E chi avrebbe mai potuto immaginare che
i rifiuti domestici sarebbero diventati un problema collettivo!
Nei supermercati qualsiasi prodotto
destinato alle quotidiane attività familiari ha una tara che crea
fastidiosi problemi di smaltimenti individuali. Chiunque va a fare la
spesa, una volta arrivato a casa e separato il prodotto commestibile
dagli involucri, è tenuto a diversificare i rifiuti negli appositi
contenitori: marroncino per l'umido; giallo per la plastica, la
stagnola e le lattine metalliche, grigio per l'indifferenziabile,
quindi barattoli con residui di pittura e materiali sporchi di
vernici, scontrini, carte termiche etc; contenitore blu per la carta
e verde per il vetro. Mentre i medicinali scaduti, le pile esauste le
lampadine e i piccoli elettrodomestici, dovrebbero essere conferiti
negli appositi contenitori posizionati nei pressi delle attività
commerciali preposti alla vendita dei rispettivi prodotti: farmacie,
parafarmacie e negozi di elettronica.
C'è da dire, che, per vari e disparati
motivi, non sempre la differenziata è conferita in maniera corretta
nei cassonetti. Vuoi per analfabetismo funzionale, demenza,
ignoranza... anzianità e demenza senile. Ma queste sono scuse non
accettate e contemplate dall'organizzazione raccolta e stoccaggio
rsu.
E gli operatori ecologici lasciano sul
posto la spazzatura con l'etichetta “non conferibile”. Perché?
Perché gli addetti non la raccolgono ugualmente e poi la dividono in
base agli stoccaggi indicati dal sistema? Senza contare le regole per
il conferimento degli “ingombranti” e le chiamate al numero
verde.
Eppure, si diceva che il metodo della
raccolta “porta a porta” avrebbe migliorato la qualità della
vita e avrebbe fatto guadagnare i contribuenti attraverso il ciclo
produttivo e la rigenerazione dei materiali di scarto. Ma i cumuli
stanno lì a testimonianza del malessere dei cittadini contribuenti.
Le società titolate alla raccolta dei
rsu e le amministrazioni comunali che li incaricano del servizio
dimenticano le norme sulla “tutela della salute pubblica”,
l'igiene del territorio, la sanificazione dei siti adibiti alla
raccolta, anzi, la demandano agli utenti, ai singoli cittadini e ai
condomini. Atteggiamenti e ruoli che cozzano tra le metodiche
manichei dei dipendenti delle società preposte alla raccolta dei
rifiuti solidi urbani e la tutela della salute pubblica.
I disagi vissuti dai residenti si
ripercuotono nella gestione amministrativa dei comuni.
Il conferimento dei rsu, continuando
nel giro vizioso, producono falle e dispendi collettivi laddove non
esiste il riciclo virtuoso e sostenibile che fa diventare, appunto, i rifiuti una risorsa e quindi nuova fonte di ricchezza.
Il disagio, associato agli atti
vandalici e alle scorribande degli animali randagi, è tangibile
specialmente nelle periferie.