Dalla vicenda sul caso “de Gaetano”
sollevato dalla Lanzetta l'ex ministra ne esce con qualche
“ammaccatura”.
Scorrendo un articolo apparso sul
Corriere della Calabria del 26 febbraio "caso Lanzetta, è scontro in antimafia" appare chiaro l'intento, un
po' macchinoso, non si capisce ancora da parte di chi, di avere
sollevato un polverone inutile e dannoso per il rilancio politico e
culturale della Calabria.
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Nino de Gaetano |
Zero fatti concreti e tantissime
“supposizioni” che lasciate andare sulle ali del vento popolare e
mediatico si gonfiano all'inverosimile di umori e personalismi.
A proposito di personalismi, dal punto
di vista personale dico subito che non conosco De Gaetano e non nutro
simpatie o antipatie nei suoi confronti. Esprimo solo un'analisi
della vicenda da calabrese che vive nella sua terra d'origine.
Da calabrese, come dice spesso Nicola
Gratteri, conosco un po' flora e fauna e so per certo che spesso gli
amici, i conoscenti e i parenti non te li scegli. Sei nato/a qui! E a
volte capita, in certe realtà, che è naturale abitare, vivere o
conoscere gente di differente estrazione culturale e antropologica
rispetto alla tua, o a quella che avresti voluto, realtà interiore.
Persone che saluti e ti salutano. Che
votano anche. Visto che hanno personalità giuridica, diritti e
doveri quali l'esercizio del voto.
Ma veniamo all'articolo in questione
che invito a leggere integralmente anche se lo stralcio che segue
lascia presupporre con chiarezza il clima dell'incontro tra la Lanzetta e i commissari dell'antimafia:
"caso De Gaetano". Per
Maria Carmela Lanzetta la
presenza in giunta di
Nino De Gaetano - per le note vicende che lo
collegano a un'indagine su ipotesi di voto di scambio avendo goduto,
su intercessione del suo defunto suocero, del presunto appoggio
politico del clan Tegano - toglie credibilità al Pd davanti ai
calabresi. Ben per questo lei non ha accettato la nomina ad assessore
regionale fattale da
Mario Oliverio.
E si va allo scontro con
Enza Bruno Bossio: «Sai che ti sono
stata personalmente vicina ma esistono in questo Paese tre distinti
poteri e non penso che il potere politico possa essere condizionato
da un'informativa di reato, ben altro sarebbe, ovviamente, una
sentenza dell'autorità giudiziaria e comunque stai dicendo cose per
le quali immagino che Nino De Gaetano intenderà
querelarti...».
Energica difesa di Maria Carmela Lanzetta: «Non
vedo come dovrebbe querelarmi... io non lo accuso di nulla, né
sostengo che lui si sia rivolto alla 'ndrangheta per essere eletto.
Faccio una valutazione politica».
Magorno sbotta nuovamente: «Ma
che c'entrano le valutazioni politiche... La Commissione ha tutto
l'interesse ad acquisire qualsiasi elemento sulla vicenda ma che
siano elementi, fatti, non valutazioni ...».
E qui cala il
sipario su una vicenda che pare essere nata solo per dare ragione a
Ennio Flaiano quando commentava: « ...La situazione è grave ma non
è seria».
Che dire? Se non che la Calabria non ha bisogno di queste
sceneggiate?