto e amore ambientale?
Sarà? Ma non tutti sono stati fortunati, coccolati e vezzeggiati dalle amministrazioni locali.
Di certo questo stato idilliaco non è vissuto dai residenti periferici del comune di Caraffa di Catanzaro! Qui i progetti di quanti lavorano a Catanzaro e hanno scelto di trovare casa nei pressi del capoluogo sono crollati come argilla sotto la pioggia battente di questi giorni.
Inutili sono le interpellanze al comune e ai tecnici.
I problemi non mancano mai!
D'estate zanzare, moscerini e pappataci; d'inverno mosche, acqua non irreggimentata e melma. Difficile conviverci!
Eppure se si sbircia nel sito del comune di Caraffa la composizione della giunta risulta essere altamente scolarizzata! Quasi tutti laureati. … ma al verde? ( non ecologicamente ).
(10 cm di fango davanti le abitazioni) |
servono altri indizi? |
Mario Iannino, 2007, a scuola di seduzione C'è un universo abitato da più categorie di persone che lascia spazi a gestualità inusu...