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lunedì 20 dicembre 2021

Che tempo, che tempi in rai

 

Fabio e i no vax.

Potrebbe sembrare l'inizio di una fiaba che narra di un bambino autoritario oppure curioso che si pone il dilemma di chi sono o cosa sono le persone definite no vax ma...

il Fabio in questione è un noto conduttore televisivo che occupa da decenni le reti televisive del servizio pubblico italiano, la RAI.

Com'è noto tutti i residenti in Italia che detengono un televisore sono obbligati a pagare un canone allo Stato e per questo è detta tv di Stato che in teoria dovrebbe fare un servizio pubblico e quindi dare voce e spazio ai cittadini.

Lottizzazioni a parte e linee politiche delle reti RAI che impongono tematiche da sviluppare e irradiare scientificamente, l'esternazione di Fazio in risposta alle battute sagaci di Michele Serra è decisamente fuori luogo e priva di ogni ancoraggio ai dettami democratici della Costituzione cui dovrebbe rifarsi l'informazione pubblica.

Fabio Fazio ritiene di non dovere mai invitare alla “sua” trasmissione i no vax motivando la sua ferma decisione con un esempio ancora peggiore: “è come invitare chi è a favore delle droghe e io sono contrario...”.

Mediocre! Concetto effimero che lascia l'amaro in bocca a quanti pensano che le barriere mentali si possono aprire, creare varchi e annullare col dialogo e la condivisione della conoscenza.

Rispetto alla storica “Non è mai troppo tardi”, Decisamente è fuori tempo, che tempo che fa.

lunedì 16 giugno 2014

L'Arte e le Scienze sono libere?

Lettera a Matteo Renzi. 

Carissimo Matteo, hai detto “se qualcosa non va scrivetemi”.
L'hai detto ai ragazzi della scuola di Treviso ma credo che l'invito sia rivolto a chiunque data la tua carica istituzionale. Perciò ti prendo alla lettera e ti scrivo quello che secondo il mio modesto parere dovrebbe essere modificato nei meccanismi farraginosi della filiera culturale italiana.

Forte dell'esperienza maturata nel mondo del lavoro, nel campo dell'arte e della cultura, tra incarichi e collaborazioni con enti pubblici e privati; nel mondo del no profit, nell'università della Calabria nel ruolo di docente e nella quotidiana costante ricerca tematica sulle gestualità creative dei popoli, logica vorrebbe che una risorsa così strutturata venisse spesa con congruità. Ma non è così. e non è neanche questo l'argomento che intendo trattare.

Nonostante gli effetti prodotti dal venticello sussurrato e poi urlato dalle malelingue, che agiscono nell'ombra per mantenere piccole fette di potere.


Produrre e stimolare bellezza nell'arte e con l'arte mantenendo profili alti sembra faccia male a qualcuno in Calabria e anche altrove.
L'arte, quando la cultura è dominata dalle lobby, diventa un'astrazione lontana e chi è inviso ai centri di potere locali è tagliato fuori dalle logiche spartitorie che uniscono senza battere ciglio cavalli di razza, scalpitanti puledri, somari, buoi e vacche.

Il lavoro della persona osteggiata, se pur pregevole, non è mai presente in un museo, nelle biennali e persino nelle sagre di paese, appannaggi di vanagloriosi signorotti che forti dei titoli accademici pensano di determinare chi è artista, chi fa arte e chi è un mezzo deficiente esaltato.

E pensare che “l'arte e le scienze sono libere e libero ne è l'insegnamento...”

Nonostante tutto sogno e spero fortemente in un futuro migliore. Un futuro in cui, al centro dei sogni e della Politica, ci sia come interesse primario il valore sacro della vita. Bellezza e cultura della vita e, per dirla con Seneca, un luogo dove formare il cittadino all'arte del vivere.

Per questo auspico interventi mirati nella scelta di quanti dovranno in futuro promuovere l'arte e la cultura in Italia. Quindi tecnici, curatori, critici d'arte e procuratori dinamici che sappiano investigare e cogliere la creatività laddove c'è. 

giovedì 27 febbraio 2014

Renzi a scuola. Quando nei Consigli per legalità e riforme?

L'articolo di Sergio Rizzo, “Dalle poste a Eni e Enel: 350 manager da nominare” arriva puntuale e ci chiarisce le imminenti fatiche del rampante giovane premier Matteo Renzi.




350 nomine pesanti in tutti i sensi che rappresentano i poteri forti nascosti e pubblici del nostro Paese gestiti per oltre 12 anni dal governo di centrodestra.

Vi sono enti utili e inutili. Baracconi che ci tiriamo dietro con fatica da anni che tutti dicono di volere eliminare o modificare per risanare il bilancio pubblico nazionale.

Leggo che c'è una società, la “Arcus”, dei Beni culturali, costituita dieci anni fa e che elargisce annualmente milioni, con un consiglio lottizzato. Che Monti aveva soppresso e miracolosamente torna a vivere grazie al decreto “del fare” firmato, nell'estate 2013 delle larghe intese, da Elena Centemaro, insegnate e berlusconiana.

Non so se la società promuove o tutela la cultura per evolvere le menti o olia ingranaggi nefasti. Fatto sta che essendo tornata operativa fa gola a molti.

E poi, c'è l'orticello del gruppo enel che occupa 74 consiglieri d'amministrazione; la cassa deposito e prestiti con 51 poltrone da suddividere. Anas, 43. finmeccanica, 35. eni, 29. poste, 29. ferrovie, 24. invitalia, 15.

se a questi numeri associamo i vitalizi d'oro dei politici delle province autonome, tanto per rimanre sul pezzo odierno, la spesa pubblica che grava sui contribuenti si appesantisce di altre 90milioni per soli 130 consiglieri provinciali del trentino. E guarda caso, qui la tutela dei diritti acquisiti è ferrea!

Caro Matteo, ieri se stato in una scuola del nord. Hai parlato con gli studenti. Va be', in questi giorni hai detto tante cose ma, per iniziare davvero a lavorare e bene, potresti fare in modo che questi signori, ovviamente con apposita legge, siano uguali agli altri cittadini che si sono visti troncati di brutto i diritti acquisiti?

Insomma si potrebbero recuperare soldi e fiducia che questi individui ci hanno rubato?
Il discorso è valido per tutto il Paese, ovviamente. E questo vale per ogni singolo abuso della politica.

sabato 9 giugno 2012

RAI, dopo le lottizzazioni dei partiti le nomine di Monti

Anche in RAI, per Monti servono i “tecnici” per risolvere i problemi aziendali e contrastare la politica delle spartizioni.

A parte i molti dubbi che rimangono in piedi e considerando l'azione dei partiti di maggioranza che continueranno a condizionare le scelte dell'azienda pubblica  è davvero credibile che la nomina di due tecnici senz'altro bravissimi ma dedicati fin ora ad altro mestiere visto le provenienze che può salvare la RAI?

Per Carlo Marroni del sole 24 ore la nomina di Tarantola e Gubitosi è “un'azione rivoluzionaria per la politica italiana e segna uno spartiacque decisivo nella vita nazionale. Una scelta forte e coraggiosa del premier Monti, fuori dal recinto delle spartizioni tra partiti che solo tre giorni fa hanno dato sull'assegnazione delle poltrone uno spettacolo tutt'altro che esemplare.

Monti sorprende tutti (?) e designa alla guida dell'azienda due tecnici veri, conosciuti soprattutto in campo economico e finanziario. Il messaggio che sottende queste nomine è che la Rai deve prima di tutto tornare ad essere una vera azienda, quindi con conti in ordine e gestione in equilibrio, piani di investimento lungimiranti e indebitamento sostenibile. Insomma, costi e ricavi devono tornare ad essere una seria cartina di tornasole, perché solo con una buona gestione si può continuare a produrre cultura, informazione e intrattenimento.

brrrr... brividi lungo la schiena.... Ma se è proprio a causa dei conti squinternati delle banche che hanno pensato esclusivamente a fare cassa e per colpa dei banchieri famelici che ci troviamo in piena recessione economica!
Senza contare le guerre intestine accese nei vari campi dell'economia, della comunicazione e della cosiddetta cultura!
Già, cultura... e la cultura della vita? quella che dovrebbe promuovere il rispetto delle persone può essere condizionata da freddi conteggi numerici che quantificano profitti per pochi?

Ma cerchiamo di conoscere i due salvatori del servizio pubblico:

Anna Maria Tarantola è uno dei massimi esperti di vigilanza bancaria, che, secondo quanto riportato dal “sole 24” rispetta le regole coniugate con la sana gestione.
Il suo nome era circolato con insistenza nei giorni in cui si doveva scegliere il successore di Mario Draghi alla banca d'Italia, poi la scelta cadde su Ignazio Visco, ma nessuno aveva messo in dubbio che non fosse una candidatura autorevole.
Perciò, la sua nomina segnala un aspetto freddo che non ha nulla a che vedere con la gestione di una fucina massmediatica come la RAI. E ancora una volta il Governo torna a pescare i suoi tecnici dentro la Banca d'Italia che conferma il suo ruolo di primaria riserva della Repubblica. Perchè non farlo nel campo delle professioni?

Luigi Gubitosi è uno stimato uomo d'azienda, che ha dato prova di valore in Italia e sui mercati internazionali. Sempre secondo il quotidiano di confindustria, perché ha diretto la finanza della Fiat, (e a tal proposito abbiamo visto come Marchionne ha trattato l'Italia e gli Italiani dopo che la fiat ha preso soldi per oltre 50 anni dallo Stato) ma non è finita qui! Gubitosi ha guidato per anni la Wind. Finanza e telecomunicazioni, (e anche qui ci sarebbe di chè parlare). Queste caratteristiche, secondo il ragionamento dei tecnici che basano tutta l'esistenza sui numeri, sono i campi dove c'è più necessità di intervenire in Rai: razionalizzazione delle spese e delle risorse da una parte, sviluppo di nuove tecnologie e connessioni dall'altro.

Insomma, dalla padella nelle braci! Unica speranza: trovare le braci consumate. Perchè a questo punto non si sa chi è più pericoloso, se il sistema delle lottizzazioni dei partiti o il freddo calcolo delle entrate e delle uscite.

...ma forse non tutto è perduto! chissà! forse proprio in funzione dei guadagni qualcuno si ricorderà di Santoro e la sua banda che oltre a fare un ottimo share faceva anche incetta di sponsor pubblicità e quindi soldini per mamma rai.
Forse si potrebbe anche supporre il ritorno di Guzzanti Luttazzi Grillo e dei discepoli di Biagi...

giovedì 7 giugno 2012

politici al governo, nomine e spartizioni 2012

bruno vespa e consorte augusta iannini
Non si riesce a capire se i dirigenti nazionali, politici e non, stiano costruendo o distruggendo un nuovo corso della storia d'Italia. Ma a primo acchito sembra di no vista l'ultima spartizione fatta in barba, per non dire “fottendosene” dei novanta curriculum spediti in Parlamento per le nomine in oggetto, votati in Aula, senza sorpresa e tra mille polemiche.

Ancora una volta le nomine sono il risultato spartitorio tra i partiti.

A far discutere non è solo il metodo col quale la maggioranza (che sostiene Monti) ha nominato i componenti delle Authority in scadenza, ma principalmente i nomi dei nuovi commissari.

La Camera dei deputati ha eletto all'Agcom Maurizio Decina, ordinario al Politecnico di Milano e Antonio Martusciello, ex sottosegretario con Berlusconi. Alla Privacy vanno invece Giovanna Bianchi Clerici in quota Lega-Pdl e Antonello Soro, ex presidente dei deputati del Pd molto vicino al capogruppo Dario Franceschini. Il nuovo componente del Consiglio superiore della giustizia amministrativa è Giuseppe Lauricella, eletto da Montecitorio con 322 voti.
Anche al senato non si scherza! E con una votazione analoga con estrema tranquillità entrano all'Agcom Francesco Posteraro, vicesegretario alla Camera e Antonio Preto, già capo di Gabinetto di Antonio Tajani in Europa.
Per la Privacy, sono stati nominati Augusta Iannini, capo dell'ufficio legislativo del ministero della Giustizia (moglie di Bruno Vespa) e Licia Califano, docente di Diritto costituzionale a Urbino.
L'accordo tra Pd, Pdl e Terzo polo ha spazzat via giuristi come Gustavo Zagrebelsky, Valerio Onida e Stefano Rodotà - proposti dall'associazione Articolo 21 per l'Agcom - e professori meno noti ma molto titolati, sponsorizzati dal web. Stefano Quintarelli, che aveva lanciato sulla Rete la sua candidatura, si è fermato a 15 voti.
E poi parlano dell'ondata “atipolitica” che sta inondando l'Italia!

martedì 22 novembre 2011

malaffare lottizzazioni diseducazione

aore12blog
raccolta in differenziata

Loro rubano e sono socialmente pericolosi ... e noi?


Dal carcere gl'inquisiti fanno i nomi dei politici che hanno governato il malaffare in Enav. Secondo le notizie apparse sul Corriere della Sera, Tommaso di Lernia insieme a Pugliesi hanno portato 200mila euro al tesoriere dell'udc Giuseppe Naro che ha chiamato in causa molti altri parlamentari e membri di governo. Sempre sul corriere si legge: “Tutti i partiti partecipavano alla spartizione delle nomine in Enav e Finmeccanica. Anche i Comunisti italiani sono riusciti a ottenere un consigliere. Ma quando si è trattato di distribuire affari e favori, la parte del leone l'avrebbero fatta Udc, An e Forza Italia. Gli imprenditori che volevano ottenere i lavori consegnavano i soldi ai manager e questi li giravano ai politici, talvolta riuscendo a ottenere una robusta «cresta». Ma nei verbali di interrogatorio e negli altri atti processuali dell'inchiesta che ha portato agli arresti l'amministratore delegato Guido Pugliesi e due manager ci sono pure i finanziamenti non dichiarati, le società segnalate dai parlamentari e agevolate per ottenere l'assegnazione delle commesse, i ministri che avrebbero ottenuto il via libera nell'assegnare i posti di dirigenza.”
Niente di nuovo quindi, tutta storia conosciuta come l'affare sui rifiuti urbani dimostratosi uguale in ogni angolo della penisola. Gli ingenti guadagni che ruotavano e continuano a oliare i meccanismi montati intorno alla cremagliera a forma di torta della monnezza hanno contaminato tutti indistintamente. E noi, dal basso cosa abbiamo fatto? Niente, anzi abbiamo accentuato il disagio scaricando elettrodomestici e rifiuti definiti speciali per la pericolosità d'inquinamento ambientale come gomme di auto o pile esauste, televisori e elettrodomestici rotti, salvo poi lamentarci e inveire contro la cattiva politica... ma non è che alla fine noi siamo il prodotto della stessa idea sociale?

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