Il caso Di Pietro, in qualche maniera
mi riporta alla mente il “caso Dreyfus” visti i tanti
interrogativi che ancora sorgono dopo la trasmissione “Servizio
Pubblico” di Santoro, andata in onda ieri 8 novembre 2012, nella
quale, col beneplacito della Gabanelli, è traslocata, per il tempo
strettamente necessario a ripercorrere e chiarire la “questione Di
Pietro” la clip giornalistica incriminata di “Report” sui fondi
e le proprietà del presidente di IdV e il partito.
Entrambi vittime di guerre intestine
tra poteri, il primo, nostro contemporaneo, messo alla berlina per ,
forse, troppa ingenuità, è vittima di una ricostruzione
giornalistica particolare che lascia intendere in quanti hanno
seguito la trasmissione “Report” che anche lui, il demolitore
della prima Repubblica, si è lasciato contaminare dal malaffare.
Tesi, questa, smentita da Santoro nella
sua trasmissione di ieri “servizio pubblico” ma, stando ai fatti
esposti e documentati dall'ex pm di mani pulite Di Pietro, qualche
dubbio rimane. E, ci si chiede: come mai, dopo i chiarimenti di Di
Pietro, la Gabanelli, quale conduttrice del programma rai in
questione non ha chiesto scusa per lo strafalcione giornalistico?
Anche perché, un conto è la buona fede e altro, invece, la furba
attuazione di piani antisociali quali sono le dissolutezze delle
finanze pubbliche donate ai partiti.
Bene ha fatto Michele Santoro e il suo
staff a trattare l'attuale scottante tema per Di Pietro, l'IdV e i
suoi elettori.
La ricostruzione dei fatti, esposta da
Di Pietro e dibattuta da Veltri, Mentana, Costamagna davanti alle
telecamere di “Servizio Pubblico” ha ricucito il rapporto tra
giornalisti e politica e, cosa importante, dato un Servizio
conoscitivo apprezzabile alla collettività.