Lettera a Matteo Renzi.
Carissimo Matteo, hai detto “se qualcosa non va scrivetemi”.
L'hai detto ai ragazzi della scuola di
Treviso ma credo che l'invito sia rivolto a chiunque data la tua
carica istituzionale. Perciò ti prendo alla lettera e ti scrivo
quello che secondo il mio modesto parere dovrebbe essere modificato nei
meccanismi farraginosi della filiera culturale italiana.
Forte dell'esperienza maturata nel
mondo del lavoro, nel campo dell'arte e della cultura, tra incarichi e collaborazioni con enti pubblici e privati; nel mondo del
no profit, nell'università della Calabria nel ruolo di docente e nella quotidiana costante ricerca tematica sulle gestualità creative dei popoli, logica vorrebbe che una risorsa così strutturata venisse spesa con
congruità. Ma non è così. e non è neanche questo l'argomento che intendo trattare.
Nonostante gli effetti prodotti dal venticello sussurrato e poi
urlato dalle malelingue, che agiscono nell'ombra per mantenere
piccole fette di potere.
Produrre e stimolare bellezza
nell'arte e con l'arte mantenendo profili alti sembra faccia male a qualcuno in Calabria e anche altrove.
L'arte, quando la cultura è dominata dalle lobby, diventa un'astrazione lontana e chi è inviso ai centri di potere locali è tagliato fuori dalle logiche spartitorie che uniscono senza battere ciglio cavalli di razza, scalpitanti puledri, somari, buoi e vacche.
L'arte, quando la cultura è dominata dalle lobby, diventa un'astrazione lontana e chi è inviso ai centri di potere locali è tagliato fuori dalle logiche spartitorie che uniscono senza battere ciglio cavalli di razza, scalpitanti puledri, somari, buoi e vacche.
Il lavoro della
persona osteggiata, se pur pregevole, non è mai presente in un museo, nelle biennali e
persino nelle sagre di paese, appannaggi di vanagloriosi signorotti che forti dei titoli accademici pensano di determinare chi è artista, chi fa arte e chi è un mezzo deficiente esaltato.
E pensare che “l'arte e le scienze
sono libere e libero ne è l'insegnamento...”
Nonostante tutto sogno e spero
fortemente in un futuro migliore. Un futuro in cui, al centro dei
sogni e della Politica, ci sia come interesse primario il valore
sacro della vita. Bellezza e cultura della vita e, per dirla con Seneca, un luogo dove formare il cittadino all'arte del vivere.
Per questo auspico interventi mirati nella scelta di quanti dovranno in futuro promuovere l'arte e la cultura in Italia. Quindi tecnici, curatori, critici d'arte e procuratori dinamici che sappiano investigare e cogliere la creatività laddove c'è.
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